Sta facendo discutere la presentazione, pochi giorni fa, dell’associazione Idee per la Sinistra, il laboratorio culturale che, a detta dei fondatori, si definisce fuori dalle dinamiche di partito, tanto da “voler stare alla larga dalle scadenze elettorali” (vd 2027 con le elezioni amministrative ndr), come ha riferito Vittorio Silva https://www.zerocinque23.com/attualita/idee-per-la-sinistra-un-nuovo-spazio-per-dialogo-studio-e-confronto-bersani-ospite-del-primo-evento/
Qualcuno, proprio all’interno del variegato mondo delle sinistra piacentina, stenta a crederlo, ma quello che più ha stupito è stata la mancata condivisione della nascita dell’associazione; in pratica non pochi esponenti del Partito Democratico e dei partiti della sinistra hanno saputo della nuova associazione dagli articoli di stampa. Tra questi anche alcuni rappresentanti della segreteria cittadina e, sembra, anche stessa segretaria cittadina Michela Cucchetti.
Sergio Dagnino, membro della segreteria cittadina, ha condiviso con un post su Facebook il suo stupore: “Potrebbe anche essere che un giorno, contando i partiti, le correnti, le associazioni, il totale sia superiore a quello degli elettori della stessa (s’intende la sinistra ndr), c’è una difficoltà a fare fronte comune, anche in un tempo in cui alcuni valori condivisi avrebbero bisogno di essere fortemente sostenuti, diventando così un collante capace di superare qualunque difficoltà”.
“Anche nel PD – commenta Dagnino – ci sono persone che si fanno in quattro per riuscire a fare proposte credibili e costruttive, la segreteria cittadina ne è un esempio. Ben venga allora una nuova associazione per contribuire a dare nuove idee alla sinistra, ma è bene ribadire, quel che dovrebbe essere scontato, tutti dalla stessa parte”.
Evidentemente le modalità di presentazione non sono andate in questa direzione; “una mail, un sms, un WhatsApp o anche un fischio ai partiti del centrosinistra con un invito sarebbe stato un bel segnale” scrive Dagnino. Invece nulla è arrivato. Divisioni e protagonismi dovrebbero essere lasciati fuori “Piacenza non se lo può più permettere” è il pensiero di Dagnino così come di altri esponenti di spicco del PD. Uno di questi è Silvio Bisotti che “trova evidenti ragioni di inopportunità, se non di incompatibilità, quanto meno sul piano dell’operatività” riferendosi a chi riveste ruoli di responsabilità diretta nel Partito Democratico e che ha aderito alla nuova associazione. Betty Rapetti la definisce una “operazione nostalgia nonostante l’enorme spessore politico dei partecipanti. Avrebbero potuto portare le stesse istanze dentro al partito, ma poiché il partito ha avuto un importante rinnovo generazionale forse non lo hanno ritenuto un importante interlocutore. Spero in una convergenza di intenti per il bene della città”.
Se l’intento, come hanno dichiarato in conferenza stampa i fondatori, era quello di creare un luogo di confronto, dialogo e studio, per il momento, ciò che emerge è un evidente disappunto soprattutto per il metodo utilizzato. Ma sappiamo che in politica la forma è anche sostanza.








