CALANDRA, NUOVO SEGRETARIO FILLEA CGIL:” PRIORITA’ AL LAVORO”

Filippo Calandra, 42 anni, è il nuovo segretario generale della Fillea Cgil di Piacenza. Il comitato direttivo provinciale del sindacato degli edili lo ha eletto con 20 voti favorevoli e 2 astenuti. “Priorità saranno mantenere posti di lavoro e lottare per tenere aperta RDB a Piacenza. Ma lotteremo anche per attivare il tavolo di trattativa del Contratto integrativo provinciale dell’edilizia, scaduto da ormai troppo tempo”. “Per prima cosa dovremo portare avanti le vertenze aperte e con il massimo impegno per la tutela di tutti i lavoratori – ha detto Calandra – ma ci dobbiamo chiedere quale futuro avrà questo settore e come si uscirà da questa crisi. Prima o poi l’edilizia tornerà a girare, il punto diventa quale settore vogliamo esca dalla crisi. Vogliamo un settore più qualificato e con delle regole chiare, no alla deregulation sfrenata”.

Calandra Carini

EX PERTITE: COMITATO E AMMINISTRAZIONE SULLA STESSA LINEA, PER LA PRIMA VOLTA

Il percorso per la destinazione a verde pubblico dell’area del’ex Pertite dovrà essere più partecipato che mai. Il tavolo a cui si sono seduti assessore Bisotti e membri del comitato parco Pertite va proprio in questa direzione, per evitare, in sostanza, che l’amministrazione tratti con Demanio e Difesa senza che i cittadini ne siano informati. Entrando nel merito l’attività di bonifica dell’area dovrebbe partire a breve e terminare tra la primavera estate del 2016, in cambio il Comune dovrà mettere a disposizione un’area idonea per la prova carri. Insomma tutto lascerebbe pensare, dopo 6 anni dalla nascita del comitato in cui non sono mancati toni aspri contro l’amministrazione, che le cose stiano cambiando. Per la prima volta il comitato siede al fianco dell’amministrazione nell’intento di portare all’interno del Psc l’area interamente a verde pubblico.

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SALUTE PUBBLICA E INTERESSI ECONOMICI, IL CASO CARBONEXT

E’ destinato a diventare un caso, se mai non lo sia già. Un caso nel quale si mischiano interessi economici alla salute dei cittadini che, a dire la verità, dovrebbe avere la priorità su qualsiasi cosa. Per il progetto presentato dal cementificio storico della Val d’Arda, Buzzi Unicem, pare proprio che la cittadinanza abbia sviluppato una notevole sensibilità, testimonianza ne sono la nascita dei comitati sorti spontaneamente e l’interesse intorno a questa tematica. Il progetto prevede la sostituzione di una parte del combustibile fossile tradizionalmente utilizzato con il Carbonext, un combustibile solido secondario derivato da rifiuti solidi urbani, proposta che sta preoccupando, non poco, cittadini, associazioni ambientaliste, titolari di aziende agricole e amministrazioni. Il comune di Lugagnano, portacolori centrodestra, ha portato avanti un iter improntato alla condivisione e alla trasparenza con i cittadini e associazioni ambientaliste, con la richiesta della Vis, la valutazione di impatto sulla salute, corredata da una petizione popolare di oltre 4 mila firme raccolte in tutta la Val d’Arda. “Un iter di trasparenza e chiarezza ci ha contraddistinto da subito – ha detto il sindaco Jonathan Papamarenghi – sena fare populismo non si può barattare la salute con qualunque altro interesse”.

La Vis in Italia non è obbligatoria, ma fortemente caldeggiata dalla Regione Emilia Romagna in attesa che diventi obbligatoria. Il progetto della Buzzi Unicem era stato presentato nel corso di due conferenza dei servizi e corredata da un cospicuo screening. Stando così le cose la decisione finale se concederla o meno spetterà all’ente Provincia.

