PIACENZA RIFIUTI ZERO? LEGAMBIENTE: STOP ALL’INCENERITORE

E’ possibile una provincia Rifiuti Zero anche a Piacenza? Basta scegliere che strada si vuole percorrere. Il circolo piacentino di Legambiente è chiaro e preciso nell’offrire alla città e alla politica in primis, la ricetta per scegliere una strategia a rifiuti zero. Secondo le linee previste dal piano regionale gestione dei rifiuti da oggi al 2020 la nostra provincia dovrà ridurre la produzione di rifiuti del 20% rispetto al 2011, raggiungere l’obiettivo del 70% di raccolta differenziata, chiudere impianti di incenerimento, incrementare il porta a porta e raggiungere gli obiettivi di tariffazione e tassazioni puntuali. Obiettivi minimali secondo l’associazione ambientalista per una qualità della vita minimamente dignitosa. Capire che strada si vuole percorrere, appunto; un capitolo centrale in questa partita è il discorso legato all’inceneritore di Borgoforte, il piano prevede infatti che dal 2020 non vi debbano più essere conferiti rifiuti urbani. Capitolo raccolta differenziata: al 2014 risulta poco più del 58%, su base provinciale, ma negli ultimi 4 anni ha avuto un incremento del solo 4%. Piacenza arriva al 56,4 % di differenziata, ma ci sono in provincia esempi ben più virtuosi come San Giorgio al 74%, Gazzola 77% e Besenzone 72%.

Della strategia Rifiuti Zero parlerà Rossano Ercolini, maestro elementare della provincia di Lucca, vincitore del Goldman Environmental Prize 2013, il premio nobel per l’Ecologia. Appuntamento sabato 18 aprile alle 17 in Fondazione.

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AUTISMO, IL MODELLO DI PORDENONE FA SCUOLA

Il modello di Pordenone fa scuola. La Fondazione bambini e autismo onlus nata nel 1998, in concomitanza della Giornata Mondiale della consapevolezza dell’autismo, racconta in tutta italia l’esperienza portata avanti in questi anni per sensibilizzare l’opinione pubblica, e aiutare famiglie e operatori. Dall’autismo non si guarisce ma il disturbo neorobiologico può evolversi positivamente solo se viene adeguatamente e costantemente seguito, e sono gli esempi a dimostrarlo. “L’evoluzione – conferma Cinzia Ruffin Presidente e Direttore Scientifico della Fondazione – è determinata dalla qualità della presa in carico”. La Fondazione ha centri dislocati nelle province di Pordenone e di Parma, un servizio diagnostico riabilitativo a cui si rivolgono famiglie da tutta italia e un servizio formativo consulenziale specializzato. Il tratto distintivo, che fa della Fondazione un modello è l’aver realizzato non un singolo servizio, bensì una rete di servizi sperimentali in grado di prendere in carico le persone in modo completo con percorsi individuali. Rendere attivo il ragazzo autistico, valorizzare le sue attitudini è un modo per renderlo consapevole ed orgoglioso delle sue capacità. All’interno della fondazione i ragazzi hanno imparato a creare mosaici, quadri di valore che vengono venduti al pubblico.

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COMOLLI: “PER 40 ANNI E’ MANCATA LA CULTURA DEL PO”

Il Po, Expo 2015 e Piacenza. Ci siamo chiesti come e se questi tre elementi mischiati tra loro, abbiano prodotto una equilibrata composizione. O se, meglio, qualcuno abbia mai provato a metterli insieme. Quale miglior occasione sarebbe stata l’esposizione universale per dare concretezza all’idea di cui si parla da decenni, ovvero di Piacenza come città fluviale, mai davvero realizzata? In altre parole, i piacentini hanno messo al centro il grande fiume in vista di Expo? “Il Po è stato dimenticato da 30, 40 anni – risponde con sicurezza Giampietro Comolli imprenditore piacentino, autore del progetto UnPOxExPO2015 – Piacenza ha guardato a sud, est, ovest, dimenticando la parte nord. Riprendere il Po come attrazione e riferimento potrebbe creare elementi naturali che identifichino Piacenza con il fiume”.

