CHIUSURA DEL PONTE SUL NURE: RESTRIZIONI AI MEZZI PESANTI. COME CAMBIA LA VIABILITA’ ORDINARIA

In vista della chiusura del ponte sul Nure, la Prefettura, nel corso del comitato operativo per la viabilità, ha predisposto alcuni provvedimenti per la gestione della circolazione: il traffico sarà vitato ai messi pesanti oltre le 26 tonnellate lungo la SS 9 via Emilia, nel tratto sotteso alla viabilità autostradale tra gli
svincoli di Fiorenzuola d’Arda e Piacenza Sud, ad esclusione di quelli di massa superiore, con carico e scarico nei comuni di Piacenza, Pontenure, Cadeo e Cortemaggiore, vietando a quest’ultimi la fascia oraria 7:00-9:30 e 16:00-18:30; emissione di un’ordinanza da parte della Provincia di Piacenza di limitazione al transito dei mezzi pesanti di massa superiore alle 26 tonnellete, lungo la SP 462 tra l’intersezione con la SS 10 “Padana Inferiore” e l’intersezione con il casello di Fiorenzuola d’Arda  ad esclusione di quelli di massa superiore, con carico e scarico esclusivamente lungo o attraverso la predetta viabilità nei comuni di Castelvetro Piacentino, Monticelli d’Ongina, San Pietro in Cerro e Cortemaggiore, nella fascia oraria 9:30-12:30, 13:30-16:00, 18:30- 07:00; emissione di un’ordinanza da parte della Provincia di Piacenza di limitazione al transito dei mezzi pesanti di massa superiore alle 26 tonnellate lungo la SP 587, tra l’intersezione con la SS 10 “Padana
Inferiore” e l’intersezione con la SP 462 nel centro abitato di Cortemaggiore, ad esclusione di quelli di massa superiore, con carico e scarico esclusivamente lungo o attraverso la predetta viabilità nei comuni di Piacenza, Pontenure, Cadeo e Cortemaggiore, nella fascia oraria 9:30-12:30, 13:30-16:00, 18:30- 07:00; monitoraggio ed eventuale presidio da parte della Polizia Locale dell’intersezione tra la SS 10 “Padana Inferiore” e la SP 587 (da e verso loc. Roncaglia), nelle fasce orarie di punta del mattino e della sera; divulgazione di un piano di informativa all’utenza mediante canali stampa e social, anche preventiva, ovvero mediante il ricorso a messagistica su PMV autostradali; esenzione del pedaggio autostradale per tutti i veicoli che transiteranno lungo la autostrada A1 per le sole percorrenze con ingresso al casello di Piacenza Sud e uscita al casello di Fiorenzuola d’Arda e viceversa; potenziamento a partire dal prossimo 18 agosto dei servizi ferroviari dai comuni di Pontenure e
Cadeo a Piacenza e viceversa che effettueranno la fermata nei precitati comuni, per i quali sono in aggiornamento i canali di vendita; Anas provvederà ad installare tutta la segnaletica provvisoria per indicare i percorsi alternativi alla strada statale ed inoltre provvederà a realizzare due rotatorie provvisorie la viabilità provinciale SP6 di connessione con la SS 725 “Tangenziale di Piacenza (sv. Farnesiana), al fine di migliorare la fluidità del traffico.

 

PONTE SUL NURE: DUE ROTATORIE PROVVISORIE ALLA FARNESIANA PER SMALTIRE IL TRAFFICO

In vista della chiusura del ponte sul Nure, i cui lavori di manutenzione straordinaria cominceranno tra l’8 e il 158 settembre, saranno realizzate due rotatorie provvisorie, sulla tangenziale di Piacenza, all’altezza dell’uscita Farnesiana, ritenuta critica sotto il profilo della sicurezza, soprattutto per alcune manovre che, con l’aumento dei flussi di traffico, risulterebbero troppo difficili e pericolose.

“L’ipotesi inizialmente formulata – spiega il vice sindaco Matteo Bongiorni – è stata quella di chiudere completamente le rampe di svolta a sinistra all’uscita dalla Tangenziale, ossia quelle più rischiose in quanto prevedono l’attraversamento di corsia, il che avrebbe però depotenziato l’efficacia di un’arteria stradale fondamentale. Per questo, come Comune di Piacenza, in accordo con la Provincia, abbiamo richiesto ad Anas la realizzazione di due rotatorie provvisorie, per una migliore gestione delle intersezioni che favorisca un sensibile incremento della sicurezza stradale, prima ancora di essere funzionale a garantire la fluidità del traffico”.

