“IL FESTIVAL DEL PENSARE CONTEMPORANEO E’ UN ATTO DI CORAGGIO”

Un centinaio di relatori, oltre 50 incontri gratuiti dislocati nelle location più significative e suggestive di Piacenza: sono gli ingredienti della prima edizione del Festival del Pensare Contemporaneo. In città dal 21 al 24 settembre arriveranno filosofi, scienziati, storici, attivisti, musicisti, chef, economisti, sportivi, giornalisti, blogger, influencer: il direttore del Museo Egizio di Torino Christian Greco, gli scrittori Sabina Guzzanti, Alessandro Bergonzoni, Chiara Tagliaferri e Roberto Saviano, i musicisti Willy Peyote e Niccolò Fabi, l’esperto di cambiamento climatico Guido Boccaletti, lo chef tristellato Niko Romito, gli attivisti Marco Cappato e Cecilia Strada, Cecilia Sala e Stefano Nazzi, il Cardinale Matteo Maria Zuppi che venerdì sera sarà intervistato da Enrico Mentana. La presentazione è avvenuta a Bologna, nella sede della Regione Emilia Romagna.

Si parte giovedì 21 con la serata plenaria che aprirà il festival fino a domenica pomeriggio con la lezione pratica di pensiero del filosofo Stefano Nazzi e, a seguire, un parterre d’eccezione che vedrà sul palcoscenico ospiti del calibro di Roberto Saviano e Cecilia strada.
Tutto il programma è consultabile sul sito www.pensarecontemporaneo.it

https://fb.watch/mMmXn65m4y/

PIAZZA CITTADELLA, BARACCHI: “CI VUOLE RISPETTO PER LE PROFESSIONALITA’ COINVOLTE”

Porta la firma dell’architetto Giuseppe Baracchi la progettazione della superficie di piazza Cittadella; la sua,  insieme a quella di una decina di altri colleghi e ingegneri emiliano romagnoli che hanno lavorato alla progettualità scelta, diventata il progetto esecutivo di piazza Cittadella, datato marzo 2019. Hanno lavorato insieme svariati anni, i progetti presentati erano quattro, e la sovrintendenza scelse quello che tutti oggi conosciamo.

Intorno, soprattutto nell’ultimo mese dopo l’ok del consiglio comunale all’inizio dei lavori, si è scatenato un acceso dibattito; Baracchi vorrebbe che riportare l’attenzione sul rispetto del lavoro di decine di professionisti.

MINORI STRANIERI, RIZZI: “GLI SPAZI CI SONO. OSPITARE E’ UN INVESTIMENTO COLLETTIVO PER IL TERRITORIO”

La soluzione al problema di trovare spazi per l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati che arrivano sul nostro territorio è una delle sfide più imponenti che l’amministrazione, non solo quella piacentina, si trova a dover affrontare. Eppure i luoghi ci sarebbero; dalle parrocchie, ai privati, dai sindacati agli enti di categoria, fino alle famiglie. Ne è convito il professor Paolo Rizzi, docente di Economia all’Università Cattolica, da sempre occhio attento ai temici socio economici.

GIOVANI-LAVORO, REPETTI: “OGGI SONO I CANDIDATI A SCEGLIERE L’AZIENDA”. E’ LA GRANDE SFIDA DELL’IMPRESA

L’approccio dei giovani al mondo del lavoro è certamente cambiato, così come si è profondamente modificata negli anni la ricerca del lavoro. Lo dimostrano proprio le ricerche condotte sui ragazzi diplomati e laureati; uno di questi lo studio del professor Daniele Marini dell’università di Padova: se per la generazione degli attuali 35/40enni lavorare significava fatica, necessità e pure soddisfazione, oggi il lavoro è visto come una scelta di vita che si deve equilibrare con la sfera privata. Questo cambiamento costituisce una nuova sfida anche per l’impresa. Ne abbiamo parlato con Cristina Repetti, consigliera di Confindustria con delega all’Education e responsabile risorse umane di TGR.

