In provincia di Piacenza l’affluenza al voto per i referendum non è arrivata al 30%, si è fermata al 27,84%. Poco meglio nel comune capoluogo dove l’affluenza è arrivata al 31%; il comune che si è avvicinato di più al quorum, seppur ancora lontano, è stato Zerba dove ha votato il 43,10%, a Fiorenzuola d’Arda l’affluenza è stata del 30,91, a Gossolengo del 32,61%, Cerignale 29,81%. Il quorum dunque non è stato raggiunto perché, per la validità del referendum, sarebbe servito raggiungere il 50% più uno degli aventi diritto. Qui il dettaglio dei singoli comuni della provincia di Piacenza. https://elezioni.interno.gov.it/risultati/20250608/referendum/votanti/italia/0108061
REFERENDUM: AFFLUENZA AL 20%. SI VOTA FINO ALLE 15
E’ molto lontano il quorum del 50% nella prima giornata di voto referendario; in provincia di Piacenza, alle 23 di domenica 8 giugno, aveva votato il 20,68% degli aventi diritto, nel capoluogo si registra un’affluenza un poco più alta del 23,26%.
Tra i comuni che hanno votato con maggiore affluenza spicca Fiorenzuola d’Arda 24,34%, Cerignale 24,04%, Gossolengo 24,76%, Zerba 27,59%. Le urne hanno riaperto lunedì 9 giugno fino alle ore 15, dopodiché si procederà allo scrutinio. I quesiti riguardano lavoro e cittadinanza: il primo riguarda lo stop ai licenziamenti illegittimi; il secondo prevede più tutela per lavoratrici e lavoratori delle piccole imprese; il terzo la riduzione del lavoro precario; il quarto più sicurezza nei luoghi di lavoro e il quinto la riduzione da 10 a 5 anni per poter fare domanda di cittadinanza italiana.
MAGGIORANZA: “NESSUN RAPPORTO FIDUCIARIO TRA AMMINISTRAZIONE E CONCESSIONARIO. DALLA MINORANZA NARRAZIONE INACCETTABILE”
I gruppi consiliari Partito Democratico, Piacenza Coraggiosa Piacenza Oltre
Lista civica per Piacenza intervengono sulla questione piazza Cittadella oggetto “di accuse infondate e narrazioni distorte. Questa amministrazione ha ereditato dalle precedenti giunte un contratto di concessione risalente al 2012, che prevede, oltre alla gestione degli stalli di sosta, la realizzazione del parcheggio interrato in piazza Cittadella e il rifacimento dell’intera area soprastante, là dove sorgeva l’ex stazione degli autobus. Un contratto valido a tutti gli effetti, che era valido anche durante i cinque anni di amministrazione Barbieri, la quale – pur avendo avuto tutto il tempo – non ha fatto nulla di concreto per risolverlo.
Troviamo quindi incomprensibile la definizione che l’opposizione di centrodestra ha utilizzato in una recente nota stampa, parlando di “rapporto fiduciario” tra amministrazione comunale e concessionario. Si tratta di una definizione lontana dalla realtà, che suona più come un’illazione, quasi si volesse insinuare l’esistenza di una relazione privilegiata. Questa narrazione è falsa e inaccettabile.
Il rapporto tra Comune e concessionario è un rapporto meramente contrattuale, in cui l’ente esercita con scrupolo il proprio dovere di controllo. Lo dimostra il fatto che, quando necessario, il Comune ha avviato due procedure per la risoluzione del contratto, entrambe interrotte nel momento in cui il concessionario ha ottemperato agli obblighi previsti. Non si tratta di fiducia né di scelte politiche: si tratta di atti amministrativi.
Indipendentemente dall’opinione che si può avere sull’opera pubblica in questione, non è mai stata un’opzione possibile “stracciare” un contratto valido senza esporre l’ente al rischio di azioni legali milionarie. E se fosse stato possibile recedere, ci chiediamo perché l’opposizione – quando era al governo della città – non l’abbia fatto. La risposta è semplice: non era possibile, e infatti non è successo.
