LEGAMBIENTE: “ANCORA RIFIUTI DALLA LIGURIA, E’ OLTRE IL LIMITE ACCETTABILE”

Una centrale termoelettrica, un cementificio a pochi passi e due autostrade tra le più trafficate d’Italia, A1 e A21. In questo triangolo nefasto si inserisce l’inceneritore, per completare l’opera, verrebbe da dire. Impianto che accoglierà 7mila tonnellate di rifiuti dalla vicina Liguria, non perché si trova in una condizione emergenziale o di calamità naturale ma perché non arriva ad percentuale sufficienti di raccolta differenziata. Per altro non è la prima volta che Piacenza va in soccorso: già nel 2015 e nel 2018.

Eppure la nostra città è messa parecchio male dal punto di vista della qualità dell’aria; lo dicono i dati Arpae e anche i medici dell’ospedale. Secondo Legambiente questa situazione è oltre il limite dell’accettabile. Anche per questo ha chiesto alla Provincia uno studio di valutazione sull’impatto ambientale cumulativo.

APP: RIFIUTI DA GENOVA? NO, ABBIAMO GIA’ DATO

Rifiuti dalla Liguria? Anche no, abbiamo già dato. Così Alternativa per Piacenza reagisce alla notizia del conferimento di 7mial tonnellate di rifiuti che da Genova verranno destinati all’inceneritore di Piacenza. Quello che sorprende, prosegue la nota a firma di ApP, è il silenzio di sindaca e assessore all’ambiente durante l’ultima seduta di consiglio dove si stava proprio discutendo del regolamento sulla Tari.
Ecco la nota
La notizia del conferimento di 7.000 tonnellate di rifiuti da Genova all’inceneritore di Piacenza lascia davvero interdetti, soprattutto considerando la situazione assolutamente emergenziale del territorio di Piacenza in rapporto alla pessima qualità dell’aria e all’incidenza sulla salute dei cittadini. 
Intendiamoci, siamo favorevoli alla solidarietà in casi eccezionali, quando un territorio è colpito da una calamità estrema e imprevedibile, ma non quando una città come Genova viaggia con quote di raccolta differenziata intorno al 35%, ai minimi nel nord Italia.
Secondo i dati ARPAE nel 2021 sono stati registrati 37 sforamenti di polveri sottili PM10 nella centralina di Montecucco, 45 sforamenti in via Giordani, 51 sforamenti a Gerbido. 
Non a caso nel novembre 2020 la Corte di Giustizia Europea ha pronunciato la sentenza contro l’Italia (e l’Emilia Romagna) per la violazione della Direttiva 2008/50  in materia di qualità dell’aria, con riferimento specifico proprio al particolato PM10. Per questo il PAIR (Piano Aria Integrato Regionale) del 2017 si era posto come obiettivo una riduzione delle polveri sottili del 37% entro il 2020, obiettivo ampiamente disatteso.
L’inceneritore di Piacenza è collocato all’interno di un triangolo nefasto, rappresentato dalla centrale termoelettrica, da un cementificio e dall’incrocio di due fra le più transitate autostrade italiane: A1 e A21. Non bastasse, convive con uno dei poli logistici più trafficati d’Italia, in massima parte basato sul trasporto su gomma, che sarà tra l’altro a breve implementato dai capannoni in fase di costruzione in località Granella e a Roncaglia, con decine di baie di carico supplementari e migliaia di camion ulteriori. 
A due passi da Roncaglia, si è appena autorizzato l’aumento di produzione del trattamento di rifiuti legnosi (da 495.000 a 780.000 t/anno), con successiva approvazione di apposita variante urbanistica per gestire altro traffico pesante. Il tutto, come più volte sottolineato dai nostri consiglieri comunali, con la scelta del Comune di Piacenza di non partecipare alla Conferenza dei Servizi in cui si è trattata la questione.
Per questo motivo ApP ha recentemente chiesto alla Presidente della Provincia Monica Patelli di farsi promotrice presso la Regione di uno studio mirato sull’impatto del complesso dei fattori di rischio per la qualità dell’aria e conseguentemente per la salute dei cittadini, al fine di valutare le misure compensative necessarie e per condizionare la pianificazione territoriale futura.
La notizia dei rifiuti da Genova è per queste ragioni davvero spiazzante e frutto – a nostro avviso –  di una insufficiente consapevolezza, tutta giocata sulla pelle dei cittadini, purtroppo non in senso figurato, questa volta. 
Come valutare, se non assoluta mancanza di rispetto verso il Consiglio comunale, l’incredibile silenzio di Sindaco e assessore all’ambiente, che martedì pomeriggio si sono ben guardate dal rendere partecipi i presenti del benestare dato dal Comune all’operazione, nonostante in aula si stesse parlando, guarda caso, proprio di regolamento per la disciplina della tassa sui rifiuti?
Dal canto nostro non smetteremo di gridare che è ora di finirla di dare un prezzo alla salute delle persone! Lasciamo perdere i 20 euro a tonnellata di compensazione!
Tutte le classifiche sulla qualità dell’aria ci collocano fra gli ultimi posti in Europa: abbiamo bisogno di invertire la china, non di insistere nella direzione sbagliata, limitandoci alle solite scuse e a parole di circostanza utili solo a gettare fumo simbolico negli occhi, mentre quello vero ci avvelena sempre più i polmoni.

