SINDACATI – COMUNE: NASCE IL TAVOLO DI CONFRONTO PERMANENTE

Partecipazione e collaborazione su alcune tematiche considerate fondamentali per il mondo del lavoro: il protocollo sulle relazioni sindacali sottoscritto tra il comune di Piacenza e le sigle confederali Cgil, Cisl e Uil va in questa direzione. Un tavolo permanente che si occuperà, in particolare di lavoro ma anche di fiscalità, di politiche di welfare e socio sanitarie, di politiche per l’integrazione e di misure di contrasto all’evasione e all’elusione fiscale. Dopo la manovra di aumento dell’Irpef, i sindacati chiesero subito che una parte di queste entrate andassero proprio nella direzione di incrementare il personale che si occupasse di contrasto all’evasione.

PROTOCOLLO SINDACATI-COMUNE SUGLI APPALTI: “QUESTO SEGNA UN CAMBIO DI PASSO”

“Un cambio di passo rispetto alla precedente amministrazione”. Così il segretario della Cgil Ivo Bussacchini definisce il protocollo d’intesa sulla gestione degli appalti firmato dai confederali e dal Comune di Piacenza.

Il documento riguarda gli appalti pubblici di servizi e di lavoratori tra l’amministrazione e le organizzazioni sindacali in coerenza con il patto per il lavoro del 2015 e quello per il lavoro e il clima del 2020 sottoscritto con la regione.

Obiettivo comune del documento, composto da 20 punti, è la lotta al lavoro irregolare, all’evasione fiscale e contributiva, ad ogni forma di discriminazione e la promozione delle buone prassi in materia di tutela e sicurezza della salute.

PRIMO MAGGIO DEI SINDACATI DEDICATO AI 75 ANNI DELLA COSTITUZIONE

Sarà dedicato al 75esimo anniversario della Costituzione la festa dei lavoratori del primo maggio organizzata dai sindacati Cgil, Cisl e Uil. Una giornata di riflessione che i sindacati dedicano al tema del lavoro, ma non solo, anche ai diritti, all’uguaglianza e alla dignità. Un richiamo forte e importante, quello di scegliere la Costituzione come tema della giornata, un rilancio proprio sui temi essenziali per la democrazia in essa contenuti.

La festa del primo maggio anticipa di qualche giorno la grande mobilitazione regionale del 6 maggio a bologna proprio sul fronte della contrapposizione tra sindacati e governo. La decisione di convocare il consiglio dei ministri proprio nella giornata della festa dei lavoratori, suona alle orecchie dei confederali come una provocazione.

“IN IKEA DISPARITA’ DI TRATTAMENTO TRA LAVORATORI. SAN MARTINO CI DIA UNA RISPOSTA”. APERTO LO STATO DI AGITAZIONE

Servizio mensa inadeguato, malattia non pagata e premio produzione insufficiente. Sono i tre fattori che hanno fatto scattare lo stato di agitazione tra i lavoratori della coop San Martino in Ikea. Dei mille totali dipendenti nello stabilimento di Le Mose, 300 sono assunzioni dirette di Ikea, i restanti 700 sono somministrarti dalla San Martino.

La disparità di trattamento tra i lavoratori diretti e indiretti è insostenibile, denunciano i sindacati Cgil, Cisl e Uil che hanno convocato la conferenza stampa per portare alla luce la situazione e valutare le successive azioni.

Alcuni lavoratori non avrebbero la possibilità di consumare il pasto, e alla richiesta di dotarli di buoni pasto, San Martino non avrebbe risposto. Così come la malattia: a fronte dell’applicazione del contratto nazionale applicato per i lavorati diretti di 180 giorni all’anno al 100%, per i lavoratori somministrati questo non è possibile, e ancora per il premio produzione, eppure – denunciano i sindacati – i lavoratori svolgono esattamente la stessa mansione e lavorano ogni giorno fianco a fianco.

SINDACATI SU IRPEF: “ADDIZIONALE PROGRESSIVA, PIU’ ESENZIONI E LOTTA ALL’EVASIONE”

Innalzamento della fascia di reddito esente, addizionale progressiva e lotta significativa all’evasione. Sono le proposte che i sindacati confederali Cgil Cisl e Uil hanno formulato nell’incontro in municipio con la sindaca Tarasconi e l’assessore Perini. Al centro del tavolo, del tutto interlocutorio, l’annuncio dell’aumento dell’addizionale Irpef per le fasce da 12 mila di reddito in su.Sindaca e assessore hanno preso atto delle richieste. Per ora nulla di più, in attesa, c’è da immaginare, di un ulteriore incontro.