In queste settimane l’impegno congiunto degli Uffici Tecnici dei diversi Enti “ha prodotto – rimarca Bongiorni – una collaborazione decisamente positiva ed efficiente, che ha permesso l’inizio dei lavori in tempi strettissimi. Il completamento delle due opere provvisorie è assolutamente in linea sia coi tempi, sia con la minimizzazione degli impatti viabilistici dovuti alla chiusura del ponte sul Nure. È quindi doveroso un ringraziamento ad Anas e alla Provincia per la loro disponibilità, così come a tutti i Tecnici che si sono prontamente attivati”.

L’intervento in questione permette inoltre di sperimentare una soluzione da tempo immaginata, che potrà essere misurata in modo oggettivo nei suoi effetti. “In particolare – aggiunge l’assessore – l’Ente provinciale stava già lavorando all’ipotesi di una delle due rotatorie anche in senso definitivo, e questa misura credo possa accelerare tutta la fase di valutazione dell’efficacia. Più in generale penso che il metodo di confronto, coordinato dalla Prefettura in ambito istituzionale e adottato anche in sedi più tecniche, abbia condotto a buoni risultati, soprattutto perché si è cercato di farsi carico, ognuno per le proprie competenze, di quanti più aspetti gli Enti locali avevano rilevato come potenziali criticità. Fatto salvo che la manutenzione del ponte da parte di Anas è fondamentale, e che inevitabilmente le limitazioni temporanee alla viabilità potranno generare qualche disagio, penso si debba riconoscere che l’approccio e il sistema integrato delle misure messe in campo tengono conto delle diverse istanze. Credo sia una prova importante di maturità territoriale, indubbiamente accompagnata e sostenuta in modo attivo a più livelli – fino ai nostri Parlamentari locali – a prescindere dalle rispettive appartenenze politiche”.

Saranno progressivamente rese note tutte le informazioni relative ai piani viabilistici dettagliati e l’elenco delle azioni previste per la mitigazione dei disagi conseguenti alla chiusura per la manutenzione del ponte sul Nure lungo la Statale 9. A questo proposito, a partire dal 25 agosto sarà approntato il piano di segnalamento su tutto il territorio interessato, portando nel frattempo a regime tutte le altre iniziative di supporto: le ordinanze che regolano il transito dei mezzi, la convenzione tra Società Autostrade e Anas per la gratuità del pedaggio nel tratto tra Piacenza Sud e Fiorenzuola e il potenziamento del servizio ferroviario.

MALTEMPO, ANCORA ALLERTA ARANCIONE SU TUTTO IL TERRITORIO PIACENTINO

Resta l’allerta arancione su tutto il territorio provinciale diramato dalla Protezione Civile regionale. La situazione è ancora molto critica in svariati comuni della montagna e della collina: le scuole a Bettola, Farini, Ferriere, Ottone, Vernasca restano chiusi anche nella giornata di martedì.

Nella serata di ieri è stato riaperto il ponte del Nure sulla via Emilia tra Pontenure e Piacenza, dove la circolazione è tornata regolare.

Le situazioni più difficili si sono registrate nella zona di Ferriere e Farini, ma Bettola e Ponte dell’Olio dove alcune famiglie sono state evacuate. La strada di Castagnola è stata interrotta per frana e il torrente Grondana ha sfondato il muro dell’albergo della famiglia Tassi a Ferriere, a Mareto si sono posizionati sacchi di sabbia per fermare l’avanzata delle acque.

AMBIENTE, DNA PERDUTO NELLA SINISTRA?

