RABUFFI, APP: “IL 12° COMANDAMENTO DELL’AMMINISTRAZIONE VULA BASS E SCHIVA I SASS”

Il consigliere di Alternativa per Piacenza Luigi Rabuffi ritorna, con ironia, alla scorsa seduta di consiglio comunale in cui l’onorevole De Micheli ha coniato un suo personale 11° comandamento “Non esagerare” e suggerisce un nostrano “Vùla bass e schiva i sass” come 12°.

Lunedì scorso in Consiglio Comunale, mentre la nostra Sindaca illustrava la “copertura finanziaria” del parcheggio interrato di piazza Cittadella (di cui ancora stiamo aspettando la documentazione), abbiamo appreso che ai dieci biblici Comandamenti se ne è aggiunto un undicesimo, un “addendum” coniato da un’onorevole Consigliera Comunale: 11° Comandamento: “Non
esagerare”.

Un Comandamento che, a pensarci bene, sembra rivolto proprio all’Amministrazione, la quale, in questi due anni di governo, ha certamente esagerato in molte cose: nell’autoritarismo, nell’autoreferenzialità, nella presunzione. Nel poltronismo.
Un’Amministrazione capace di rappresentare sé stessa come la famosa regina Grimilde, brava a interrogare continuamente lo specchio senza comprendere la vacuità del gesto. Un’Amministrazione che, esagerando nel “vorrei ma non posso”, ha addirittura “elemosinato” due importanti pareri legali (su ex Manifattura Tabacchi e Parcheggio interrato di piazza Cittadella)
pagati/acquisiti/regalati dalla magnanima onorevole Consigliera, in un rapporto incestuoso (fra organi) la cui “stranezza” è sotto gli occhi di tutti. Tant’è che ne abbiamo avuto contezza solo incidentalmente tra le righe dei verbali.

Pareri legali che hanno rappresentato, per l’Amministrazione, la foglia di fico di situazioni lacunose e ingarbugliate. Situazioni che evidentemente l’Avvocatura Comunale non avrebbe potuto/voluto analogamente supportare. E a dimostrarlo è l’odierno allontanamento della storica coordinatrice
dell’Avvocatura, Avv. Elena Vezzulli. Un trasferimento che “odora” di vendetta…

Tutto ciò con una maggioranza succube della situazione, incapace – salvo qualche rara eccezione – di agire un libero e autonomo pensiero. Una maggioranza sottoposta, anch’essa, al bullismo istituzionale di un’Amministrazione che ha dimostrato di considerare l’informazione come un
fastidio e l’opposizione come un nemico da osteggiare e ostacolare. Un’Amministrazione che ha scelto di trattare i cittadini come sudditi, privi dei diritti di partecipazione e di parola.

Per tutto questo, da “povero” Consigliere Comunale che crede nel “bene comune”, propongo alla Sindaca e alla Sua maggioranza un dodicesimo, nostrano, Comandamento: 12° Vùla bass e schiva i sass.
Queste parole non avranno la portata biblica del decalogo rivelato a Mosè sul monte Sinai, ma di certo, visto quanto sta accadendo in Comune di Piacenza, appaiono un umile e saggio consiglio da seguire.

RABUFFI SU TRASFERIMENTO VEZZULLI: “UNA FORMA DI MASOCHISMO AMMINISTRATIVO”

Il consigliere di Alternativa per Piacenza Luigi Rabuffi interviene, con una nota, sul trasferimento di Elena Vezzulli, coordinatrice dell’Avvocatura comunale alla Protezione Civile. “Una forma di masochismo amministrativo – ha detto – a rimetterci saranno come sempre i piacentini”.

Ecco il testo della nota:

Amministrare un Comune è attività assai complicata. Serve la capacità di riconoscere i bisogni collettivi e di offrire soluzioni efficaci. Facendolo con la giusta autorevolezza, che non deve mai trascendere in autoritarismo.
Partendo da questi presupposti, il ventilato trasferimento alla Protezione Civile di Elena Vezzulli, storica coordinatrice dell’Avvocatura comunale piacentina, per ordine del Sindaco (che assegna gli incarichi dirigenziali), rappresenta una forma di masochismo amministrativo.