 

SALARIO MINIMO, CISL: “SIAMO PERPLESSI. C’E’ UN RISCHIO DI PROSPETTIVA”

Sono 4,3 milioni i lavoratori italiani dipendenti che oggi percepiscono meno di 9 euro lordi all’ora, il 23,3 per cento del totale. Davanti a numeri così si rende doverosa una riflessione sulla proposta, arrivata dalle opposizioni, di un salario minimo stimato, appunto, a 9 all’ora. E i sindacati come vedono la proposta? In modo certamente diverso. Abbiamo chiesto alla Cisl e al suo segretario provinciale Michele Vaghini che si dice “perplesso, perché esiste un rischio concreto di prospettiva. Allargare erga omes la tutela dei contratti nazionali ai lavoratori, per noi è la soluzione più corretta”.

SETTE ASSOCIAZIONI SCRIVONO ALLA SINDACA: “RISPOSTE CHIARE E SPECIFICHE SUL PARCHEGGIO DI CITTADELLA”

Le associazioni Archistorica, FATe, Italia Nostra Piacenza, Legambiente, Comitato Parco della Pertite, Attac/Italia Piacenza e Laboratorio Popolare della Cultura e dell’Arte hanno scritto una lettera alla sindaca, e per conoscenza agli assessori e consiglieri, per avere risposte chiare e specifiche alle tante criticità emerse rispetto al parcheggio interrato di Piazza Cittadella.; prime fra tutte la questione ambientale e il ritrovamento di reperti archeologici durante gli scavi.

PIAZZA CITTADELLA – PIAZZA CASALI: COME RENDERLE UN TUTT’UNO?

Piazza Cittadella e Piazza Casali. Due piazze legate a doppio filo, nella buona e nella cattiva sorte, verrebbe da dire. Nel senso che rientrano entrambe nel comparto nord oggetto di riqualificazione, ma che non hanno mai fino ad ora camminato di pari passo. Oggi con l’ok al cantiere del parcheggio interrato, lo sguardo e l’attenzione corrono obbligate sulla superficie. È innegabile che le aspettative delle città siano alte, ma è altrettanto innegabile che devono fare i conti con quello che già è stato definito esecutivo, ovvero il progetto del 2019 che riguarda la sola piazza Cittadella. Ad oggi non esiste un progetto unico per le due piazze. L’assessore ai Lavori Pubblici Matteo Bongiorni rassicura che “opereremo qualche correzione e proposta a partire dalla ridistribuzione delle auto auto private rispetto agli autobus prevedendo diverse dinamiche di funzionamento”.

 

CAMBIAMO STRADA: SI PARTE DALL’INFRANGIBILE. VIA STRADELLA A SENSO UNICO DAL 18 SETTEMBRE

Cambiamo strada parte dal quartiere Infrangibile, con l’obiettivo di ipotizzare scenari e soluzioni diverse rispetto alle esistenti i tema di viabilità, partendo dall’analisi dei flussi di traffico, dallo studio delle funzionalità delle diverse vie e dalle esigenze dei cittadini, in particolare sulle richieste di stalli per disabili.

Al quartiere Infrangibile, le criticità maggiormente rilevate riguardano via Stradella con la presenza delle scuole De Gasperi e Calvino-Genocchi, via Serravalle Libarna, in parte a senso unico in parte a doppio senso, e via monte penice che essendo a doppio senso non ha dimensioni sufficienti per consentire la sosta. Tra le prime modifiche, a partire dal 18 settembre, il senso unico in via Stradella, via Serravalle Libarna, via Monte Penice e il doppio senso in via Pavia.

Il 31 agosto alle 18 è in programma un incontro pubblico aperto ai residenti alla biblioteca di strada.

