BANDO ACCOGLIENZA, I GESTORI “COSI’ NON CI STIAMO”

Tagliare i fondi destinati all’accoglienza sull’assegnazione dei profughi ai centri di accoglienza straordinaria avrà conseguenze non solo sui richiedenti asilo ma anche sulle comunità stessa in termini occupazionali e di costi.

I consiglieri di minoranza del Partito Democratico, Piacenza in Comune, Movimento 5 Stelle e Sinistra per Fiorenzuola presenteranno una mozione in consiglio comunale per chiedere alla prefettura la riapertura dei termini del bando con un ulteriore proroga delle condizioni in essere.

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GLS: DAL PREFETTO UN NUOVO RICHIAMO AL DIALOGO

Un altro tavolo di concertazione è stato disertato: Gls e sindacati sono ancora distanti e i 33 facchini per il 14 esimo giorno occupano il tetto dello stabilimento di Montale. “Non è una sconfitta della prefettura ma del dialogo”. Sono le parole del prefetto Maurizio Falco nel commentare il nuovo tentativo di mediazione andato a vuoto.

Eppure la strada maestra è ancora quella di arrivare a far ragionare le parti, attraverso la mediazione che la Prefettura a chiamata ad esercitare.

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PROTOCOLLO CONTRO IL DISAGIO GIOVANILE

Dalle parole ai fatti. Il prefetto Maurizio Falco ha ribadito più volte l’impegno a mettere nero su bianco attività che abbiano al centro i più giovani; un gruppo di lavoro per la prevenzione e il contrasto al disagio giovanile. Ecco la firma del protocollo d’intesa.

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QUARANTA PROFUGHI IN VIA ROMA? DOSI “DECISIONE ASSURDA”

Quaranta profughi alloggiati nella zona di via Roma: il sindaco Dosi si oppone. Lo ha fatto attraverso una nota in cui definisce la scelta assurda e avventata  tenendo conto del fatto che “urta contro le scelte di condivisione e inserimento che non sono mai venute meno i questi anni da parte dell’amministrazione, rischiando di incrementare la tensione sociale sull’intero territorio urbano”. Sarebbe un soggetto privato a prendersi carico dei profughi stessi, dopo essersi aggiudicato la gara d’appalto. “Sebbene l’amministrazione – continua Dosi – non sia direttamente e formalmente coinvolta nelle scelte sulla collocazione dei rifugiati e richiedenti asilo, ci pare quantomeno assurdo che, dopo anni di progetti e iniziative di riqualificazione della zona, si vada ora a collocare in un’unica struttura, nel cuore di un quartiere, quello di via Roma che richiede particolare attenzione, un così alto numero di persone che non hanno seguito alcun percorso di integrazione”.

 

ALLUVIONE, COME E’ FUNZIONATA L’ALLERTA?

Come è funzionata l’allerta nella notte tra domenica e lunedì? E più in generale come e in che modo vengono diramate le comunicazioni ai sindaci e agli organi tecnici competenti da Prefettura e Protezione Civile? Partendo dalla diga Boschi il guardiano ha l’obbligo di allertare telefonicamente la Prefettura quando il rilascio supera i 100 metri cubi di acqua. Nella fattispecie, nelle notte tra domenica 13 e lunedì 14 intorno all’ 1 la diga Boschi rilasciava già 200 metri cubi di acqua. A questo punto la Prefettura ha contattato telefonicamente i primi cittadini delle zone interessate, i soggetti tecnici competenti, tra cui Aipo, Vigili del Fuoco, Bacino Tidone e Trebbia, Carabinieri e Questura. All’1.25 della notte la diga aveva già rilasciato 600 metri cubi di acqua, una situazione assolutamente eccezionale, come mostrano i dati stessi; da 200 a 600 metri cubi in meno di mezz’ora. Contestualmente alle telefonate partite dagli uffici della Prefettura, sono stati inviati anche i relativi fax. Dalle 3 la sala operativa della Prefettura era operativa, la prima riunione con i soggetti tecnici e i carabinieri è avvenute alle 4.

Per quanto riguarda la situazione del Nure e del Trebbia, la Regione Emilia Romagna ha diramato per prima, tra le 4 e le 5 la comunicazione di allerta ai sindaci delle zone interessate e ai soggetti tecnici competenti. La modalità di comunicazione, in questo caso, è doppia, via sms e via fax. Anche la Prefettura, dopo la Protezione Civile della Regione, ha allertato sindaci e soggetti tecnici competenti con le stesse modalità.

ALLUVIONE VOLONTARI

ACCORPAMENTO PREFETTURA: “CHI SI OCCUPERA’ DELLE EMERGENZE?”

