FERRI SULLE FOTO STRAPPATE: “DISPIACE PERCHE’ L’INTENTO ERA IL DIALOGO CHE MANCA DA TEMPO”

Erano state affisse ai muri dei palazzi di vai Marinai d’Italia solo una manciata di giorni fa, oggi questo è ciò che ne resta. Scatti di Strada, ,la mostra dei fotografi Sergio Ferri e Michael Tampanella, promossa dal Laboratorio di Strada e Fondazione, in collaborazione con Acer, Educatori di Strada e Comune, è stata in parte vandalizzata. Il messaggio evidentemente non è passato, e per questo occorre farsi delle domande, dal momento che gli scatti, in bianco e nero, avevano il solo obiettivo di creare senso di comunità e partecipazione.

“SCATTI DI STRADA”, LA MOSTRA FOTOGRAFICA PER ESPLORARE E CONOSCERE IL PEEP

Si chiama Scatti di Strada, il progetto realizzato dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano, promosso dal Laboratorio di Strada in collaborazione con ACER, educatori di Strada, Comune di Piacenza e i fotografi Sergio ferri e Michael Tampanella.

Il mezzo è proprio la fotografia utilizzata per esplorare concetti come l’identità e il conflitto di appartenenza. Il progetto vuole promuovere il benessere attraverso azioni di educazione territoriale e animazione di strada, svolte dal team di professionisti degli Educatori di Strada nel quartiere, durante le ore pomeridiane. Queste attività coinvolgono giovani di età compresa tra i 13 e i 25 anni e mirano a valorizzare le risorse educative già presenti nel quartiere, creando occasioni di convivialità e relazioni positive.

Inoltre, si vuole costruire una narrazione del quartiere attraverso le fotografie, i video e le interviste raccolte durante il progetto, e stimolare riflessioni con i gruppi informali di giovani sul futuro e sul quartiere stesso. L’obiettivo è responsabilizzare i singoli e i gruppi nei confronti del proprio contesto di vita.

L’inaugurazione della mostra sarà giovedì 13 luglio alle 17 in via Marinai d’Italia 1-3. Le fotografie sono realizzate da Sergio Ferri e Michael Tampanella, i due fotografi che hanno accompagnato gli educatori durante tutto il percorso del progetto. Questa mostra rappresenta un primo passo per avvicinare la comunità e il gruppo di giovani coinvolti, offrendo uno spazio di relazione accogliente e valorizzando il quartiere attraverso la loro presenza interessata e positiva.

PARCO ALL’EX PERTITE: SOGNO INFRANTO?

Se non è un sogno infranto poco ci manca. L’assessore Adriana Fantini è stata molto chiara, in risposta all’interrogazione urgente della consigliera Patrizia barbieri in merito all’evoluzione del dialogo tra amministrazione e difesa dopo il sopralluogo del 4 aprile all’ex Pertite.

Il problema insomma, non sarebbe più il trasferimento della pista carri armati quantificato in un milione e mezzo di euro, ma la bonifica e la demolizione degli edifici che occupano 30 mila metri quadrati di superficie dei 275 mila totali dell’area che avrebbero un costo insostenibile per le casse del comune, tra 50 e 60 milioni di euro.

A tenere banco in consiglio anche la costruzione della nuova palazzina al peep grazie ai fondi Pinqua. 14 alloggi Erp, in via Radini Tedeschi, parametri di sostenibilità avanzati, campo da basket rinnovato, intervento di manutenzione sul vicino asilo, un nuovo centro prelievi e biblioteca, che vedranno la luce nel 2025. Un progetto modificato rispetto all’inziale che aveva visto i residenti non soddisfatti; l’attuale progetto prevede un edificio di sei piani, del tutto accessibili, adatti a nuclei monoparentali o con più figli.

VOLTI E PAROLE NELLA FANZINE ZONA 4: IL PROGETTO DELL’EDUCATIVA DI STRADA

Sullo sfondo c’è un quartiere, il Peep, che per chi lo abita è molto più di un luogo. Significa appartenenza, identità. L’educativa di strada qui sta lavorando proprio insieme ai più giovani, con ragazze e ragazzi tra i 15 e 25 anni.

Il progetto si chiama Hygge, che in danese significa benessere emotivo, psicologico e ambientale. Una felicità quotidiana insomma, dove il luogo che si abita contribuisce non poco a favorire. Un ambiente caloroso, dove i pregiudizi stanno fuori. Così , insieme ai fotografi Michael Tampanella e Sergio Ferri, Hygge ha preso corso con la creazione di una fanzine in cui i ragazzi si sono fatti fotografare nei loro luoghi, quelli che vivono ogni giorno.

L’ESASPERAZIONE DI RITA “NON RICONOSCO PIU’ IL MIO QUARTIERE”

La signora Rita abita nei palazzoni del Peep da 40 anni. Un quartiere di cui conosce ogni angolo, ogni mattonella, un quartiere che oggi sembra non appartenerle più. È esasperata mentre ci racconta che deve badare all’anziana madre in carrozzina e alla sorella disabile. I due figli le danno una mano per tirare avanti. Fino al 2015 c’era il marito a sostenerla, ma un enfisema polmonare se l’è portato via. Si ammalò nel 2011 e da quel momento le cose non furono più come una volta. A partire proprio da quella casa che ha ospitato per anni le sua famiglia numerosa. Muffa, intonato che si stacca, pittura che non riesce a nascondere il marcio che c’è sotto; fino alla decisione, come segno di protesta, di sospendere il pagamento delle spese annuali di condominio 2500 euro e, da agosto, dell’affitto mensile di 200 euro.

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“GLI AMMINISTRATORI VENGANO ANCHE AL PEEP”

Giuseppe insieme alla moglie ai suoi due bambini vive da un anno e mezzo circa al Peep. E’ una delle quattordici famiglie che abita nei palazzoni del quartiere popolare di Piacenza, dove, a suo dire, le istituzioni faticano ad arrivare. In tutto una settantina di appartamenti, se si considerano anche i complessi vicini gestiti da Acer.I problemi ci sono anche se Giuseppe e la moglie hanno cercato di rendere la loro casa accogliente, con muri colorati di fresco e mobili nuovi. Dopo il primo mese sono arrivate le segnalazioni: infiltrazioni, buchi negli infissi e nei muri isolati alla bell’e meglio con la gommapiuma, scarafaggi e blatte.

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