GUSTA LA PREVENZIONE: AL VIA LA SECONDA EDIZIONE DAL 6 FEBBRAIO

Si parlerà di vino e cioccolato, delle virtù dell’olio d’oliva, di pane e farine e di dolci. Sono Temi controversi e per certi aspetti provocatori, quelli scelti per la seconda edizione de la salute è nel piatto, gli appuntamenti dedicati alla corretta alimentazione promossi dal Breast unit e Eataly Piacenza, in collaborazione con ANDID Emilia Romagna. La lotta ai tumori comincia da una sana alimentazione abbinata ad una regolare attività fisica che mantiene un peso corporeo constante.

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FUTURO IN SALUTE: LA PERSONA AL CENTRO

Cinque giorni di iniziative dedicate ai corretti stili di vita e alla prevenzione. In campo tutti i professionisti della salute pronti ad accogliere i piacentini che parteciperanno alla quarta edizione di Futuro in Salute.

Sul pubblico passeggio, nel tratto tra via Genova e via Alberici, oltre 200 tra medici, infermieri, tecnici, assistenti sanitarie, ostetriche, fisioterapisti saranno testimonial diretti di messaggi importanti per la città. Oltre 50 i reparti e i servizi che si mettono a disposizione dei cittadini in numerose iniziative

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LA SALUTE E’ QUESTIONE DI SCELTE: LILT HA SCELTO LA PREVENZIONE

La salute è una questione di scelte: Lilt ha scelto la prevenzione come stile di vita. Per questo dal 16 al 23 marzo sarà in largo Battisti e in piazzale Genova il 17 e il 24 marzo in occasione della settimana della prevenzione oncologica. Proprio in questa occasione sarà possibile acquistare l’olio della salute extravergine d’oliva distribuito da LILT.

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8 MARZO DI PREVENZIONE CON LIFE STYLE E CROCE BIANCA

L’8 marzo all’insegna della prevenzione. L’hanno organizzato la Pubblica Assistenza Croce Bianca e Life Style di Progetto Vita che si occupa di benessere e stile di vita sano.

Proprio in questo contesto la prevenzione occupa un ruolo fondamentale: le numerose donne che su prenotazione hanno aderito all’iniziativa si sono trovate ad affrontare un vero e proprio percorso salute.

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VILLAGGIO LITL: LA PREVENZIONE COMINCIA A TAVOLA

Eccolo il villaggio LILT, uno spazio di gusto in tutti i sensi, allestito nel contesto della Sei Giorni delle Rose al Velodromo di Fiorenzuola.
Un luogo dove la salute e la prevenzione sono al centro, ma anche uno spazio per degustare prodotti salutari dagli chef della Lilt, cucinati in modo sano senza l’aggiunta di sali o grassi.
Nella prima serata ospite il prof. Fabio Fornari, gastroenterologo da pochi giorni in pensione.

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LA FESTA DEL CUORE: LA PREVENZIONE CHE SALVA LE VITE

E’ un appuntamento immancabile a cui Piacenza tiene molto che coinvolge, oltre alle istituzioni, i cittadini e le associazioni di volontariato su cui poggia l’intero progetto. La festa del cuore, promossa da Progetto Vita, insieme all’Asl, Federfarma e alla forze dell’ordine vuole sensibilizzare la comunità sulla prevenzione delle malattie cardiovascolari e la defibrillazione precoce. È proprio grazie al corretto uso del defibrillatore che in un anno, sono state state salvate otto vite, sei con defibrillatori pubblici e 2 con defibrillatori posti su ambulanze. In un anno tra Piacenza e provincia sono 300 i casi di arresto cardiaco. Venerdì 15 e sabato 16 giugno a Piacenza si svolgeranno numerosi appuntamenti e approfondimenti culturali; in particolare il convegno al campus credit agricole sull’arresto cardiaco nello sport.