Una “piccola” vendetta finalizzata ad enfatizzare il potere autoritario o, più banalmente, a rappresentare quella frase “io sono io e voi non siete un c.…” che il marchese del Grillo ha “sdoganato” e che, applicata all’azione amministrativa di un Ente, ha la capacità di annientare le corrette scelte operative, gestionali ed organizzative, avvelenando il clima ed avvilendo i protagonisti.
A pagare il conto “salato” di questa “rappresaglia” saranno come al solito i piacentini, che si troveranno a finanziare – con i propri risparmi – incarichi esterni di difesa (come già avvenuto per il primo round presso il TAR dell’appaltone, per un importo vicino ai 6.000 €) e che prenderanno atto
di essere, purtroppo, governati da un Sindaco desideroso solo di essere circondato da una corte di Signorsì. Situazione, ce lo ricorda la storia, che solitamente rappresenta l’inizio della fine…

D’altronde, se autorevolezza è fatica, mediazione e confronto, autoritarismo è usare la voce grossa  per scansare furbescamente i fastidi, per nascondere la polvere sotto il tappeto, per volgere lo sguardo altrove. Molto più comodo… Ed è quello che sta avvenendo con l’allontanamento del massimo dirigente dell’Avvocatura, che da un quarto di secolo svolge la propria funzione al
servizio della comunità, rappresentando il Comune di Piacenza in tutte le cause legali.
Personaggio scomodo, l’Avv. Vezzulli, per autonomia di pensiero e irreprensibilità, caratteristiche fondamentali per evitare scivoloni legali e derive pericolose. Fidejussioni docet…
Da domani, se effettivamente l’allontanamento di Elena Vezzulli andrà in porto, prenderemo quindi atto – con preoccupazione – che a tutelare i nostri interessi giuridico-legali sarà chi non lo ha mai fatto per mestiere.
Da domani, se davvero Elena Vezzulli diventerà dirigente della Protezione Civile, sapremo – con non meno preoccupazione – che a garantirci sicurezza nelle attività di prevenzione dai disastri naturali (e non solo) sarà chi non ne ha le competenze tecnico/professionali specifiche.

Insomma, da domani, il vascello Piacenza avrà un timoniere che non governerà più il timone, seguendo la rotta faticosa ma sicura fissata dal programma di viaggio, ma lo comanderà fra le tempestose onde della politica piacentina, brindando di superbia e presunzione.
In questo caso, come sa bene capitan Schettino, a schiantarsi sugli scogli basta decisamente poco…

IL CASO PIAZZA CITTADELLA IN VERSIONE…ROMANZATA. “TANTO TUONO’, CHE PIOVVE”

Riceviamo e pubblichiamo lo scritto del consigliere di ApP Luigi Rabuffi che, con ironia, ha ricostruito in versione romanzata la vicenda piazza Cittadella dopo il caso della falsa fideiussione. Senza offesa per alcuno, ma con un amaro sorriso che porta a riflettere.

Da tempo nel Reame di Placentia – terra di passo e di sosta – nuvole cupe incombevano su Piazza Cittadella e sugli stalli blu. Molti, i piacentini che le avevano notate. Pochi quelli che se ne erano interessati. “Dopotutto, se non si preoccupa la nostra Sovrana, perché dovremmo farlo noi?” si domandava la plebe, guardando l’orizzonte minaccioso…

Effettivamente, nonostante tuoni e saette provenienti da destra e da sinistra, nelle nobili stanze di Palazzo Mercanti la Regina dormiva sonni tranquilli.

Altri erano i temi da presidiare: prima “Grimilde”, con la pena inflitta dall’Inquisizione al Presidente dell’Aula Magna, poi l’invasione dei migranti eredi del feroce Saladino, e quindi la devastante pandemia della Corona (Coronavirus).

E ancora: la gabella addizionale IRPEF, gli ombrelli pendenti nelle vie dell’urbe, finanche il vertiporto e gli accordi operativi. Con il Nuovo Nosocomio di Piacenza sballottato da una parte all’altra della tangenziale, come un interminabile scambio “Sinner-Djokovic” al Foro Italico.

Nonostante questa sicumera, un caparbio gruppo di cittadini e di associazioni – capitanati da irriducibili ambientalisti riconducibili alle fazioni di Italia Nostra e Legambiente – continuavano a scrutare con ostinazione il cielo, convinti che quelle nuvole sempre più cupe, prima o poi, avrebbero scaricato, con potenza inaudita, il risultato di una colposa, ripetuta, sottovalutazione metereologica.

Quante storie, questi faziosi irriducibili…” ripetevano, in coro, la Regina e i suoi fedeli consiglieri “…se pioverà apriremo l’ombrello. Che se ne facciano una ragione…”.