SEI DOMANDE DEI SINDACATI AI CANDIDATI PIACENTINI: “TEMI CRUCIALI PER LA TENUTA SOCIALE”

Potere d’acquisto, occupazione, energia, demografia, sanità e clima: sono i temi cruciali con cui la politica si deve misurare, a rischio c’è la tenuta dell’intero paese. Ancora di più, oggi, a poche settimane dal voto politico.

Cgil Cisl e Uil hanno elaborato sei domande proprio relative a queste tematiche rivolte ai candidati e alle candidate che aspirano ad un seggio nei collegi che riguardano il territorio piacentino. Domande chiare su temi di vitale importanza nate dagli iscritti ai sindacati confederali, che rappresentano un quarto degli elettori. Esiste la concreta possibilità che in piazza scendano anche gli imprenditori non solo i lavoratori, in quello che si preannuncia uno degli autunni più caldi degli ultimi decenni.

MONTANARI USB, REVOCATI I DOMICILIARI: “NOI NON ABBIAMO PAURA”

Il giorno dopo la sentenza in cui il Tribunale del Riesame di Bologna ha disposto la revoca delle misure cautelari per i sei sindacalisti di SiCobas e Usb, uno di loro, Roberto Montanari (Usb) affida a Facebook una lunga riflessione sulla vicenda personale.

“Noi non abbiamo paura” scrive Montanari “non è un’ostentazione di virilità machista (per quanto mi riguarda mi confronto quotidianamente con un sacco di paure, pur cercando sempre di addomesticarle per non farmi travolgere) è una scelta di vita, un imperativo ideologico, è l’ottimismo della volontà. È soprattutto un insegnamento che mi ha dato la militanza nei magazzini della logistica dove si confrontano e confliggono due paure: quella che i padroni esercitano verso i facchini e quella che i facchini mettono in campo per difendersi dai padroni.

Noi abbiamo costruito coi facchini pratiche che contrastassero la paura dei padroni: abbiamo fatto lotte “spaventose”, scioperi che hanno spaventato i padroni e i loro servi, abbiamo agito legittima difesa dallo sfruttamento capitalistico. In questo senso “noi non abbiamo paura”.
Perché non vogliamo restare schiacciati dal peso dell’ingiustizia, vogliamo continuare a strappare risultati fino alla vittoria finale”.
Nel post si fa cenno all’inchiesta della Procura che Montanari definisce “L’anomalia piacentina sta in un ribaltamento di ruoli e gerarchie che ha visto l’operato della questura di Piacenza “imboccare” e dirigere la Procura andando a rafforzare la paura contro i lavoratori. Si sono abbondantemente sottovalutati i numerosi casi di infiltrazione della malavita organizzata nei poli logistici provinciali (sui quali hanno invece indagato gli organi di polizia giudiziaria campani e lombardi con ricadute in casa nostra) e il problema sono diventati quei “delinquenti” dei sindacati conflittuali piacentini che hanno maltrattato le povere multinazionali della logistica”.
Ci hanno dipinto come quelli che strumentalizzavano i facchini che non avrebbero invece avuto alcuna ragione per lamentarsi della loro condizione.
Davvero un’indagine e delle conclusioni da brividi.
Sappiano però lorsignori che per quanto spaventati continueremo a sforzarci di essere, noi, un incubo per i padroni perché noi la paura la vinciamo e la vinceremo”.

INCHIESTE LOGISTICA: CGIL “MASSIMA CHIAREZZA PER I LAVORATORI”. RAPPRESENTANTE SINDACALE SICOBAS “SI PERSEGUE CHI FA RISPETTARE LA LEGGE, SI LASCIANO LIBERI QUELLI CHE SFRUTTANO”

La Cgil di Piacenza chiede chiarezza e celerità nell’inchiesta che riguarda i sindacati autonomi SiCobas e USB. “Le inchieste degli ultimi giorni – si legge nella nota della segretaria della Cgil – dimostrano quindi come una regia territoriale che possa governare e prevenire certe storture non sia più rinviabile per Piacenza. Ecco il testo

I lavoratori del settore della logistica piacentina sono da molti anni impegnati, assieme al sindacato, a lottare contro lo sfruttamento, per la legalita’ e il miglioramento delle loro condizioni di lavoro. E’ per loro, e con la massima fiducia nel sistema giudiziario italiano, che chiediamo chiarezza e celerità nell’inchiesta in corso. La necessità di rafforzare, tramite l’azione sindacale, il protagonismo e i diritti dei lavoratori è un tema centrale oggi, come lo era ieri e come lo sarà domani: i conflitti tra lavoratori e aziende sono diffusi ed evidenti in un settore cresciuto in modo incontrollato e spesso a scapito dei diritti dei lavoratori. Grandi aziende della logistica hanno fatto affari grazie a una catena di appalti e subappalti formata da cooperative, mini appaltatori e microaziende il cui unico fine è abbassare il costo del lavoro. Ed è in questa “catena degli appalti” che le responsabilità sociali sono diluite e i lavoratori, per la maggior parte immigrati, sono più deboli. Questa deriva deve essere fermata.

