PONTENURE. MAGGIORANZA SPACCATA. IN QUATTRO VOTANO CONTRO IL BILANCIO

Maggioranza completamente spaccata nel Comune di Pontenure, tanto che queste ore saranno decisive per il futuro del sindaco Giuseppe Carini. Nell’ultima seduta di consiglio comunale, quattro esponenti della maggioranza Matteo Merli, Romina Rossi e Valerio Sponga), tra cui un assessore (Ornella Cristalli), hanno votato contro il rendiconto 2024. E così il sindaco Carini si è trovato con la metà dei suoi consiglieri contro; i prossimi giorni saranno fondamentali per capire se ci sono le condizioni per ricucire lo strappo e scongiurare il rischio di decadere dalla carica.

Pare che alla base del voto contrario ci siano rapporti molto tesi che proseguono da mesi; si parla di esclusione dalle decisioni e dall’operato dell’amministrazione da parte del primo cittadino proprio nei riguardi di coloro che hanno ottenuto il maggior numero di preferenze nelle elezioni del giugno scorso. Tra questi il consigliere Sponga con 160 preferenze, risultato praticamente unico nella storia amministrativa di Pontenure. A rendere ancora più tesi i rapporti sembra sia stata anche la rimozione della delega alla Cultura all’assessore Cristalli, che il sindaco ha deciso di tenere per sé.

 

SERGIO DAGNINO: “NEL PD PERCHE’ SOGNO UN CENTRO SINISTRA UNITO”

Da pochi giorni ha in tasca la tessera del PD. La molla che ha fatto scattare la decisione definitiva è stata la situazione che si respira a livello nazionale e mondiale, quell’ondata di destra che, per la verità da anni, sta occupando i posti più alti del potere. Sergio Dagnino con le mani in mano non riesce a stare e la passione per le politica è troppo forte. E per invertire la rotta e creare quel campo largo o progressista, che dir si voglia, ha trovato nel Partito Democratico il luogo più adatto in questo momenti storico per provare a cambiare le cose.

Consigliere comunale per una legislatura del Movimento 5 Stelle, poi nel 2022 la candidatura alle amministrative nella lista dei 5 Stelle a sostegno di Stefano Cugini. Poco dopo la decisone di uscire dal Movimento e l’ingresso in Alternativa per Piacenza dove ha rivestito la carica di presidente, fino a che l’assemblea ha votato per il rinnovo della segreteria e della presidenza.

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ALLEANZA VERDI SINISTRA LANCIA UN LABORATORIO DI PARTECIPAZIONE PER IL REFERENDUM

In vista del referendum popolare promosso dalla CGIL, che si terrà l’8 e il 9 giugno 2025, Alleanza Verdi Sinistra Piacenza dà il via a una campagna di informazione e mobilitazione sul territorio, a partire da un incontro aperto alla cittadinanza che si terrà giovedì 17 aprile alle ore 21 presso la Sala Circoscrizione 1 di via Taverna 39.
L’incontro, dal titolo “Referendum: il potere è tuo!”, sarà un vero e proprio laboratorio di partecipazione popolare. Dopo un momento iniziale dedicato alla spiegazione chiara e accessibile dei cinque quesiti referendari, lo spazio verrà aperto a domande, dubbi e riflessioni del pubblico. A seguire, prenderà forma un confronto collettivo e creativo in cui saranno raccolte idee, proposte e disponibilità per costruire insieme una campagna efficace, capillare e coinvolgente.

L’obiettivo è attivare le energie diffuse del territorio, coinvolgendo persone,
associazioni, comitati, lavoratrici e lavoratori, giovani e realtà locali in una battaglia referendaria che parla di diritti, dignità, sicurezza sul lavoro e giustizia sociale. A questo primo appuntamento seguiranno altri momenti di confronto, verifica e rilancio delle attività, in un percorso condiviso che accompagnerà la città fino ai giorni del voto.
Per Alleanza Verdi Sinistra Piacenza, il referendum non è solo una scadenza
elettorale, ma un’occasione concreta per restituire protagonismo alla cittadinanza e per riaffermare i principi fondamentali della nostra Costituzione.

