RESTA IN CARCERE IL 27ENNE INDAGATO PER LO STUPRO IN VIA SCALABRINI

Resta in carcere il 27enne guineano che ha cercato di violentare la donna ucraina domenica mattina in via Scalabrini. Il giudice Stefano Brusati ha deciso così perché ci sarebbero il pericolo di fuga e la reiterazione a gravare sull’uomo che deve rispondere di violenza sessuale aggravata e lesioni.

L’avvocato difensore Nadia Fiorani aveva chiesto la scarcerazione; il giudice invece ha accolto la richiesta del pm Ornella Chicca sulla custodia cautelare sottolineando «l’estrema gravità del fatto e della condotta» e «la totale mancanza, in capo all’indagato, di freni inibitori e di come lo stesso sia rimasto del tutto incurante, anche davanti alle grida di aiuto della vittima e del suo tentativo di opporsi agli abusi».

Intanto continua a far discutere, oltre che infiammare il dibattito politico nazionale, la diffusione e la pubblicazione del video di pochi secondi che documenterebbe la violenza. Per questo la Procura della Repubblica ha aperto un fascicolo a carico di ignoti; il reato ipotizzato è divulgazione di generalità o immagini della persone offesa da atti di violenza sessuale. Inoltre un decreto di sequestro del video risulta notificato dalla Procura di Piacenza ad alcuni media.

Ed è proprio da quel video che la donna ucraina è stata riconosciuta “sono disperata” ha riferito ad un’agenzia di stampa e agli inquirenti che l’hanno sentita “ha manifestato un forte disagio per la diffusione del video” che ha girato in rete per un paio di giorni, pubblicato da alcuni mezzi d’informazione e condiviso anche dalla leader di FdI Giorgia Meloni accusata di aver strumentalizzato la vicenda a fini elettorali.

Sta di fatto che oggi c’è una vittima violata nella sua intimità, che porterà i segni di ciò che ha subito per sempre nell’animo.

SILENZIO, ACCUDIMENTO E ASCOLTO, UNA SALA DEL SOLLIEVO IN PRONTO SOCCORSO

Si chiama Sala del Sollievo e si trova nel pronto soccorso dell’ospedale. Una stanza particolare dedicata alla persone che arrivano nel reparto in condizione di fine vita. La sala è già attiva e utilizzata da qualche settimana ma per rendere ancora più accogliente lo spazio, lAusl ha chiesto all’associazione Il Pellicano un aiuto concreto. La presidente  Maria Angela Spezia ha accolto con entusiasmo la proposta e si è subito  attivata per acquisire gli arredi, tanto che entro l’autunno il progetto sarà completato e presentato alla cittadinanza.

La Sala del Sollievo nasce da un profondo senso di rispetto nei confronti del fine vita ed è un luogo dove  viene preservata la dignità del paziente, evitando cure sproporzionate e non appropriate.
In attesa dell’allestimento completo, l’idea ha già trovato riscontri molto positivi tra medici e sanitari, essendo uno dei primi esempi in Italia di cure palliative in un dipartimento d’Emergenza.
La dottoressa Erika Poggiali, medico del Pronto soccorso di Piacenza, ha dedicato al tema anche un articolo apparso nei giorni scorsi sul blog della Società italiana di Medicina dell’Emergenza urgenza (https://www.simeu.it/blog/). L’esperienza piacentina è stata già citata come best practice da Luciano Orsi, direttore della Rivista Italiana di Cure Palliative e membro  della Società Italiana di Cure Palliative (SICP): l’esperto lo ha definito “un pregevole esempio di corretta gestione del fine vita del malato allo stadio terminale nell’ambito dell’emergenza urgenza”.

