A MILANO L’IMAM ENTRA AL CARCERE BECCARIA CONTRO TRAUMI E SOLITUDINE. E SE QUESTA FIGURA COLLABORASSE CON LE REALTA’ EDUCATIVE ANCHE A PIACENZA?

Al carcere Beccaria di Milano entrerà l’imam per lavorare insieme ai cappellani con l’intento di accompagnare il recupero dei giovani musulmani che rappresentano la gran parte dei detenuti. Il progetto arriva grazie ad un protocollo promosso dal Tribunale per i Minorenni e autorizzato dal Ministero della Giustizia e dell’Interno.  Il Corriere della Sera di oggi gli dedica ampio spazio in un approfondimento sul disagio giovanile.

L’idea è quella di offrire un aiuto a quei detenuti stranieri minorenni, che sono la maggior parte, contro traumi e solitudine; l’imam sarà la figura religiosa che non dividerà ma accompagnerà il recupero e il reinserimento dei detenuti più problematici. Un’idea sostenuta anche da don Claudio Burgio, storico cappellano del Beccaria, per “alleggerire il peso portato da tanti ragazzi detenuti”.

Yassine Baradai, segretario nazionale UCOII (unione delle comunità islamiche d’Italia) ha ripreso l’articolo per riproporre, in linea teorica, i concetti espressi in una lettera per unire le forze e insieme alle altre realtà del territorio organizzare “presidi di cura” nei luoghi frequentati dalle famiglie e dai più giovani. Un’attività di presidio nei parchi frequentati dalle famiglie e dai più giovani. Nella proposta viene ribadito l’obiettivo, ovvero  “contribuire attivamente per prevenire eventuali azioni violente a danno della collettività e al contempo di intercettare giovani problematici avvicinandoli stabilendo un primo contatto, mediante la leva religiosa, sportiva o di diverso interesse, per mettere in atto attività educative di inserimento nel tessuto sociale o semplicemente per ascoltare le loro voci e il loro disagio”.

La spiegazione a quel concetto di “leva religiosa”, che tanto ha fatto discutere fino a scrivere di “ronde islamiche”, potrebbe spiegarsi con il progetto che andrà in scena al Beccaria. Eccola la “leva religiosa”, un aiuto concreto per accompagnare i giovani in difficoltà che stanno, senza dubbio, vivendo un momento di forte disagio. Il modello dell’imam al Beccaria potrebbe essere esportato anche in altri contesti che non siano necessariamente di restrizione. Baradai la definisce “la direzione giusta” e in una stoccata finale conclude “poi c’è chi vorrà invece costruirci il proprio pane quotidiano e per loro non ci rimane che pregare, Iddio lì riconduca sulla retta ragione”.

ZONE 30KM/H COME A MILANO? LEGAMBIENTE: “SUBITO ANCHE A PIACENZA”

Dal 1 gennaio 2024 Milano diventerà “città a 30 km orari”, lo ha deciso il consiglio comunale, specificando che, dopo quella data, su alcune strade potrà essere mantenuto il limite di 50km all’ora, così come hanno fatto Parigi e Bruxelles. “Un passaggio fondamentale – hanno commentato gli amministratori milanesi – prima di tutto per proteggere la vita e la salute delle persone. Un impatto a 50 km/h è quasi sempre mortale per chi lo subisce da pedone o da ciclista, mentre a 30 km/h no”. Come la prenderanno i milenesi è un altro paio di maniche, ma avranno un anno per abituarsi.

E a Piacenza? Legambiente ha rilanciato la proposta in un post: “Limite 30 km/h subito anche a Piacenza! – si legge – siamo una delle città con il più alto tasso di incidenti in Italia(17imi in Italia e 2 in Regione), guidiamo sempre oltre il limite dei 50 km, la sera il centro diventa un circuito per corse e le telecamere di controllo devono ancora, dopo anni, essere accese! A 30 all’ora si salvano vite e si agevola l’uso della bicicletta. Del resto il nostro centro è stato costruito per i cavalli, le carrozze e gli uomini a piedi, non per i suv e per le corse in auto”. Il post è corredato da una foto che mostra proprio un suv a ruote all’aria in una della vie più trafficate della città, via XXIV Maggio.