I lavoratori di Prefettura, Questura e Scuola Allievi Agenti di Piacenza, respingono l’ipotesi di accorpamento avanzata dal Ministero dell’Interno. Nella lista, come sappiamo, c’è anche Piacenza. In una nota dei sindacati si ribadisce “il ruolo preziosissimo degli uffici periferici del Ministero dell’Interno (Prefettura, Questura, Comando Vigili del Fuoco) per garantire, soprattutto in questo momento di massima emergenza in materia di gestione dell’immigrazione, della sicurezza e lotta alla criminalità organizzata, una presenza attiva e concreta dello Stato sul territorio, per assicurare, in ossequio alla Costituzione, le migliori soluzioni alle problematiche sociali e civili che quotidianamente colpiscono i cittadini”. Con la chiusura di Prefettura e Questura verrebbe meno un punto di riferimento per i cittadini “si creerà la mancanza di un presidio che gestisca le situazioni di emergenza, non ultima la grave alluvione che ha colpito il nostro territorio la settimana scorsa, che coordini le operazioni delle Forze di Polizia, che disponga gli immediati interventi di Protezione Civile, che gestisca l’accoglienza dei profughi e che permetta ai cittadini di espletare i propri diritti e doveri, in quanto la relativa chiusura degli sportelli non permetterebbe l’erogazione di servizi importanti, quali: cittadinanza, profughi e immigrazione, depenalizzazione, antimafia, polizia amministrativa e protezione civile, ritiro patenti/dissequestri, servizio elettorale e raccordo con gli enti locali, anagrafe, stato civile, ordine e sicurezza. Inoltre, tale provvedimento potrebbe avere effetti negativi, anche, sulla locale Scuola Allievi Agenti di Polizia alla quale non verrebbero più affidati i corsi di formazione. Per tutti questi motivi, l’assemblea chiede alle OO.SS. di farsi portavoce presso le sedi opportune, a partire dai parlamentari del territorio piacentino e della regione, affinché lo schema di DpR di riorganizzazione del Ministero dell’Interno presentato il 9 settembre venga ritirato e/o modificato anche in virtù della prossima costituzione degli UTS che saranno, nel territorio, il punto di convergenza e di massima rappresentanza dello Stato nei territori”.

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ALLUVIONE, CHIESTO LO STATO DI CALAMITA’ NATURALE

Lo stato di calamità e due milioni di euro alla Regione per far fronte all’emergenza. Si riparte da queste due richieste per rispondere al disastro che si è abbattuto sulla nostra provincia, fino a metterla letteralmente in ginocchio. Il primo parziale bilancio è già drammatico: una vittima, una guardia giurata di 55 anni il cui corpo è stato trovato sul greto del Nure a Ponte dell’Olio, case sventrate a Farini, uno dei centri dell’alta val Nure più colpiti, ponte di Bettola allagato, ponte Baberino in parte crollato, cascina allagate, Nure e Trebbia arrivati praticamente in paese, come mai prima d’ora era accaduto. Una bomba d’acqua esplosa in pochi minuti, un evento eccezionale con 330 mm di pioggia caduti in meno di 4 ore. Un evento a cui nessuno sarebbe stato preparato. Nel corso del summit in Prefettura, l’assessore Gazzolo ha confermato la richiesta alla Regione dei due milioni di euro per mettere in sicurezza i territori, le strade interrotte. La stima dei danni, pare di capire, è un’altra questione. Ma i danni non riguardano solo strade e infrastrutture pubbliche, ma anche le abitazioni; centinaia di case allagate, cascine agricole, garage impraticabili, auto distrutte. Chi dovrà rispondere per questo? E’ una domanda che, passata l’emergenza dei primi giorni, in tanti si faranno. Dall’incontro in Prefettura è emersa l’intenzione di fare una stima dei danni una volta messe in sicurezza le zone più a rischio, per poi confrontarsi nuovamente sugli interventi più urgenti.

pontenure sottopasso chiuso

“A PONTENURE NON CI SONO STRUTTURE PER ACCOGLIERE I PROFUGHI”

