VACCINAZIONI, “PIACENZA ISOLA FELICE”

Le Regioni sono d’accordo: inserire nel piano nazionale di prevenzione vaccinale anche la possibilità di non ammettere nelle scuole i bambini che non siano in regola con il libretto delle vaccinazioni. In sostanza, l’obbligo di vaccinazione per i bambini che frequentano le scuole. Gli assessori alla Sanità delle regioni italiane lo hanno deciso all’unanimità, ora la scelta passerà al vaglio della Conferenza Stato Regioni in programma nei prossimi giorni. Una decisione che si è resa praticamente obbligata dopo l’allarme lanciato dall’Istituto Superiore di Sanità sull’aumento delle famiglie che rinunciano all’immunizzazione, soprattutto se questa è ‘solo’ raccomandata. Piacenza, storicamente, è una delle realtà che registra percentuali più alte di bambini vaccinati rispetto alla regione emilia romagna. Per la vaccinazioni obbligatorie la percentuale arriva al 95%, la più basa si registra con il morbillo che comunque si attesta al 91,9%. “Piacenza da questo punto di vista è un’isola felice” concordano Anna Milani, responsabile servizio vaccinazioni Asl di Piacenza e Ilario Maffini pediatra – insieme a Ferrara siamo la realtà che registra un numero alto di bambini vaccinati. La preoccupazione arriva quando la percentuale scende al di sotto del 90%”.

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UN MESE FA LA GRANDE ALLUVIONE, I CITTADINI VOGLIONO RISPOSTE

Un mese fa mezza provincia era alle prese con il fango e la melma dell’alluvione.  Maniche rimboccate, schiena dritta, abitanti e volontari al lavoro per riportare alla normalità tutto ciò che la piena ha travolto con la sua furia. Il fango non è più sulle strade è vero, ma c’è ancora tanto da fare. In Val d’Aveto ci sono ancora strade bloccate, Farini è ancora in ginocchio anche se la reazione degli abitanti è stata esemplare. Il Governo ha dichiarato lo stato emergenza stanziando 10 milioni di euro, la Regione ne ha messi a disposizione 5, altri 9,5 arrivano dallo sblocco del Patto di Stabilità dei comuni. Ma il bilancio di quello che è accaduto pesa come un macigno: due morti, un disperso, danni per 72 milioni di euro, oltre 200 aziende gravemente danneggiate, strade ancora impercorribili, ponti crollati come quello di Baberino. La strada di Recesio, crollata per la forza devastante del Nure, oggi è un cantiere; il torrente quasi non si vede, è stato spostato verso il monte per permettere alle ruspe di lavorare alla ricostruzione. Ma quello che preoccupa di più i cittadini è sapere se e quando verranno risarciti dai danni subiti. I fondi messi a disposizione da Stato e Regione saranno destinati, per lo più, alla ricostruzione degli argini. In questa fase post emergenza, la politica svolge un ruolo fondamentale, la ricostruzione dipende, in gran parte, dalle scelte che il sistema paese, e in più in piccolo le amministrazioni, decideranno di adottare.

rp_bETTOLA-PONTE-ALLUVIONE-300x169.jpgrp_ALLUVIONE-VOLONTARI-300x224.jpgbettola alluvione 2bettola strada crollata

NUOVO OSPEDALE, CE N’E’ BISOGNO?

L’annuncio è di quelli spiazzanti. L’assessore regionale alla sanità Sergio Venturi, nella sua visita piacentina, ha annunciato che la regione nei prossimi cinque anni investirà su due tre ospedali, quelli che più ne hanno necessità, tra cui quello piacentino. Un nuovo ospedale che si traduce in una nuova struttura? Viene da chiedersi: ma il nosocomio di Piacenza necessita di maggiori spazi rispetto a quelli attuali oppure si tratta di una modernizzazione dei luoghi? Riflessioni che davanti ad un annuncio di questo tipo ci sembrano doverose. Certo il tema porta con sè il recupero di spazi lasciati vuoti, e la mente corre alle ex caserme militari in via di dismissione che torneranno alla città. Ma i luoghi non mancano neppure all’interno dell’area che ospita attualmente l’ospedale, antichi chiostri del 400 oggi utilizzati come magazzini.