L’obiettivo del progetto non è solo quello di mettere a disposizione dei pazienti una sala riservata, dove poter rimanere insieme ai familiari, ma anche quella di poter contare su una sedazione palliativa che possa controllare la loro sofferenza. Per essere in grado di gestire al meglio questa procedura, il personale del Pronto soccorso è stato formato dai colleghi dell’unità operativa di Cure Palliative. I professionisti hanno inoltre redatto insieme alcune linee guida per garantire al malato allo stadio terminale i trattamenti più adeguati alla sua specifica condizione clinica.
In particolare, la Sala del Sollievo è dedicata ai pazienti affetti da patologie croniche e invalidanti, che si presentano in Pronto soccorso con sintomi resistenti alla terapia e che necessitano di una sedazione palliativa profonda.
Ma può anche accogliere persone che si rivolgono al reparto per una sedazione di emergenza, come una grave emorragia, crisi respiratoria o uno stato di shock irreversibile.
Per tutte queste tipologie di pazienti, lo sforzo del personale è quello di garantire una presa in carico clinico-farmacologica adeguata al fine vita “Abbiamo cercato di creare uno spazio nel Pronto soccorso – evidenziano i sanitari – dove il fine vita potesse essere un momento vissuto in modo intimo dai familiari, lontano dai campanelli che suonano, il sovraffollamento delle aree, il telefono che squilla a ogni ora, e quella terribile luce artificiale che conosciamo bene e che è capace di annullare il giorno e la notte uniformando il tempo”.
Per questo la Sala del Sollievo è aperta ai familiari 24 ore su 24, senza limite numerico, ed è gestita dai medici, infermieri e operatori sociosanitari del Pronto Soccorso secondo un percorso codificato. I  sanitari che vi operano hanno seguito un percorso formativo specifico gestito dalla psicologa della Rete delle Cure Palliative per migliorare le competenze comunicative indispensabili per stare accanto al paziente e alla sua famiglia.
La Sala del Sollievo garantisce silenzio, intimità, tranquillità, accudimento e ascolto, in accordo con il modello delle cure palliative, che richiedono una grande vicinanza e un basso impatto tecnologico.
Nella stanza non ci sono monitor ma solo un grande murales realizzato da un’infermiera del reparto, Eleonora Rossi. Il disegno rappresenta un momento di passaggio, un’attesa e un cambiamento. Al progetto, oltre alle equipe del Pronto soccorso (diretta da Andrea Vercelli e coordinata da Paola Nassani) e di Cure Palliative (diretta da Raffaella Bertè, con Davide Cassinelli come case manager), hanno partecipato la Bed manager Damiana Muroni e Maria Gaetana Droghi, responsabile Innovazione e sviluppo organizzativo professionale della Direzione delle Professioni sanitarie).
Non da ultimo, quando non è occupata, la stanza può anche accoglie le vittime di violenza.

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COVID: CONTAGI ANCORA IN DISCESA PER LA QUINTA SETTIMANA

Ancora in calo i numeri della pandemia a Piacenza: per la quinta settimana consecutiva l’andamento dei nuovi contagi da Covid19 è in discesa, con un -28% rispetto alla settimana precedente. Il report settimanale pubblicato dall’Ausl (https://www.covidpiacenza.it/situazione-covid-19-a-piacenza) evidenzia un decremento: i nuovi contagi sono 654 rispetto ai 909 di sette giorni fa.

Il trend dei contagi piacentini registra una diminuzione in linea rispetto alla Lombardia (-27,7%) e alla media nazionale (-28%) mentre in Regione la discesa è più marcata (-34,7%)
Analizzando i nuovi positivi su 100mila abitanti, il tasso di incidenza locale (230 casi) è in linea con la media emiliano-romagnola (223) e italiana (239) mentre la situazione nella regione limitrofa è più bassa (163).

Negli ultimi sette giorni sono stati effettuati 3318 tamponi (in diminuzione rispetto ai 4537 della scorsa) con una percentuale di positivi che scende lievemente da 20% a 19,7%.

Continuano i monitoraggi periodici nelle Cra. Lo screening di questa settimana registra 24 nuove diagnosi tra gli ospiti e 6 tra gli operatori. Si tratta di casi generalmente asintomatici o comunque con sintomi lievi, individuati per la maggior parte grazie al monitoraggio periodico proattivo effettuato nelle strutture.

Il numero delle persone in isolamento passa da 1098 a 945.   Anche l’attività delle Usca, le Unità speciali di continuità assistenziale, è in diminuzione: le richieste medie giornaliere sono 9,1, per un totale di 64 segnalazioni.
La situazione della rete ospedaliera segue il trend di calo. Gli accessi giornalieri in Pronto soccorso per pazienti con sintomatologia riconducibile al Covid sono 6, come nella settimana precedente. Il 21 agosto i ricoverati con Covid erano 36, mentre la domenica precedente erano 55. La media settimanale è di 44; in Terapia intensiva ci sono due pazienti positivi. Nella settimana si sono registrati 5 decessi.