E così, quelle nuvole cupe, cariche di rabbia e di sospetti, spinte da un vento “del fare” sempre più impetuoso, iniziarono a concentrarsi sopra il Palazzo della Regina, generando intorno a Piazza Cittadella, a Palazzo Farnese e all’incipiente tenebroso baratro, la tempesta perfetta.

Tanto tuonò, che piovve. E quanto piovve…

Muoviamoci… Tutti sotto l’ombrello”, ordinò la Regina all’Ufficiale di Palazzo e ai suoi fidi assistenti.

Peccato che quell’ombrello, comprato in Lusitania dal principe della Trinacria – e offerto alla Sovrana, a garanzia del proprio legittimo operar – alla prova dei fatti fosse una “patacca”. “Patacca” di cui nessuno della Famiglia reale e della sua Corte, si era preoccupato di verificare la tenuta.

E così abbacchiati, fradici e inquieti, in un mesto regal corteo, si recarono presso “Palazzo dell’Inquisizione” a denunziar, per truffa, il diabolico ombrellaio portoghese.

L’attualità ci dice che ancora oggi, di costui, non si han notizie. Si vocifera che dal suo maniero sconosciuto, pensando alle malefatte compiute e sorseggiando un buon bicchiere di Zibibbo delle Terre Siciliane, l’ombrellaio lusitano abbia ricordato, con beffarda ironia, una frase del saggio e
compianto Romano Battaglia:

“Ci sono tanti falsi amici disposti a prestarci l’ombrello soltanto quando il tempo è bello”.
Meditate gente, meditate…

RABUFFI: “COMMISSIONE 5, SE L’AVESSIMO CONVOCATA GIA’ A LUGLIO…”. CHIESTO UN CONSIGLIO AD HOC PER PIAZZA CITTADELLA

Mai come oggi sarebbe necessaria la convocazione della commissione 5 “Prevenzione e contrasto delle mafie e della corruzione, promozione della cultura della legalità”. Lo sa bene il consigliere Luigi Rabuffi che di quella commissione è stato presidente fino al luglio dello scorso anno, quando decise di dimettersi in polemica con l’amministrazione. Al centro della questione c’era, già allora, il parcheggio di Piazza Cittadella, che rappresenta per dimensioni temporali, economiche, per l’attività di vigilanza ANAC e per le conseguenze pratiche, il primo vero banco di prova per questa amministrazione. Allora Rabuffi chiese almeno 15 giorni di tempo per procedere alla corretta convocazione e studiare le carte consegnate il 18 luglio. L’amministrazione fu determinata nella convocazione del consiglio il 31 luglio, seduta nella quale appunto fu dato il via libera ai lavori per il parcheggio, che sarebbero dovuti partire a febbraio.

>

RABUFFI, APP: “PIAZZA CITTADELLA E PALAZZO FARNESE ANCORA OSTAGGI DEL CANTIERE FANTASMA”

Tempi, costi e bancablità: il consigliere di ApP Luigi Rabuffi torna sulla complicata pratica di Piazza Cittadella che definisce una “telenovela”.

Difficile trattenere parole e considerazioni quando, di mezzo, c’è la pratica del parcheggio interrato di Piazza Cittadella. Non tanto per l’utilità dell’opera (ognuno ha le proprie idee e se le tiene), quanto per gli aspetti che dovrebbero garantirne l’effettiva realizzazione. In particolare: tempi, costi, bancabilità.
Elementi collegati l’uno all’altro, come un cane che si morde la coda.

Con la tempistica di realizzazione collegata all’avvio del cantiere. L’avvio del cantiere collegato all’ottenimento del finanziamento bancario (bancabilità). La bancabilità collegata, a sua volta, alle garanzie sull’effettiva realizzazione/attivazione dell’opera, in conseguenza dell’avvio del cantiere.
Una matassa intricata e difficile da sbrogliare, specie se a latitare, come sembra, è la volontà dell’Amministrazione.
L’esempio di questo presunto lassismo (o pigrizia) istituzionale, è ben rappresentato dall’atteggiamento tenuto nei confronti del Concessionario dei parcheggi di superficie (stalli blu) per il mancato versamento, a favore del Comune, del canone minimo garantito per l’anno 2023. Un ammanco
ufficializzato dalla stessa Amministrazione, che lo scorso 12 marzo, rispondendo ad un accesso agli atti di ApP, confermava che “…al momento non risulta che il Concessionario abbia provveduto a regolarizzare il versamento richiesto di € 850.000,00 oltre IVA 22%, per un totale di € 1.037.000,00.”
Affermazione che, a 40 giorni dall’avvenuta scadenza (31/01), risulta perlomeno imbarazzante.