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MENU’ SPECIALE NELLE SCUOLE PER LA GIORNATA MONDIALE DELL’ALIMENTAZIONE

Anche il Comune di Piacenza celebra la Giornata Mondiale dell’Alimentazione attraverso un menu speciale che ricordi i principi cardine su cui si fondano le scelte alimentari operate nella scelta degli alimenti da destinare alle preparazioni nelle mense cittadine, ovvero prodotti di filiera corta a km 0, biologici ed equo solidali. L’importanza, in una giornata come quella del 16 ottobre, di avere in mensa prodotti locali consente di sostanziare il concetto di vicinanza geografica tra produzione e consumo. Il “cibo locale” viene inteso come motore innovativo delle relazioni sociali e culturali, che contribuisce alla strategia di sviluppo dell’area, collega le aziende all’economia ed al sistema territoriale. Un menu così strutturato sostiene il territorio e l’agricoltura locale, le mense scolastiche diventano un’opportunità non solo per il benessere dei bambini e dei ragazzi, ma anche per promuovere nuova economia sul territorio con vantaggi per tutta la comunità. Le aziende agricole che mantengono efficiente il suolo contribuiscono dunque in maniera sostanziale alla sicurezza della casa comune e delle persone che vi abitano e vi lavorano. I prodotti locali sono latte, yogurt, carne bovina, pollo, passata di pomodoro e ricotta, biologici, grana padano, provolone e coppa dop, pane, pizza, carne suina, pomodori pelati, mozzarella, zucca, cipolle, patate, susine, verza, finocchi, mele e pere. Nelle mense delle scuole cittadine venerdì verranno serviti: risotto alla zucca bertina, crocchette primavera con patate di Mareto, verza, mele e pere. Tra l’altro quest’anno la giornata assume un aspetto ancora più importante perchè in concomitanza con l’Expo di Milano dove arriverà il Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon che parteciperà ad una significativa cerimonia il cui tema sarà “Protezione sociale e agricoltura per spezzare il ciclo della povertà rurale”.

frutta verdura

COMMISSIONE INCHIESTA ALLUVIONE: TRE MESI PER ACCERTARE EVENTUALI RESPONSABILITA’

Tre mesi per redigere una relazione, stabilire le falle di un sistema che non ha funzionato ed, eventualmente, avanzare delle proposte di modifica. E’ quanto di pone di fare la commissione speciale d’inchiesta per far luce su eventuali responsabilità nell’alluvione che ha colpito Roncaglia. Il presidente Paolo Garetti, affiancato dai vice Rino Curtoni (PD) e Andrea Gabbiani (M5S) convocheranno in audizione le figure coinvolte tra Comune di Piacenza, Regione, Autorità di Bacino e Prefettura per capire cosa è affettivamente accaduto e sarebbe dovuto succedere. “Alla fine delle audizioni che occuperanno tra le 4 e le 5 settimane – ha detto Garetti – stenderemo una relazione per mettere in luce eventuali distorsioni, lo stato di controllo del territorio (in questo caso del torrente Nure), accertando se sussistono eventuali responsabilità e in capo a chi. Una volta stabiliti questi punti – continua Garettti – potremmo anche chiedere di apportare delle modifiche ai regolamenti attualmente in vigore”. Ad esempio i mezzi utilizzati per diramare gli allarmi: fax in ufficio spesso vuoti (se l’emergenza si verifica nelle ore notturne), sms o mail. Nella prossima seduta di commissione verranno ascoltati il sindaco Paolo Dosi e il Gaetano Fedele responsabile dei Servizi di Protezione Civile.

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“PROVE DI AUTONOMIA”, PRONTI GLI APPARTAMENTI

Si chiama appartamento delle autonomie: è uno spazio dove giovani e adulti affetti da medie e lievi disabilità possono sperimentare cicli di week end di convivenza. I fine settimana si svolgeranno dal sabato mattina alla domenica sera, a gruppi di 4/5 utenti, con la supervisione e l’accompagnamento di un educatore alternato a volontari. Il progetto “Prove di Autonomia” è promosso dal Comune di Piacenza e gestito da tre Cooperative sociali (Aurora Domus, Assofa, Il Germoglio Due). L’arredamento è stato messo a disposizione da Ikea Italia Distribution srl nell’ambito delle iniziative 2015 a supporto di associazioni non profit. “L’obiettivo del progetto è quello di migliorare il funzionamento e la qualità di vita dei ragazzi – ha spiegato l’assessore Cugini – con i sostegni necessari ad acquisire la maggiore autonomia possibile. Dare la possibilità a giovani con disabilità di sperimentarsi in un ambiente accogliente, funzionale ed esteticamente piacevole è un intento più che lodevole. E il risultato di questa significativa collaborazione è ora davanti agli occhi di tutti”.