E a proposito di sicurezza, è evidente dall’immagine che riportiamo qui sotto, quanto la velocità influisca sulla sicurezza delle persone. A 30km/h le possibilità di salvarsi, in caso di frenata, sono nove su dieci. A 40km/h scendono già a sette su dieci, a 50km/h a salvarsi sono due e mezzo si dieci. A 70km/h non c’è più possibilità di sopravvivenza.

Certo che il passaggio più arduo sarà il rispetto del provvedimento. Probabilmente non sarà sufficiente un cartello stradale, ma ci vorranno intere strade pensate in modo da non poter superare, anche volendo, i 30 km/h. Intanto istituirle è già un piccolo passo avanti.

TENDENZE E RICERCA IN AREA TUTTEPAZZEPERIBIJOUX – HOMI 2019

Idee, originalità, made in Italy e tanta passione questa è l’area Tuttepazzeperibijoux, officina di ricerca the incubator.
Ad HOMI Fashion&Jewels edizione di settembre, padiglione 11, appuntamento imperdibile per tutti gli appassionati del settore.
Maria Elena Capelli ha selezionato ventidue brand, dieci old e dodici new di cui sei internazionali. Una selezione curata nei dettagli: tante proposte differenti e tutte legate dal fil rouge dell’artigianalità.
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SPECIALE HOMI 2019: I VOLTI E LE VOCI

Ecco i volti, le mani e i brand che hanno fatto il successo di Homi 2019 area Tuttepazzeperibijoux. Le voci dei protagonisti

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VIAGGIO AD HOMI TRA STILI DI VITA E PASSIONE PER I GIOIELLI

Ecco il nostro viaggio all’interno di Homi, il salone degli stili di vita in fiera a Milano. Accompagnati da Maria Elena Capelli abbiamo conosciuto gli artisti e i loro prodotti. Fil rouge: cura del dettaglio, originalità e ricerca delle materie di prima di qualità. Ecco com’è andata

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TUTTE PAZZE PER I BIJOUX, IL BLOG CHE FA TENDENZA

Si definisce una cacciatrice di tendenze, per fare questo intervista, scopre, conosce, va in giro per il mondo. Il mondo di Maria Elena Capelli
è quello dei gioielli, una passione che l’accompagna da sempre; per lei la ricerca non è quella del souvenir ma del gioiello unico e speciale.
Il bisnonno orafo forse ci ha messo lo zampino, forse anche la mamma che ha la sua stessa passione, sta di fatto che sette anni fa decide di aprire il blog Tutte pazze per i bijoux. Dopo tre mesi entra nelle classifiche dei blog più visitati, come lo è ancora oggi. Ecco la sua storia

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FERRARI ATS: “IL DOPO EXPO E’ SU UN BINARIO MORTO”

La sensazione è che Expo si sia svolto ben più di due anni fa. In realtà dall’inaugurazione dell’esposizione universale milanese è trascorso davvero poco tempo e solo un anno fa, per la precisione nel febbraio del 2016, in Comune, nel corso di una conferenza stampa, da più parti, organi istituzionali in prima linea, era stata confermata la volontà di proseguire la collaborazione per il dopo expo. Oggi cosa è rimasto di quello spirito? E soprattutto, esiste ancora la convinzione a portare avanti quel “sistema Piacenza” di cui abbiamo sentito parlare per oltre un anno? A giudicare da quello che semplicemente si vede, sembra di stare su un binario morto. Ma il denaro speso dal territorio per la macchina expo non è stato poco: poco meno di 2 milioni di euro, tra enti istituzionali, Camera di Commercio e Fondazione in primis e privati. Abbiamo girato queste domanda a Silvio Ferrari, presidente di Ats Piacenza, l’associazione temporanea di scopo, formata da 18 associazioni e 4 istituzioni che ha lavorato per l’organizzazione di Expo in Piazzetta Piacenza.