Ma, a parte l’imbarazzo, questa situazione rappresenta soprattutto un problema. Perché stiamo parlando dello stesso soggetto che dovrebbe realizzare il parcheggio interrato all’ombra di Palazzo Farnese e che, proprio per finanziare l’opera, ha ottenuto dal Comune di Piacenza una riduzione del
canone concessorio 2023, al netto di IVA, da € 1.200.000,00 a € 850.000,00 grazie al “Riequilibrio del Piano Economico Finanziario – PEF” deliberato dal Consiglio Comunale il 31/07/2023 e poi confermato dall’art. 3 dell’Atto Aggiuntivo del 22/12/2023.
Uno “sconto” importante su introiti già incassati dal Concessionario grazie alle tante “monetine” inserite nei parcometri cittadini, durante l’anno 2023, da piacentini e turisti. Nonostante ciò l’Amministrazione comunale – pur detenendo agli atti una polizza fideiussoria a garanzia del pagamento minimo garantito per un importo di € 1.200.000,00 annui (altra informazione fornita
dagli uffici comunali) – non ha ancora ritenuto di escutere la fideiussione recuperando, a bilancio, quanto spettante. Come mai?
Più intricato, risulta il problema del finanziamento bancario, la cosiddetta “bancabilità”. Elemento essenziale per la consegna dell’area di cantiere e per l’avvio dello stesso, nonché obbligo espressamente previsto dal “cronoprogramma”, parte integrante dell’Atto Aggiuntivo sottoscritto il 22/12/2023 rep. 14832.
Un obbligo apparentemente non assolto dal Concessionario nei tempi originariamente previsti, tanto da spingere il Comune (in data 05/02/2024, con nota prot. 19409) all’avvio del procedimento di risoluzione contrattuale per grave inadempimento, ai sensi dell’art. 1455 del Codice civile. Procedimento che il Comune provvedeva – su autorevole istanza del Concessionario – ad archiviare il 4 marzo scorso, quando lo stesso Concessionario rendeva noto lo “stato avanzato” del procedimento di valutazione creditizia da parte di un Istituto Bancario.
Notizia, quest’ultima, sicuramente interessante, ma insufficiente a svelare i tempi effettivi di avvio del cantiere. Anche perché, per il buon esito dell’operazione di finanziamento e in particolare per l’integrale copertura del fabbisogno finanziario, veniva richiesto l’intervento di un’altra banca, di origine autoctona, che aveva manifestato interesse nell’operazione, riservandosi di comunicare le proprie decisioni al riguardo.

E così, in attesa che le due banche decidano il da farsi, dettando i tempi di un nuovo, ipotetico, cronoprogramma, Piazza Cittadella e Palazzo Farnese continuano ad essere ostaggio di un “cantiere fantasma” che forse apparirà o forse no. Davanti a questa ingarbugliata situazione, prima che la voragine del parcheggio interrato inghiottisca tutto e tutti, non resta che escutere la fidejussione e almeno recuperare dal Concessionario gli € 850.000,00 relativi al canone minimo garantito per anno 2023. Non come ritorsione ma per gli impegni liberamente assunti dalle parti e, soprattutto, per il rispetto che
si deve ai cittadini/contribuenti. Gli stessi che da gennaio scorso, quantunque favorevoli o meno al parcheggio interrato di Piazza Cittadella, si trovano a pagare mediamente il 50% in più per sostare negli stalli “blu”, così finanziando la realizzazione del “misterioso” parcheggio, il cui costo attualmente
previsto (quasi 15 mln. € per 255 posti, di cui 50 in libera vendita) quota la bellezza di 58.000 € circa per posto auto. Non male…

Comunque sia, in attesa di ulteriori novità, la telenovela su “I misteri del parcheggio interrato di Piazza Cittadella” continua. Intrighi e colpi di scena, di certo, non mancheranno.
Guai a perdersi la prossima puntata…