LA RISOLUZIONE SULLA PARTECIPAZIONE AL REFERENDUM NON CONVINCE TUTTA LA MAGGIORANZA

Non mette d’accordo tutta la maggioranza la risoluzione presentata da Partito Democratico e Piacenza Coraggiosa relativa alla promozione della partecipazione al voto in occasione dei referendum dell’8 e 9 giugno prossimi. “Si tratta di cinque quesiti, uno sul lavoro e i restanti sulla cittadinanza – ha spiegato la consigliera del PD Costanza De Poli –  l’obiettivo della risoluzione arriva delle riflessioni profonde sul tema della partecipazione, tra l’altro per la prima volta potranno votare anche i fuorisede”.

“Faremo tutto quello che ci è possibile fare per promuovere la partecipazione” è stata la risposta della sindaca Tarasconi. “Mi sarei aspettata un ruolo terzo della giunta – ha replicato la consigliera Patrizia Barbieri – la sollecitazione non ci sta, perché il Comune va lasciato fuori da questo contesto”. “Dare informazioni delle date de voto esprime il senso civico di un’amministrazione” é la posizione del consigliere di Piacenza Oltre Sandro Spezia.  “Questa risoluzione – ha detto Rabuffi – porta alla luce il tema dell’astensionismo che ormai è il primo partito. La colpa è soprattutto nostra; quest’aula ha il dovere di promuovere il diritto di voto”. “Al di là delle posizioni sui contenuti, quello che intendiamo fare è promuovere il diritto alla partecipazione” ha spiegato il capogruppo PD Andrea Fossati. “Sono perplessa in generale sulle risoluzione – ha premesso la consigliera del gruppo Misto Claudia Gnocchi – e anche in questa occasione mi trovo in difficoltà. Perché è chiaro che favorire la partecipazione è buon cosa, ma che l’amministrazione si esprima non lo trovo del tutto corretto. Per questo mi asterrò”. Come lei anche il collega della Civica Tarasconi Giuseppe Gregori e Filiberto Putzu de Liberali. Contraria tutta l’opposizione di centro destra. “L’astensionismo, in questo caso – ha motivato la consigliera Barbara Mazza – è un chiaro modo per esprimere una volontà”; “non trovo motivo che si debba discutere una risoluzione di questo contenuto – è la posizione del consigliere Massimo Trespidi – è capziosa, perché dice e non dice. Chi non va a votare non lo fa solo perché non gli importa, ma anche perché non ritiene che l’offerta sia adeguata ai propri valori. Questa risoluzione nn aggiunge nulla all’importanza della partecipazione. Lasciamo il referendum fuori dal consiglio comunale”.

PATELLI NUOVA PRESIDENTE DELLA CONFERENZA SOCIO SANITARIA. “IL TERRITORIO ME LO HA CHIESTO”

Era vacante da giugno dell’anno scorso; da oggi la Conferenza Territoriale Socio Sanitaria ha una nuova presidente, Monica Patelli, presidente della Provincia di Piacenza e sindaco di Borgonovo, eletta all’unanimità.
Così la sindaca Tarasconi, che ha rivestito l’incarico di presidente ad interim, ha lasciato a Patelli la gestione della seduta. Eletti all’unanimità anche i vice presidenti: Marica Toma, sindaca di Cadeo, e Paolo Negri sindaco di Bettola. Tredici i comuni che compongono l’ufficio di presidente, a cui la neo presidente Patelli ha sottolineato di dare forte importanza nello spirito di unità e collaborazione: Castel San Giovanni, Fiorenzuola, Piacenza, Gragnano, Bettola, Cortemaggiore, Provincia di Piacenza, Bobbio, Villanova, Cadeo, Morfasso, Rivergaro e Carpaneto. La segretaria amministrativa è di Castel San Giovanni.

Un mandato 2025/2027 improntato su tre principi guida: equità nell’offerta e distribuzione dei servizi; parità di accesso ai servizi in particolare per chi abita in montagna e ottimizzazione dell’utilizzo delle risorse infrastrutturali tecnologiche e umane.

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BARDASI, AUSL: “IN UN ANNO TRENTA NUOVI DIRETTORI. IL PROBLEMA E’ IL SOTTOFINANZIAMENTO”

Trenta nuovi direttori nell’ultimo anno, tutti con altissime competenze; tra questi anche il nuovo direttore di chirurgia vascolare, in servizio proprio da oggi, arriva dal Maggiore di Bologna, poi altri due da Reggio Emilia e Mantova. A breve arriverà il nuovo direttore di chirurgia generale e di oncologia che andrà a sostituire il dottor Luigi Cavanna.