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L’EXPO DEI CONTRASTI, A TUTTO TONDO

Bistrattata, discussa, osannata ed esaltata in tutte le salse: dell’Expo si parla e si continuerà a farlo. Abbiamo deciso di parlarne mettendo soprattutto in evidenza i contrasti che l’esposizione universale porta con sé ma anche concentrandoci su quello che ha maggiori legami con il nostro territorio, ovvero Piazzetta Piacenza e la Grande Zolla.Che Expo, con i suoi colori, i suoi assaggi, i suoi piatti tipici, assomigli ad una grande fiera mondiale è una realtà; dall’altra parte però c’è il tema, cioè nutrire il pianeta, con i suoi paradossi e le contraddizioni. Il Caritas Day ha voluto riflettere proprio su questo. E veniamo alla nostra piazzetta: posizione invidiabilissima, meglio non si poteva chiedere. Certo chi si avvicina resta con l’amaro in bocca, ci si sarebbe aspettati qualcosa in più dal punto di vista dei contenuti. Per questo, entro la fine del mese, la prima novità: il caleidoscopio si aprirà all’esterno, per portare davvero sul cardo Piacenza. Ci sono poi i percorso fuori salone, uno di questi è UnPOxExPO2015. Un progetto che parla tutto piacentino perchè il suo inventore è il piacentino Giampietro Comolli. Ottimo il bilancio del primo mese, 20 mila pacchetti venduti.

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REGGI: “RISPARMIARE 300MILIONI DI EURO ALL’ANNO SULLE AUTO SEQUESTRATE”

Giornata da protagonista per Roberto Reggi, direttore dell’Agenzia del Demanio che ieri ha partecipato all’assemblea dell’Anci a Milano. E’ possibile risparmiare 300 milioni di euro l’ anno sulla gestione delle 50 mila auto che le forze dell’ ordine sequestrano ogni anno, attraverso una norma che “semplifichi il processo ed eviti gli oneri legati alla presa in carico e alla stima del veicolo”. Il 95% di queste vetture – ha spiegato a margine dei lavori – finisce nei depositi e poi in discarica. Dovremmo quindi ragionare come se il 100% delle vetture andasse in rottamazione – ha concluso – e andare a individuare subito quel 5% da
valorizzare e tenere in deposito”.

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IMAPP CONQUISTA ANCHE LO SMAU DI MILANO

Imapp sbanca e conquista anche il secondo posto al premio nazionale Smau Mob App Awards per la categoria Viaggi e Turismo. Marco Boeri, l’ideatore dell’applicazione innovativa che permette di visitare i musei civici di Palazzo Farnese attraverso lo smartphone, può aggiungere al suo palma res anche questo importante riconoscimentoImapp, a cui anche noi abbiamo dedicato più servizi, è una tecnologia avanzata, di cui i Musei Civici cittadini sono tra i primi in Europa ad avvalersi, grazie alla quale lo smarthphone o tablet del visitatore riceve, in tempo reale, informazioni dettagliate sull’opera che si sta ammirando in quel momento, con possibilità di ascoltare l’audio e localizzare, grazie a una mappa più estesa, la propria posizione nell’edificio.Il riconoscimento è stato assegnato nell’ambito del salone dell’informatica in corso a Milano e costituisce, sottolineano gli assessori comunali allo Sviluppo Economico e alla Cultura, Francesco Timpano e Tiziana Albasi, “motivo di particolare orgoglio, perché valorizza da una parte il talento e l’intelligenza creativa di una giovane start-up piacentina, dall’altra promuove il patrimonio museale del nostro territorio, rimarcando positivamente la presenza di un’innovazione importante a servizio del turista”.Il progetto Imapp aveva vinto, nel 2013, la sezione piacentina della Start Cup Emilia Romagna.

BOERI