Comolli ci aveva provato nel 2010 con un’idea, oggi realizzata con successo, da Cuneo a Venezia, senza però passare per Piacenza. “Avevo parlato del mio progetto con l’allora presidente della Provincia Trespidi, Piacenza poteva essere una delle 10, 12 città realtà da valorizzare lungo il fiume”. Il progetto proseguì ma la nostra città ne rimase fuori. “Si è preferito investire e puntare su Milano”. Investire su Milano, questo è il punto. Piacenza e i soggetti sorti per promuoverla in vista dell’esposizione universale hanno investito sul cuore nevralgico dell’evento. E se la prospettiva si fosse ribaltata? Se si fosse investito su quello che Piacenza già possiede, piccoli grandi gioielli come l’Ecce Homo di Antonello da Messina, il Tondo di Botticelli, i Codici Miniati del Duomo e il Fegato Etrusco? Il tutto all’interno di una location prestigiosa come Palazzo Gotico e una buona campagna di comunicazione.  A corollario, pacchetti turistici completi, ideali per il turista moderno, che vuole essere dinamico, desideroso di conoscere e scoprire. In questo contesto una parte importante sarebbe stata dedicata al turismo fluviale inteso come intervento su ciò che sta attorno al fiume: i piccoli manufatti richiedono una costante e costosa manutenzione, perchè ad ogni piena l’arredo urbano subisce pesanti danneggiamenti. Meglio sarebbe puntare su tecnologia e naturalità. “Occorrono interventi più soft, leggeri – spiega Comolli – manutenzione e tanta pulizia dove poter inserire, ad esempio, aree gioco per i bambini, come la gran parte della città che si affacciano sui fiumi”.

Proprio sul Po Comolli ha presentato il suo progetto dedicato ad un circuito del golf che si svolgerà sui green lungo il fiume Po, da Cuneo a Venezia, durante Expo Milano. Il golf è il primo sport praticato in America e conta più di 7 milioni appassionati in Europa. Sta crescendo anche in Asia e in Italia conta più di 100 mila iscritti. Molti dei 20 milioni visitatori di Expo sono stranieri e vorranno trascorrere qualche giornata fuori-Expo. Il golf rappresenta un fattore attrattivo, soprattutto se legato al gusto e all’offerta culturale dei territori.

Il servizio completo con le interviste nella prossima puntata di A Tutto Tondo 

Comolli

MARIA GRAZIA: “L’AUTISMO NON ESCLUDA SOCIALMENTE I NOSTRI FIGLI”

Maria Grazia e Nicoletta sono mamme. Mamme di Luca 15 anni e Michele 22. Maria Grazia e Nicoletta, insieme ad altre famiglie, hanno fondato 12 anni fa, l’associazione Oltre l’Autismo che oggi raccoglie 57 bambini-ragazzi da 4 a 30 anni. Insieme ai loro figli, oggi poco più che adolescenti, agli altri genitori e alle professionalità che ruotano attorno all’associazione, cercano di offrire a questi ragazzi un futuro migliore, tra mille difficoltà, tra la scarsa conoscenza di questa patologia e l’impreparazione che si ha nell’affrontarla; perchè dall’autismo non si guarisce ma si può migliorare tantissimo la qualità di vita se si fanno percorsi strutturati con persone competenti e professionali.

Per fare progressi in questa patologia occorre pianificare l’apprendimento, a casa così come a scuola, perche quando si esce dal contesto familiare e i figli crescono le difficoltà aumentano. Il vero e concreto rischio è quello dell’esclusione sociale. I bambini e i ragazzi, così come gli adulti autistici più o meno gravi, hanno bisogno di seguire un percorso educativo comportamentale individuale. Il metodo Aba, analisi del comportamento applicato, è, ad oggi, uno dei più validi perchè accompagna il ragazzo in ogni fase della giornata. Costruire degli spazi ad hoc per questi ragazzi, farli sentire come a casa in un ambiente accogliente e familiare, fa bene al loro apprendimento, accantona ansia e preoccupazione. L’associazione Oltre l’Autismo si trova in un locale che il comune ha concesso in comodato d’uso. Ma i bisogni e le necessità sono tantissime, non si può fare finta che il problema non esista e negare a questi ragazzi la possibilità di vivere dignitosamente nonostante la malattia.