ZURLO: “CARCERE, REALTA’ LONTANA DALLA COSCIENZA DELLE PERSONE”

“Quella del carcere è una realtà lontana dalle coscienze delle persone che ha bisogno di farsi conoscere”. A dirlo è la direttrice della casa circondariale di Piacenza Caterina Zurlo. Iniziative come quelle organizzate in occasione del Concorso Parole oltre il muro – Stefania Manfroni hanno l’obiettivo di parlare al mondo fuori, di spiegare, di descrivere la realtà del carcere. “Il programma di quest’anno spalmato su tre giorni – spiega Zurlo – fa sì che si conoscano realtà sconosciute e bisognose di aprirsi all’esterno”. Si parte martedì 20 con gli incontri con le scuole superiori della città a cui verrà spiegata la realtà carceraria di Piacenza da parte del Garante dei detenuti, carcere, Caritas, Associazione Verso Itaca, Oltre il muro, La Ricerca. Mercoledì 21 la giuria sceglierà i vincitori del concorso Parole oltre il muro e il giorno dopo, all’interno della Casa Circondariale, Cesare Moreno, fondatore dei Maestri di strada associazione impegnata a promuovere la cittadinanza dei giovani e la partecipazione delle comunità di vita all’impresa educativa, incontrerà i detenuti e le detenute con la proclamazione dei vincitori del premio letterario. “La scelta di invitare Cesare Moreno – conferma la direttrice – è stata molto ponderata; si occupa del recupero scolastico dei ragazzi delle medie, molti giovani. Da mesi, sto notando che arrivano in carcere ragazzi sempre più giovani, anche 18enni. Speriamo che entrare in dialogo con loro, con un modo di parlare sicuramente più consono, possa sortire un effetto maggiore.” Alla carcere delle Novate i detenuti sono 320; al momento il problema del sovraffollamento sembra risolto dopo l’entrata in funzione del nuovo padiglione che arriva ad ospitare fino a 200 detenuti; il vero problema è tenerli occupati, dargli una motivazione soprattutto in regime di celle aperte, spazi in cui i detenuti sono liberi all’interno della loro sezione.

CARCERE INIZIATIVE PRES

ANCHE I LIONS RIUNITI PER I CITTADINI ALLUVIONATI

Anche i Lions sostengono le popolazioni alluvionate. In particolare il Distretto 108-Ib3 (che riunisce i territori di Piacenza, Lodi, Pavia e Cremona) con il governatore Massimo Alberti e lo staff del Dg Team al completo hanno  donato il materiale per interventi di pulizia destinato a Roncaglia, raccolto grazie al contributo di 10 mila dollari che la Fondazione Lions Club International ha erogato per le zone più colite della provincia di Piacenza. Dopo la tappa cittadina, i rappresentanti dei Lions hanno proseguito il loro viaggio di solidarietà, tra le altre località, verso Travo, Cerignale e Ottone. Dagli amministratori comunali arriva il sentito ringraziamento “a nome dei cittadini che hanno vissuto i gravi disagi legati alle recenti esondazioni, nonché dell’intera comunità piacentina. Ancora una volta – sottolineano il sindaco Dosi e l’assessore Cugini – i Lions danno prova di grande sensibilità e generosità, nonché di un’encomiabile efficienza nell’agire in modo concreto laddove c’è bisogno di aiuto”. “E’ nostro impegno – ribadisce il governatore Alberti – continuare a collaborare con le istituzioni mettendo a disposizione le nostre competenze e professionalità, nonché attivandoci per ulteriori raccolte fondi che coinvolgeranno tutti e 68 i Club del Distretto”.

Lyons alluvioneLyons alluvione gruppo

LATTE MATERNO NEGLI ASILI NIDO, A PIACENZA ORA SI PUO’

Allattare e lavorare si può, da oggi anche a Piacenza. Le mamme, che torneranno al lavoro, non si troveranno più costrette a rinunciare ad allattare i propri figli nei primi mesi di asilo nido. Questo grazie ad un protocollo sottoscritto tra Asl e Comune, oltre che all’infaticabile opera dell’associazione Essere Mamma, che dalla sua costituzione, giusto un anno fa, ha posto questa tematica tra i suoi principali obiettivi. Se ne è parlato nel corso di una tavola rotonda a Corte Biffi, in una bella atmosfera informale dove i protagonisti sono stati le mamme e i loro bimbi. In pratica le mamme potranno consegnare il proprio latte alle operatrici dei nidi in modo che possa essere somministrato ai piccoli nel corso della giornata anche in loro assenza.

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BARACCHI: “MUSEO DELL’AGRICOLTURA, E’ DAVVERO NECESSARIO?”

