SOGIN NON E’ UNA SCATOLA VUOTA

Sogin non è una scatola vuota, all’interno si lavora per mantenere in sicurezza il sito e i depositi e per il completamento della delicatissima fase del decommissioning. E’ ciò che i delagati rsu dell’azienda insieme ai sindacati di categoria hanno voluto riferire alla stampa dopo gli aticoli comparsi sulla stampa nazionale relativi ai lunghi tempi del decommissioning e dei relativi costi. Polemiche strumentali secondo i lavoratori che ogni giorni operano nel sito di Caorso garantendo le massime condizioni di sicurezza per sè e per la popolazione. Da quando è iniziata l’attività di decommissioning sono state portate in fonderia oltre 10 mila tonnellate di materiale da smantellare. Oggi a Caorso rimangono ancora alcune parti contaminate e depositi in cui sono stoccati rifiuti. Ogni pezzo viene misurato e controllato in modo che abbia tutte le caratteristiche per essere allontanato. Non è più presente invece il combustibile spedito in Francia per ritornare in italia nel 2025 in un deposito nazionale. “A Caorso ogni giorno – spiega Gian Emilio Balzarini delegato Rsu – controlliamo l’impianto, ciò che viene prodotto per garantire che nulla di dannoso esca dal sito”. Il sito di Caorso conta un centinaio di dipendenti, in tutto un migliaio comprese le sede centrale di Roma e le altre otto sparse sul territorio nazionale. Il 24 novembre a Roma si terrà un incontro con i vertici nazionali.

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RDB, DOMANI A ROMA SI DECIDE SUL FUTURO DEL GRUPPO

È carico di aspettative l’incontro di domani a Roma al Ministero dello Sviluppo Economico per i dipendenti del gruppo Rdb. I commissari Renato Camodeca, Paolo Cevolani e Giorgio Zanetti insieme ai sindacati territoriali, nazionali e rsu, scenderanno a Roma per trovare una soluzione con il Ministero. In particolare l’obiettivo è di indire una nuova asta per poter permettere a nuovi 

di acquisire il marchio senza il rischio della svendita. Questa procedura deve concludersi entro la fine agosto, termine che ha dato il tribunale a seguito della proroga del piano di amministrazione straordinario. Questo discorso vale per gli stabilimenti di Pontenure e Monticelli. Il tribunale infatti, nei giorni scorsi, ha negato la proroga a Terrecotte di Cadeo e Borgonovo, perché non era arrivata alcuna manifestazione di interesse. I sindacati si augurano che il Ministero possa intervenire su questa decisione del tribunale, concedendo la proroga anche a Terrecotte. Se così non fosse, la situazione per

27 lavoratori e le rispettive famiglie sarebbe tutt’altro che rosea cin il rischio concreto di fallimento degli stabilimenti.

rdb sciopero