LA PROTESTA DEI TRATTORI ARRIVA ANCHE A PIACENZA. “SIAMO SOTTOPAGATI E LE ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA NON CI TUTELANO”

La protesta è arrivata anche a Piacenza. Quasi 200 trattori sono arrivati dalle colline piacentine e dalla provincia di Fidenza fino al piazzale dello stadio. Rumorosi, con la bandiera italiane a tanti cartelli di protesa appesi alle benne, così come dev’essere per lanciare grida d’aiuto alla politica in particolare, ma anche ai cittadini che forse non si accorgono fino in fondo cosa significa il lavoro nei campi. Nessuna associazione di categoria a capo dell’organizzazione della protesta; qui ci sono agricoltori autonomi, alcuni di loro fanno parte di AGRI MO, Agricoltori Montagna, una piccola associazione la cui presidente è una giovane donna, moglie di un agricoltore.

Nessuna elemosina, ma meno burocrazia e ottenere il giusto compenso per le spese sostenute e una sana presa di coscienza da parte della politica di quanto l’agricoltura sia indispensabile per la vita di tutti i giorni.

LOGISTICA, VIABILITA’ E CONSUMO DI SUOLO. ECCO LE 43 OSSERVAZIONI PRESENTATE AL PTAV DELLA PROVINCIA

Sono 43 le osservazione al PTAV (Piano Territoriale di Area Vasta) depositate entro il termine del 22 gennaio. Per la maggioranza le osservazione provengono da enti, associazioni del territorio, ma anche Comuni, imprese e privati cittadini: molte sono articolate in più richieste/segnalazioni, per un totale di sollecitazioni complessive che si attesta a circa 150. Gli argomenti più caldi sono stati in assoluto la viabilità e la logistica, oltre al limite al consumo di suolo con le connesse scelte perequative fra i diversi territori comunali.

Legambiente Piacenza, tra le associazioni che hanno presentato le osservazioni, rileva “i nuovi interventi elencati e previsti dal PTAV produrrebbero un rilevante e ingiustificato impatto sul territorio a fronte di una situazione viabilistica che, sostanzialmente, già riesce a soddisfare le esigenze del territorio provinciale, se si escludono quelle criticità imputabili
all’esplosione della logistica che potrebbero essere risolte con soluzioni meno costose ed impattanti. Per la mobilità delle persone vale invece il principio del
potenziamento e adeguamento del trasporto pubblico, dell’ammodernamento delle ferrovie comprensoriali e il potenziamento della rete della viabilità ciclabile”. In sostanza Legambiente ritiene che le proposte viabilistiche siano fortemente sovrastimante rispetto alle esigenza effettive della Provincia di Piacenza e che l’impatto ambientale, in termini di consumo di suolo e paesaggio, risulti più elevato rispetto ai vantaggi attesi.

“Si richiede pertanto un forte ridimensionamento delle previsioni di nuove infrastrutture viabilistiche, sia derivante dal precedente strumento di programmazione (PTCP), sia di nuova pianificazione. In particolare si propone una revisione dell’elenco previsto dal PTAV”.

ARPAE, nella relazione depositata, chiede che l’eventuale consumo di suolo sia possibile solo per insediamenti direttamente connessi a stabilimenti produttivi. Inoltre “per contenere il consumo di suolo, si ritiene preferibile
che tutti i Comuni della provincia rispettino il limite massimo del 3% per l’aumento di superficie del territorio urbanizzato”. E ancora “il riconoscimento della criticità della qualità dell’aria dovrà portare ad inserire nella Disciplina del PTAV indirizzi specifici, volti a migliorare o quantomeno a non peggiorare ulteriormente lo stato della qualità dell’aria. In particolare per le attività che rientrano nel settore delle logistica, per cui il traffico indotto è certamente un fattore rilevante per l’inquinamento atmosferico, oltre che acustico”.

Il Comitato della Barabasca, nato dopo l’ampliamento delle logistica nella zona Careco Barabasca a Fiorenzuola, chiede che ” gli ampliamenti dal di fuori del territorio urbanizzato dei PPST esistenti siano consentiti per insediamenti di piccola logistica con superficie territoriale inferiore a 10.000 mq, solo se direttamente connessi a stabilimenti produttivi già esistenti”.