Ad oggi l’unico strumento che l’amministrazione di Lugagnano possiede per la qualità dell’aria è una centralina posizionata una ventina di anni fa davanti alle scuole che rileva le polveri sottili, non la presenza di metalli pesanti, diossina o ceneri. Buzzi Unicem ha diramato una nota per tranquillizzare la popolazione sulla non pericolosità del Carbonext: “occorre evitare di diffondere falsi allarmi su “emissioni allarmanti” e/o con influenze negative sulla sanità pubblica. Anni di controlli e serie verifiche condotti sul territorio cuneese da ARPA e CNR su impianti che usano da tempo CSS, dimostrano che in Val d’Arda non si avrebbe alcun effetto nocivo per la salute – si legge. E ancora “– La combustione CSS, a temperature fino a 2000° con lunghi tempi di permanenza, non modifica le emissioni attuali e non produce ceneri”. Il comitato spontaneo Basta nocività in val d’arda, composto da circa 25 cittadini delle più svariate esperienze ed appartenenze politiche, chiede più chiarezza proprio in merito al progetto. Il dottor Giuseppe Miserotti, referente locale di Isde, società internazionale dei medici per l’ambiente, non ha mancato, fin dall’inizio di sottolineare l’importanza di ottenere un documento ufficiale come la Vis per valutare l’impatto che il css (Carbonext) avrebbe sulla salute nel tempo, come lo sviluppo di alcune patologie non solo tumorali.

 Il servizio completo con tutte le interviste raccolta nella prossima puntata di A Tutto Tondo 

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ASL: NOMINATI DIRETTORE SANITARIO E DIRETTORE AMMINISTRATIVO

Il nuovo assetto dell’asl, dopo la nomina del nuovo Direttore generale Luca Baldino, si sta delineando. Il neo direttore ha confermato nel ruolo di direttore sanitario il dottor Guido Pedrazzini e nel ruolo di direttore amministrativo, la dottoressa Maria Gamberini. “Pedrazzini e Gamberini mi affiancheranno per i cinque anni di mandato alla guida dell’Azienda piacentina – spiega – e apporteranno un contributo prezioso e necessario per gestire il percorso di innovazione che ci consentirà di affrontare al meglio le sfide che ci attendono. A partire da questa squadra, tramite il confronto con gli interlocutori istituzionali e il coinvolgimento dei professionisti,  l’Azienda dovrà velocemente sviluppare un ampio ventaglio di proposte che consentano di progettare e costruire il futuro della sanità piacentina. Innovazione e capacità realizzativa sono quindi i principali impegni che chiedo ai direttori e a tutti gli operatori dell’Azienda. Il profilo di competenze ed esperienze maturato dai due professionisti è particolarmente adatto a interpretare al meglio tale contesto e a realizzare le linee di mandato che Regione e Conferenza territoriale sociale e sanitaria individueranno per il prossimo quinquennio”.

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SEMINAT, APIMELL, BUON VIVERE PARTENZA CON IL BOTTO

Seminat, Apimell e Buon Vivere hanno fatto il pieno fin dalle primo ore. Il tris di Piacenza Expo che apre la primavera è già un successo, a testimoniarlo il gran numero di visitatori che hanno affollato i padiglioni e visitato i 200 stand presenti per l’edizione 2015. Un’unica mostra mercato divisa in tre proposte di qualità: Seminat per che offre una varietà di piante ornamentali e da frutto, sementi ed attrezzature da giardino: un appuntamento irrinunciabile per trovare occasioni e nuove idee verdi. Interessante anche la proposta dei laboratori di potatura per imparare a conoscere le tecniche che modificano il modo di vegetare e di fruttificare delle varie piante, così come i percorsi informativi legati ai frutti antichi: per riscoprire i frutti di una volta, che, più resistenti alle malattie rispetto alle coltivazioni moderne, richiedono meno trattamenti fitosanitari e possono regalare sapori autentici e genuini. Apimell la fiera di nicchia per gli apicultori con le ultime tecniche più all’avanguardia del settore, un appuntamento annuale per chi ricerca tutte le possibili soluzioni tecniche ed operative per l’allevamento e la cura delle api, la produzione, la trasformazione e il confezionamento dei prodotti dell’alveare. Buon Vivere ospita operatori da tutta Italia, dal Sud Tirolo alla Sicilia, dal Veneto alla Sardegna tutti con prodotti freschi, cucinati sul posto.