RABUFFI: “NON MI PERMETTEREI MAI DI OFFENDERE L’ASSESSORE. LA VERA PARTE OFFESA E’ LA CITTA’ “

L’indomani del “caso” scoppiato dopo l’intervento in consiglio comunale, in sede di comunicazione, il consigliere di ApP Luigi Rabuffi chiarisce in una nota l’intento delle sue parole all’indirizzo dell’assessore Fantini definita “ultras della cementificazione” per l’ok al parcheggio interrato di piazza Cittadella e, in merito agli accordi operativi “potrebbe non essere stipendiata dai piacentini, ma dai promotori di queste iniziative. Non perde occasione per elogiare ogni proposta di cementificazione in città, non è giusto perché lei dovrebbe rappresentare tutti i piacentini, anche chi ritiene che di supermercati non ci sia più bisogno in un territorio che ha il più alto numero di supermarket in rapporto alla popolazione. Insomma dovrebbe rappresentare anche chi ama l’ambiente e la vivibilità”.

Ecco la nota

Rispetto.
Con questa parola molte persone si sono riempite la bocca, accusandomi, pretestuosamente, di aver offeso l’assessore all’Urbanistica. Ci tengo a dire che non è così. Non mi sono mai permesso di farlo e mai lo farò. Perciò respingo l’accusa, anche se non mi stupisco.
Estrapolare strumentalmente una frase da un discorso politico ampio, enfatizzarla e crearne un “caso” da “prima pagina” è arte da prima repubblica. Usata e abusata da chi ha bisogno di nascondere le proprie colpe. Per fortuna, oggi, lo “streaming” e le registrazioni consentono – se lo si vuole – di comprendere la corretta portata di ogni ragionamento. E qui non si scappa. Tutto ruota intorno alle politiche urbanistiche di questa Amministrazione, che rappresentano l’antitesi perfetta della sostenibilità ambientale.
A dirlo sono i fatti concreti. A dirlo sono i 14 mesi di governo locale, fino ad ora, allineati con i desiderata di chi predica “asfalto e cemento”. E dato che a pagare le importanti indennità di sindaco e assessori siamo tutti noi (e non chi trae beneficio da certe politiche) sarebbe buona cosa che i nostri governanti proponessero una visione partecipata capace di offrire – nel caso dell’urbanistica, in particolare – un futuro a Piacenza ed ai piacentini, specie ai più giovani.
Ragazze e ragazzi che credono nell’ambiente, nell’aria pulita, negli spazi verdi, nella transizione ecologica, nel domani. Non solo nel cemento.
L’ho detto in modo fastidioso? Mi dispiace. Ma la politica è capacità di assumersi responsabilità e prendersi le critiche da chi la pensa diversamente.
E onestamente, a me dispiace molto di più vedere negate, da parte dell’Amministrazione e dell’assessore, le tante proposte avanzate in Consiglio comunale a favore dell’ambiente e della sostenibilità.
Come dimenticarle: moratoria delle medio-grandi strutture di vendita? NO. Richiesta di stop al consumo di suolo oltre il 3% previsto dalla legge regionale (con il meccanismo della perequazione)? NO. Possibilità di acquisire, finalmente, l’area della Pertite? NO. Accantonamento dell’interesse pubblico per il parcheggio interrato di Piazza Cittadella? NO. Soluzioni alternative? NO. Stop dell’iter degli accordi operativi (per i quali il Comune ha in atto un appello al Consiglio di Stato)? NO.
Per tutto questo, pur dispiaciuto per il “cinema” che altri hanno fatto (e per il quale mi scuso con l’assessore), ritengo che la vera “parte offesa” di questa vicenda sia la nostra comunità e, con essa, la coerenza di una politica che purtroppo, anche a Piacenza, predica bene in campagna elettorale e razzola male, malissimo, dal giorno seguente.

RABUFFI SI DIMETTE DALLA COMMISSIONE LEGALITA’. “UNA FOGLIA DI FICO PER L’AMMINISTRAZIONE”

Ecco la firma delle dimissioni irrevocabili di Luigi Rabuffi da presidente della commissione 5, Prevenzione e contrasto delle mafie e della corruzione, promozione della cultura della legalità.
Al centro c’è ancora una volta piazza Cittadella e il parcheggio.
L’ormai ex presidente Rabuffi aveva richiesto ufficialmente, carte alla mano, di poter audire in commissione 5 i componenti del tavolo tecnico, del direttore generale, dell’assessore competente e del concessionario. La risposta non è arrivata, se non per vie non ufficiali, proponendo di accorpare la seduta alle congiunte 1 e 2 della scorsa settimana.