In occasione della Giornata mondiale per la consapevolezza dell’autismo, l’associazione Oltre l’Autismo in collaborazione con Opera Pia Alberoni , hanno organizzato Work in progress 2015 “Noi adolescenti e adulti” alla ricerca di un ruolo sociale tra abilitazione e percorsi lavorativi. Il convegno si terrà venerdì 10 aprile dalle 9,00 alla Sala Arazzi del Collegio Alberoni.

Il servizio completo con le interviste nella prossima puntata di A Tutto Tondo 

oltre l'autismo

RIFONDAZIONE SU ASP: “SICURI CHE IL COMUNE VOGLIA PUBBLICIZZARE?”

Il tema Aps divide, prima di tutto la maggioranza di Palazzo Mercanti. La seduta di consiglio comunale di mercoledì e’ destinata a divrntare terreno fertile per uno scontro frontale tra le anime della maggioranza PD nonostante alcuni consiglieri stiano ultimando un emendamento nel quale di chiede un confronto con la Regione affinché avvenga il superamento della Asp in Asc, ovvero Azienda Servizi Comunali. Anche Rifondazione interviene nel merito raccogliendo in una nota molte domande e molti dubbi. “Sicuri che il comune voglia pubblicizzare?” è il titolo provocatorio. Prc pensa che la giunta non stia agenfo con chiarezza e che vi siano molte ambiguità rispetto alle effettive intenzioni. Un conto- spiega la nota- è parlare di titolarità dei servizi, un altro è la gestione degli stessi. La casa per anziani Vittorio Emanuele è già pubblica, quindi è inappropriato parlare di ripubblicizzazione.

Ecco la nota di Rifondazione:

Rifondazione Comunista pensa che, relativamente alla Casa Protetta “Vittorio Emanuele”, la Giunta comunale non stia agendo con la necessaria chiarezza e che vi siano ancora molte ambiguità rispetto alle effettive intenzioni di Palazzo Mercanti. Partiamo da questo punto: un conto è la titolarità dei servizi e un altro è la gestione degli stessi. Rispetto al primo aspetto, la Casa Protetta “Vittorio Emanuele” – poiché la sua “proprietaria” è l’Asp – era ed è pubblica. Era pubblica quando il Vittorio Emanuele era un ente a sé (attraverso la forma giuridica dell’Ipab, superata dalla Legge di riordino delle politiche socio-assistenziali del governo D’Alema), è pubblica oggi attraverso l’Asp, che ha unificato parte delle Ipab precedentemente esistenti grazie ad un’apposita legge regionale (mentre la già citata Legge Turco-Signorino spingeva nella direzione della trasformazione delle Ipab in Fondazioni, ovvero in soggetti privati). Quindi, sul piano della titolarità, è inappropriato parlare di ripubblicizzazione, poiché parliamo di servizi già pubblici: il passaggio della titolarità dei servizi dall’Asp a Comune – che è ciò che di fatto propone il Comune – non muta la natura dei servizi di cui stiamo parlando: pubblica era e pubblica rimane. Di certo, tra una titolarità pubblica esercitata direttamente dal Comune e una titolarità pubblica esercitata da un soggetto terzo come l’Asp, preferiamo la prima perché in questo modo a decidere direttamente su questa diventa chi è stato eletto dai cittadini, il Sindaco, la Giunta e il Consiglio Comunale, mentre nel secondo caso il Comune decide in forma più indiretta, attraverso un consiglio di amministrazione nominato dal Sindaco, e attraverso un’azione di indirizzo e di controllo. Il tema però “nascosto”, in questa vicenda, è quello della gestione, che riguarda il come il soggetto titolare dei servizi sceglie di gestire questi ultimi. L’Asp ha scelto di gestire il Vittorio attraverso una soluzione pubblico-privato, ovvero il personale è in parte alle dipendenze dirette dell’Asp stessa – e quindi si tratta di dipendenti pubblici – e in parte è dipendente di cooperative – Coopelios e Aurora – che hanno vinto un appalto bandito dall’Asp stessa. E’ quindi il consiglio di amministrazione nominato dal Sindaco di Piacenza, e che al Sindaco e al Comune di Piacenza dovrebbe rispondere, ad avere optato per l’attuale assetto gestionale. Se perciò ci sono stati errori gestionali, la responsabilità è anche soprattutto di chi governa l’Asp, che avrebbe dovuto individuare una modalità di gestione dei servizi efficace e vigilare sul lavoro svolto da chi ha vinto quel bando. Ci piacerebbe sapere che valutazione dà l’Amministrazione Comunale del consiglio di amministrazione dell’Asp: valutazione che fino ad adesso non abbiamo sentito. Ci piacerebbe sapere anche quali iniziative in questi mesi abbia assunto il consiglio di amministrazione dell’Asp – se erano già emerse inadeguatezze gestionali relative alla Casa Protetta – per migliorare la situazione. Detto questo, se il Comune si riapproppiasse della titolarità dei servizi legati alla Casa Protetta e optasse per una gestione del personale integralmente pubblica – ovvero tutte le lavoratrici e i lavoratori venissero assunti dal Comune, superando l’attuale assetto pubblico-privato – allora potremmo parlare di ripubblicizzazione del servizio, perché alla titolarità già pubblica si assocerebbe una gestione totalmente pubblica. Ma è questo ciò che l’Amministrazione Comunale vuole? Non ci pare, poiché a quanto pare il Comune vorrebbe trasferire la titolarità della Casa Protetta all’Asc – ovvero un ente pubblico, che al momento non esiste ma che il Comune sarebbe intenzionato a costituire, di gestione dei servizi sociali comunali – oppure ad una Fondazione, ovvero ad un soggetto di diritto privato. Ma se il Comune collocasse la gestione della Casa Protetta nell’Asc, come verrebbe poi gestita? Con quale personale? Dipendente da chi? Ci sarebbero altri bandi? Nel secondo caso, la Fondazione, andremmo addirittura ad una privatizzazione, sia sul fronte della titolarità che sul fronte gestionale. Il quadro non è certo chiaro, alle intenzioni dichiarate a voce dall’Amministrazione potrebbero corrispondere scelte sostanziali in direzioni piuttosto diverse. A maggior ragione se proseguono e verranno confermati i tagli del governo Renzi al welfare locale. Anche per questo, il Partito Democratico di Piacenza – più che prendersela con la legge istitutiva delle Asp – dovrebbe prendersela con il governo Renzi che – continuando i tagli dei predecessori – spinge per un coinvolgimento progressivo dei privati nella gestione delle politiche sociali. Ammesso ovviamente che voglia pubblicizzare sul serio, e non per finta.

 Vittorio-Emanuele-

ZUAVI, CGIL SU CARREFOUR: “L’AZIENDA HA LASCIATO PIACENZA IN STATO DI ABBANDONO”

Dopo Mercatone Uno anche un altro marchio della grande distribuzione rischia di abbassare la saracinesca e lasciare senza lavoro 22 piacentini. Si tratta del supermercato Carrefour di via Atleti Azzurri d’Italia. “Non è un fulmine a ciel sereno – commenta Giuliano Zuavi segretario provinciale Filcams Cgil – da anni questo negozio perde centinaia di migliaia di euro all’anno, almeno negli ultimi 8 anni è stato un crescendo. Sicuramente l’azienda ha lasciato in quasi totale abbandono il punto vendita di Piacenza. Il 31 marzo abbiamo avuto il primo incontro formale dopo la comunicazione della chiusura, l’azienda si è resa disponibile ad un eventuale accordo di mobilità ma il punto centrale ora è la discussione sulle possibili ricollocazioni su territori che vanno da Lodi, Pavia e Cremona. La Cgil e la Filcams sono al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori” conclude Zuavi.

