E’ stata un’affluenza alta quella per l’elezione della nuova Provincia che ha visto arrivare, al seggio allestito presso l’ente di via Garibaldi, 507 amministratori sul totale di 583, pari all’86,96%. Francesco Rolleri, unico candidato della lista del centro sinistra, è il nuovo Presidente. Per lui hanno votato 505 amministratori, per l’elezione del nuovo consiglio i votanti sonio stati 507. L’elezione è stata suddivisa per fasce di comuni in base al numero di abitanti: fascia azzurra (fino a 3mila abitanti) affluenza del 82,2%, fascia arancione (fino da 3mila e 5mila abitanti) affluenza del 88%, fascia grigia (da 5mila a 10 mila abitanti) affluenza del 89,51%, fascia rossa (da 10mila a 30 mila abitanti) affluenza del 95,74%, fascia viola (da 100mila a 250mila abitanti – Comune di Piacenza) affluenza del 90,9%.
E’ il giorno delle elezioni provinciale, quelle che consacreranno un nuovo presidente, un nuovo consiglio, in cui a votare, però, per la prima volta, non sono i cittadini. Sono elezioni di secondo livello, che costringono i cittadini a fare un passo indietro, perchè a scegliere saranno gli amministratori. I 48 sindaci dei comuni, i consiglieri uscenti e quelli comunali (583 complessivamente) avranno il compito di eleggere il nuovo presidente e i nuovi consiglieri. Per la verità il candidato alla poltrona dell’ente di via Garibaldi è solo uno, Francesco Rolleri, sindaco di Vigolzone sostenuto dal centrosinistra nella lista “Provincia Unita”. Il centrodestra invece è spaccato in due con altrettante liste: Forza Italia, NCD e UDC con la lista “Popolari Piacentini” , Lega Nord e Fratelli d’Italia con “Piacentini per il nostro futuro”.
E’ stato un congedo informale quello che il presidente Trespidi ha riservato ai colleghi amministratori e ai cittadini a pochi giorni dalla rinnovo della nuova Provincia. Un saluto che non è stato un elenco delle cose fatte e ancora da fare. Un discorso breve intervallato da due video; uno di immagini dei momenti più significativi dei cinque anni appena trascorsi, l’altro che ha riassunto l’azione amministrativa dal giorno dell’elezione l’8giugno 2009. Immancabile il “libretto rosso” consegnato a tutti i presenti. Poi spazio ai primi cittadini di Fiorenzuola Giovanni Compiani, di Pianello Gianpaolo Fornasari e Castell’Arquago Ivano Rocchetta e a Don Pietro Cesena parroco di Borgotrebbia. Nel suo discorso Trespidi ha puntato sul metodo “uno sguardo sulla realtà che veramente guarda quello che c’è -ha detto – con un desiderio sincero di conoscere, di approfondire le cose”. Come deve essere ricordata la Provincia di Piacenza? “Come una istituzione che ha dato ta to alla propria comunità – ha detto – valorizzando un metodo: il dialogo, il confronto leale e schietto ma sempre aperto a tutti. Non si chiude una parentesi – ha concluso – ma la storia va avanti fatta di uomini che camminano lì dove sono chiamati ad essere”.