RABUFFI, APP: “C’ERA UNA VOLTA IL PUBBLICO PASSEGGIO…”

C’era una volta il Pubblico Passeggio, che oggi non esiste più. E’ il succo della nota del consigliere di Alternativa per Piacenza Luigi Rabuffi, che rievoca il Facsal di qualche anno fa, ben diverso da come si presenta oggi. “Una zona franca” lo definisce “dove passano auto, ma anche furgoni e pulmini.

C’era una volta il Pubblico Passeggio… Viale incantato… Palestra di vita…
Luogo ideale in cui muovere i primi passi o azzardare il “battesimo” delle due ruote. Ginocchia “sbucciate” … Pantaloni strappati… Ma la soddisfazione, unica, di sentirsi “grandi”. Un viale magico, dove gli innamorati – mano nella mano – potevano assaporare il piacere delle prime timide effusioni. Abbracciati sotto quei generosi platani, sempre pronti a regalare ombra e intimità.
Un viale dove le quattro ruote e i motori “sbuffanti” si vedevano solo a Carnevale, quando i Carri allegorici sfilavano, tra i platani spogli, allietando le migliaia di persone accorse da tutta la provincia per festeggiare, in maschera, la Festa più divertente e irriguardosa dell’anno.
C’era una volta il Pubblico Passeggio… Oggi non c’è più.
Oggi quel magnifico viale ciclo-pedonale, nel cuore della città, è diventato per tante quattro ruote la scorciatoia tra via Alberici e Corso Vittorio Emanuele, utile a bypassare il traffico di via IV Novembre e l’imbuto di Barriera Genova.
Una “zona franca”, specie alla mattina, quando ci transita zigzagando, a discreta velocità, il pulmino bianco (regolarmente vuoto) di una nota associazione, attento a non impattare il mezzo compattatore dei rifiuti (non in servizio) che spesso staziona vicino alle giostrine, con quell’avviso
“Sono ECO vado a metano LNG” che sembra un messaggio alieno…
Ci transitano, regolarmente, i vetusti e inquinanti autocarri EURO ZERO di “improvvisate” imprese edili unitamente ai furgoni per le consegne “al domicilio” e a quelli adibiti al trasporto di acqua e bibite per i bar della zona.
Ci transitano e spesso ci parcheggiano le autovetture (quasi tutte di alta gamma) di alcuni residenti, persino scocciati da quei pedoni, ciclisti e cagnolini che ingombrano viale e marciapiedi.
Ci parcheggiano, in tarda mattinata, i genitori in attesa dell’uscita dei ragazzi che frequentano il Liceo e, al mattino presto, il “solito” pseudo-parente di un ospite della Casa di Riposo- E poi ancora, per motivi di servizio, percorrono il viale: l’intera flotta di IREN, i mezzi delle Poste Italiane, qualche ambulanza a luci accese e qualche altra in “visita” al bar oltreché – per la nostra
Sicurezza – le auto della Polizia di Stato, dei Carabinieri e della Polizia Locale.
Oggi, purtroppo, il Pubblico Passeggio è questo. Un viale abbandonato se stesso e profondamente ferito.
All’Amministrazione Comunale e a tutti i piacentini il compito di riportare il nostro “viale incantato” ad un uso consono e legittimo, curando la ferita – prima che sia troppo tardi – con un giusto mix di educazione, prevenzione e tripla dose di severità.

 

RABUFFI SUL BRACCIO DI FERRO IN CONSIGLIO COMUNALE: “UNA BRUTTA PAGINA DI POLITICA”

“E’ stata una bruttissima pagina di politica, un braccio di ferro inutile, a rimetterci sono i cittadini”. Così il consigliere di Alternativa per Piacenza Luigi Rabuffi definisce l’ultima seduta di consiglio comunale che si è protratta fino a mezzanotte. All’ordine del giorno la modifica del regolamento della Tari, la tariffa dei rifiuti. Dei 48 emendamenti presentati dall’opposizione, nessuno è stato approvato. Ecco come è andata.