OK DALLA GIUNTA PER L’ACCORDO OPERATIVO DI VIA EINAUDI. PREVISTA STRUTTURA COMMERCIALE E RISTORANTE

Nuovo disco verde da parte della giunta di un accordo operativo la cui proposta risale al 2019. L’area è denominata APP8 Einaudi e si trova tra la tangenziale sul e via Einaudi, ha una superficie di totale di 12700 metri quadrati, di cui 3810 costituiscono la superficie utile lorda.
La Giunta comunale di Piacenza ha autorizzato nel pomeriggio il deposito di un accordo operativo la cui proposta risale al 2019.
.

L’iniziativa che riguarda l’area in questione, che è di proprietà della C&P sas di Carlo Ponzini & C, prevede la realizzazione di una medio-grande struttura di vendita alimentare (2.400 mq) e di un’altra struttura per attività di somministrazione di alimenti e bevande (400 mq).

L’accordo operativo prevede anche una serie di cosiddette compensazioni a vantaggio della collettività oltre, naturalmente, all’obbligo di costruire le infrastrutture e le opere di urbanizzazione legate all’insediamento.

Come già per gli accordi operativi il cui deposito è stato approvato nelle scorse settimane, anche in questo caso l’iter era iniziato nel 2018 per poi tradursi in una proposta da parte della C&P dell’architetto Ponzini nel 2019. Proposta poi temporaneamente bloccata l’anno successivo, nel luglio del 2020, per effetto di una delibera di Consiglio comunale che prevedeva, in uno specifico punto, la cosiddetta “moratoria”: potevano essere accolte, in base a tale moratoria, solo le proposte che riguardavano attività commerciali di vicinato e non strutture di maggiori dimensioni. Uno dei soggetti privati “toccati” dalla moratoria aveva poi fatto ricorso al Tribunale amministrativo regionale che, nel 2021, gli aveva dato ragione facendo in sostanza cadere il punto del provvedimento che prevedeva la moratoria citata. Sempre nel 2021 il Comune ha poi impugnato la sentenza del Tar e si è ancora in attesa che si pronunci il Consiglio di Stato. Nel frattempo, però, le proposte di accordi operativi – come prevede la legge – hanno ripreso i loro iter. Fino ad oggi.

Con l’ultima delibera, dunque, la Giunta autorizza il deposito della proposta di accordo operativo il cui avviso di deposito dovrà essere pubblicato sul Burert (Bollettino ufficiale della Regione Emilia-Romagna) e contestualmente la predetta proposta dovrà passare al vaglio del Comitato urbanistico di Area vasta (il Cuav). E’ prevista un’istruttoria con la possibilità di formulare osservazioni o contestazioni, dopodiché – se sarà tutto in regola – la pratica (come per gli altri accordi) finirà in Consiglio comunale per il voto finale dei consiglieri.

COMMEMORAZIONE TRAGEDIA DELLA PERTITE, TARASCONI: “OGGI SIAMO QUI PER OGNUNA DELLE VITTIME”

La sindaca Tarasconi, le autorità civili e religiose e Anmil hanno partecipato alla commemorazione della tragedia della Pertite avvenuta l’8 agosto del 1940, in cui perse ro la vita 47 persone e oltre 700 furono ferite dall’esplosione.

Nella Giornata dedicata al Sacrificio del Lavoro italiano nel mondo – in memoria dei 136 minatori, nostri connazionali, tra i 262 che persero la vita l’8 agosto del 1956 nei giacimenti di carbone di Marcinelle, in Belgio – non è mancato il consueto tributo floreale da parte di Anmil, il cui consigliere nazionale Bruno Galvani ha affiancato la sindaca Tarasconi e il prefetto Daniela Lupo per un momento di raccoglimento in onore di tutte le vittime del lavoro, dopo la benedizione e la preghiera affidate al cappellano militare don Pietro Campominosi. Come ogni anno, inoltre, è stato deposto un cesto di fiori da parte della sezione piacentina dell’Associazione nazionale Vittime civili di guerra nonché, al termine della cerimonia istituzionale, da parte del Comitato Amici del Parco della Pertite.