Carrefour

W L’AMORE, L’OPUSCOLO CHE DIVIDE

W l’Amore ha fatto scintille. Accade spesso quando si parla di affettività e di educazione sessuale. Era accaduto l’anno scorso quando venne distribuito tra gli studenti delle scuole superiori un questionario contro l’omofobia, è accaduto quest’anno per l’opuscolo distribuito nelle classi della scuola media Calvino che hanno aderito al progetto. Tematiche sensibili, barriere difficili da superare, oppure visone di un’affettività distorta che nulla avrebbe a che fare con la parola amore, come ha sottolineato in un articolo anche Il Giornale? L’intento sembrava essere in realtà quello di far prendere coscienza gli adolescenti, tra i 13 e 14 anni, di tutto ciò che le tematiche legate all’affettività producono comprese le relazioni tra persone dello stesso sesso. Il progetto porta la firma della regione Emilia Romagna, degli spazi giovani delle Asl (consultori) e della consulenza dell’Università di Bologna. Alla scuola  media Calvino, previo incontro informativo per il consenso preventivo da parte dei genitori, hanno aderito 259 studenti solo 17 hanno preferito non prendere parte al progetto; a breve partirà anche alla scuola media di San Nicolò. Tematiche che scottano forse, ma che occorre affrontare, secondo l’assessore alla politiche giovanili Giulia Piroli anche perchè i dati forniti dai consultori non sono confortanti. “A livello regionale a Piacenza si registra la più alta percentuale di interruzioni volontarie di gravidanza – spiega l’assessore – i dati si riferiscono al 2012. Secondo noi c’è l’esigenza di affrontare questa tematica. Da un’indagine recente emerge che il 60% degli adolescenti non parla di sessualità con i propri genitori, dall’altra parte le scuole di genitorialità sono in aumento”.

Argomenti che dividono, come quello del registro dele coppie civili che Piacenza non possiede, attorno al quale si erano creati non pochi mal di pancia proprio tra la stessa maggioranza di centro sinistra. “Credo che arriverà prima il Governo Renzi a fare una legge sulle unioni civili – sorride l’assessore Piroli. Io da consigliere avevo firmato la proposta di delibera per il registro delle coppie civili a Piacenza. E’ un percorso difficile, ci sono in modo trasversale criticità e resistenze che devono essere superate”.

Il servizio completo nella prossima puntata di A Tutto Tondo 

viva l'amore opuscolo

FACOLTA’ DI MEDICINA DI PARMA E PIACENZA, BORGHI: “SI PUO’ FARE”

Un maestoso scalone d’onore porterà gli studenti a frequentare i corsi nei 13 ambienti egregiamente restaurati al primo piano del collegio Morigi di via Taverna. E’ qui che dopo la pausa pasquale troverà sede il corso di laurea in Infermieristica e in Fisioterapia dell’Università degli studi di Parma, oggi collocati alla sede di Tutor. Una collocazione decisamente prestigiosa, che apre la strada a proficue, si spera, forme di collaborazione con l’ateneo ducale. A motivare questo auspicio ci ha pensato il rettore dell’Università di Parma Loris Borghi con l’annuncio di voler costituire una nuova facoltà di medicina e chirurgia di Parma e Piacenza. L’ospedale Guglielmo da Saliceto, a due passi dalla nuova sede della facoltà di infermieristica e fisioterapia, di fatto fa già parte della rete formativa dell’università di Parma. Si tratterebbe quindi di formalizzare questo passaggio, e il rettore Borghi, pare abbia tutte le intenzioni di attuarlo, al di la di semplici annunci. “A un certo punto – spiega – noi abbiamo pensato non solo ad aggiungere, ma anche medicina e chirurgia con una scuola di specializzazione. La Gelmini ce l’ha impedito. Però abbiamo trovato il modo di aggirare in parte, anche per quanto riguarda la facoltà di medicina e chirurgia, questo impedimento. L’ospedale di Piacenza fa parte infatti della rete formativa della nostra università”. Quello che emerge è che il modello del futuro non sarà una visione parcelizzata, ma più unita per portare vantaggi ai pazienti e agli studenti, e se allarghiamo il discorso anche alla città di Piacenza che, nonostante gli sforzi di implementazione, non è ancora riconosciuta come città universitaria.