L’elenco completo delle 43 osservazione presentate è consultabile a questo indirizzo https://ptavpiacenza.it/formazione-del-piano/

L’iter prevede ora, in base all’art. 45, comma 9, della stessa legge, un periodo di altri 60 giorni entro cui la Provincia, ancora tramite atto presidenziale, “esamina le osservazioni presentate e gli esiti delle eventuali ulteriori attività di consultazione attuate” e “predispone la proposta di decisione delle osservazioni e la sottopone all’organo consiliare insieme alla conseguente proposta di piano da adottare”.
Con l’adozione del Piano da parte del Consiglio Provinciale inizierà la terza ed ultima fase del percorso di approvazione, regolata dall’art. 46 della legge.

 

 

 

 

CONSUMO DI SUOLO: PER LA REGIONE PIACENZA E’ LA PIU’ VIRTUOSA. NON LO E’ PER ISPRA. ECCO PERCHE’

la Regione Emilia Romagna ha pubblicato in line i dati relativi al consumo di suolo. L’esito di questa attività di osservazione, a cinque anni dall’entrata in vigore della Legge Regionale numero 24 del 2017, mette la Provincia di Piacenza sul gradino più alto del Podio: è la provincia più virtuosa.

I dati – si legga nella nota dell’amministrazione – sono il frutto del monitoraggio regionale previsto dalla stessa legge urbanistica e realizzato in collaborazione con l’Istituto sui trasporti e la logistica, l’Università di Bologna e l’Università di Parma. All’articolo 5 intitolato “Contenimento del consumo di suolo”, la legge ha introdotto una verifica a cadenza semestrale con la quale i Comuni inviano alla Regione gli esiti del monitoraggio delle trasformazioni realizzate sul territorio. Il grafico indica i cinque interventi realizzati nella nostra provincia: due sono a Fiorenzuola, poi a Carpaneto, Besenzone e Travo per un totale di 12,2 ettari. Nessun intervento è stato realizzato nel territorio comunale di Piacenza.

“Sono dati più che positivi” commenta l’assessora all’Urbanistica Adriana Fantini ricordando il convegno dello scorso 28 novembre durante il quale gli stessi dati erano stati anticipati da Paolo Ferrecchi della Regione. “In questi mesi – prosegue – il dibattito pubblico sul tema in questione ha tenuto spesso banco in città e la speranza da parte di molti era ed è che a Piacenza non si consumi suolo nel periodo di transizione tra il precedente strumento urbanistico, il Psc, e il nuovo strumento di pianificazione, ovvero il PUG che è in corso di redazione. Ebbene è proprio così: il Comune di Piacenza non ha attivato interventi che erodano il limite previsto per il territorio urbanizzato”. Anzi, stando al monitoraggio regionale la provincia di Piacenza nel suo complesso è in assoluto la più virtuosa in questo senso. “C’è inoltre da considerare – precisa Fantini – che l’Emilia-Romagna è una delle poche Regioni italiane che si è data una legge per disciplinare il consumo di suolo, e non è cosa da poco. Ora siamo nelle condizioni di poter fare un primo bilancio oggettivo mettendo da parte ogni posizione pregiudiziale ma, al contrario, considerando ogni opzione che rispetti i criteri stabiliti. Anche perché la sostenibilità economica va di pari passo con quella ambientale e sociale, come ha ricordato recentemente anche la sindaca Katia Tarasconi al convegno ‘Verso il Pug: la città che crea lavoro’ al quale era presente l’assessore regionale allo Sviluppo economico Vincenzo Colla”.

Un quadro che non è in linea con quello di ISPRA, Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale del Ministero, i cui dati non hanno premiato Piacenza. al contrario l’hanno classificata come una delle province con il maggior consumi di suolo.

