A PIACENZA SI FANNO MENO FIGLI E SI VIVE PIU’ A LUNGO

Bassa natalità e popolazione che invecchia sempre di più. In altre parole: si fanno meno figli e ci sono sempre più anziani. E’ uno dei dati che emerge con più forza dall’annuario statistico presentato dall’amministrazione con l’ausilio del professor Enrico Fabrizi, docente di Statistica Economica alla Facoltà di Economia e Giurisprudenza dell’Università Cattolica di Piacenza. Se nel 1964 i nati erano 1623 e i morti 99, nel 2014 la situazione è completamente ribaltata: i nati sono stati 866 e i morti 1147. “Alla natalità attuale – spiega il prof. Fabrizi – siamo arrivato per affetto di una prolungata riduzione delle fecondità: il tasso di fecondità totale si è arrestato nel 2014 a 1.46, ben lontano dal livello 2, che è quello che serve perchè una generazione si in grado di sostituire la precedente”.

Per quanto riguarda gli stranieri a Piacenza e il loro ruolo, se ne contano 18.600 residenti: 2% degli anziani ever 65, 22% della popolazione in età lavorativa, 34% dei giovani e 37% dei neonati. In tutto 28 nazionalità differenti composte da almeno 100 persone ciascuna. “Gli immigrati – ha spiegato Fabrizi – hanno contribuito molto alla natalità, soprattutto nel decennio scorso, quando per molti di loto la posizione si è regolarizzata”.

Altro capitolo analizzato quello dei matrimoni: nel 1963 se ne contavano 7.09 matrimoni ogni 1000 abitanti, nel 2010 2.13 ogni 1000 abitanti. “I piacentini si sposano meno e quando lo fanno hanno raggiunto un’età più matura rispetto alle generazioni precedenti al compimenti dello stesso passo – spiega il docente delle Cattolica – nel 2014 sono stati celebrati a Piacenza 238 matrimoni, un pò più del minimo storico di 219 (2011) ma molti meno dei livelli degli anni 80/90, ben sopra i 300”.

Questo quadro implica sfide importanti per il territorio: una popolazione sempre più anziana necessita di assistenza e cura. La bassa natalità è una tendenza difficile da evitare. Il futuro è strettamente legato alla capacità di accogliere le nuove generazioni, per questo all’interno dell’annuario vi è un capitolo dedicato. “Partendo dalla prima infanzia, 601 bimbi frequentano un nido, si tratta del 23.1% dei bimbo tra 0-2 anni, percentuale più bassa rispetto alla media regionale che però è la più alta d’Italia. Scuole materne ed elementari raccolgono rispettivamente 2570 e 4347 alunni e sono in prima linea per quello che riguarda l’inclusione sociale. Sono 9356 studenti nelle scuole superiori: 49.5% nei licei, 50.5% nei tecnici e professionali”.

Capitolo sicurezza: numero dei reati denunciati nel 2014 è stato 7085 in calo del 12% rispetto al 2013 che aveva fatto registrare un valore più alto rispetto agli ultimi 10 anni. Anche l’ambiente suscita preoccupazione, soprattutto per quanto riguarda l’inquinamento. “se consideriamo la concentrazione di particolato PM10 nell’aria, possiamo considerare come essa abbia superato la soglia di 50ug/m3 in 38 giorni nella stazione di traffico di via Giordani, 44 e 50 volte nelle stazioni periferiche di via Ceno e di Gerbido. Valori tutti al di sopra del tetto di 35 superamenti annui previsto dalla legge. Si tratta di valori per fortuna di molto inferiori a quelli, abbastanza drammatici, registrati fino a pochi anni fa: nel 2011, per le stesse centraline e lo stesso inquinante i superamenti erano stati rispettivamente 81, 74 e 79. Qualcosa è sicuramente stato fatto in tema di riduzione delle emissioni, ma occorre sempre cautela nell’interpretare i trend evolutivi delle concentrazioni di inquinanti”. 

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