La struttura restaurata al primo piano del palazzo Scotti da Fombio di circa 1000 metri quadrati, ospiterà le tre classi del corso di laurea in Fisioterapia per un totale di 60 studenti, circa 20 per anno di corso, e le tre classi del corso di laurea in Infermieristica, che ha un’utenza di 240 studenti, circa 80 studenti all’anno. In tutto 13 ambienti fra aule, uffici e locali di servizio; di particolare importanza il recupero di tre grandi sale che fungeranno da aule didattiche e il recupero/restauro di affreschi in due sale del complesso. I lavori di restauro, appaltati su una base d’asta di oltre 487.mila euro, sono stati eseguiti dalla ditta Ceap. 

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AVVOCATI DI STRADA, UNA VOCE ALLE PERSONE INVISIBILI. A TUTTO TONDO

Sono persone senza identità, persone fantasma. Chi non possiede una residenza è considerato, per la legge, invisibile. Gli esclusi di fatto e di diritto, clochard, senza tetto che non possono avere alcuna assistenza, da quella legale a quella sanitaria. Gli avvocati di strada, la cui onlus esiste anche a Piacenza dal 2011, nascono proprio per permettere ai senza fissa dimora di ottenere una residenza dal Comune e conseguentemente un documento di identità. In quattro anni sono passati a questo sportello un centinaio di persone, giovani e meno giovani, stranieri e italiani.

I tempi affinchè la città, entro la fine del mandato della giunta Dosi, abbia una nuova piscina olimpionica ci sono. Almeno sulla carta, parola dell’assessore allo sport Giorgio Cisini. Tramontato definitivamente il progetto della piscina alla Madonnina, sul tavolo dell’assessorato ai lavori pubblici ci sono due progetti, uno più minimal, l’altro più ambizioso che prevederebbe una nuova piscina regolamentare per la pallanuoto e la ristrutturazione dell’impianto del Polisportivo.

Mangiando in modo corretto ed equilibrato si può prevenire l’80 per cento delle malattie. Una nuova conferma è arrivata da Marco Bianchi, divulgatore scientifico della Fondazione Umberto Veronesi, e volto noto di numerosi programmi tv. Alla Cattolica per il ciclo di incontri A tutto Campus ExpoEdition, ha promosso le dieta mediterranea e la piramide alimentare come le uniche possibili per la prevenzione delle malattie.

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ASP, IL COMUNE ALLE COOP: “LA DURATA DELLA GESTIONE ERA ESPLICITATA NEL BANDO”

Dopo la presa di posizione delle cooperative Aurora Domus e Coopselios in merito alla decisione del Comune di rendere totalmente pubblica la gestione della Casa per Anziani Vittorio Emanuele, l’amministrazione giustifica la sua posizione attraverso una nota che riportiamo di seguito.

La gestione della struttura è stata affidata alle due cooperative attraverso una procedura di accreditamento provvisorio per la durata di un anno, con scadenza il 31 maggio prossimo, tramite avviso pubblico, manifestazione di interesse e selezione ristretta, in conformità con quanto stabilito dalla normativa regionale. La durata annuale era esplicitata chiaramente sia nel bando di selezione del Comune, sia nel contratto stipulato dalle cooperative con la Asp “Città di Piacenza”, rendendo Aurora Domus e Coopselios consapevoli della possibilità che il rapporto cessasse alla sua naturale scadenza. Nel quadro del programma di riordino delle forme di gestione pubblica, previsto dalla legge regionale 12/2013, la scelta discrezionale dell’Amministrazione di collocare in capo ad Asp la gestione del servizio è da ricondurre ai già noti motivi di ordine economico-finanziario che, da quest’anno, gravano direttamente sul bilancio comunale. Si tratta di una decisione avvalorata scientificamente dallo studio dell’Università di Reggio Emilia e Modena, commissionato da Asp: una ricerca che il Comune ha sottoposto a una analisi tecnica rigorosa e approfondita, verificando la piena fondatezza delle conclusioni cui si perviene. Per questa ragione, non è parso opportuno commissionare ulteriori studi analitici che, verosimilmente, sarebbero giunti al medesimo risultato. Per quanto riguarda il personale attualmente impiegato presso la struttura, se è vero che la Asp “Città di Piacenza” non potrà esimersi dal bandire un concorso pubblico, il Comune di Piacenza si impegnerà ad assicurare che, nell’ambito di tale selezione, siano valorizzate al massimo le professionalità specifiche maturate nei servizi analoghi.

Dosi imm