Per quanto riguarda le vaccinazioni, nella settimana si contano 666 somministrazioni; erano 691 la settimana scorsa.
Sul sito www.covidpiacenza.it sono indicate le modalità per la prenotazione di un appuntamento per la vaccinazione in una delle cinque sedi attualmente disponibili.

In riferimento alla IV dose, la somministrazione del second booster è possibile solo previa prenotazione, tramite i consueti canali, nelle sedute dedicate. Per poter ricevere il secondo booster occorre aver completato il ciclo vaccinale primario (prima e seconda dose), seguito dalla terza dose (di richiamo), dopo un intervallo minimo di almeno quattro mesi da quest’ultima o dall’infezione successiva al richiamo. Destinatari dell’estensione della platea vaccinale sono tutti i cittadini a partire dai 60 anni di età e quelli con elevata fragilità, motivata da patologie concomitanti o preesistenti, dai 12 anni compiuti in su (quindi nati a partire dal 2010). Rimangono attive le vaccinazioni per gli over 80, aperte ormai da mesi.

DONNE CGIL: “NON SIAMO STRUMENTI DI LOTTA POLITICA. QUANTI EPISODI DI VIOLENZA DOMESTICA SI FA FINTA DI NON SENTIRE?”

Dei gravissimi fatti di via Scalabrini parlano anche le Donne della Cgil: Perché invece di convogliare l’attenzione sul colore della pelle e provenienza dell’aggressore, non ci si concentra sul mancato impegno di politiche di sostegno alle donne?

Ecco il testo del comunicato

La violenza sulle donne non conosce differenze in base al colore della pelle, al ceto sociale, al permesso di soggiorno o alla cittadinanza. La questione non può e non deve tradursi in un dibattito sull’ordine pubblico o sulle politiche immigratorie – di cui occuparsi solo in determinate circostanze – arrivando a valutare la gravità stessa della violenza in base alla nazionalità di chi la commette. Giù le mani dalle donne che subiscono violenza: non siamo strumenti di lotta politica, e chi ha responsabilità istituzionale non utilizzi l’ultimo episodio avvenuto qui a Piacenza come argomento di polemica considerate le imminenti elezioni.
Il grave episodio avvenuto nei confronti della signora ucraina vittima di uno stupro consumato in strada, porta ad interrogarci e a fare riflessioni rispetto ad un tema che per il Coordinamento Donne Cgil è sempre centrale: il contrasto della violenza sulle Donne.

Perché invece di convogliare l’attenzione sul colore della pelle e provenienza dell’aggressore, non ci si concentra sul mancato impegno di politiche di sostegno alle donne? Politiche che riguardano la nostra vita: autonomia lavorativa ed economica, autonomia nelle decisioni personali e sul proprio corpo, sul proprio futuro e dei figli.
Quanti episodi di violenze domestica si fa finta di non “sentire” attraverso muri, finestre e qualsiasi fessura che getti uno sguardo dentro i focolai italianissimi? Sarebbe auspicabile la medesima attenzione ad episodi di violenza domestica ascoltata attraverso i muri e forse si riuscirebbe a prevenire il tragico epilogo di situazioni famigliari nascoste. Gli ultimi dati forniti dalla Questura di Piacenza sono sconfortanti e denotano un deciso incremento delle violenze: nel 2021 le violenze domestiche a Piacenza sono quasi raddoppiate, da 45 a 77 (32 in più), così come le violenze sessuali, raddoppiate. Solidarietà e vicinanza da parte della nostra Confederazione alla donna vittima di questi gesti e il ringraziamento di cuore al cittadino che tramite la segnalazione ha consentito un tempestivo intervenuto delle forze dell’ordine.
Biasimo e commiserazione per chi vuole SPECULARE e SPETTACOLARIZZARE, mostrando urbi et orbi un video che non fa altro che ferire di nuovo la donna stritolata dalle mani violente di un uomo e di un certo sistema politico macista e ipocrita. I temi irrisolti che stanno a cuore alle donne sono lì, tutti sul tavolo della politica. Si colga l’occasione di questo battage mediatico per affrontarli.