A pochi giorni dal termine del mandato il presidente Massimo Trespidi snocciola dati e soprattutto cifre. Cifre importanti per il futuro dell’ente e soprattutto del territorio. “Una Provincia in azione” è lo slogan che ha coniato in occasione della presentazione del piano per le opere pubbliche per il biennio 2015/2016. In tutto ci sono 8milioni 500mila euro per interventi già stanziati, che nulla hanno a che fare con il tesoretto di 7milioni di euro. Questo perchè la giunta ha approvato entro il 15 ottobre il piano delle opere in modo da consentire al nuovo consiglio l’approvazione del bilancio di previsione entro il 31 dicembre 2014. “Chi viene dopo di noi – ha detto Trespidi – è nelle condizioni di approvare il bilancio del 2015 entro quest’anno”. Il piano deve restare a disposizione 60 giorni per modifiche in modo da essere poi allegato al bilancio. Per il 2015 l’amministrazione ha stanziato 3milioni 700mila euro. Tra gli interventi più consistenti c’è la rotatoria sulla strada provinciale 12 nel comune di Alseno per 1 milione di euro, 950mila euro la rotatoria sulla provinciale 28 di Gossolengo e 500mila euro sulla provinciale del Penice nel comune di Bobbio. Per il 2016 sono stati stanziati 4milioni 800 mila euro, di cui 850mila sulla provinciale di Carpaneto, 650mila per la messa in sicurezza dell’incrocio di Polignano nel comune di San Pietro in Cerro, 700mila euro per la realizzazione del ponte ciclopedonale sull’Arda nel comune di Villanova.
Sotto i nostri piedi c’è una città nascosta. Sembra incredibile, eppure è così. Sotto l’asfalto di piazza Sant’Antonino, una trentina di centimetri, ci sono i resti medievali della cappella di santa Lucia e dei sepolcreti, ad esempio. In pochi sapranno che in piazza Duomo, sotto la colonna della dell’Immacolata, esistono, nascosti, i mosaici e i resti del Battistero paleocristiano rinvenuti nel 1857. Una storia sepolta che tanti cittadini vorrebbero riportare alla luce, sull’onda di quanto è accaduto con la demolizione di palazzo ex Enel, o meglio, di quello che era. Sotto una soletta di cemento giacciono resti dell’anfiteatro e delle mura civiche repubblicane. Perchè Piacenza vuole rinunciare a queste ricchezze che fanno la storia della città? Se lo sono chiesti l’associazione Archistorica e il gruppo di ricerca Piacenza Romana che hanno organizzato un incontro pubblico per mostrare come altre città, nelle stesse condizioni di Piacenza, hanno operato. A Lucca dal 2012, dopo un paio d’anni di lavori, esiste un sito archeologico Domus romana Casa del Fanciullo sul Delfino. Nel corso degli scavi a palazzo Orsucci, per la realizzazione di un luogo dove degustare prodotti tipici mediterranei, sono stati rinvenuti resti romani che il proprietario ha voluto riportare alla luce.
E’ una corsa ad ostacoli quella che hanno affrontato in questi mesi Comune, Provincia e Confindustria per ottenere un collegamento ferroviario di qualità tra Milano e Piacenza. Un collegamento efficiente in vista di un evento di portata mondiale quale è Expo 2015 che, a sei mesi dall’avvio, non c’è ancora. O meglio ci sarebbe stato se il progetto, di cui si parla da tre anni, non avesse subito stop forzati in particolare dalla regione Lombardia. Il rischio? Quello di ospitare i visitatori di Expo su treni che oggi hanno 50 anni, carrozze di vecchia concezione, parecchio datate, che segnarono una vera svolta nel mondo ferroviario, ma negli anni 60. A luglio sindaco dosi, presidente Trespidi e presidente Bolzoni erano convinti di essere arrivati ad una proposta di giusto compromesso che prevedeva: il coinvolgimento dell’azienda ferroviaria regionale Tper, l’utilizzo di due nuovi treni noleggiati dalle ferrovie svizzere, l’aggiunta di 7+7 corse al giorno verso Milano Centrale con arrivo a Rogoredo in circa 35 minuti, la sostituzione di tutti i treni del 1965 con altri meno vecchi, più efficienti, più capienti prima di Expo e per sempre dopo Expo e l’esecuzione di questo servizio per 12 mesi. Tutto questo però è stato completamente messo in discussione nell’incontro del primo agosto scorso alla regione Lombardia: 4 corse in più in una direzione con treni noleggiati, 8 corse sempre con treni noleggiati in sostituzione dei vecchi esistenti, mantenimento di 12 corse con i mezzi del 1965, servizio fatto solo per il periodo dell’Expo e quindi solo 6 mesi, percorso lento con fermata in tute le stazioni e tempo di percorrenza di 50 minuti, cancellazione dell’impegno espresso dall’assessore lombardo Del Tenno per una partecipazione ai costi. Proposta semplicemente irricevibile.