“Inizialmente non mi era chiara questa differente lettura – spiega l’assessora Fantini – poi mi sono documentata. Nel monitoraggio restituito da Ispra, oltre al consumo di suolo permanente dato da edifici, fabbricati, strade pavimentate, sedi ferroviarie eccetera, si includono anche gli usi temporanei che producono consumo di suolo reversibile come ad esempio strade non pavimentate, cantieri e altre aree in terra battuta, piazzali, cortili, campi sportivi, cave in falda, impianti fotovoltaici a terra. E’ una definizione che si differenzia di molto da quella delle previsioni insediative espansive a cui la legge regionale cerca di porre un freno”. “Il monitoraggio del consumo di suolo operato da ISPRA – prosegue l’assessora – avviene attraverso l’analisi della cartografia prodotta in seguito alla classificazione di immagini satellitari. I dati del consumo del suolo rilevati da ISPRA sono valori assoluti di “suolo consumato” che comprendono, ad esempio, le aree di cantiere funzionali alle trasformazioni. Questi dati, più volte evidenziati, assegnavano alla provincia di Piacenza il primato per incremento netto nell’anno 2021-2022 pari a 54,92 ettari. Ma lo stesso Michele Munafò, (dirigente ISPRA, responsabile del Rapporto SNPA sul consumo di suolo) nel suo intervento al convegno dello scorso 28 novembre, ha chiarito che i dati annuali hanno una rilevanza parziale perché i processi di consumo di suolo hanno una certa inerzia e vanno letti in periodi medio-lunghi. I processi pianificatori, aggiungo, hanno iter complessi e si attuano in determinati anni piuttosto che in altri anche per ragioni burocratiche, quindi una lettura corretta dei dati ISPRA dovrebbe quanto meno prendere in considerazione un quinquennio, se vogliamo confrontarli alla tabella regionale da cui siamo partiti”.

L’assessora all’Urbanistica porta due esempi per chiarire quali interventi ha fotografato ISPRA in quei 54 ettari che corrispondono a ciò che vediamo realizzato dal 2021 al 2022: “Si tratta di convenzioni quali l’AP12 Mandelli variante PUA 2018 convenzione 2020, o l’ambito di cava Polo 43 Ca’ Morta che prevederà la rinaturalizzazione a fine attività. Sono esempi particolarmente indicativi di quanto fuorviante possa essere la “fotografia” fornita da ISPRA: il primo, Mandelli, è esemplificativo della lunghezza dei processi, visto che si tratta di una pratica aperta anni fa; il secondo, Cà Morta, è un esempio di reversibilità: dove c’è la cava, in futuro la stessa area tornerà ad essere ambiente naturale a tutti gli effetti”.

“Questi 17 mesi di lavoro della giunta Tarasconi – conclude Fantini – ci hanno visti impegnati in attività di studio, nell’ascolto e nella creazione di una visione di una città attrattiva e sostenibile. Lo dimostrano, su tutte, due azioni concrete: il progetto dell’ex Manifattura tabacchi e l’approvazione in sede di Cuav dell’Accordo operativo Ex Camuzzi. È evidente che si sta lavorando nella direzione di privilegiare la rigenerazione urbana, il recupero e la riqualificazione del patrimonio esistente sia in ambito abitativo sia per le aree produttive dismesse. Questi i due assi portanti su cui ci muoviamo nella costruzione del PUG. E’ all’interno di questi principi e di questa visione di città che verranno valutati di volta in volta nuovi possibili insediamenti. L’obiettivo è ed è sempre stato per noi quello di disegnare la Piacenza del futuro tenendo in equilibrio la tutela dell’ambiente che passa anche attraverso il non consumo di suolo e lo sviluppo della città e del suo territorio”.

GIORNATA DELLA MEMORIA: MEDAGLIA ALLA MEMORIA DEL DEPORTATO LUIGI BIONDI

Oltre alle autorità, Prefetto, Presidente della Provincia e Sindaco, alla cerimonia in occasione del Giorno della Memoria erano presenti anche la classe 3° Grafica A del liceo artistico Cassinari, alcuni componenti della Consulta provinciale studentesca e una rappresentanza di studenti per l’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Al momento di preghiera affidato a don Davide Maloberti è seguita la consegna dell’onorificenza alla memoria di Luigi Biondi, deportato e internato dall’8 settembre 1943 e il 1° aprile 1945 presso l’azienda Hugo Schneider A.G.: alla sua figura è stata tributata la medaglia d’onore concessa dal presidente della Repubblica ai cittadini italiani, militari e civili, deportati e internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra e ai familiari dei deceduti.