SICUREZZA URBANA, APP PRESENTA UN’INTERROGAZIONE. “SE UNA DONNA NON SI SENTE LIBERA E SICURA NON POTREMO ILLUDERCI DI VIVERE IN UNA SOCIETA’ CIVILE”

Dopo il tentato stupro avvenuto pochi giorni in via Scalabrini, Alternativa per Piacenza ha deciso di presentare un’interrogazione affinché si vada al nocciolo del problema e le proposte escano dal Consiglio comunale. «Servono percorsi individualizzati da svilupparsi con tempo e costanza, di aiuto a eliminare le cause scatenanti della condotta deviata, in una logica di giustizia riparativa. Perché possiamo parlare all’infinito, ma finché una povera donna alle sei di mattina o alle otto di sera non sarà libera e sicura di andare per strada, non potremo illuderci di vivere in una società civile».

ecco il testo della nota stampa

Talmente grave quel che è successo domenica in via Scalabrini, che Alternativa per Piacenza ha scelto di non concorrere alla ridda di comunicati stampa che è seguita, per concedersi quel di più di riflessione, evitando “parole poco pensate che portano pena”. Ci siamo uniti, a caldo, al breve post del nostro capogruppo Stefano Cugini, per la dovuta vicinanza alla vittima e il ringraziamento a chi ha fatto il suo dovere civico, permettendo l’arresto di un delinquente violentatore.
Abbiamo infine deciso di esprimerci con gli atti, perché delle parole resti traccia e un voto nella sede più indicata, quel consiglio comunale dal quale devono uscire proposte e soluzioni utili alla città e a chi la vuol vivere in modo civile, rispettoso e sicuro. Battiamo la strada meno comoda, senza raccogliere la provocazione di chi è in perenne campagna elettorale, partendo dallo spunto di Pietro Visconti, quando su Libertà sostiene che “all’errore di criminalizzare tutti non va contrapposta la sottovalutazione dell’urto sociale legato all’arrivo di tanti immigrati privi di percorsi di lavoro e integrazione”, perché “da qui vengono le mine vaganti che agitano i nostri sonni e che mettono in pericolo soprattutto i più deboli”. Secondo noi la prospettiva va ribaltata. Non è il
grave fatto a essere figlio della scarsa integrazione ma è quest’ultima, con tutti i suoi perché, il capro espiatorio perfetto di simili drammi, purtroppo sempre esistiti, senza correlazione con la provenienza dell’aggressore.
Ciò non di meno, se è vero che non conta il colore di chi delinque, vale altrettanto che non si può sminuire il già citato “urto sociale” procurato alle vittime e alla comunità dal verificarsi di reati o violenze. La doverosa accoglienza umanitaria ha bisogno di un impianto normativo più serio, che
aiuti a non generalizzare, riservando tout court alla categoria dei richiedenti asilo i comportamenti criminali di una minoranza. In Italia la certezza della pena è una chimera: i cittadini sono frustrati ed esasperati di vivere ogni giorno la sgradevole sensazione di impunità che deriva da una giustizia
bizantina, in costante carenza di risorse e personale.

Termini come “noto alle forze dell’ordine”, “a piede libero”, o “l’imputato ha lasciato liberamente il tribunale/la centrale della polizia”, suscitano l’idea di un sistema impotente, che invece di proteggere, è esso stesso in balia di chi delinque. Urge tornare a dimostrare un vero presidio contro l’insicurezza, reale e percepita. Comune, Prefettura, Questura e ogni altro soggetto competente in materia hanno il compito di rassicurare sulla sinergia delle loro azioni per la presa in carico di certi soggetti, in funzione del livello di “allarme” che questi sono in grado di attivare sul territorio. Si tratta di persone che, oltre a “essere note” a forze dell’ordine e servizi sociali, vanno in qualche modo mantenute in una dimensione di contatto periodico, tale da non farle finire tra i c.d. “invisibili”, per riemergere solo per nuovi reati/violenze. Pensiamo, e per questo abbiamo presentato un’interrogazione e preparato una mozione, che servano percorsi individualizzati da svilupparsi con tempo e costanza: di aiuto a eliminare le cause scatenanti della condotta deviata, in una logica di giustizia riparativa, nei casi di indigenza, marginalità, fragilità, povertà culturale. Di primaria tutela delle vittime, effettive e potenziali, attraverso irrevocabili provvedimenti di allontanamento, quando è invece manifesta l’attitudine più o meno incorreggibile alla delinquenza. Perché possiamo parlare all’infinito, ma finché una povera donna alle sei di mattina o alle otto di sera non sarà libera e sicura di andare per strada, non potremo illuderci di vivere in una società civile.