Le novità in materia di personale sono arrivate dalla direttrice generale dell’Ausl Paola Bardasi, in audizione in consiglio comunale su richiesta della civica di centro destra di Patrizia Barbieri.
Ci tiene la dg a specificare che se fino a pochi mesi fa i piacentini andavano a Parma per farsi curare, oggi scelgono Piacenza. Cresce la mobilità attiva del
2 per cento, in particolare per la PET.
Eppure Piacenza è una realtà di confine, per cui è fisiologica la mobilità dei cittadini verso la Lombardia; ma qualcosa è cambiato, ci tiene a ribadire Bardasi: non si percepisce più un sistema di competizione ma di integrazione;  le realtà vicine non sono competitor ma una ricchezza.

Capitolo criticità: tempi di attesa per le visite dermatologiche (77 giorni) e visite oculistiche (sotto i 30 giorni), poi c’è delicato tema dei consultori;
Bardasi ammette che non è un periodo facile, prima di tutto perché il sistema è sottofinanziato. Una criticità sottolineata anche dalla capogruppo di Fratelli d’Italia Sara Soresi.

Positivi invece i dati che riguardano i ricoveri cresciuto dell’1,4 per cento, day hospital del 3,6 per cento, le sedute operatorie del 12,6 per cento.
52 anestesisti, compresi i contrattisti, hanno migliorato di molto la situazione in reparto, prima definita “da spavento” da Bardasi; più 49 per cento dei ricoveri in oculistica; 35 mila visite ambulatoriali in più; i Cau aperti a Piacenza, Bobbio, Fiorenzuola e Podenzano hanno registrato 48.275 accessi.

Capitolo nuovo ospedale; entro il 7 aprile verrà emesso il nuovo bando per la scelta del promotore tra le nove candidature arrivate. Entro l’anno sarà individuato l’operatore economico che dovrà costruirlo. La modalità sarà un partenariato pubblico privato light, dove al privato verrà demandata solo la costruzione, la gestione impiantistica e dei muri.

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SENTENZA TAR VEZZULLI, IL COMUNE RICORRE AL CONSIGLIO DI STATO. RABUFFI: “COI SOLDI DEGLI ALTRI…”

Ci avrei scommesso…
Ammetto che con queste parole ho commentato tra me e me l’intenzione del nostro Sindaco, manifestata ieri, di annunciare l’impugnazione presso il Consiglio di Stato della sentenza esecutiva del TAR di Parma nella causa “Vezzulli contro Comune di Piacenza”.
Una sentenza, quella del TAR, che sulle questioni più intriganti (macro-organizzazione, assetto organizzativo, reggenza della struttura, autonomia e indipendenza dell’Avvocatura comunale) dà piena ragione all’Avv. Vezzulli, ex – e forse non più ex – Coordinatrice dell’Avvocatura comunale (da oltre 25 anni) nonché dirigente a tempo indeterminato con qualifica di Avvocato cassazionista.

Una sentenza che in 148 pagine, dense di valutazioni giuridiche, richiama precedenti pronunce del Consiglio di Stato, lasciando quindi ipotizzare un finale apparentemente già scritto.
Ammesso e non concesso che finisca così, l’appello annunciato in Consiglio di Stato rappresenta sicuramente un atto legittimo, ancorché accompagnato – per quanto mi riguarda – da dubbi e perplessità. Impulsi collegati al fatto che questa ennesima puntata della telenovela sarà pagata, ancora una volta, dai piacentini. Dalle cui tasche vengono costantemente attinte (con incredibile nonchalance) risorse utili a finanziare incarichi legali esterni. Al pari di un bancomat illimitato.

Tutto ciò, in particolare, da quando l’Avvocatura è stata decapitata/depotenziata/stravolta a seguito della scoperta della famosa fideiussione falsa (maggio 2024); vicenda proseguita con lo “scambio di vedute” tra Avvocatura e DG in Commissione Legalità (27/05/2024);
continuata con la revoca all’Avvocatura della procura a rappresentare l’Ente (giugno 2024) e infine deflagrata legalmente con il trasferimento d’ufficio (luglio 2024) della ex Coordinatrice dell’Avvocatura alla Protezione Civile – Settore Prevenzione e Sicurezza.
Premesso che comprendere il senso (e l’utilità) di incaricare un illustre e storico Avvocato cassazionista alla direzione della Protezione Civile è fuori dalla portata della mia fantasia (ma credo anche del buon senso), risulta molto più evidente il danno economico a cui sono sottoposti i piacentini.