E adesso cosa si devono aspettare i piacentini? Una ennesima proposta al ribasso? Salutare per sempre l’idea di avere a disposizione dei 2700 pendolari una linea ferroviaria di qualità al pari di altre città del nord distanti dal capoluogo lombardo come Piacenza? Il presidente Trespidi punta ai vertici di Expo con cui bisogna aprire una fase di dialogo e al comune di Milano.
Il consigliere di Fratelli d’Italia Tommaso Foti esorta gli amministratori ad un gesto eclatante come le dimissioni di massa, ecco il testo: E’ assurdo e, al tempo stesso, vergognoso: Piacenza, nonostante la sua vicinanza a Milano, rischia di continuare a non avere un collegamento veloce con il capoluogo lombardo. Eppure di Piacenza per Expo ci sarà bisogno, eccome. Di fronte ad atteggiamenti dilatori, nonostante la piena disponibilità piacentina, ribellarsi è giusto “, lo sostiene Tommaso Foti, consigliere comunale di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale.” Il presidente Trespidi, il sindaco Dosi e il presidente di Confindustria Bolzoni hanno fatto bene a continuare ad insistere per avere il collegamento. Ora – continua la nota – va posta in essere qualche clamorosa azione per obbligare anche il Governo ad intervenire. Le ferrovie sono degli italiani, che le mantengono con le proprie tasse, e – quindi – anche dei piacentini, non certo delle Regioni. Tanto più che il federalismo ferroviario fa veramente pena.” ” Expo 2015 a Milano non è frutto del caso, ma dell’impegno e delle risorse stanziate dai Governi che, negli ultimi anni, si sono succeduti. Piacenza – aggiunge Foti – non può continuare a restare l’ultima provincia dell’impero per l’Emilia-Romagna e la figliastra per la Lombardia. Certo, se fossimo collocati in quest’ultima Regione, il problema non sussisterebbe. Ma il fatto che non sia così non è una buona giustificazione per tenerci nell’isolamento.”” Di essere solo ascoltati i piacentini sono stufi: o qualcuno interviene e consente, seppure in una situazione di grave ritardo, che il collegamento veloce Piacenza-Milano sia istituito – conclude l’esponente di Fratelli d’Italia- Alleanza Nazionale – oppure dimettiamoci tutti in massa: sindaci, consiglieri comunali ed assessori. Una volta tanto, facciamo una battaglia per Piacenza a testa alta.”
Sono giorni di lavoro intenso quelli che separano il neo presidente della Fondazione Massimo Toscani dal prossimo consiglio generale fissato per il 20 ottobre. Nonostante le intenzione di lavorare in un clima collaborativo nell’interesse comune, la composizione del cda qualche fibrillazione inevitabilmente la porta. Sedersi nel consiglio di amministrazione pare un’ambizione di molti. Il notaio Toscani sta cercando una quadra che sembra vicina. Il numero dei componenti del cda da sei dovrebbe passare a sette, non otto come inizialmente si ventilava, questo probabilmente per garantire un ingresso in un primo momento escluso. Secondo i ben informati la squadra di Toscani sarebbe praticamente pronta, a parte qualche nodo da sciogliere; come quello di Stefano Pareti che, appoggiato dal consigliere Giorgio Milani, avrebbe l’ambizione di entrare a far parte anche del nuovo cda. Così come l’altro nodo che riguarda il rappresentante dei vigevanesi che vorrebbero riproporre De Candia. Confermata la volontà di tagliare in modo significativo i compensi di presidente e consiglieri di amministrazione.
Un rebus che il presidente Toscani ha ancora qualche giorno per risolvere prima di cominciare a lavorare per la “nuova” Fondazione.