 

STUPRO IN CENTRO: SI ACCENDE IL DIBATTITO SULLA STRUMENTALIZZAZIONE DELLA VIOLENZA. E LA VITTIMA?

A Piacenza, all’alba di ieri, è accaduto un fatto gravissimo. Una donna è stata vittima di una violenza brutale perpetrata da un uomo che l’ha bloccata per strada, l’ha immobilizzata a terra e ha abusato di lei. Alla donna inerme non è restato che invocare la difesa della preghiera; chi ha visto i pochi secondi di video (che abbiamo scelto di non pubblicare) girati da un residente li ha definiti agghiaccianti, e c’è da credergli. E’ stato proprio quel residente, che dalla finestra ha assistito alla violenza, a chiamare la forze dell’ordine che prontamente sono arrivate in via Scalabrini e hanno immobilizzato l’aggressore. Lei è una donna di 55 anni di nazionalità ucraina, lui un 27enne della Guinea richiedente asilo.

Questi sono i fatti, gravissimi che fanno piombare nella paura una città intera, ed aprono tanti discorsi riguardo la sicurezza percepita e quella reale, forse dopo fatti come questi, sempre più allineate. Il tema vero è perché non sentirsi libera di camminare da sola per una strada della città? di raggiungere l’auto in un parcheggio? di rincasare alla sera tardi? L’altro tema nodale è che questo delinquente sia giudicato per quello che ha compiuto, un gesto vile, becero, vigliacco che segnerà per sempre la povera vittima.

La sindaca Tarasconi, oltre a manifestare la vicinanza alla vittima personale e di tutta la città, ha ribadito un post che «l’aggressore ora si troverà a rispondere del suo crimine osceno di fronte alla Giustizia del Paese a cui stava chiedendo asilo. Perché è così che funziona in uno Stato di diritto: i criminali devono pagare per ciò che hanno fatto» ancora le parole della sindaca che si augura «che non si scada nella strumentalizzazione riguardo la nazionalità del delinquente, come se fosse colpa di chi si impegna per l’accoglienza e l’integrazione se un richiedente asilo commette un crimine. La colpa è del richiedente asilo in questione. Punto».

Auspicio quest’ultimo puntualmente disatteso: il segretario della Lega Salvini ha commentato «”Richiedente asilo” e stupratore. Basta! Difendere i confini e gli italiani per me sarà un dovere, non un diritto. Sarò presto a Piacenza, per confermare l’impegno della Lega per restituire sicurezza al nostro Paese: 10.000 poliziotti e carabinieri in più nel 2023, più telecamere accese e blocco degli sbarchi clandestini. Volere è potere». Tommaso Foti, deputato e candidato alla prossime politiche di FdI, che ammette di non aver voluto pubblicare il video «sia per rispetto della vittima, sia per evitare di alimentare folli gesti emulativi» parla di «episodio gravissimo che offende non solo la vittima ma una città che si è dimostrata ospitale nei confronti di chi, all’evidenza, non lo meritava». E ancora: «È una vicenda che non può essere sottaciuta, né tanto meno minimizzata. Pur non volendo in alcun modo strumentalizzare ai fini elettorali l’episodio, ritengo che lo stesso attesti come la politica dell’immigrazione ad oggi perseguita faccia acqua da tutte le parti». La leader di FdI Giorgia Meloni, sulla pagina Facebook, ha pubblicato il video commentando quanto accaduto «Non si può rimanere in silenzio davanti a questo atroce episodio di violenza sessuale compiuto di giorno nella città di Piacenza da un richiedente asilo. Un abbraccio a questa donna, alla quale la nostra società non ha saputo garantire la sicurezza di cui aveva diritto. A nome delle istituzioni italiane le chiedo scusa. La lotta al degrado, all’illegalità diffusa, all’immigrazione illegale di massa non sono concetti astratti, riguardano la vita quotidiana di ognuno di noi e soprattutto dei più fragili. Farò tutto ciò che mi sarà possibile per ridare sicurezza alle nostre città». Poco dopo la replica del segretario del Partito Democratico Enrico Letta: “Indecente usare immagini di uno stupro. Indecente ancora di più farlo a fini elettori. Il rispetto delle persone e delle vittime viene prima di ogni cosa”.

