ALL’EX CARMINE SPAZI IBRIDI E INCLUSIVI

Sarà uno spazio ibrido, difficile da definire, uno spazio comunque inclusivo e multi servizio. Quello che sorgerà all’interno dell’ex chiesa del Carmine di piazza Cittadella sarà qualcosa di difficile da concepire con precisione, almeno per il momento. Ma alcuni esempi possono venire in aiuto. Esempi come quello piacentino ne esistono già sparsi per l’Italia: a Milano, Napoli, Bari con i laboratori di barriera, a Bologna all’interno delle serre dei giardini Margherita, a Palermo nell’ex deposito locomotive. Spazi non convenzionali nati per iniziativa di gruppi dal basso, nati per ridare vita a luoghi dimenticati. La regione Emilia Romagna finanzierà in parte questi interventi come farà in ogni capoluogo di provincia. La tematica principale del laboratorio aperto nel Carmine sarà la mobilità logistica sostenibile. Il laboratorio aperto partirà prima che vengano ultimati i lavori di recupero del Carmine, stimati in circa tre anni. Troverà spazio, temporaneamente, al Tecnopolo, nel cuore appunto della logistica piacentina. I soggetti gestori dovranno avere caratteristiche specifiche, professionisti altamente qualificati nel settore della logistica ma non solo. Dovranno essere in grado di coniugare eventi ma anche offrire servizi ai piacentini, in modo che il Carmine diventi quella cintura tra chi arriva in città e il centro che fino ad oggi non è stato.

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SANDVIK, CANCELLI CHIUSI DAL 14 LUGLIO

La trattativa per salvare la Sandvik di San Polo è durata poco meno di tre mesi. A metà aprile l’annuncio improvviso della chiusura del sito piacentino da parte della direzione generale entro metà luglio. E così è stato.  Nel frattempo si sono svolti numerosi tavoli di  concertazione tra rsu, sindacati, Confindustria e direzione. I lavoratori avevano aperto le porte dello stabilimento di San Polo per dimostrare che le ommesse erano in aumento, le linee attive e la produzione perfettamente funzionante e operativa.  Adeso vien da dire che tutto questo è servito a poco. Nelle settimane successive all’annuncio della chiusura, tra i lavoratori era palpabile la rassegnazione, sia tra i veterani con alle spalle 30 anni di servizio sia tra i neo assunti. Stamattina l’epilogo: in Provincia la firma per la cassa integrazione per 12 mesi per 50 lavoratori,  la mobilità per i dipendenti e incentivi all’esodo suddivisi per fasce d’età. Alcuni di essi ferranno impiegati nella fase di dismissione,  altri verranno ricollocati in altri stabilimenti. Resta comunque confermata la data del 14 luglio come l’ultimo giorno di attività della Sandvik, un altro marchio storico che lascia Piacenza.

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