Le inchieste degli ultimi giorni dimostrano quindi come una regia territoriale che possa governare e prevenire certe storture non sia più rinviabile per Piacenza.

 E’ quasi superfluo dire che la Prima Camera del Lavoro “sorta sotto i cieli d’Italia” ormai 131 anni fa si batte per la tutela dell’esercizio delle funzioni sindacali, per la libertà di espressione e la democrazia in tutti i luoghi di lavoro e per difendere il diritto di lavoratrici e lavoratori di scioperare e manifestare, così come sancito dalla nostra Costituzione nata dalla Resistenza partigiana.

Rivendichiamo oggi come abbiamo sempre fatto il contrasto alle infiltrazioni della criminalità organizzata, la tutela della salute e della sicurezza sul lavoro, il rispetto della dignità di lavoratrici e lavoratori e la piena attuazione della democrazia in ogni luogo di lavoro – sottrarre lavoratori e lavoratrici – spesso tra i più deboli e ricattabili – alle logiche dello sfruttamento.

Pubblichiamo anche la lettera firmata di una rappresentante sindacale SiCobas del magazzino Nippon di Piacenza. Una lettera dai toni molti duri nei confronti dell’indagine in corso, “se l’intento era quello di screditare il sindacato agli occhi dei suoi iscritti – si legge – dopo questa operazione lo sosterremo con ancora maggiore convinzione” e ancora “Credo non ci sia bisogno di commentare ulteriormente rispetto alla mala fede dell’impianto accusatorio”. Chiaro il riferimento ai sindacati confederali, in particolare alla Cgil nel passaggio “suggerisco infine alla Procura di spendere i soldi pubblici non in indagini contro le uniche persone che hanno dato un po’ di giustizia a noi operaie piacentine, ma contro quei sindacati confederali (non faccio
nomi ma credo che tutti possiate dedurre a chi mi riferisco) che anche nel nostro posto di lavoro esercitavano un ferreo caporalato discriminando chi non aderiva alla loro sigla” . Ecco il testo

Scrivo per comunicare quanto sia rimasta interdetta dagli arresti dei miei dirigenti sindacali e da come la vicenda è stata presentata dai media locali.
Leggendo i principali siti di informazione, infatti, viene ripresa senza alcun approccio critico la versione a mio avviso farsesca fornita dalla Procura al momento degli arresti. Negli atti si legge chiaramente che il S.I.Cobas “estorcerebbe” contratti migliorativi rispetto al contratto nazionale per i suoi iscritti. Credo che questa frase dica già tutto: quale altro dovrebbe essere il compito di un sindacato? Si legge poi che il sindacato “lucrerebbe” sulle tessere. Nella realtà, questa frase andrebbe corretta in “come ogni altro sindacato, il sostentamento dell’organizzazione deriva dagli introiti delle tessere”. E anche qui non vedo nulla di male. Si parla infine di “ricavi personali”, e questo è il punto che mi ha fatto più arrabbiare. Conosco personalmente le persone arrestate, e le loro condizioni di vita sono al limite della povertà. Quanto all’utilizzo che ogni operatore sindacale ha deciso di fare dei suoi introiti (siano essi lo stipendio che percepiscono o il valore delle conciliazioni) chiunque sa che ciò non ha alcuna rilevanza penale (che infatti non viene contestata negli atti). Che uno decida di comprare una casa per i suoi genitori al paese di origine, giocarseli alle macchinette o risparmiarli per le vacanze è del tutto irrilevante, e darvi pubblicità serve solo a creare una patina di sospetto intorno agli stessi. Come donna, infine, sono particolarmente offesa dal fatto che si “incrimini” il fatto che il S.I.Cobas ha utilizzato parte dei suoi introiti per finanziare numerosi pullman diretti a manifestazioni nazionali, come
quella che ogni 25 novembre si svolge a Roma contro la violenza di genere.
Credo non ci sia bisogno di commentare ulteriormente rispetto alla mala fede dell’impianto accusatorio, e posso assicurare che se l’intento era quello di screditare il sindacato agli occhi dei suoi iscritti, dopo questa operazione lo sosterremo con ancora maggiore convinzione.
Suggerisco infine alla Procura di spendere i soldi pubblici non in indagini contro le uniche persone che hanno dato un po’ di giustizia a noi operaie piacentine, ma contro quei sindacati confederali (non faccio nomi ma credo che tutti possiate dedurre a chi mi riferisco) che anche nel nostro posto di lavoro esercitavano un ferreo caporalato discriminando chi non aderiva alla loro sigla e che, proprio sino all’intervento del S.I.Cobas, ci hanno tenuti per anni con livelli di inquadramento e paghe più basse di quanto previsto dalla legge. Il mondo al contrario: si persegue chi fa rispettare la legge, si lasciano liberi quelli che sfruttano.