Perché non fermarsi alla stato dei fatti e chiedere una pena certa per coloro che compiono un simile gesto ignobile? Questo non toglie che la politica, dalla nazionale alla locale, si debba impegnare ad avere città in cui una donna si senta libera e sicura di camminare da sola in pieno giorno senza il terrore di essere aggredita. Questa si chiama civiltà che c’entra poco con la nazionalità dei vili aggressori.

 

LUNGO PO: PER PIACENZA RESTA UN NON – LUOGO

Ce l’abbiamo a due passi, e non è tanto per dire, ma non siamo in grado di goderne appieno le potenzialità. Il Po è lì ma è come se non ci fosse. Nel senso che i piacentini non riescono a considerarlo davvero parte viva del territorio, come se fosse di contorno quasi a limitarne i confini ma difficilmente parte integrante.
Eppure negli anni è stato oggetto di convegni e protocolli d’intesa. Le basi per fare davvero qualcosa di decoroso ci sarebbero tutte.
La valorizzazione del fiume Po è l’oggetto dell’ultima mozione presentata dai consiglieri di Alternativa per Piacenza.

DALLAVALLE: ARGENTO AGLI EUROPEI NEL SALTO TRIPLO. ORGOGLIO DEI PIACENTINI!

Medaglia d’argento per il piacentino Andrea Dallavalle che non ha deluso le aspettative conquistando il secondo gradino del podio ai campionati Europei di Monaco. Dopo i primi quattro salti nulli sui sei totali , al quarto tentativo  ha piazzato un 17,04 che ha sbaragliato la concorrenza degli avversari.

“Sono davvero molto contento – ha detto Dallavalle al termine della gara – perché ero arrivato qui con l’obiettivo di una medaglia e la porto a casa. Mi spiace un po’ perché i salti nulli erano molto lunghi, ma è andata così. Dopo il primo sono andato un po’ in confusione perché non era granché, ma poi è scattato qualcosa e sono riuscito a proseguire bene. Ho fatto bene per tutto l’anno, questa è la ciliegina sulla torta. Una medaglia in queste manifestazioni ti fa salire a un altro livello, la dedico al mio allenatore Ennio Buttò, alla mia famiglia, ai miei amici e ricordo al mio fisioterapista che ho vinto la scommessa, quindi mi deve pagare una cena”.

Anche la sindaca Tarasconi e l’assessore allo Sport Dadati fanno i complimenti al risultato di Dallavalle a nome di tutta la comunità piacentina:
“Bravissimo Andrea! Emozionati e felici di esprimere la gioia immensa della comunità piacentina per il tuo argento europeo”.
“Qualche giorno fa, accogliendoti in Municipio con il tuo allenatore Ennio Buttò e con la tua famiglia, abbiamo letto nei tuoi occhi la passione, la grinta, la determinazione che questa sera, sulla pista di Monaco, ti sono valse l’argento europeo: un risultato straordinario, che tutta l’Italia sportiva oggi applaude con orgoglio e riconoscenza”. Con queste parole la sindaca Katia Tarasconi e l’assessore allo Sport Mario Dadati si rivolgono ad Andrea Dallavalle, “emozionati e felici di esprimere ancora una volta la gioia immensa della comunità piacentina nel guardare alla tua costante crescita, al talento e alla maturità con cui, ormai, da giovane promessa sei diventato una certezza su cui l’atletica azzurra può sempre contare. Bravissimo Andrea, grazie di cuore per questo nuovo sogno che si è realizzato”.

 

COVID: NUMERI ANCORA IN CALO – 35.5%

Continuano a scendere i numeri della pandemia a Piacenza: per la quarta settimana consecutiva l’andamento dei nuovi contagi da Covid19 è in calo del 35,5%. Il report settimanale pubblicato dall’Ausl evidenzia un decremento: i nuovi contagi sono 909 rispetto ai 1409 della scorsa settimana.

Il trend dei contagi piacentini registra una diminuzione in linea rispetto alla Regione (- 30%) e alla vicina Lombardia (-33,3%) e più rapida della media nazionale (-28,3%).

Analizzando i nuovi positivi su 100mila abitanti, il tasso di incidenza locale (320 casi) è lievemente discostato dalla media emiliano-romagnola (341) e italiana (332) ma superiore a quello lombardo (226).