COMITATO SOS AMBIENTE: “INCENERITORE: REFERENDUM SCIPPATO! “

Non esitano a definirlo un vero e proprio scippo. Per il comitato Sos Ambiente di Piacenza il rifiuto da parte del comitato dei Garanti alla richiesta di un referendum consultivo sul futuro dell’inceneritore è da considerarsi uno scippo e soprattutto un rifiuto ingiustificato. Questo in particolare perché il quesito a cui fanno riferimento i garanti non è la versione definitiva prodotta dal comitato Sos ambiente. Ecco le motivazioni.

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ESTENSIONE DEL “PORTA A PORTA”. LEGAMBIENTE: “CI VUOLE PIU’ CORAGGIO”

Bene ma non abbastanza. Si può riassumere così il giudizio degli ambientalisti verso l’estensione della raccolta porta a porta che dal 28 maggio verrà allargata ad un’ampia zona della città.
Un atto dovuto, è la posizione di Legambiente, se non altro perché la scadenza del 2020, imposta dalla Regione per adeguarsi agli standard imposti per legge, si avvicina a grandi passi.

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LEGAMBIENTE: “SULL’INCENERITORE LA POLITICA E’ ASSENTE”

La campagna di sensibilizzazione di Legambiente contro l’inceneritore parte da un sit in davanti alla Provincia proprio mentre all’interno era in corso la conferenza dei servizi. Gli ambientalisti chiedono che l’impianto di Borgoforte vada a dismissione entro il 2020, come prevede la legge regionale, e che non vengano conferiti rifiuti da fuori provincia come invece ha chiesto Iren.
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LEGAMBIENTE: “CITTADINI VOLETE L’INCENERITORE? NEL 2018 IL REFERENDUM”

Arrivare al 73% di raccolta differenziata e diminuire del 25% la produzione di rifiuti. Sono i due paletti fondamentali per arrivare al 2020 agli obiettivi che la legge regionale impone ovvero lo spegnimento degli inceneritori tra cui anche l’impianto di Borgoforte, andando a naturale dismissione insieme a quello di di Ravenna per quanto riguarda i rifiuti solidi urbani. Stando così le cose l’impianto sarebbe inutile; la richiesta espressa da Iren però, che sembra avere l’appoggio anche dal consiglio comunale, è quella di poter bruciare rifiuti speciali. La grande tematica dei rifiuti, collegata al discorso dell’inceneritore e dei cementifici, Cementitirossi in città e Buzzi Unicem a Vernasca, sarà lo zoccolo duro di Legambiente per la prossima campagna d’autunno. Le linee d’azione avranno in una doppia direzione: sensibilizzare i cittadini, fare massa critica rispetto a questo tema e dall’altra parte dar vita ad un tavolo istituzionale con l’amministrazione comunale. E poi ci saranno senz’altro degli eventi per catturare l’attenzione dei cittadini, come accadde anni fa con il grande abbraccio alla Pertite che convolse migliaia di persone.