Si pensi, infatti, che la spesa per incarichi professionali legali esterni vedeva nel 2022 un impegno di € 6.665,54 mentre nel 2023 si attestava a € 4.268,46. Nel 2024, anno in cui l’Avvocatura è finita nel “tritacarne”, si sono invece “toccati” i 150.000€, con un aumento esorbitante proprio sul secondo semestre. Non solo. Il 30/12/2024, mentre si metteva in frigorifero lo spumante per brindare all’anno nuovo, l’anno si chiudeva con l’ulteriore affidamento di un incarico professionale (di € 18.479,75) per la “rappresentanza e difesa dell’Ente nel ricorso avanti il TAR”.
Chiuso l’anno, ecco che il 12 febbraio 2025 “a causa di ricorsi giudiziari che non possono essere gestiti internamente dall’Avvocatura, sia a causa di una altissima specializzazione per l’incarico professionale o per incompatibilità/potenziale conflitto di interessi, si è reso necessario l’affidamento di incarichi di patrocinio dell’Ente ad avvocati esterni. Per i quali
risulta necessario incrementare da € 10.000 a € 50.000/anno la previsione dello stanziamento.”
Con queste motivazioni, veniva chiesto al Consiglio Comunale (e ottenuto) di votare per un’ulteriore variazione di bilancio. Altri incarichi esterni, altri soldi volatilizzati…

Tutto ciò, naturalmente, ben prima della recente sentenza del TAR di Parma. Quindi senza considerare le spese di lite da liquidare a favore della ricorrente (Avv. Vezzulli) che il TAR ha addebitato, quale condanna, al Comune di Piacenza (Euro 3.000,00 oltre accessori di legge e rifusione del contributo unificato). A cui andranno aggiunti i costi per gli incarichi legali esterni che andremo a sostenere per l’annunciato appello in Consiglio di Stato.
Non solo. Altre spese dovranno essere sostenute: per la difesa dell’Ente nelle cause collaterali (per esempio, prossimamente, dal giudice ordinario) e altre ancora per l’eventuale risarcimento dei danni (professionali, morali, materiali, di immagine, etc…) che probabilmente verranno richiesti.
Complessivamente, un vero e proprio salasso.

Mi fermo qui.
In attesa di sapere, con non celata curiosità, come andrà a finire questa “triste” vicenda e come l’Amministrazione Comunale riuscirà ad adeguare l’assetto organizzativo alle previsioni vincolanti della sentenza del TAR, mi viene in aiuto un principio universale impartitomi dai migliori maestri della mia vita: mamma e papà.
“Ricordati, Luigi, amministrare i soldi degli altri è un immenso onore e una grande responsabilità. In gioco c’è qualcosa di molto più importante del valore dei soldi: si chiama fiducia. Cerca sempre di meritartela.”
Cosa dire ai nostri amministratori? A buon intenditor, poche parole…

PD VERSO LA TORTUOSA STRADA DEL CONGRESSO: E C’E’ CHI LANCIA UNA PROVOCAZIONE

Di solito il primo nome è il primo, appunto, ad essere bruciato. Succederà anche ad Infantino? Perché è proprio il capogruppo di Piacenza Coraggiosa, da poco iscritto al PD, ad essere stato individuato come il successore di Carlo Berra alla guida del Partito Democratico locale. L’intento sarebbe quello di proporre una candidatura unitaria che metta tutti d’accordo insomma. Le premesse però non paiono buone. A partire dal fatto che il nome arriva da uno sparuto gruppo di dirigenti, ma che certamente contano: onorevole De Micheli, sindaca Tarasconi, consigliere regionale Albasi e ex segretario Bisotti.

Eppure il nome non sembra entusiasmare altri se non i proponenti, per ragioni di correnti (Infantino rappresenta Coraggiosa la corrente che fa capo alla  segretaria Schlein); non è piaciuta nemmeno la modalità a cui si è arrivati a designare Infantino: un pranzo prima del consiglio comunale che qualche iscritto arriva a definire “cortocircuito che non fa bene a nessuno”. Dove stanno coinvolgimento e partecipazione? Ma anche idee e programmi che dovrebbero precedere il nome del candidato? Insomma questo non dovrebbe essere il risultato di una seria concertazione?

