La Comunità Islamica di Piacenza e Provincia vuole aprirsi alla comunità piacentina. Lo ha fatto con la cena alla quale sono stati invitate le autorità cittadine. Nel mese sacro del Ramadan la Comunità islamica ha voluto condividere con sindaco, assessori e Prefetto il percorso di dialogo e condivisione già instaurato nei mesi scorsi. Nel suo discorso l’Imam ha sottolineato come “in questo mese sacro, purtroppo continuiamo ad assistere anche a violenze e ingiustizie che vogliono attribuirsi ingiustamente all’Islam, ma sicuramente ne sono le più lontane. Siamo convinti – si legge nella nota – che l’unico modo per combattere l’ignoranza e le ingiustizie è quello di lavorare in sinergia, fianco a fianco, con le istituzioni, con le varie comunità religiose presenti sul territorio e la società civile; e in questo senso ci auspichiamo che la città di Piacenza sia un esempio di grande coesione sociale per tutte le altre”. In ultimo un invito alla città ad un lavoro sempre più a stretto contatto: “invitiamo le comunità religiose ad un percorso comune di dialogo e di lavoro comune affinché i rispettivi fedeli conoscano maggiormente le altre fedi e si abbattano così i muri dell’ignoranza e della paura. invitiamo le istituzioni a continuare a sostenere il lavoro delle varie comunità affinché si faciliti questo importante compito di crescita e di coesione sociale. Ed infine invitiamo tutte le associazioni e la società civile che compongono il quadro di questa città, ad intensificare la rete di collaborazioni a beneficio dei cittadini piacentini”.
POLIZIA MUNICIPALE: “VOGLIAMO UN INTERLOCUTORE DEGNO”
E’ sempre più teso rapporto tra Polizia municipale e amministrazione; un rapporto inasprito ulteriormente dopo lo sciopero del 4 luglio in occasione della festa di Sant’Antonino. Lasciando da parte il “balletto” di cifre sull’adesione che interessato le ore successive alla mobilitazione (70% per i sindacati, 50% per il comune), si va avanti a suon di comunicati dai toni decisamente aspri da parte del Diccap-Sulpl. Se la fiera è filata liscia senza disagi nonostante lo sciopero della gran parte degli agenti secondo il sindacato “una parte di merito – si legge nella nota – va attribuita anche ad un 30% di nostri colleghi stakanovisti che piuttosto che scioperare si sono fatti in quattro per sopperire all’assenza dell’altro 70%. Anche la non adesione è un dato significativo: se la maggior parte ha scioperato perché è in sofferenza, vuol dire che la minima parte del comando, per i più svariati motivi, tutto sommato sta bene, forse a discapito degli altri? Forse perché alcuni godono di privilegi divenuti o che stanno diventando diritti acquisiti nel tempo? Di questo se ne occuperà il nostro Comandante. Noi semplicemente abbiamo osservato che se il Comando è riuscito a rispolverare per il servizio esterno in occasione della Fiera del Santo Patrono colleghi che da anni sono in ufficio, e pare che siano stati impeccabili vista la buona riuscita dell’evento, vorrà dire che costoro potranno uscire su strada tutto il resto dell’anno e mettersi a servizio dei cittadini che chiedono più Agenti in strada, insieme a noi! A garantire la buona riuscita della fiera è stato anche il personale dell’ufficio traffico, che ha fatto le prove generali per il prossimo anno, così anche una parte dei “vigili” potrà godersi la Festa del 4 luglio, come buona parte dei dipendenti comunali”.
Il sindacato non è intenzionato a tornare sui suoi passi, anzi “i lavoratori, se occorrerà sono pronti a scioperare ancora – si legge – e questa O.S. è intenzionata a intraprendere ogni forma di azione sindacale a tutela dei diritti dei Lavoratori. Chiediamo a gran voce di poter interloquire con un interlocutore degno di questo nome, che abbia rispetto dei lavoratori e della Polizia Municipale, che mostri sensibilità e interesse verso le nostre problematiche, e che soprattutto si impegni con noi a trovare delle soluzioni concrete”.