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LEGAMBIENTE: “L’INCENERITORE DI PIACENZA VA CHIUSO”

“L’inceneritore di Piacenza va chiuso! senza se e senza ma” a sostenerlo è il Circolo di Legambiente di Piacenza, che torna alla carica dopo la pubblicazione da parte dell’agenzia Kronos di un comunicato della  SItI (Società Italiana Igiene Medicina Preventiva e Sanità Pubblica) con 7 “verità”  a supporto della presunta utilità e innocuità degli inceneritori di nuova generazione, posizione che sarebbe condivisa anche dall’Istituto Superiore di Sanità. La replica di Patrizia Gentilini, medico oncologo, membro di Isde e Medicina Democratica non si è fatta attendere, pubblicata sul ilfattoquotidiano.it “C’è da rimanere  profondamente sconcertati davanti alle “7 verità”  perché non solo nessuna di esse è scientificamente supportata, ma addirittura alcune affermazioni sono in netto contrasto con ciò che emerge dalla letteratura scientifica” scrive Gentilini. Si afferma ad esempio che  gli inceneritori “non provocano rischi sanitari acuti e cronici per chi vive in prossimità degli impianti” e che dallo studio epidemiologico Moniter “una delle più sofisticate ricerche al mondo sul rischio connesso alle emissioni di inceneritori […] si evidenzia chiaramente la assenza di rilevanti rischi sanitari acuti e cronici per chi vive in prossimità degli impianti”. La dottoressa Gentilini scrive invece che “vi sono viceversa numerosi gli studi scientifici (anche recentissimi) che dimostrano esattamente il contrario e descrivono effetti sia a breve (esiti riproduttivi, malformazioni, esiti cardiovascolari, respiratori) che a lungo termine (soprattutto tumori).

Ecco il link dell’articolo completo http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/08/23/diritto-alla-salute-quali-verita-dietro-gli-inceneritori-di-nuova-generazione/2988622/

inceneritore

GENITORI 2.0 SI DIVENTA. A TUTTO TONDO

In primo piano nella nuova puntata di A Tutto Tondo il rapporto tra genitori e figli nell’era digitale. Sì perchè i figli non nascono con il libretto di istruzioni, quindi anche i genitori devono tenere il passo. Essere genitori 2.0 non è facile, tanto più la tecnologia è utilizzata dai più piccoli in modo inconsapevole. I fenomeni di bullismo in rete sono in aumento anche a Piacenza. Due anni fa è nata l’Associazione Genitori Piacenza 4 nel quartiere di San Lazzaro, con l’obiettivo di riagganciare i propri figli, entrando in empatia con loro, pur con regole decise e condivise.

Inceneritori e salute: un rapporto stretto e correlato. La presenza degli impianti di termovalorizzazione dei rifiuti ha un impatto, più o meno grave, sulla salute dei cittadini. Sono oltre un centinaio gli studi medici che lo dimostrano. A Piacenza la decisione di continuare a far funzionare l’impianto di Borgoforte, nonostante la legge regionale preveda la dismissione entro il 2020, fa discutere. Quale è la via da seguire perchè Piacenza non diventi terra dei fumi? Lo abbiamo chiesto al dottor Giuseppe Miserotti, vice presidente nazionale dei Medici per l’Ambiente (Isde).