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PROTEGGITI DAI COLPI BASSI. AL VIA LA CAMPAGNA DI PREVENZIONE LILT FOR MEN

Si chiama “Percorso Azzurro”, la nuova campagna nazionale della LILT di prevenzione oncologica rivolta agli uomini. La data è quella del 14 giugno in tutta Italia.
LILT Piacenza aderisce a questa iniziativa nazionale, in collaborazione con AUSL e con il patrocinio del Comune di Piacenza, per sensibilizzare la popolazione maschile in merito alla principali patologie oncologiche dell’apparato genitale maschili.
In Italia si stima che dei circa 370 mila nuovi casi di tumore maligno, il 54% è diagnosticato negli uomini, rispetto al 46% delle donne. “La prevenzione e la diagnosi precoce oggi guariscono oltre il 60% dei casi di cancro – spiega il presidente nazionale LILT Francesco Schittulli. Intensificando le campagne di sensibilizzazione potremmo arrivare ad una guaribilità superiore all’80%. Per questo LILT lancia una campagna informativa e propone controlli medici dedicati agli uomini, che molto spesso considerano queste tematiche un tabù e sottovalutano l’importanza della prevenzione”.
Anche LILT a Piacenza sarà in prima linea. In che modo?
I medici dell’AUSL, in collaborazione con LILT, saranno a disposizione per visite di controllo SU PRENOTAZIONE per prevenire i tumori genitali maschili, come indicato qui a seguire.
Per la sede LILT Piacenza le prenotazioni saranno aperte da lunedì 4 giugno a martedì 12con posti limitati, telefonando esclusivamente ai seguenti numeri nei giorni e orari indicati:
Segreteria LILT – tel.: 0523 384706 – il martedì e giovedì / dalle 15.30 alle 18.00
Ufficio mobile LILT mob.: 347 7791136 – il lunedì, mercoledì e venerdì / dalle 10.00 alle 18.00
Le visite sono gratuite per tutti i soci LILT, per chi non lo fosse è sufficiente una donazione minima di 10 euro, con cui si diventa soci e si ha diritto alle visite gratuite delle campagne di prevenzione LILT a Piacenza per tutto l’anno.

ROSA ED ERICA, INSIEME CONTRO IL CANCRO

Hanno affrontato la passerella mano nella mano, così come, coraggiosamente hanno fatto con la malattia. Rosa ed Erica sono mamma e figlia, entrambe si sono ammalate di cancro al seno. Ci hanno messo la faccia e il sorriso, con indosso gli abiti di Martino Midali hanno sfilato a Palazzo Gotico per il Bra Day 2016, la giornata internazionale della prevenzione al tumore al seno. In passerella donne operate, alcune da pochi mesi, segno che il tumore si combatte tenacemente e con grinta. Segno anche che la patologia è in aumento, ma le probabilità di guarire sono molto alte, oltre l’87%. Armonia da oltre 20 anni è vicina alle donne operate per promuovere la prevenzione e i controlli.

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LEGAMBIENTE SU ALLUVIONE: LA PREVENZIONE DIVENTI UNA PRIORITÀ ASSOLUTA

Prevenzione, manutenzione del territorio e sicurezza idraulica: sono le priorità che Legambiente sottolinea dopo l’alluvione che ha messo in ginocchio mezza provincia.