E’ stato presentato la settimana scorsa in fase preliminare, e già qualche mal di pancia se l’è portato con sè. Il progetto del museo della meccanizzazione agricola ha creato non poco disagio soprattutto tra gli addetti ai lavori, architetti in primis, che hanno sollevato dubbi e perplessità sulle modalità, tempi e luoghi a cui si è arrivati a questa progettualità. Giuseppe Baracchi, presidente dell’Ordine, si è fatto portavoce di questo imbarazzo, attraverso questa nota:

“Dopo l’articolo in cui si illustrava per giusti sommi capi il Museo Interattivo sull’Agricoltura, non nego che parecchi colleghi architetti mi hanno inviato sms, mail, WhatsApp,messenger, FaceBook (e’ questo il mondo della multimedialità) e altro per manifestare un certo disagio in merito alla notizia. Ora che da più tempo si sapesse di questa “progettualità” non ci sono dubbi, ma ciò che i colleghi hanno fatto notare sono i tempi, luoghi e modalità con cui si è arrivati a tutto ciò. Ho atteso e pensato molto prima di scrivere queste note ma essendo Presidente di Ordine Professionale che comprende tecnici liberi professionisti, professori universitari, tecnici comunali, dipendenti a vario titolo di società, ho l’obbligo di difendere la professionalità di alcuni colleghi e allo stesso tempo farmi portavoce di coloro che esprimono discrete e pacate contrarietà, il tutto nel puro spirito collaborativo e di chiaro ed onesto dibattito culturale.Vedo di porre in linea le criticità espresse:

  1. Uno dei punti riguarda l’incarico assegnato in modo diretto. Certo può essere incarico fiduciario sotto soglia ed ogni riferimento o allusione viene automaticamente cancellata ma i dubbi a molti sono rimasti sulle modalità;

  2. Se incarico (fiduciario o meno, pubblico, privato, misto) sono stati rispettati i parametri di riferimento del D.M. 143/2013 riguardante le tariffe prestazionali per le opere pubbliche?

  3. Con quale criterio e modalità si presenta un progetto su un’area ad oggi non ancora passata al Comune di Piacenza? Non poteva essere fatto un piccolo bando di concorso di progettazione nell’attesa che il bene diventi Comunale?

  4. Perché fare conferenza Stampa in Sala Consigliare per illustrare un progetto su un bene non ancora di proprietà Comunale? Dai messaggi che mi sono giunti è sembrato almeno improprio, certo, il bene vi arriverà con tempi forse anche brevi, ma ad oggi pare non ancora essere di proprietà ed una “pubblicità” gratis ha creato pacati malumori.

  5. Ma è veramente necessario un Museo dell’Agricoltura? Si sono fatti studi sulla reale capacità gestionale del bene? Con quali risorse (ad oggi paiono non esserci) si opererà per la sua realizzazione?

Personalmente invece rispondo pubblicamente ad alcune domande che ponevano dubbi professionali:

  1. Ho l’obbligo/dovere di difendere la professionalità di colleghi che svolgono la loro attività di architetti con decennale competenza;

  2. La presenza di un Consigliere dell’Ordine non ha nessun significato, in quanto la stessa collabora con capacità e professionalità da parecchi anni con lo studio che ha redatto il progetto;

  3. Sarà compito e ruolo dell’Ordine avere sempre più un ruolo collaborativo e propositivo, mai di diniego ma di eventuale critica costruttiva, nelle proposte che l’Amministrazione farà in ambito Urbanistico, ponendosi a servizio per le competenze che può esprimere.

Queste le domande espresse a cui sono seguite alcune precise risposte.

Cosa dire? Nulla di più. La speranza è che una buona volta si esca dalle progettualità “preconfezionate” sotto forma di tesi di laurea, di studi o ricerche universitarie, di progettualità sorte per proporre utilità alla città, spesso proposte con casualità, senza una strategia complessiva di che cosa Piacenza abbia realmente necessità. Piacenza deve si trasformarsi, non a spot ma su progettualità complessiva, d’insieme, sulle reali necessità dei cittadini, non per parti ma attraverso un ascolto che l’Amministrazione sta ponendo in atto. Tanti progetti sono pronti da mesi, ma ancora non vedono la luce. Per pastoie burocratiche, volontà politiche, difficoltà progettuali, di rapporti con enti ed istituzioni, di dialogo tra parti pubbliche e private, di mercato, a cui si aggiungono tempi lunghissimi di progetto e di approvazioni conseguenti. In conclusione, farsi portavoce di colleghi in situazioni come queste è assai difficile e complesso, si rischia o di rompere delicati equilibri, o di iniziare finalmente un vero dialogo di progetto per Piacenza, fattore che per molti Architetti sembra appunto non esserci. Credo che la via stia come sempre nel mezzo, porsi a servizio. L’Ordine cercherà il più possibile di essere collaborativo (come spero stia dimostrando) e non di rottura, gli Architetti possono portare il loro piccolo contributo e su ciò a breve l’Ordine proporrà alcuni temi su cui aprire un dialogo costruttivo”.

MUSEO AGRIC SLIDE2