Sono Massimiliano Bariola, Paolo Piraino, Alexandre Ernst e Roberto Tramelli. Giovani piacentini che hanno fatto dell’innovazione e della creatività il loro brand. Sono i vincitori della Start Cup Piacenza 2014 l’evento creato grazie al Comune, Piacenza Expo e Camera di Commercio. A questi quattro ragazzi e ai loro team insieme a tanti altri giovani neo imprenditori abbiamo dedicato una pagina web all’indirizzo startcup2014.zero523.tv che racchiude brevi presentazioni delle idee d’impresa, pitch da 90 secondi, ma anche l’intervento di Emil Abirascid direttore di alcune periodici che si occupano di innovazione e start up.
Iscrizioni a picco, primarie flop, minoranza in subbuglio. Il Partito Democratico, non solo piacentino, a poche settimane dalle elezioni regionali il clima non è propriamente disteso. Alle primarie per la scelta del candidato presidente alla regione, conquistate da Stefano Bonaccini, l’affluenza è stata de record, in senso negativo, mai così bassa negli ultimi anni. Le tessere degli iscritti sono calate paurosamente, tanto che l’ex segretario Bersani ha messo in guardia l’attuale classe dirigente del partito dal rischio di un collasso. A livello locale ha preso ufficialmente il via la campagna elettorale in vista del 23 novembre. Dopo il ritiro dalla competizione di Elisabetta Rapetti, sono rimasti in pista per entrare in consiglio regionale, senza bisogno delle “primariette”, Paola Gazzolo già assessore regionale, Katia Tarasconi, Alessandro Ghisoni e Gianluigi Molinari. Proprio sulle scelte dell’attuale segretario provinciale si sta consumando la frattura interna. Molinari infatti ha deciso di non autosospendersi nel corso della campagna elettorale e neppure di optare per l’ordine alfabetico dei candidati, sarà il segretario a guidare il gruppo dei piacentini. Due decisioni che hanno fatto infuriare la minoranza del partito. Molinari si autosospenderà solo dalle attività pubbliche che riguardano le elezioni regionali e il suo nome sarà a capo della lista. La maggioranza difende le scelte del segretario: è giusto che guidi, anche in questa circostanza, il gruppo piacentino. Accuse pretestuose che riportano a galla vecchi livori e vecchi rancori da parte di chi, fino a poco tempo fa, era la maggioranza del partito? Alla fine il risultato è lo specchio del quadro nazionale: unaevidente divisione interna.
Dopo un paio d’anni l’idea del presidente di Confindustria Emilio Bolzoni è diventata realtà. L’idea di un asilo nido a servizio delle mamme e dei papà che lavorano in azienda oggi non è più solo sulla carta, si chiama Magica Bula e si trova a Gariga di Podenzano. La struttura, inaugurata 11 anni fa, ospita 32 bambini da 0 a 3 anni, 7 posti sono riservati ai bambini dei Casoni. A questi, nella primavera del 2015, si aggiungeranno altri 12 posti nella palazzina a lato oggi in fase di costruzione avanzata. Questi 12 posti saranno riservati ai bambini i cui genitori lavorano nella zona industriale di Gariga. Un vero e proprio nido aziendale, ma c’è una novità in più che da alla struttura un primato nazionale.
I bimbi dei lavoratori delle aziende dei Casoni che aderiranno all’iniziativa, residenti nei Comuni di Podenzano, Piacenza, San giorgio e Carpaneto, potranno fare domanda di ingresso all’asilo nido. Il Comune di Podenzano si è infatti impegnato a riservare 12 posti ai dipendenti delle aziende del territorio. Le tariffe saranno agevolate anche per le mamme e i papà delle aziende di gariga che risiedono in comuni differenti da Podenzano. Le aziende, su base volontaria, contribuiranno ad abbattere la quota che i loro lavoratori dovranno sostenere.