GIANNI D’AMO: QUANDO LA POLITICA E’ PASSIONE

E’ una chiacchierata che passa dalla visione politica locale a quella nazionale cogliendo numerose somiglianze.Gianni D’Amo insegnante di professione, quando parla di politica ci mette il cuore, perchè la politica lo appassiona e si vede. L’ha praticata sul campo per una decina d’anni nelle vesti di consigliere comunale. Uomo da sempre di sinistra, nel 2002 si candidò alla comunali e nel 2012 alle primarie di centrosinistra. Alla fine del 2006 cofondò insieme ad alcuni amici l’associazione politico culturale Città Comune. L’impressione che ha oggi è che molti nodi stiano venendo al pettine perchè le condizioni rispetto al ventennio precedente sono radicalmente cambiate sia per quanto riguarda la fiscalità, più che raddoppiata, sia perchè le entrate sono drasticamente diminuite, condizioni che non permettono più di mantenere il livello di dieci anni fa. Contemporaneamente la domanda cresce, i bisogni di una popolazione sempre più vecchia sono biologici. Oltre ai problemi economici D’Amo analizza l’esperienza dei comuni. “un’esperienza che ha impoverito la politica – ha detto ai nostri microfoni – e non l’ha arricchita. Il consiglio comunale che vedo oggi – ha detto – è fragile, non si può sostituire cinque assessori dalla sera alla mattina”, riferendosi al rimpasto di giunta dello scorso inverno.

A D’Amo il modello secondi cui chi vince ha ragione e chi perde ha torto non va giù; l’idea che un partito si costruisca sulla persona è pericolosa. “Il modello del sindaco che comanda da solo diseduca, così come tutti i partiti persona. “Spesso accade che i capi diventino capri espiatori, in caso di insuccesso”.

Sulla stretta attualità amministrativa, sull’uscita di Rifondazione Comunista dalla maggioranza, D’Amo dà una lettura in chiave elettorale regionale, perchè per anni Rifondazione ha governato con il centrosinistra senza avanzare particolari rimostranze. “A Piacenza ormai governa un monopartitismo PD con correnti Renzi-Reggi – ha detto – questo modo di fare politica a molto lontana da me. Per me la politica è mediazione”.

Nonostante tutto D’Amo non sarebbe tra coloro che in caso di elezioni si asterrebbero, percentuale che, secondo i sondaggi, si aggirerebbe sopra al 40 per cento. “C’è troppa disaffezione – ha detto – questa percentuale di assenteismo non è un caso, ma una scelta”.

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