Anche sul caso della polizza fideiussoria rivelatasi falsa, ricordiamo che la Procura della Repubblica ha chiarito che sia il Comune sia la società concessionaria sono parti lese, vittime di una truffa nazionale che ha coinvolto numerosi enti pubblici. Il concessionario, su richiesta perentoria del Comune, ha immediatamente intrapreso tutte le azioni necessarie a tutela dell’ente.
La scelta politica della maggioranza, nota già in campagna elettorale, è sempre stata quella di riqualificare il comparto nord di Piacenza, che da anni versa in condizioni di degrado indegne dei suoi monumenti e delle sue attività commerciali. In questo contesto si inserisce la realizzazione del parcheggio interrato e il rifacimento della piazza.
Ma non è mai stato un progetto portato avanti “a tutti i costi”. Al contrario, l’amministrazione ha lavorato con grande impegno per rimettere il Comune in una posizione di forza contrattuale. Prima non era così, e questo è un punto che va ribadito chiaramente.
Oggi, dopo la consegna dell’area di cantiere, il Comune sta esercitando il proprio ruolo di controllo sui lavori e sui tempi.
La procedura di interdittiva antimafia, ricordiamolo, non era nelle mani dell’amministrazione: era gestita dalla Prefettura e da autorità sovracomunali. L’esito, comunicato ufficialmente, è stato chiaro: le imprese coinvolte non sono interdette e possono proseguire le attività. Se fosse stato diversamente, il Comune avrebbe potuto risolvere il contratto. Ora, invece, gli uffici comunali continueranno a vigilare, mentre la Prefettura ha confermato che l’attenzione del Gruppo Interforze Antimafia resta alta su tutte le opere pubbliche piacentine.
A fronte di tutto ciò, ci chiediamo su cosa si basi l’accusa rivolta all’amministrazione di “ostinazione e arroganza”. Quando l’opposizione era al governo, perché non ha messo fine a quest’operazione iniziata nel 2012?
La verità è che i contratti validi devono essere rispettati, prima ancora delle valutazioni politiche. Le opzioni sono due: o si recede formalmente, assumendosi rischi e conseguenze, oppure si procede dando attuazione a quanto previsto. Lo stallo non è mai un’opzione accettabile.
L’area nord della città era bloccata da anni. La maggioranza ha lavorato per sbloccare una situazione di fermo pluriennale, portando avanti una scelta che punta solo a fare gli interessi di Piacenza e dei piacentini, senza favoritismi e nel rispetto rigoroso delle regole.
Se si apre una procedura antimafia, perché l’opposizione accusa l’amministrazione? E ora che l’interdittiva non è stata emessa, perché si continua ad accusare il Comune? Le autorità competenti si sono espresse chiaramente: le imprese possono proseguire i lavori, e questo devono fare.
Noi prendiamo atto, come avremmo preso atto di qualsiasi altro esito, continuando a fare il nostro dovere nell’interesse esclusivo della comunità”.
LIBRO “IL GENDER ESISTE: GIU’ LE MANI DAI NOSTRI FIGLI” ALLA CASA DELLE ASSOCIAZIONI. LA STORIA SI RIPETE? CUGINI: “CERTA POLITICA HA PERSO IL SENSO DELLA MISURA”
La storia si ripete. Anche se in questo caso ci si sarebbe aspettati un altro epilogo. Dopo le polemiche scoppiate a seguito del luogo, originariamente, scelto per la presentazione del libro di Francesca Totolo Le vite delle donne contano, ovvero la Casa delle Associazioni, e della mancanza da parte degli organizzatori della sottoscrizione del modulo corredato dal “bollino antifascista”, oggi pare che stia per accadere la stessa per la presentazione di un altro libro. Nel primo caso, gli organizzatori decisero, all’ultimo minuto, di cambiare il luogo della presentazione, scegliendo la sala convegni di un hotel della città.