Vedendo le immagini del disastro di Livorno, la mente corre a due anni fa, il 14 settembre del 2015. L’esondazione del Nure che provocò vittime e distruzione. Oggi come allora ricominceranno le polemiche politiche, il rimpallo delle responsabilità giocate, addirittura, sui colori delle allerte. Sarà forse così diversa una allerta arancione rispetto ad una rossa? Li chiamano eventi straordinari ma, in realtà, sono sempre più frequenti. Il clima è cambiato, sostengono i meteorologi, perché in poche ore cade tanta pioggia quante ne dovrebbe cadere in parecchi mesi. Ma la pulizia dei fiumi, la pulizia dei canali a chi spetta se non alle amministrazioni? Passando sul ponte del Nure all’altezza di Pontenure ci sono solo erba e arbusti che crescono nel letto del torrente. Non ci vuole un esperto per capire che quando piove in modo abbondante il rischio si fa più alto. Sfogliando i quotidiani ci ha incuriositi l’analisi di Sergio Rizzo su Repubblica che riporta la parole del fondatore del PD Walter Veltroni “oggi la sinistra non può dirsi tale se non è ambientalista”. Veltroni sottolinea come la sinistra abbia perso quell’impronta ecologista che doveva essere parte integrante del sua dna. Anche il PD – scrive Rizzo- è impegnato, come gli altri partiti di sinistra dell’Europa occidentale, sul terreno della difesa ambientale, ma le ambiguità su questo fronte sono forti da tempo. La legge per la difesa del paesaggio che si propone di limitare il consumo del suolo giace in Parlamento, senza che nessuno da sinistra si imponga di dare una svolta. La sensazione è che le politiche ambientali lascino un pò il tempo che trovano, nel senso che ritornano in auge solo quando accadono disastri come quello di Livorno o, due anni fa, come accadde per il nostro territorio che mise in ginocchio mezza provincia.  Eppure quando di mezzo ci sono vite umane non si dovrebbe scherzare.

RONCAGLIA, DANNI ALLE IMPRESE PER 1 MILIONE E MEZZO DI EURO

Ammonta a 1 milione 548 mila euro la somma dei danni alle imprese colpite dall’alluvione del 14 settembre scorso a Roncaglia. In tutto sono state 26 le imprese o attività commerciali che hanno aderito al bando per la concessione dei contributi a fondo perduto promosso dal comune di Piacenza che ha messo a disposizione 140 mila euro per le aziende colpite. La somma verrà ripartita in base alle singole richieste pervenute da un minino di 858 euro ad un massimo di 6162. Somme che serviranno per il ripristino più urgente dei macchinari ammalorati a seguito dell’alluvione del Nure. La liquidazione delle somme avverrà già entro la prossima settimana, entro 120 giorni da questa data le imprese dovranno presentare regolari fatture delle spese già quietanzate.

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ALLUVIONE, LEGAMBIENTE: “TROPPO FACILE TROVARE UN CAPRO ESPIATORIO”

“Il fiume ha bisogno dei suoi spazi ma a volte questi spazi sono occupati da edifici“. A dirlo è Marco Monaco Direzione Tecnica del Centro Italiano per la Riqualificazione Fluviale, ospite della serata organizzata da Legambiente sul dissesto idrogeologico dopo l’alluvione del 14 settembre. Una serata che ha avuto anche l’obiettivo di analizzare le cause che hanno portato all’alluvione. Un evento eccezionale quanto a portata d’acqua certo, ma che facilmente potrà ripetersi, ed eventi in tal senso si sono verificati già nelle scorse settimane. Una serata in cui Legambiente ha voluto chiarire alcune posizioni.

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UN MESE FA LA GRANDE ALLUVIONE, I CITTADINI VOGLIONO RISPOSTE

Un mese fa mezza provincia era alle prese con il fango e la melma dell’alluvione.  Maniche rimboccate, schiena dritta, abitanti e volontari al lavoro per riportare alla normalità tutto ciò che la piena ha travolto con la sua furia. Il fango non è più sulle strade è vero, ma c’è ancora tanto da fare. In Val d’Aveto ci sono ancora strade bloccate, Farini è ancora in ginocchio anche se la reazione degli abitanti è stata esemplare. Il Governo ha dichiarato lo stato emergenza stanziando 10 milioni di euro, la Regione ne ha messi a disposizione 5, altri 9,5 arrivano dallo sblocco del Patto di Stabilità dei comuni. Ma il bilancio di quello che è accaduto pesa come un macigno: due morti, un disperso, danni per 72 milioni di euro, oltre 200 aziende gravemente danneggiate, strade ancora impercorribili, ponti crollati come quello di Baberino. La strada di Recesio, crollata per la forza devastante del Nure, oggi è un cantiere; il torrente quasi non si vede, è stato spostato verso il monte per permettere alle ruspe di lavorare alla ricostruzione. Ma quello che preoccupa di più i cittadini è sapere se e quando verranno risarciti dai danni subiti. I fondi messi a disposizione da Stato e Regione saranno destinati, per lo più, alla ricostruzione degli argini. In questa fase post emergenza, la politica svolge un ruolo fondamentale, la ricostruzione dipende, in gran parte, dalle scelte che il sistema paese, e in più in piccolo le amministrazioni, decideranno di adottare.