Il tema non è nuovo ma sempre porta con sé analisi, commenti e provocazioni. Come quella del capogruppo di Alternativa per Piacenza Stefano Cugini che in post sul profilo Facebook spariglia le carte suggerendo al PD di candidare l’amico Sergio Dagnino. Una provocazione, prima di tutto perché Dagnino non é iscritto al PD ma ad ApP (almeno ad oggi), che sottende un chiaro messaggio: l’identikit del candidato ideale. Appassionato di politica, da sempre di centrosinistra, coerente, con uno spiccato senso delle istituzioni. Come a dire che forse questo manca al Partito Democratico? E che la coerenza tra forma e sostanza dei suoi interlocutori è importante. E che dovrebbe esserla per tutti.

Se queste sono le prime mosse,  da qui al congresso di maggio, le sorprese non mancheranno e magari anche i colpi di scena.

RICORSO TAR VEZZULLI: IL COMUNE RICORRERÀ AL CONSIGLIO DI STATO. “IL TRASFERIMENTO FU UNA SCELTA PONDERATA”

 Ad una settimana dalla sentenza del Tar di Parma che ha accolto il ricorso presentato dall’avvocato Elena Vezzulli in merito al suo trasferimento alla Protezione Civile avvenuto nel giugno scorso, il Comune annuncia, attraverso una nota, che presenterà ricorso al Consiglio di Stato e che la decisione di affidare all’avvocato Vezzulli la gestione del settore Prevenzione e sicurezza è stata “una scelta ponderata, fondata su motivi squisitamente tecnici”. Per il futuro? “L’ente  si atterrà alle decisioni dei giudici amministrativi, da un lato nel pieno rispetto delle disposizioni e, dall’altro, con uno sguardo rivolto al prossimo futuro pre garantire stabilità e continuità al funzionamento del Comune”. 

Di seguito la nota del Comune

Riorganizzare un ente come il Comune di Piacenza ha rappresentato un’importante operazione fortemente voluta dall’attuale amministrazione al solo scopo di modernizzare e migliorare il funzionamento dell’ente stesso. Operazione decisamente complessa, per certi versi una vera rivoluzione organizzativa, che tuttavia aveva e ha un unico obiettivo finale: maggiore efficienza nella risposta alle esigenze della comunità di cui tutti noi facciamo parte come cittadini.

E’ questa la ragione per la quale sono stati decisi numerosi cambiamenti interni, sia logistici sia nell’attribuzione di ruoli e funzioni. Alcuni di questi cambiamenti, anche se decisamente impattanti per il personale e la gestione degli spazi, non hanno suscitato l’interesse degli organi di informazione; altri invece l’hanno fatto.

E’ il caso dell’istituzione di un nuovo settore dedicato alla Prevenzione e sicurezza all’interno del Comune. Settore la cui guida è stata affidata alla dirigente Elena Vezzulli che per ben più di due decenni è stata a capo dell’Avvocatura comunale. Una scelta ponderata che si è fondata su due motivi squisitamente tecnici.

Il primo motivo riguarda la necessità di dar seguito a un parere di Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione, nel quale si fa chiaro e preciso riferimento all’opportunità che all’interno degli enti pubblici i dirigenti ruotino tra i settori per garantire rinnovamento e imparzialità, evitando permanenze eccessivamente prolungate nella stessa funzione.

Il secondo motivo riguarda, appunto, la lunga esperienza maturata dalla dirigente ritenuta particolarmente indicata per il nuovo incarico di notevole rilievo all’interno dell’ente; un rilievo che trova riscontro anche nella “pesatura” economica della nuova posizione dirigenziale, tant’è che alla dirigente in questione è stata riconosciuta un’indennità superiore a quella che avrebbe percepito presso l’Avvocatura.

Queste, e solo queste, sono le ragioni di una scelta organizzativa che l’amministrazione ha operato in totale trasparenza, nell’esercizio delle funzioni che le sono attribuite. Ogni altra narrazione rischia di essere fuorviante e imprecisa.