 

IL SOCIOLOGO NUVOLATI SULLE LOTTE SICOBAS: “LA TRASFORMAZIONE DELLA SOCIETA’ PORTA AD UNA CRISI ISTITUZIONALE”

Senza entrare nel merito dell’aspetto più prettamente giudiziario che spetta alla procura e agli avvocati, gli arresti che hanno coinvolto i sindacalisti dei SiCobas e USB hanno anche un forte impatto sociale, perché rappresentano e coinvolgono una larga fetta di popolazione per lo più impiegata in quella logistica difficile da gestire e facile da bollare come “cattiva”.

Abbiamo chiesto al professor Giampaolo Nuvolati, docente di sociologia dell’ambiente e del territorio all’università Bicocca di Milano, un commento su quanto accaduto a Piacenza. “La nostra società è in profonda trasformazione da anni, cosicché anche le istituzioni devono, in qualche modo, stare al passo con i cambiamenti. Ma gestire questi processi di trasformazione non è facile. La società – spiega Nuvolati – è meno certa, meno strutturata e in questo contesto anche i sindacati, che non sono più intesi nel loro significato più tradizionale (ossia meno strutturati), sono costretti a reinventarsi. In questo contesto alcuni fenomeni sono di difficile lettura, tuttavia individuo un filo rosso che lega alcune vicende pur nella loro grande diversità. Mi riferisco a quella crisi delle istituzioni che negli ultimi anni ha visto tristi esempi: nel 2020 gli arresti dei carabinieri della Caserma Levante, nel febbraio scorso gli arresti di alcuni politici piacentini, oggi i protagonisti sono i sindacati autonomi. Ma guai ad arrivare alla facile conclusione che Piacenza sia luogo di perdizione, non è così – sottolinea Nuvolati – questa è la situazione tipica nella quale gli elementi più strutturati vengono messi in discussione dalla trasformazione della società stessa. La società di massa è stata sostituita da una rappresentanza molto più differenziata e diversificata. Anche il fatto che Piacenza sia la provincia italiana con il maggior numero di immigrati contribuisce a questa situazione in divenire”.

Come uscirne, c’è una soluzione? “Bisogna che le istituzioni più rilevanti lavorino su loro stesse, irrobustendo la struttura nei processi di trasformazione” ha concluso Nuvolati.

BUFERA SUI SINDACATI SI COBAS E USB. ARRESTATI SEI DIRIGENTI

Associazione per delinquere finalizzata alla commissione di numerosi reati tra cui violenza privata, resistenza e violenza a pubblico ufficiale, sabotaggio, interruzione di pubblico servizio. Sono le pesanti accuse che la Procura della Repubblica di Piacenza ha formulato nei confronti di sei rappresentanti sindacali delle sigle autonome, in particolare, quattro del SI Cobas e due di USB che si trovano agli arresti domiciliari.

I fatti sono riconducibili alle mobilitazioni degli ultimi anni del settore della logistica, nello specifico negli stabilimenti e magazzini presenti nel piacentino dal 2014 al 2022. Mobilitazioni che hanno riguardato diversi aziende tra cui Gls, Amazon e FedEx-Tnt.

Secondo la procura “tali scioperi sarebbero stati indetti attuati con motivazioni pretestuose e con intenti “estorsivi, al fine di ottenere per i lavoratori condizioni di miglior favore rispetto a quanto previsto dal contratto nazionale”.

La procuratrice Predella parla di guerra tra i sindacati: “quello che emerge dalle intercettazioni è che gli interessi dei lavoratori sono progressivamente sminuiti e si cerca di far avanzare le posizioni del proprio sindacato, a colpi di reciproci dispetti e di violenze private con cui vengono danneggiate le produzioni dei vari hub”.

Il Si Cobas ha ribattuto “ci troviamo di fronte all’offensiva finale da parte di stato e padroni contro lo straordinario ciclo di lotte che ha visto protagonisti decine di migliaia di lavoratori che in tutta Italia si sono ribellati al caporalato e condizioni di sfruttamento brutale». Le accuse nei confronti del coordinatore nazionale del Si Cobas Aldo Milani e tre dirigenti Mohamed Arafat, Carlo Pallavicini e Bruno Scagnelli sarebbero un «attacco politico su larga scala contro il diritto di sciopero e soprattutto teso a mettere nei fatti fuori legge la contrattazione di secondo livello, quindi ad eliminare definitivamente il sindacato di classe e conflittuale dai luoghi di lavoro». USB accusa il procura di aver creato nelle 350 pagine di ordinanza un “teorema giudiziario” e annuncia uno sciopero generale della logistica per le prossime 24 ore.