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MAINARDI: “LA CURA DEL TERRITORIO IN MONTAGNA NON ESISTE”

Ruspe al lavoro impegnate a riempire il vuoto che la violenza del Nure ha portato via in poche ore. Questa è la situazione che si presenta oggi sulla strada provinciale di Recesio. I lavori, secondo il cronoprogramma della Provincia, dovrebbero terminare entro il mese di ottobre. Un intervento particolarmente necessario perchè, ad oggi, la ex provinciale di Recesio non è in grado di sopportare per lunghi periodi carichi di peso eccessivi. Quello che si vede oggi è un grande cantiere, in cui il torrente è stato spostato dalla parte del monte, così come a Ponte dell’Olio, per permettere di proseguire i lavori. Certo balzano all’occhio le piante, i sassi e i detriti che l’acqua ha travolto. “La base della sicurezza è la pulizia dei corsi d’acqua – ci ha detto Alessandro Mainardi consigliere comunale di Ferriere – anche perchè in poche ore da un rigagnolo si può arrivare ad un vera e propria bomba d’acqua che distrugge ogni cosa”. La pulizia dei corsi d’acqua sembra una delle principali vie per garantire la sicurezza, perchè emergenze come quelle del 14 settembre, ritornano sempre più frequentemente a distanza ravvicinata. Ne sono un esempio l’alluvione di un intero quartiere a Parma un anno fa, l’alluvione in Costa Azzurra dello scorso week end e in Sardegna.

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ESONDAZIONI, QUANDO IL PROBLEMA E’ URBANISTICO

Guardate queste cartina: è disponibile sul sito del comune di Farini, rappresenta la carta del dissesto comunale. Le diverse colorazioni, rappresentano le frane in evoluzione, gli accumuli per crolli e detriti, le frane in scivolamento, i depositi eluviali e colluviali. Accanto al torrente Nure, compare una striscia azzurra che rappresenta i depositi alluvionali anche a monte del ponte. Nella piena il Nure ha spazzato via tutto quello che si trovava in quel punto, abitazioni comprese. Passata l’emergenza, sarà necessario fare il punto della situazione e ricostruire là dove non esiste il pericolo. Il discorso è anche e soprattutto urbanistico: in particolare in un Paese che da decenni consumo 8 mila metri quadrati di suolo al secondo, e l’Emilia Romagna è ai primi posti in questa classifica. In più se si considera che i cambiamenti climatici proporranno nuovamente episodi meteorici come quello accaduto in val Nure a distanza più ravvicinata, la situazione è da tenere attentamente sotto controllo.

Abbiamo raccolto l’intervento del Presidente dell’Ordine degli Architetti Giuseppe Baracchi

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ALLUVIONE, COME E’ FUNZIONATA L’ALLERTA?

Come è funzionata l’allerta nella notte tra domenica e lunedì? E più in generale come e in che modo vengono diramate le comunicazioni ai sindaci e agli organi tecnici competenti da Prefettura e Protezione Civile? Partendo dalla diga Boschi il guardiano ha l’obbligo di allertare telefonicamente la Prefettura quando il rilascio supera i 100 metri cubi di acqua. Nella fattispecie, nelle notte tra domenica 13 e lunedì 14 intorno all’ 1 la diga Boschi rilasciava già 200 metri cubi di acqua. A questo punto la Prefettura ha contattato telefonicamente i primi cittadini delle zone interessate, i soggetti tecnici competenti, tra cui Aipo, Vigili del Fuoco, Bacino Tidone e Trebbia, Carabinieri e Questura. All’1.25 della notte la diga aveva già rilasciato 600 metri cubi di acqua, una situazione assolutamente eccezionale, come mostrano i dati stessi; da 200 a 600 metri cubi in meno di mezz’ora. Contestualmente alle telefonate partite dagli uffici della Prefettura, sono stati inviati anche i relativi fax. Dalle 3 la sala operativa della Prefettura era operativa, la prima riunione con i soggetti tecnici e i carabinieri è avvenute alle 4.

Per quanto riguarda la situazione del Nure e del Trebbia, la Regione Emilia Romagna ha diramato per prima, tra le 4 e le 5 la comunicazione di allerta ai sindaci delle zone interessate e ai soggetti tecnici competenti. La modalità di comunicazione, in questo caso, è doppia, via sms e via fax. Anche la Prefettura, dopo la Protezione Civile della Regione, ha allertato sindaci e soggetti tecnici competenti con le stesse modalità.

ALLUVIONE VOLONTARI