ECCO I TANTI MODI DI VIVERE IL TREBBIA
Riflettori puntati sul Trebbia, sui suoi antri nascosti e sulle potenzialità da scoprire. Lo scorso week end, la manifestazione Il Richiamo del Trebbia, organizzata dall’Osservatorio permanente sulla Val Trebbia, ha portato sul fiume centinaia di cittadini che lo hanno vissuto in modo diverso: in canoa tra i meandri dal Brugneto fino a valle, in bicicletta e a piedi sui sentieri adiacenti al fiume. Ogni anno l’attenzione è puntata su una tematica, quest’anno sul progetto di centrale idroelettrica che trasformerebbe i meandri di San Salvatore in un lago artificiale impiantandovi una costruzione industriale. In seguito al NO dato al progetto da parte di tutti gli organi competenti e contro il quale sono state raccolte oltre 8000 firme ed ottenuto il No da parte di tutti i Consigli Comunali della Val Trebbia , del Consiglio Provinciale e Regionale, il progettista si è rivolto al Tribunale Superiore delle acque a Roma, un organo amministrativo che si occupa solo di questioni legate al regolamento delle acque, per impugnare la decisione. Ci sono state durante il 2014 diverse udienze ed a Maggio 2015 si è tenuta l’ultima udienza di precisazione delle conclusione ed ora si attende la sentenza del Tribunale, che potrebbe arrivare anche nel 2016. Ma il Richiamo del Trebbia è stato anche divertimento, cibo e musica, come si vede dalle fotografie che pubblichiamo.
MADRE CANOPI: “VI PORTO NEL CUORE, C’E’ ANCORA POSTO PER TUTTI”
L’innata riservatezza si manifesta anche dalla postura. Sorridente ed emozionata con lo sguardo basso quasi a fuggire obiettivi e telecamere, ma anche gli sguardi della gente. Madre Anna Maria Canopi, badessa fondatrice del monastero benedettino Isola di San Giulio, ha ricevuto l’Antonino d’Oro 2015 dalla mani del vescovo Gianni Ambrosio al termine della cerimonia solenne nella basilica di Sant’Antonino. Originaria di Pecorara dove ha vissuto solo i primi sei anni della sua vita, madre Canopi ha consacrato l’esistenza alla preghiera e alla clausura. Una condizione che oggi, a 84 anni, la stare nascosta in disparte, come nel corso della massa che ha seguito defilata per mostrarsi ai fedeli solo alla fine. “Rispondo con una sola parola – ha detto visibilmente emozionata e con un filo di voce – grazie. Ricambio tutto l’affetto che ho ricevuto lo porterò nel mio cuore in cui c’è posto anche per voi, c’è ancora tanto posto”. Un segno di riconoscimento e di stima verso una piccola grande donna di origini piacentine, riservata a tal punto da essere estranea ad ogni forma protagonismo personale. L’Antonino d’oro consegnato a lei – ha spiegato il parroco della basilica don Giuseppe Basini – significa anche riportare l’attenzione dei piacentini alle numerose congregazioni religiose presenti in città, tra cui due comunità femminili di vita claustrale, come una bella risorsa a disposizione di tutti, credenti e non. Dalle parole e dal volto di Madre Canopi emerge chiaramente come la ricerca di Dio è sempre sorgente di libertà e bellezza”. “E’ doveroso ricordare tutte le donne che si sono dedicate al bene di tutti – ha detto il vescovo Ambrosio nell’omelia – Le suore consacrate e le monache dedite alla vita contemplativa sono un esempio per tutti noi. Nel silenzio ci indicano la strada da seguire come Madre Anna Maria Canopi alla quale va il mio più sentito grazie”.
[videojs mp4=”http://www.zero523.tv/filmati/santonino2015.mp4″ webm=”http://www.zero523.tv/filmati/santonino2015.webm” poster=”http://www.zerocinque23.com/wp-content/uploads/2015/07/madre-Canopi11.jpg” preload=”auto” autoplay=”false” width=”640″ height=”360″ id=”movie-id” class=”alignleft” controls=”true” muted=”false”][/videojs]
FIERA DEL PATRONO SEGNATA DALLO SCIOPERO. DOSI “NESSUN DISAGIO”
Il giorno del patrono per la città è anche una festa di profumi e sapori d’estate. All’esterno della basilica il tradizionale serpentone di bancarelle a cui di quasi quattro chilometri, a cui si sono aggiunti il mercato del sabato e la sera precedente i venerdì piacentini. Una concentrazione di eventi su cui è pesato lo sciopero degli agenti della polizia municipale. Sindaco e assessori non hanno indossato le pettorine, ma si sono limitati al consueto tour tra le bancarelle dal Facsal a Piazza Sant’Antonino. In strada è stato garantito il corretto svolgimento della fiera con gli agenti che non aderito alla mobilitazione. Certo un braccio di ferro quello che si sta consumando tra amministrazione e polizia municipale particolarmente duro che si sta portando avanti ormai dai parecchi mesi. “L’assessore Gazzola ha fatto oltre 30 incontri con le sigle sindacali – ha detto il sindaco Dosi – da parte nostra c’è stata massima collaborazione e ci sembra che le domande avanzate abbiano avuto una risposta adeguata. Nei prossimi giorni, se ci sarà bisogno, ci siederemo ancora intorno al tavolo”. Per ora le posizioni sembrano ancora viaggiare su binari distanti.