In tale contesto, che era doveroso inquadrare, si inserisce il ricorso presentato al Tar di Parma dalla dirigente contro il Comune di Piacenza. Venerdì 14 marzo i giudici amministrativi si sono espressi stabilendo che chi è alla guida dell’Ufficio Avvocatura debba essere in possesso sia dell’abilitazione all’esercizio della professione forense, sia della qualifica di dirigente presso l’ente comunale. La scelta dell’ente, invece, è stata quella di affidare il ruolo di coordinatore dell’Ufficio in questione a una “Elevata qualificazione”, che è naturalmente avvocato. Scelta, quest’ultima, praticata in modo analogo anche da altri enti comunali sul territorio nazionale e che, anche per questa ragione, il Comune sosterrà nel proporre ricorso al Consiglio di Stato.

Nel frattempo, come è doveroso, l’ente si sta attivando per attenersi alla decisione dei giudici amministrativi. E lo farà, da un lato, nel pieno rispetto delle disposizioni e, dall’altro, con uno sguardo rivolto al prossimo futuro per garantire stabilità e continuità al funzionamento del Comune.

CARLO CAPELLI: “VI SPIEGO PERCHÉ HO SCELTO FORZA ITALIA”. SABATO IL CONGRESSO E LA CANDIDATURA ALLA SEGRETERIA LOCALE

“Il nostro è stato un passo ponderato e naturale, verso quella forza politica che da sempre più ci rappresenta e dalla quale sono arrivati i maggiori consensi elettorali”. Così Carlo Capelli parla di Forza Italia; il passo a cui si riferisce è quello compiuto da lui stesso e da una quarantina di iscritti di Civiltà Castellana che hanno deciso di entrare nella sezione locale di Forza Italia. “Ci siamo chiesti che futuro può avere oggi una lista civica senza il supporto di una forza politica – spiega Capelli – per cui abbiamo volto lo sguardo al gruppo che maggiormente da sempre ci ha rappresentati, ovvero quel centrodestra moderato che oggi è rappresentato da Forza Italia. Alle scorse elezioni regionali ci è stato chiesto di supportare la candidata Federica Ferrari, lo abbiamo fatto con convinzione; il risultato ottenuto con il 19,9 per cento delle preferenze ne è una prova. Oggi la struttura di Forza Italia è più orizzontale, c’è la volontà di entrare con energia nei territori, tanto che si è deciso di fare in congressi anche nelle sezioni con almeno 25 iscritti”.
Un’opportunità per Civiltà Castellana che non va a disperdersi ma che, al contrario, si rafforza e porta il suo contributo alla crescita di Castel San Giovanni. “Abbiamo fatto questa scelta – spiega Capelli – non per interesse, ma spinti dalla voglia di continuare
un discorso propositivo per Castello cercando di essere utili ad un partito moderato come Forza Italia. Pensiamo sia un’esperienza utile per noi e per il paese”.

A scanso di equivoci, Capelli chiarisce: “con questa decisione non entriamo in maggioranza. I cittadini ci hanno dato la loro fiducia con oltre duemila voti, per quello che rappresentiamo; l’auspicio è quello di creare un gruppo e di proporre attività, parallelamente Civiltà Castellana resterà viva come laboratorio di idee aperto ad ogni esperienza. Una realtà dinamica – sottolinea Capelli – rappresentata in consiglio comunale dai tre consiglieri. Il mio passaggio a Forza Italia, insieme a Tommaso Greco e ad una quarantina di iscritti, è da leggersi in chiave politica, amministrativamente continueremo a dare il nostro contributo con Civiltà Castellana senza entrare in conflitto. La collega Roberta Bargiggia ha fatto una scelta diversa e ha deciso di non entrare in Forza Italia. Il nostro è stato un passo dettato dalla realtà dei fatti, una scelta naturale”.

Sabato 22 marzo, a Castello, è in programma il congresso di Forza Italia; “presenterò la mia candidatura alla segreteria appoggiato da una lista di 15 persone per guidare il partito (5 donne e 10 uomini di cui 5 di Civiltà Castellana e i restanti di Forza Italia) – annuncia Capelli – con l’ambizione di riportare le persone a votare, anche grazie ad un partito che fa della moderazione e della pacatezza i suoi capisaldi, un’alternativa decisa a Fratelli d’Italia e Lega”.