Negli ultimi sette giorni sono stati effettuati 4537 tamponi (in diminuzione rispetto ai 5790 della scorsa) con una percentuale di positivi che scende da 24,3% a 20%.

Continuano i monitoraggi periodici nelle Cra. Lo screening di questa settimana registra una calo dei positivi con 9 nuove diagnosi tra gli ospiti e 8 tra gli operatori. Si tratta di casi generalmente asintomatici o comunque con sintomi lievi, individuati per la maggior parte grazie al monitoraggio periodico proattivo effettuato nelle strutture.

Analizzando le fasce d’età delle nuove diagnosisi evidenzia un decremento in tutte le fasce.

Il numero delle persone in isolamento passa da 1885 a 1098.

Diminuisce ancora l’attività delle Usca, le Unità speciali di continuità assistenziale: le richieste medie giornaliere passano da 19.9 a 12.7 con 89 segnalazioni complessive contro le 137 della settimana scorsa.

La situazione della rete ospedaliera segue il trend in negativo con un calo di accessi giornalieri in Pronto soccorso per pazienti con sintomatologia riconducibile al Covid con una media di 6 accessi (la settimana precedente erano 10). Il 7 agosto i ricoverati con Covid erano 55, mentre la domenica precedente erano 71. La media settimanale è di 61; in Terapia intensiva c’è un paziente positivo. Nella settimana si sono registrati 6 decessi.

Per quanto riguarda le vaccinazioni, nella settimana si contano 691 somministrazioni; erano 1406 la settimana scorsa.
Sul sito www.covidpiacenza.it sono indicate le modalità per la prenotazione di un appuntamento per la vaccinazione in una delle cinque sedi attualmente disponibili.

In riferimento alla IV dose, la somministrazione del second booster è possibile solo previa prenotazione, tramite i consueti canali, nelle sedute dedicate. Per poter ricevere il secondo booster occorre aver completato il ciclo vaccinale primario (prima e seconda dose), seguito dalla terza dose (di richiamo), dopo un intervallo minimo di almeno quattro mesi da quest’ultima o dall’infezione successiva al richiamo. Destinatari dell’estensione della platea vaccinale sono tutti i cittadini a partire dai 60 anni di età e quelli con elevata fragilità, motivata da patologie concomitanti o preesistenti, dai 12 anni compiuti in su (quindi nati a partire dal 2010). Rimangono attive le vaccinazioni per gli over 80, aperte ormai da mesi.

BIASUCCI NOMINATO PROFESSORE ASSOCIATO DELL’ATENEO DI PARMA

Giacomo Biasucci, direttore del dipartimento Materno infantile dell’Ausl di Piacenza, è diventato nei giorni scorsi professore associato dell’Università di Parma. In questo modo, il reparto di Pediatria e Neonatologia da lui diretto diventa parte integrante dell’ateneo.

Prosegue quindi a pieno regime l’integrazione tra l’Azienda e l’Università di Parma, con l’obiettivo di “clinicizzare” le unità operative, ovvero creare all’interno degli ospedali piacentini le sedi per lo svolgimento delle attività didattiche. Questo percorso continua in parallelo all’attivazione del nuovo corso di Laurea in Medicine and Surgery in lingua inglese, partito nell’autunno 2021 a Piacenza.

La nomina a professore segna per Biasucci un ritorno all’ambiente universitario, nel quale lo specialista aveva mosso i suoi primi passi e con il quale, in realtà, ha sempre mantenuto legami e relazioni costanti in tutti gli anni di attività a Piacenza.

“Per il professor Biasucci – evidenzia Paola Bardasi, direttore generale dell’Ausl di Piacenza– si tratta di importante riconoscimento. Mi riempie di orgoglio essere qui oggi a condividere con lui e il dottor Magnacavallo questo risultato, che dimostra come Piacenza sia una realtà in crescita. Oltre a esprimere le mie personali congratulazioni al professionista, voglio condividere questo risultato anche con tutto il reparto di Pediatria e Neonatologia, che diventa a tutti gli effetti un reparto universitario. Il percorso che stiamo portando avanti per creare all’interno degli ospedali piacentini sedi per lo svolgimento di attività didattiche, ci aiuta a rendere la nostra realtà sempre più attrattiva per reclutare professionisti di alto livello e, quindi, per rispondere sempre al meglio ai bisogni di salute dei nostri concittadini”