Il discorso della prima cittadina Katia Tarasconi.

C’era il sole, in quel pomeriggio d’estate del 1940 in cui il cielo di Piacenza si coprì, all’improvviso, di una densa coltre di fumo grigia e giallastra dalla quale pioveva sabbia sulle strade, sui marciapiedi, sui tetti delle case. Erano bastati pochi istanti, sanciti da boati profondi e violenti, perché due esplosioni ravvicinate sventrassero lo stabilimento della Pertite, lasciando enormi crateri al posto delle polveriere che custodivano quintali di esplosivo altamente instabile, la cui forza devastante mandò in frantumi le finestre delle abitazioni nei quartieri dell’Infrangibile e di Sant’Antonio, fulcro delle officine belliche che impiegavano, a quel tempo, circa 1500 persone.

Donne e uomini che, come recita la lapide che ne onora la memoria, “fabbricavano, per pane, strumenti di morte”. A 83 anni di distanza da quella drammatica giornata, quando la città si ritrovò a piangere 47 vittime e contare oltre 700 feriti, quella frase riecheggia toccandoci ancora una volta il cuore e chiedendoci conto, senza appello, di tutte le vite spezzate per la mancata tutela del diritto fondamentale alla sicurezza. Come era già accaduto, nel ventre della Pertite, 12 anni prima: settembre 1928, 3 persone ferite, 13 operai che non avrebbero più fatto ritorno a casa a fine turno.

Per ognuno di loro, oggi, siamo qui. Come per i 262 minatori intrappolati nei giacimenti sotterranei a Marcinelle, soffocati dal fumo e dalle fiamme: 136 erano nostri connazionali e nel loro ricordo si celebra il Sacrificio del Lavoro italiano nel mondo. Era l’8 agosto del 1956, negli anni in cui 2 mila uomini partivano ogni settimana verso le miniere del Belgio, perché quelle braccia che scavavano al buio valevano, per ciascuno, 200 kg di carbone destinati in cambio al nostro Paese.

Altri tempi, vorremmo credere. Gli accordi internazionali che misurano il valore della fatica, ma non rendono giustizia a quello della vita. Una Piacenza in cui l’economia di guerra fiorisce, a due mesi dall’annuncio di regime che aveva segnato l’entrata ufficiale dell’Italia nel conflitto, mentre la sera del 10 agosto 1940 trentanove feretri – altri otto se ne sarebbero aggiunti nei giorni successivi – ricevono l’ultimo abbraccio della folla in una città piegata dal lutto.

Eppure, a scuotere anche adesso le nostre coscienze di società civile e consapevole, ammonendoci che il nostro tempo non è poi così lontano da quello che oggi richiamiamo, sono i dati diffusi da Anmil e Inail secondo cui, tra il gennaio e il maggio di quest’anno, in Italia, si sono registrati 358 infortuni mortali: più di due ogni 24 ore. E nei primi sei mesi del 2023, nella nostra provincia, il lavoro è stato fatale per 7 persone: oltre il doppio, rispetto allo stesso periodo nel 2022.

Il pensiero corre alle loro famiglie esattamente come 83 anni orsono, quando risuonavano le sirene delle ambulanze e dei Vigili del Fuoco, giunti anche dalle città vicine, mentre fuori dai cancelli di via Emilia Pavese si assiepavano figli e fratelli, genitori e sposi. Solo nove mesi fa, in un’altra fabbrica a pochi km da qui, il cancello si è coperto di fiori bianchi: erano tutti per Nicoletta Palladini, cui oggi vorrei dedicare l’abbraccio della nostra comunità, in un ideale filo conduttore che ci riconduce alle operaie della Pertite e a tutti i loro colleghi, per ribadire ancora una volta che Piacenza non dimentica.