Questa volta si tratta del libro Il gender esiste: giù le mani dai nostri figli di Rossano Sasso, parlamentare della Lega. La presentazione è in programma giovedì 22 maggio alle 21 presso la Casa delle Associazioni di via Musso. Parteciperanno la senatrice della Lega Elena Murelli e il consigliere comunale del Carroccio Luca Zandonella.
Qualcosa ci dice che potrebbe andare a finire come con il libro di Totolo, perché neppure in questo secondo caso, gli organizzatori hanno sottoscritto i moduli nuovi, quelli recanti il cosiddetto bollino antifascista. I moduli compilati e consegnati, infatti, pare siano quelli precedenti e non ancora modificati. L’amministrazione, come nel caso precedente, c’è da immaginare che inviterà gli organizzatori al rispetto del nuovo regolamento che, lo ricordiamo, è stato approvato dal Consiglio Comunale il 27 gennaio 2025 ed entrato in vigore dal primo marzo. Se non accadrà, l’ipotesi è che la presentazione verrà dirottata in un altro luogo.
Il messaggio contenuto nel libro sta già tutto nel titolo e se non fosse tutto chiaro, la copertina “aiuta” non poco: due enormi mani si calano dall’alto su due bambini, un maschio a una femmina per mano, come a volerli catturare. Le mani sono arcobaleno, con un chiaro riferimento alla comunità LGBTQIA+ che a Piacenza celebrerà il Pride il 24 maggio, due giorni dopo la presentazione.
“Il titolo sottotitolo Il gender esiste – giù le mani dai nostri figli provoca disgusto solo a pronunciarlo – commenta il consigliere di Alternativa per Piacenza Stefano Cugini e prosegue, riferendosi agli organizzatori, “partono con una panzana che provano a trasformare in realtà a furia di ripeterla e poi mettono il punto esclamativo citando uno degli slogan cari agli inquisitori di Bibbiano, nessuno dei quali mi risulta abbia chiesto ancora scusa per tutto il fango gettato in quegli anni. Da operatore del settore, ho vivo il ricordo dei salti mortali che abbiamo dovuto fare per continuare a svolgere il nostro lavoro di tutela minori, intanto che un manipolo di irresponsabili infuocava la massa tirando dentro tutto e tutti come una rete a strascico. La verità è che certa politica ha perso da tempo il senso della misura e della vergogna e se ne compiace pure, organizzando momenti fatti apposta per dimostrarlo.” Cugini allarga il campo prendendosela con “questa destra che si inventa nemici a colpi di presentazioni incentrate sulla paura. Prima ci sono venuti a raccontare che la violenza sulle donne è appaltata allo straniero brutto e cattivo. Neanche farlo apposta, piomba su Piacenza una scioccante inchiesta in cui l’indagato non solo non è straniero, ma un illustre, italianissimo e bianchissimo medico che si faceva forte del suo ruolo per abusare le vittime. Adesso, giusto per sfruttare la pubblicità del Pride ci propinano un libello la cui abbinata titolo-sottotitolo provoca disgusto solo a pronunciarla”.
Il collega Luigi Rabuffi ha presentato un accesso agli atti per avere copia completa del modulo di richiesta della sala comunale presso la Casa delle Associazioni da parte degli organizzatori della presentazione.
REFERENDUM, BERSANI: “SE IL LAVORO E’ MALATO NON C’E’ DEMOCRAZIA”
Quella del referendum dell’8 e 9 giugno è certamente una strada in salita, ma occorre avere fiducia perché lavoro e cittadinanza non perdano il segnale radar con la democrazia. E’ il Bersani-pensiero che sta promuovendo insieme alla Cgil i cinque quesiti referendari. Ieri ha incontrato i volontari al point del Corso, prima della presentazione del libro Chiedimi che erano i Beatles.
E rispetto al quesito che vuole abrogare gli effetti del Jobs Act, pacchetto di legge avviato dal governo Renzi con legge Delega nel 2014, Bersani, pur votandolo, ammette che fu “un punto di rottura con il mondo del lavoro, infatti poi me sono andato”, facendo riferimento alla rottura con il PD e alla nascita di Articolo 1.
