HAJAR: “UNA GUERRA NON PUO’ ESSERE SANTA”

E’ venerdì il giorno della preghiera, pochi giorni dopo l’attentato al settimanale satirico parigino. I musulmani della comunità piacentina arrivano alla spicciolata intorno alle 12.30, alcuni di loro hanno chiesto, come ogni settimana, un permesso dal lavoro. Il luogo è il Centro Culturale sulla Caorsana, non una moschea, ci tengono a precisare, anche se della struttura hanno voluto richiamare alcuni simboli. Gli uomini si riuniscono da una parte, le donne e i bambini dall’altra. Lì pregano, fanno riunioni, organizzano attività, corsi in lingua araba per italiani. Nel corso della preghiera, una parte della quale tradotta anche in italiano, l’imam è tornato sull’attentato terroristico di Parigi condannandolo senza riserve. Una condanna che arriva anche dai più giovai, che rispondono alle nostre domande senza nascondersi, con estrema semplicità. Hajar, ha 20 anni, è una studentessa, è la coordinatrice dei giovani musulmani della Comunità islamica di Piacenza e provincia. I primi sentimenti verso la strage di Charlie Hebdo sono rabbia e indignazione.

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