RABUFFI, PRESIDENTE COMMISSIONE ANTIMAFIA: “DIMOSTRIAMO CHE PIACENZA SI BATTE PER LEGALITA’ E TRASPARENZA”

Ecco la nota del consigliere di ApP Luigi Rabuffi nominato presidente della Commissione n.5 “PREVENZIONE E CONTRASTO DELLE MAFIE E DELLA CORRUZIONE, PROMOZIONE DELLA CULTURA DELLA LEGALITA’ ”

“Un’elezione, per nulla scontata, che mi riempie di orgoglio e di responsabilità.
Ricordo, infatti, che la suddetta Commissione – nata con modifica del Regolamento proposta e votata dalla maggioranza di centrodestra (Delibera Consiliare n. 108 del 12/06/2020) – non prevede, come per le Commissioni Speciali di Garanzia e Controllo incardinate nell’art. 12 del Regolamento, l’obbligo di lasciare la presidenza (o la vicepresidenza) alle opposizioni.
Questa Commissione poteva pertanto (utilizzando la forza dei numeri) essere ad appannaggio dell’attuale maggioranza, così come è stato per le altre 4 Commissioni permanenti ed in linea con quanto avvenuto durante la scorsa Consigliatura, quando tutte le 5 Commissioni Permanenti furono presiedute da esponenti della maggioranza.
Per fortuna, o più presumibilmente per maturità politica, l’attuale maggioranza ha compreso l’importanza di lasciare la guida di questa Commissione all’opposizione, riconoscendo la natura di approfondimento, analisi, studio e proposta che questa Commissione è chiamata a sviluppare. Con
una valenza “trasversale” e una “terzietà” non replicabili nelle altre Commissioni, solitamente “condizionate” dai provvedimenti da adottare e quindi dal programma stringente di maggioranza.
Proprio per questo motivo, quando la rappresentante della maggioranza – consigliera Costanza De Poli – ha espresso e motivato l’invito a un componente dell’opposizione (non solo a me, sia chiaro) di presiedere la Commissione n. 5, ho deciso di offrire convintamente la mia disponibilità. Senza, con questo, essere o diventare ostaggio di un incarico che intendo sviluppare con passione, autonomia e soprattutto al servizio della nostra Comunità.
Sono infatti convinto che la Commissione che ho l’onore di presiedere debba essere un luogo di discussione istituzionale in cui poter dimostrare, ai cittadini di oggi e soprattutto a quelli di domani (cioè ai nostri ragazzi), che a Piacenza la Politica è convintamente dalla parte della legalità e della trasparenza. E che si batte, per la legalità e la trasparenza.
Sapendo che Piacenza non è immune da fenomeni di inquinamento mafioso, come dimostrato dalle tante inchieste degli ultimi anni (Grande Drago, AEmilia, Grimilde, Libera Fortezza). Sapendo che la criminalità e la violenza (specie quella verso le donne) sono problemi che a Piacenza stanno aumentando e che dobbiamo contrastare con gli strumenti della prevenzione e della
giustizia, anche sociale. Sapendo che lo sviluppo economico è spesso accompagnato da interessi illeciti. Ancora di più nella ricca Pianura Padana. Ancora di più nella fase post COVID e durante la crisi economica attuale, con
la difficoltà di tante imprese a sostenere i costi energetici e a finanziarsi lecitamente per non soccombere, per non chiudere, per non licenziare…
Sapendo infine che i fondi PNRR, ma anche quelli per il Nuovo Ospedale, quelli legati ai lavori pubblici e alle progettualità economicamente più imponenti saranno calamite in grado di attirare capitali, imprese, manovalanza di ogni specie. Lecite e illecite. E ci vorranno tante sentinelle, tanto impegno, tanta accortezza nel riuscire a far sventolare, su Piacenza, la bandiera luminosa della
legalità.
A noi tutti, pertanto, il compito di procurare e mettere a disposizione della nostra comunità gli anticorpi per difenderci: mediante la rettitudine dell’esempio pubblico (piani anticorruzione), mediante l’analisi puntuale dei fenomeni “sospetti”, mediante la divulgazione dei risultati.

Ma soprattutto dobbiamo farlo grazie alla collaborazione tra le Istituzioni e i cittadini. Con lealtà e reciproca fiducia. Riconoscendo le specifiche competenze e facendo sistema.
In questo “panorama” non ho dubbi che grazie all’impegno e alle qualità dei Commissari che fanno parte della Commissione (a partire dai due vicepresidenti Margherita Lecce e Gianluca Ceccarelli), sarà possibile offrire un contributo importante al nostro Comune e ai tanti cittadini che ancora oggi
credono nella legalità e nella giustizia.
Due valori di cui, anche la Politica, non può davvero fare a meno”.