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PD, GOBBI SEGRETARIO IN PECTORE: “LA FORZA DEL PARTITO STA NEL TERRITORIO, ALTRIMENTI E’ UN COMITATO ELETTORALE”
Eccolo Massimiliano Gobbi, il nuovo segretario provinciale del Partito Democratico. La vera e propria investitura si avrà nell’assembla del 20 giugno prossimo, quando verranno ratificati le elezioni nei ventotto circoli che si svolgeranno dal 15 maggio al 15 giugno. Ma nella sostanza nulla cambierà rispetto a oggi, perché Gobbi è il candidato unico alla carica di segretario che succedo così al triennio guidato da Carlo Berra. Un risultato, quello del candidato unitario, a cui si è giunti testardamente, come ha riferito Silvio Bisotti, anche lui ex segretario. Un obiettivo che nella direzione di non eliminare differenza o correnti che dir si voglia, ma che cerca invece di renderle potenzialità.
52 anni, di professione ingegnere elettronico, iscritto al pd dal 2022, segretario del circolo di Castel San Giovanni e Ziano, volto nuovo della politica quello di gobbi che ha definito la sua candidatura una ipoteca sul futuro del Partito Democratico. Fondamentale l’impegno sul e per il territorio, sottolineato anche dal segretario uscente Carlo Berra; ovvero rilanciare i circoli con l’intento di ritessere quelle relazioni e quei legami che oggi si sono allentati. Verranno nominati infatti dei referenti territoriali e tematici che faranno da ponte con la segreteria provinciale.
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PARTITO DEMOCRATICO VERSO IL CONGRESSO: IL CANDIDATO ALLA SEGRETERIA SARA’ UNITARIO
I direttivi e le consultazioni degli ultimi mesi sembra abbiano portato alla scelta di un candidato unitario alla segreteria provinciale del Partito Democratico. La presentazione avverrà, domani mattina, nel corso di una conferenza stampa nella sede del PD in via Roma.
Dopo la decisione annunciata mesi fa di Carlo Berra di non ricandidarsi, nel PD era cominciata la ricerca del nome che mettesse d’accordo tutti, ovvero le varie “correnti” del partito. Naufragata sul nascere l’ipotesi Boris Infantino, emersa nel corso del pranzo tra la parlamentare De Micheli, la sindaca Tarasconi, il consigliere Albasi e Bisotti, pare che l’obiettivo principale fosse arrivare al congresso di maggio/giugno con un candidato unitario. Un solo nome quindi per mostrare l’unità del partito nonostante la presenza di una parte più moderata e una più progressista.
Salvo soprese dell’ultimo minuto, dovrebbe essere Massimiliano Gobbi, attuale segretario del circolo PD di Castel San Giovanni e Ziano. Oltre al segretario provinciale verrà rinnovata anche la segreteria cittadina, per cui si fa il nome di Michela Cucchetti, candidata alle scorse regionali, che sostituirà l’attuale segretaria Renza Malchiodi.
Il compito del nuovo segretario sarà particolarmente delicato in quanto dovrà accompagnare il partito verso le elezioni comunali del 2027. Mancano due anni, un tempo molto breve politicamente parlando; il primo nodo da sciogliere sarà capire le intenzioni della sindaca Katia Tarasconi, di ricandidarsi o meno alla guida di Palazzo Mercanti o se puntare alle politiche. Ma anche le scelte dell’onorevole De Micheli potrebbero condizionare le mosse del partito in vista delle elezioni.
Un quadro, insomma, tutt’altro che fluido è quello che si presenta al nuovo segretario. Primo appuntamento il congresso, momento fondamentale di dialogo e confronto in vista delle prossime tappe.