PRETE INDAGATO PER MOLESTIE SESSUALI. IL VESCOVO AMBROSIO: “CONFIDO NELLA MAGISTRATURA”
Il vescovo Gianni Ambrosio interviene con una nota in merito alla notizia di un prete piacentino indagato per molestie sessuali su minori. Sul caso la Procura della Repubblica di Piacenza ha avviato un’indagine. Queste le parole di Mons. Ambrosio:
“Ho appreso con grande sconcerto e con immensa sofferenza la notizia che la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Piacenza ha sottoposto ad indagine un prete piacentino. Dichiaro che confido nell’operato della Magistratura e attendo che venga fatta completa chiarezza. Appena appresa la notizia, ho subito avviato l’indagine a livello canonico, dopo aver preso contatto con la Congregazione per la Dottrina della Fede, competente per la disciplina canonica. In attesa dei chiarimenti e della decisione della Magistratura, desidero innanzi tutto rivolgere il mio primo pensiero ai giovani. Anche per la mia vita che ho trascorso con i giovani, so quanto grande sia la loro vulnerabilità e quanto dolorose siano le ferite. Il secondo pensiero lo rivolgo al prete, stimato e apprezzato. Spero che possa chiarire il suo comportamento. Il terzo pensiero va alle comunità: condividiamo insieme il grande dolore. Invito tutti a non scoraggiarci e a confidare nell’aiuto del Signore: anche le prove più dure possono essere un’occasione per crescere. Voglio ribadire la mia stima per i sacerdoti, gli animatori e gli educatori laici che si impegnano nella pastorale e nel campo educativo. La loro passione e la loro dedizione non possono essere intaccate o offuscate: meritano la nostra gratitudine e fiducia.
Chiedo a tutti la preghiera, la vicinanza, il sostegno reciproco. Vi affido tutti al Signore con la speranza che la nostra Chiesa di Piacenza-Bobbio, attraverso questa difficile prova, trovi la forza che viene dal Signore risorto”.
SINDACO E GIUNTA PRONTI PER FIERA. E PER LO SCIOPERO DELLA MUNICIPALE
Sindaco e assessori programmano il giorno del patrono come da tradizione: ritrovo alle 9.30 alla statua di Sant’Antonino, classico tour tra gli stand della Fiera, accompagnati dal comandante della Polizia Municipale, fino alla piazza della Basilica dove alle 11 si svolgerà la cerimonia e la consegna dell’Antonino d’Oro. Certo, tutto come da tradizione. Ma quest’anno forse qualcosa non andrà come al solito. Sulla fiera pende lo sciopero proclamato dai sindacati Diccap-Sulpl e Ugl per le 24 ore, dalle 18 del 3 luglio fino alla stessa ora del 4 luglio. Dalle prime stime sembra che gli agenti che aderiranno alla mobilitazione saranno certamente oltre una sessantina, il numero solitamente impiegato per la fiera del patrono. Alcuni agenti pare abbiano manifestato la volontà di aderire al doppio sciopero, venerdì e sabato. Come l’amministrazione intenderà garantire comunque il corretto svolgimento della giornata, che dal punto di vista organizzativo entra nel vivo da questo pomeriggio con l’assegnazione dei posti agli ambulanti provenienti da tutta Italia? Scenderanno davvero in strada sindaco e assessori? Impiegheranno i volontari e tutto ciò che è consentito, nei termini di legge, per garantire uno svolgimento sicuro della kermesse? Staremo a vedere. Sicuramente saranno ore delicate per studiare a tavolino il “piano B di sopravvivenza allo sciopero”.