Riserva di prognosi è un diario lucido e sereno. La protagonista è un’oncologa affermata che scopre di avere un cancro. Lei che i tumori li cura, si è trovata ad essere una paziente. Il libro, scritto a quattro mani da una giornalista e da un medico, racconta l’ultimo anno di vita di Barbara approfondendo le tematiche legate al fine vite e alle cure palliative

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PIACENZA TERRA DEI FUMI? NO GRAZIE

Sono oltre un centinaio gli studi che mettono in correlazione la salute alla presenza degli inceneritori sul territorio. Studi, tra l’altro, verificati ed attendibili. Uno di questi è quello sugli inceneritori del Veneto firmati dalla professoressa Zambon e dal collega Ricci che ha rilevato un aumento di sarcomi, ma anche lo studio di Coriano sui riferimenti geografici: in base alla collocazione dei termovalorizzatori si è registrato un aumento delle malattie autoimmuni e dei ricoveri. Lo stesso studio Moniter condotto dalla Regione Emilia Romagna, nonostante il limite di aver preso in esame solo 4 inceneritori, è sulla stessa linea dei precedenti mostrando un aumento dei nati prematuri, degli aborti spontanei e dei tumori al fegato. Abbiamo chiesto al dottor Giuseppe Miserotti, vice presidente Isde nord Italia, che strada deve seguire Piacenza perchè non diventi la terra dei fumi. 

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M5S:”COSA HA FATTO IL COMUNE CONTRO L’INQUINAMENTO?”

I consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle di Piacenza, Podenzano e San Giorgio attaccano l’amministrazione sulla gestione delle politiche ambientali.”Cosa è stato fatto in questi anni in concreto dall’amministrazione per diminuire l’inquinamento atmosferico a Piacenza?” si domandano. “Il PD che guida, ormai da 13 anni, l’amministrazione piacentina (e regionale) ha preso molti provvedimenti incisivi sulla qualità dell’aria nella nostra città. Eccone un elenco significativo, forse non esaustivo: autorizzazione al potenziamento della centrale Edipower, autorizzazione all’aumento del trasporto logistico su strada al posto quelli ferroviari, autorizzazione all’utilizzo di oli esausti e pneumatici come combustibile alla Cemetirossi;autorizzazione bipartisan tranne il M5S, IDV e Rifondazione, per consentire il mantenimento in esercizio dell’inceneritore di Piacenza oltre il termine del 2020, previsto dal Piano Regionale dei Rifiuti, autorizzazione alla centrale a Biogas a Borgotrebbia. Attualmente sono in corso di autorizzazione: l’ampliamento del teleriscaldamento alimentato dall’inceneritore, l’autorizzazione ad un bitumificio nel Parco del Trebbia,l’autorizzazione a Buzzi-Unicem all’utilizzo del Carbonext, combustibile da rifiuti.” Al termine del lungo elenco la nota del M5S ricorda come già “2 anni fa chiese e ottenne di mettere intorno ad un tavolo sindaco, assessore, direttore e responsabili di ARPA assieme ad esperti per un confronto sulla qualità dell’aria, in un incontro privato. In quell’occasione presentammo dati e ricerche internazionali sugli effetti delle nanoparticelle emesse dalle attività industriali e da inceneritori e richiedemmo che ogni attività e provvedimento dell’amministrazione seguisse il principio di precauzione. Insistemmo molto sulla pericolosità delle nanopolveri la cui ricerca non è prevista dalla legge, che richiede soltanto il monitoraggio delle polveri più grossolane comunemente conosciute come PM 10. Va subito detto che ad oggi non c’è nessun filtro in grado di fermare le polveri di dimensione inferiore a PM 2,5 e che queste sono in grado di penetrare nel nostro organismo e di raggiungere, attraverso il sangue, tutti i nostri organi. Nonostante il nostro impegno nulla è cambiato da quell’incontro: nessun approfondimento della documentazione presentata, nessun provvedimento migliorativo della qualità dell’aria, nessun maggiore controllo sulle emissioni”. 

Conventional cars contribute heavily to urban air pollution, and choosing to drive an electric car is one great way urbanites can help clear the air.