Ecco il testo della nota

Di fronte alla gravità di quanto accaduto in val Trebbia e Val Nure, alle vite drammaticamente spezzate e ai danni materiali subiti dalle attività imprenditoriali di due intere vallate non si può che condividere il pensiero del presidente dell’ordine dei Geologi della nostra regione che, in un comunicato martedi, ha usato, senza mezzi termini, il linguaggio della verità, senza cercare, aggiungiamo noi, incredibili quanto inutili capri espiatori, come ad esempio verdi ed ambientalisti accusati paradossalmente di impedire la pulizia dei fiumi dall’eccesso di alberi e ghiaia. Una scomoda verità quella che riguarda decenni di scorretta gestione del territorio da parte di generazioni di amministratori nazionali e locali, refrattari a qualunque azione che avesse a che fare con il concetto di prevenzione ed ordinaria manutenzione del territorio, ma ben più prodighi a rilasciare autorizzazioni in fascia fluviale. Quegli stessi amministratori sempre pronti a chiedere risarcimenti a pioggia sulle emergenze determinate dal dissesto da essi stessi provocato.
Non è più tempo di parole e interventi emergenziali ma di fatti perche d’ora in poi l’agenda non la daranno più i piani dei Comuni o della Regione ma i fenomeni metereologici prodotti dai cambiamenti climatici, come quello accaduto domenica notte, le valanghe d’acqua che dobbiamo prepararci a gestire sul nostro territorio reso fragile da decenni di errori e di irresponsabilità. E’ un tema complesso quello del dissesto, non liquidabile in poche battute, ma vogliamo provare a dare il nostro contributo, perche la conta assurda delle vittime e dei danni materiali si fermi qui
Tre sono le concause, strettamente congiunte che hanno determinato questo disastro, le stesse in tutta Italia: i cambiamenti climatici in corso che hanno variato fortemente il regime delle piogge con precipitazioni di intensità devastante che producono vere e proprie valanghe di acqua; una gestione dissennata degli ambiti fluviali, sempre più canalizzati e con velocità della corrente sempre maggiore e più impattante, contro sponde sempre meno mantenute e correttamente gestite; abbandono del territorio di montagna che significa anche abbandono della gestione del deflusso ordinato delle acque.
La legna che a seguito di questi eventi il fiume si trascina nella sua inarrestabile corsa è solo un effetto e non una causa!
Non è più tempo di emergenze nè di polemiche sterili ma di promuovere da subito e tutti insieme, abbandonando contrapposizioni inutili, un diverso approccio alla gestione del territorio dove ognuno si assuma le proprie responsabilità, agisca conoscendo le dinamiche fluviali e del territorio di montagna in una ottica di pianificazione di bacino. Un’ottima occasione è il Progetto di Piano di gestione del rischio di alluvioni del Distretto idrografico del fiume Po, attualmente in fase di osservazioni. Sarebbe ora che le azioni previste da tale Piano fossero ben fatte conoscere ai Sindaci e che fossero finalmente attuate e non lasciate solo scritte sulla carte o chiuse in un cassetto.
Sarebbe anche ora verificare anche le responsabilità di chi avrebbe potuto o dovuto intervenire e si è invece astenuto, o scegliendo di dirottare le risorse pubbliche verso interventi di maggiore visibilità e di ritorno di immagine o scegliendo di chiudere entrambi gli occhi autorizzando opere inconciliabili con le norme e con il buonsenso.
A fronte di eventi atmosferici incontrollabili, e mai visti prima, occorrerà abituarsi all’idea di ridestinare al fiume gli spazi cementificati e occupati da anni di scorretta pianificazione nelle aree di fondovalle e di ripensare al contempo ad un sostegno vero e sostenibile del territorio della montagna e della sua popolazione residua che nonostante tutto resiste.
In un’ottica di questo genere vanno assolutamente ripensati gli spazi destinati a campeggi, campi sportivi, strade e costruzioni civili o produttive realizzate in alveo o in fascia di esondazione. Dovranno essere delocalizzati in ambiti più sicuri o, laddove è possibile e sostenibile, protetti da interventi di regimazione pensati per durare e non per essere ripetuti ogni due o tre anni, a tutto vantaggio delle imprese amiche ma danno delle tasche dei contribuenti.
Contro chi ci accusa di impedire di scavare gli alvei, di impedire la rimozione della legna, di contrastare le regimazioni con massicciate di cemento non abbiamo più fiato ed energia per rispondere. Rimandiamo a chi è davvero interessato alla sterminata documentazione prodotta dalle autorità scientifiche e dagli esperti del settore, che ci onoriamo di sostenere da decenni.
Da ora in avanti, la parola d’ordine dovrà diventare prevenzione, manutenzione del territorio e sicurezza idraulica; in pianura lo stop al consumo di suolo e alla cementificazione indiscriminata ed in montagna sostegno economico ai presidi sul territorio
Occorre altresì ripensare ai sistemi di allerta, alle procedure di rilascio dalle dighe, al sistema di protezione civile, al coordinamento tra amministrazioni e non meno importante, all’educazione alla gestione del rischio perchè le persone devono essere messe in condizione di sapere come comportarsi di fronte alle emergenze. La prevenzione deve diventare un abito culturale, prima ancora che un obbligo o un comodo alibi per la gestione delle emergenze.

bettola strada crollata