PONTENURE. MAGGIORANZA SPACCATA. IN QUATTRO VOTANO CONTRO IL BILANCIO
Maggioranza completamente spaccata nel Comune di Pontenure, tanto che queste ore saranno decisive per il futuro del sindaco Giuseppe Carini. Nell’ultima seduta di consiglio comunale, quattro esponenti della maggioranza Matteo Merli, Romina Rossi e Valerio Sponga), tra cui un assessore (Ornella Cristalli), hanno votato contro il rendiconto 2024. E così il sindaco Carini si è trovato con la metà dei suoi consiglieri contro; i prossimi giorni saranno fondamentali per capire se ci sono le condizioni per ricucire lo strappo e scongiurare il rischio di decadere dalla carica.
Pare che alla base del voto contrario ci siano rapporti molto tesi che proseguono da mesi; si parla di esclusione dalle decisioni e dall’operato dell’amministrazione da parte del primo cittadino proprio nei riguardi di coloro che hanno ottenuto il maggior numero di preferenze nelle elezioni del giugno scorso. Tra questi il consigliere Sponga con 160 preferenze, risultato praticamente unico nella storia amministrativa di Pontenure. A rendere ancora più tesi i rapporti sembra sia stata anche la rimozione della delega alla Cultura all’assessore Cristalli, che il sindaco ha deciso di tenere per sé.
SERGIO DAGNINO: “NEL PD PERCHE’ SOGNO UN CENTRO SINISTRA UNITO”
Da pochi giorni ha in tasca la tessera del PD. La molla che ha fatto scattare la decisione definitiva è stata la situazione che si respira a livello nazionale e mondiale, quell’ondata di destra che, per la verità da anni, sta occupando i posti più alti del potere. Sergio Dagnino con le mani in mano non riesce a stare e la passione per le politica è troppo forte. E per invertire la rotta e creare quel campo largo o progressista, che dir si voglia, ha trovato nel Partito Democratico il luogo più adatto in questo momenti storico per provare a cambiare le cose.
Consigliere comunale per una legislatura del Movimento 5 Stelle, poi nel 2022 la candidatura alle amministrative nella lista dei 5 Stelle a sostegno di Stefano Cugini. Poco dopo la decisone di uscire dal Movimento e l’ingresso in Alternativa per Piacenza dove ha rivestito la carica di presidente, fino a che l’assemblea ha votato per il rinnovo della segreteria e della presidenza.
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ALLEANZA VERDI SINISTRA LANCIA UN LABORATORIO DI PARTECIPAZIONE PER IL REFERENDUM
In vista del referendum popolare promosso dalla CGIL, che si terrà l’8 e il 9 giugno 2025, Alleanza Verdi Sinistra Piacenza dà il via a una campagna di informazione e mobilitazione sul territorio, a partire da un incontro aperto alla cittadinanza che si terrà giovedì 17 aprile alle ore 21 presso la Sala Circoscrizione 1 di via Taverna 39.
L’incontro, dal titolo “Referendum: il potere è tuo!”, sarà un vero e proprio laboratorio di partecipazione popolare. Dopo un momento iniziale dedicato alla spiegazione chiara e accessibile dei cinque quesiti referendari, lo spazio verrà aperto a domande, dubbi e riflessioni del pubblico. A seguire, prenderà forma un confronto collettivo e creativo in cui saranno raccolte idee, proposte e disponibilità per costruire insieme una campagna efficace, capillare e coinvolgente.
L’obiettivo è attivare le energie diffuse del territorio, coinvolgendo persone,
associazioni, comitati, lavoratrici e lavoratori, giovani e realtà locali in una battaglia referendaria che parla di diritti, dignità, sicurezza sul lavoro e giustizia sociale. A questo primo appuntamento seguiranno altri momenti di confronto, verifica e rilancio delle attività, in un percorso condiviso che accompagnerà la città fino ai giorni del voto.
Per Alleanza Verdi Sinistra Piacenza, il referendum non è solo una scadenza
elettorale, ma un’occasione concreta per restituire protagonismo alla cittadinanza e per riaffermare i principi fondamentali della nostra Costituzione.