“Mentre ci chiediamo, ancora una volta, come sia potuto accadere – ha detto la sindaca Tarasconi nel suo discorso – è alla nostra coscienza di donne e uomini liberi, al nostro stesso mondo civile che poniamo questa domanda.
Coltivare la memoria, ascoltarne il monito nel presente, trasmetterne gli insegnamenti più dolorosi alle ragazze e ai ragazzi che sono qui insieme a noi in questa ricorrenza, è l’unico modo in cui possiamo tendere la mano verso quella voragine che ha inghiottito milioni di vite. Non le dimenticheremo mai, ma nel loro nome continueremo a impegnarci per costruire la pace”.

“Non una semplice cerimonia o celebrazione – ha detto il prefetto Paolo Ponta – ma la trasmissione del ricordo delle vittime e di quanti hanno avuto il coraggio di seguire la propria coscienza, rifiutando di diventare complici di
una macchina di morte spietata e tristemente efficiente, in quella quotidiana banalità del male sottolineata da Hannah Arendt”.

“Chi non conosce la storia è condannato a ripeterne gli errori – ha detto la presidente della Provincia Monica Patelli – pertanto è necessario sensibilizzare ragazze e ragazzi sugli eventi del passato, raccontando i fatti con
chiarezza e indicando gli esempi delle persone che hanno lottato con coraggio
contro la barbarie e hanno messo a rischio le proprie vite per salvarne altre.
Purtroppo – anche oggi – persistono pregiudizi, fanatismi e parole di odio.
Si tratta di semi maligni sui quali tutti abbiamo la responsabilità di vigilare, per
riconoscerli e per contrastarli unendo le forze: è un dovere che richiede una
disponibilità personale da destinare ad un impegno condiviso a ogni livello.
A tenere alta la nostra attenzione e farci da guida sono alcuni fari luminosi, come la Costituzione Repubblicana”.

DAGNINO: “DIALOGANTE E AUTENTICA. ECCO LA NOSTRA APP”

Dialoganti pur restando autentici. E’ da queste solide basi che Sergio Dagnino spiega come si pone Alternativa per Piacenza nei confronti della maggioranza di governo della città. Perché dopo l’ultimo consiglio comunale, in cui sono state approvate le due mozioni sulla logistica a firma di ApP emendate dal PD, in molti se lo sono chiesti.

E guardando alla città del futuro, da rivedere seriamente ci sarebbero la rete del trasporto pubblico locale, la consegna delle merci in centro storico, oltre che lo stesso centro storico, e poi avere il coraggio di mettere in pratica quello che già esiste ma di cui finora poco o nulla è stato realizzato, come il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile. E poi ci sono quei nodi, quelli storici, come il parcheggio di piazza Cittadella su cui “occorre marcare stretti”.

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VENEZIANI: “ECCO LA NUOVA VETRINA DELLA RICCI ODDI. OGGI E’ UN NUOVO BATTESIMO”

“Scoppiettante, stimolante, direzionale, arricchente e contemporaneo”. Così il presidente Jacopo Veneziani definisce il nuovo anno per la galleria Ricci Oddi. Perché se parlare di svecchiamento è poco elegante, certamente di modernizzazione c’è un gran bisogno. A partire dallo stato dell’edificio stesso, ma certamente anche dall’immagine che ne esce all’esterno. In questo anno appena passato che ha segnato l’insediamento del nuovo presidente, fortemente voluto dalla sindaca Tarasconi, si è lavorato sott’acqua per creare quello che oggi è stato presentato: nuovo logo che rappresenta due archi a tutto sesto della galleria e il salone d’onore, e il sito. Una vetrina nuova, perché anche l’occhio, mai come nell’arte, vuole la sua parte.