A Pontenure, al momento, non risultano strutture candidate ad accogliere i profughi che, nelle prossime ore, arriveranno sul nostro territorio. La conferma arriva dal sindaco Manola Gruppi che ha ottenuto rassicurazioni, in questo senso, dalla Prefettura. All’interno del Comune non ci sono strutture con caratteristiche tali da poter partecipare al bando emesso da via San Giovanni per l’ospitalità dei richiedenti asilo. Due settimane fa il prefetto Anna Palombi aveva convocato un incontro con i sindaci dei comuni che non hanno ancora ospitato stranieri; un incontro dal quale, di fatto, non era emerso nulla di concreto se non un nuovo appello ai privati perchè si candidassero a mettere a disposizione strutture per ospitare gli stranieri in arrivo da Bologna. All’incontro con i primi cittadini era seguito un appello del Prefetto direttamente ai privati perchè si facessero avanti. Appello che, a quanto pare, nessuno ha colto: anche a Sarmato, dove il sindaco Anna Tanzi ha inviato una lettera ad alcuni titolari di strutture, nessuno si è candidato, a Rottofreno il sindaco Raffaele Veneziani non ha avuto alcun riscontro. Ad oggi i richiedenti asilo sono ospitati a Piacenza, tra Caritas e strutture private, Calendasco, Coli, Ponte dell’Olio, Gragnano, Rivergaro, Vigolzone, Pianello, Gropparello, Bettola, Monticelli, Castell’Arquato e Alseno.

profughi prefettura

QUANDO AI MIGRANTI SI OFFRE UNA POSSIBILITA’

Sonko e Alfa sono due dei venti ragazzi per lo più arrivati dalla Gambia a Piacenza nel novembre scorso. Sono una parte del nutrito gruppo che nell’autunno scorso è arrivata in città, da migrante. Oggi, grazie al percorso di formazione conseguito con la scuola edile, sostenuto dal Comune e dalla Prefettura, hanno un diploma da intonacatore e pittore. Un pezzo di carta, è vero, ma che significa molto. Significa la possibilità di andare alla ricerca di un lavoro, dopo sei mesi di permanenza in Italia, significa aver ottenuto una qualifica e un impegno portato avanti e concluso. Questi venti giovanissimi, tra i 18 e i 20 anni, che faticano a parlare in italiano, si sono impegnati nel rifacimento della facciata esterna dell’asilo nido della Besurica. “Sono molto contento di quello che ho fatto – dice a fatica Alfa che arriva dalla Gambia – mi sono trovato bene a Piacenza e non ho trovato difficoltà”. “Il percorso che portiamo avanti come Ente di formazione Scuola Edile – spiega il presidente Filippo Cella – è quello far fronte, insieme a Comune e Prefettura, all’emergenza profughi offrendo loro la possibilità di acquisire competenze specifiche per un eventuale inserimento nel mondo del lavoro”. Il vice prefetto aggiunto Roberta De Francesco si è rivolta ai ragazzi: “tra di voi ci sono storia di sofferenza, molti di voi vogliono lasciare l’Italia per la Francia. Da oggi avete in mano un diploma che vale più del denaro, perchè vi da una qualifica, cercate di farne buon uso”. Questo percorso di formazione, iniziato quasi un anno fa dal comune di Ponte dell’Olio dove sono arrivati nell’agosto scorso 15 profughi, ha un senso soprattutto se finalizzato a rendere occupati questi giovani in azioni utili alla collettività e ad offrire loro le prime competenze di un mestiere.

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CGIL: PRESIDIO IN PREFETTURA CONTRO IL JOB ACT

La Cgil si mobilita contro il Job Act. Giovedì 28 maggio è previsto un presidio davanti alla Prefettura a sostegno della proposte che il sindacato avanza per un cambiamento delle politiche sociali ed economiche del Governo. Nel volantino che promuove la manifestazione, si legge che “dove non ancora effettuato rimane proclamato un pacchetto di 4 ore di sciopero in tutti i settori da indire e gestire entro la fine di maggio da parte delle singole RSU anche in relazione a specifiche problematiche aziendali e anche per favorire la partecipazione dei lavoratori alle iniziative programmate”. “La crisi sociale ed economica prosegue e produce effetti pesanti per i lavoratori ed i pensionati di questo Paese – scrive la Camera del Lavoro di Piacenza – la mancanza di un vero progetto industriale e di sviluppo, i provvedimenti governativi in materia di lavoro, la restituzione solo parziale e insufficiente ai pensionati di quanto ingiustamente tolto con il blocco delle rivalutazioni delle pensioni, confermano le motivazioni delle nostre mobilitazioni culminate con lo sciopero generale del 12 dicembre 2014”. la Cgil chiede: la cancellazione del Job Act con un nuovo statuto dei lavoratori, il rilancio di un piano del lavoro, finanziamento per un piano straordinario dell’occupazione, di riformare il sistema previdenziale, cambiare la riforma della PA, rivedere il disegno di legge di riforma della scuola, rinnovare i Contratti Nazionali (pubblici e privati)

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