IL PIACENTINO BERGONZI SCRIVE AL PRESIDENTE MATTARELLA: “PIACENZA DEVASTATA DAL COVID 19, MA CI SENTIAMO ABBANDONATI”

Ha deciso di scrivere al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Franz Bergonzi, archetetto designer piacentino, ieri nel giorno della Liberazione ha scritto una lettera all’inquilino del Quirinale e per conoscenza anche al presidente del Consiglio Conte, al ministro De Micheli, al presidente della Regione Bonaccini e al sindaco Barbieri.

Nella missiva, che riportiamo integralmente qui sotto, Bergonzi ripercorre i fatti dal 21 febbraio, ormai più di due mesi fa, quando il Covid 19 esplose in Italia, per la precisione a Codogno, 15 km da Piacenza. Fino ad oggi: la nostra città conta 826 morti e 3695 contagiati, anche se questi ultimi sarebbero molti di più, almeno dieci volte tanto. Passo a passo si ripercorrono le restrizioni: il 24 febbraio la chiusura delle scuole, centri sportivi, divieto di organizzare eventi pubblici, ma non divenne “zona rossa” pur trovandosi ad una manciata di chilometri dal primo focolaio italiano; dall’8 marzo Piacenza rientra nelle 14 province restrizioni da zona “arancione ma non rossa”, solo dopo il lockdown in esteso all’Italia.

Nonostante i morti, nonostante i contagi che continuano a salire, per cui la Regione ha chiesto approfondimenti alla direzione Asl piacentina, nonostante la necessità di convertire due ospedali della provincia totalmente Covid, nonostante la sperimentazione dell’eparina per la cura delle infiammazioni polmonari più gravi, nonostante la task force di medici che raggiunge i casi critici direttamente a domicilio dalla città alla montagna, “ciò che sentiamo – scrive Bergonzi –  è una ridottissima visibilità e uno scarsissimo interesse da parte del Governo centrale e della Regione Emilia Romagna. Non che la visibilità sia un problema, ma anche Lei sa che la visibilità porta attenzione, interesse, inchieste e maggiore impegno da parte dei soggetti istituzionali nazionali e regionali. Il nostro caso è emerso solo da articoli giornalistici web e dalla trasmissione Report dove si ipotizzavano comportamenti non regolari da parte di alcune cliniche private e uno scarso controllo dell’AUSL piacentina che avrebbero favorito la nascita di focolai ospedalieri. Irregolarità negate da entrambi i soggetti, ma su cui ci risulta ci sia un’indagine”.

Oggi, è il succo della lettera di Bergonzi, a pochi giorni dalla tanto attesa Fase 2 sembra che qualcosa non sia andato per il verso giusto, non foss’altro che per il numero di contagi che a Piacenza continua a salire nonostante in Regione sia in netto calo. “Chiarezza, Equità e Giustizia anche in onore delle centinaia di morti e migliaia di contagiati” è quello che si legge nella lettera, con alcune domande:

1) Perché Piacenza non è stata chiusa prima data la minima distanza da Codogno e il focolaio lombardo?
2) Perché il Governo e la Regione Emilia Romagna non hanno capito che isolare Piacenza significava difendere non solo i suoi abitanti, ma anche l’intera regione dal contagio?
3) Se il problema afferiva ai trasporti e alla logistica, quindi un interesse economico, perché Governo e Regione non hanno pensato di creare un corridoio merci compartimentando la città?
4) Esistono dei concreti filoni di inchiesta su cosa è successo nelle cliniche private, chiarendo le versioni e nelle RSA?

Sono domande che si pongono tantissimi piacentini. L’auspicio è che il presidente Mattarella, in quanto garante della Costituzione, possa intervenire nelle modalità più opportune “al fine di verificare che i territori più barbaramente colpiti da COVID-19, come il nostro, abbiano la corretta attenzione, il massimo supporto sanitario e azioni concrete per supportare un tessuto socio-economico allo stremo”.

Perché se ci deve essere un “dopo” almeno che si possa contare sull’aiuto e il supporto dello Stato e delle istituzioni che lo compongono.

EUROPA E ITALIA GUARDINO AL FUTURO

Poche battute quelle pronunciate dall’ex Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a Piacenza per l’apertura del Festival del Diritto. All’attualità Napolitano ha preferito il futuro, centrando il tema della kermesse dell’ottava edizione: “È meglio parlare del futuro che del presente” ha detto nel salone di Palazzo Gotico gremito in attesa del suo intervento. Un discorso lungo e articolato incentrato sull’Italia e sull’Europa con un auspicio finale rivolto ai cittadini “E’ venuto il momento di tornare alla priorità della politica, in una rinnovata visione del rapporto Europa-mondo. Toccherà a ciascuno fare la propria parte iniettando nella vita dell’Unione quel lievito di cultura e di partecipazione democratica la cui carenza ha esposto a così seri fenomeni e rischi di logoramento il grande, insostituibile progetto europeo”. L’Italia e l’Europa si trovano davanti a scelte epocali, così il Presidente Sergio Mattarella nel suo messaggio letto da Anna Maria Fellegara “ma guai a pensare che conquiste democratiche e diritti sociali siano una volta per tutte. Il Diritto deve guardare oltre il presente”.

NAPOLITANO DPOSI