FONDAZIONE DI PIACENZA E VIGEVANO: FORTE L’IMPEGNO NEL WELFARE
A poco più di anno dal cambio al vertice, è tempo di bilanci per la Fondazione di Piacenza e Vigevano sotto la guida del notaio Massimo Toscani. Il passo è cambiato rispetto al passato, e questo lo si è detto più volte. Presidente e cda si sono messi al lavoro, week end compresi, per incrementare il patrimonio dell’ente, che oggi può contare su una liquidità di quasi 349.893.760 euro grazie ad un incremento di oltre 3 milioni di euro, dovuto “al realizzo di plusvalenze e ad una politica di oculati investimenti” aveva riferito lo stesso Toscani. In questi mesi si è vista una Fondazione fortemente votata al welfare e al sociale: Insieme al prof. Giovanni Calza, membro del cda, si è lavorato al progetto Attesa Protetta, insieme al Comune e Consulta Diocesana per dare una risposta alle famiglie degli anziani in lista d’attesa per un posto in una casa protetta. E ancora, sempre con il Comune, si sta portando avanti la realizzazione di un ambulatorio medico aperto h 24 nella zona di via Pozzo in collaborazione con Emergency. Al vaglio c’è anche un progetto di assistenza per anziani che risiedono nella zona collinare e montana della provincia, per dare loro la possibilità di continuare a vivere in quei luoghi. “Stiamo lavorando moltissimo anche nel settore educazione, formazione e ricerca scientifica – ci conferma la prof.ssa Milena Tibaldi Montenz, membro dell’omonima commissione – l’importante è far capire ai cittadini che presentano i progetti che le ricadute devono essere percepite, positivamente, dall’intero territorio. Così come la Fondazione offre il suo contributo nella fase iniziale di start up, poi il progetto deve proseguire autonomamente.” Tornano le tematiche della progettualità a lungo termine e delle dispersione delle risorse; preferibile un investimento importante in termini economici che serva per il lancio di un progetto con ricadute positive, piuttosto che erogazioni minori ma con un impatto meno significativo sul territorio.
POLIZIA PROVINCIALE, QUALE FUTURO?
Il corpo di Polizia Provinciale di Piacenza rischia di essere accorpato alla Polizia Municipale, se venisse approvato quello che per ora è solo un disegno di Legge regionale sulle nuove disposizione in materia di vigilanza ittico e venatoria. Questa operazione cancellerebbe decine di professionalità formate per le attività di vigilanza i materia di caccia, pesca; per i 18 agenti di polizia provinciale di Piacenza sarebbe essere catapultati in un altro mondo, in un altro mestiere. “In più sarebbe un controsenso rispetto all’inasprimento delle leggi sui reati ambientali di cui si vanta il Governo – spiega il commissario Luigi Rabuffi – se non ci sono i poliziotti per applicarle queste leggi a cosa serve inasprirle?”. Inoltre l’attività di questo corpo di polizia si sviluppa su scala provinciale, con opera di assistenza sui territori della montagna “se dovessimo finire sotto i comuni chi si occuperebbe di questo? – si domanda Rabuffi – in provincia di Piacenza siamo 17 ma svolgiamo un’attività molto più ampia rispetto a quanti siamo grazie al supporto dei volontari, 500, che coordiniamo e formiamo sul territorio”. Nonostante tutto gli agenti in forza alla provincia di Piacenza sono ottimisti che il decreto venga modificato. A giorni ci sarà un incontro con i parlamentari piacentini per prendere atto della situazione a livello locale.
IL TUMORE DIVENTA MALATTIA CRONICA
Il tumore è diventata una malattia cronica, ma si può guarire di più rispetto a qualche decennio fa. In Italia si sono registrati 366 mila nuovi casi nel 2014, circa 1000 nuovi pazienti al giorno. Una fotografia in linea con quanto emerge dai dati contenuti nel primo registro dei tumori di Piacenza e provincia presentato dall’azienda sanitaria locale nel corso di un convegno aperto alla città. Il periodo di osservazione e di andamento della malattia comprende gli anni dal 2006 al 2010; in questo range temporale si sono valutati prevalenza, incidenza, trend temporale, analisi geografica e analisi della sopravvivenza misurata a cinque anni dalla diagnosi. I casi sono stati 10.616 tra maschi e femmine, l’incidenza massima da 60 a 80 anni, ovvero con l’avanzare dell’età. Il tumore al polmone è la tipologia che ha colpito maggiormente a Piacenza e provincia. A seguire prostata, colon retto e stomaco per i maschi; mammella, colon retto, polmone e stomaco per le femmine. Il professor Luigi Cavanna, oncologo e Responsabile clinico Registro tumori Piacenza, ha evidenziato come la tendenza dei prossimi anni veda un aumento dei tumori al polmone soprattutto nelle donne; la stessa tipologia di tumore che porta alla morte, sia per gli uomini che per le donne, se non individuata e diagnosticata in tempo. Tra i fattori di sopravvivenza infatti c’è la diagnosi precoce con gli screening, ma anche la ricerca e l’innovazione che comprendono il lavoro multidisciplinare e la presa in carico del paziente da parte di più professionisti. I casi aumentano ma la percentuale di sopravvivenza è più alta: si passa dal 39% negli anno ’90 al 57% negli anni 2004/007.