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FERRI, PD: “DALL’AMMINISTRAZIONE MI ASPETTO UN DIALOGO APPROFONDITO. NON VOGLIO RISPOSTE FACILI”

Dall’amministrazione Tarasconi si aspetta un costante dialogo particolarmente approfondito su quei temi che creano sempre più attrito. Non è un mistero, anzi questione quasi inflazionata, che su ambiente, urbanistica e consumo di suolo i nodi, tra amministrazione e una parte di maggioranza, siano evidenti per visioni e sensibilità. Un esempio, le dimissioni da capogruppo della civica Tarasconi di Claudia Gnocchi, dopo l’astensione sulla pratica dell’accordo operativo ex Camuzzi.

Il consigliere comunale del PD Sergio Ferri ha scritto e presentato una mozione sul consumo di suolo firmata da tutti i colleghi del Partito Democratico. Un modo per tenere viva la discussione su un tema che spesso divide. Senza dimenticare che il traguardo del 2050 è consumo di suolo zero, con la deroga al 3%, quota negoziabile tra i comuni.

PUG E LAVORO DI QUALITA’: PIACENZA PUNTI SULLE UNIVERSITA’

Il nuovo Piano Urbanistico Generale è una delle sfide maggiori per l’amministrazione. È come se dovesse ridisegnare la città stando al passo coi cambiamenti che sono in atto e sotto gli occhi di tutti; transizione demografica, sostenibilità e digitalizzazione. Piacenza dovrà essere competitiva su cinque tematiche: lavoro e qualità dello stesso, qualità della vita, progetto di futuro, metodo e reputazione, il punto più difficile da costruire perché è solo l’ultimo tassello di un puzzle molto complesso.

Nell’ambito del percorso partecipativo per la redazione del PUG, il lavoro è stato al centro del dibattito alla presenza degli stakeholders piacentini.

Tra gli aspetti da valorizzare per rendere attrattiva la città il ruolo delle università.

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GENITORI PER UN MENU’ SANO: “SIAMO CONTRARI AL SONDAGGIO TRA I GENITORI. COMUNE E AUSL NON SI SOTTRAGGANO ALLE RESPONSABILITA’ “

Il Comune ha deciso di sottoporre al gradimento dei genitori il menù scolastico proposto ai propri figli nelle mense della scuole della città. Una decisione che non piace al comitato Genitori per un menù sano che, in una nota, hanno spiegato la loro contrarietà.

Dal 22 dicembre scorso il Comune ha invitato i componenti delle commissioni mensa ad effettuare un sondaggio sul gradimento tra il menù in vigore e una
proposta alternativa, al fine di una ipotetica riformulazione del menù stesso.

“Esprimiamo fin da subito la nostra totale contrarietà: abbiamo infatti la netta impressione che si stia affidando ai genitori, che non hanno le adeguate competenze, la decisione di scegliere se un menù sia migliore di un altro, sulla base oltretutto del solo gradimento. A nostro avviso – si legge nella nota –  questo è un modo per Comune e Ausl di sottrarsi alle proprie responsabilità.

Inoltre abbiamo constatato che finora il sondaggio è stato attivato solo in alcune scuole, escludendo ad esempio gli asili nido e le scuole paritarie che usufruiscono dello stesso menù. Questo non lo riteniamo assolutamente corretto; tutti i bambini hanno la stessa importanza e se si decide di intraprendere la strada del sondaggio, questo deve essere esteso a tutti i genitori dei bambini che usufruiscono dello stesso menù, nessuno escluso.
Abbiamo quindi chiesto a Comune e Ausl delucidazioni circa le modalità di svolgimento del sondaggio e in merito al mancato coinvolgimento di tutte le realtà scolastiche e ci auguriamo al più presto di ricevere le dovute spiegazioni dalle istituzioni.

ARCELLONI: “A PIACENZA LA CULTURA E’ GESTITA PRO DOMO SUA”

Filippo Arcelloni lavora nella cultura da oltre trent’anni; gli abbiamo chiesto quali sono le aspettative per questo 2024 appena iniziato. La criticità da risolvere sono parecchie, a partire dalla mancanza di spazi di cui soffrono alcune realtà locali. Ma ciò che più affligge chi fa cultura a Piacenza è la difficoltà nel reperire i fondi e fare rete “esistono monoliti intoccabili che lavorano su un proprio binario. La Fondazione Teatri ha, nel suo statuto, l’obbligo di lavorare con tutte le realtà locali, ma questo non avviene”.