Un appuntamento che quest’anno ha goduto anche della visita, in occasione del taglio del nastro, del presidente della Regione Stefano Bonaccini e della sua giunta.

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L’AUTO MUTUO AIUTO CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE

Un gruppo di auto mutuo aiuto che metta al centro le donne vittime di violenza. Anche il Telefono Rosa di Piacenza, grazie al sopporto dell’assessorato alle Pari Opportunità del Comune, ha aderito al progetto promosso dalla Regione. “L’idea è nata all’interno del laboratorio di sartoria attivo da qualche tempo presso il nostro centro antiviolenza – ha spiegato Donatella Scardi responsabile del Telefono Rosa – le donne hanno cominciato a parlare tra loro,. a conoscersi a mettere in comune la loro esperienza e a superarla insieme. Per questo abbiamo deciso di costituire due gruppi di lavoro, formati da 6-7 donne vittime di violenza. Saranno due incontri settimanali di un paio d’ore ciascuno, presso la nostra sede del Telefono Rosa, per un totale di 40 ore”. L’obiettivo è condividere un’esperienza, mettendosi tutte sullo stesso piano “parlare e non sentirsi in colpa per quello che si è subito – spiega l’avvocato Scardi – la donna vittima di violenza non è malata, ma ha bisogno di aiuto per uscire dal tunnel della sopraffazione. Solo così si esce dall’isolamento, attraverso un gruppo che non giudica”. Nel 2014 a livello regionale 3500 donne si sono rivolte ai centri antiviolenza; a Piacenza 236 donne sono state seguite dal Telefono Rosa, 430 le chiamate in un anno. Un dato nuovo, degno di nota, è che 37 sono state le chiamate effettuate da terzi, in particolare i vicini di casa, segno che la sensibilità, anche da parte di chi non è direttamente coinvolto, è aumentata. Il fenomeno delle violenza sulle donne è una triste costante, anche per questo la Regione ha chiesto di ampliare gli orari di accoglienza dei centri antiviolenza. “Non si tratta di un’emergenza – ha specificato l’assessore Giulia Piroli – ma di una realtà che va affrontata con gli strumenti giusti, un vero e proprio fenomeno sociale”.

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A PIACENZA, NEL 2014, RILASCIATE 5000 CERTIFICAZIONI ANTIMAFIA

Le infiltrazioni mafiose arrivano la dove c’è benessere. Ecco perchè negli ultimi dieci anni sono arrivate anche al nord, in particolare Lombardia, Piemonte, Veneto, Liguria ed Emilia Romagna. Certo sono cambiate le modalità cui la mafia si manifesta, che al nord si insinua nelle grandi opere, nei grandi cantieri, in una parola nel tessuto economico. A Piacenza nel 2013 sono stati rilasciati 5005 certificazioni antimafia, di cui 2505 informazioni e 2500 comunicazioni, nel 2014 4095 certificazioni antimafia di questi 1965 informazioni e il resto comunicazioni. Non è stata disposta alcuna interdizione. Il mafioso non indossa più la coppola, oggi si nasconde dietro le sembianze di un imprenditore, non per questo meno pericoloso e potente. “Il mafioso di oggi acquista palazzi, negozi, alberghi – spiega Enzo Ciconte docente di storia delle mafie all’Università Roma Tre e Pavia – è difficile riconoscerlo”. “Per quanto riguarda le competenze regionali, che non sono né giudiziarie, né inquirenti – ha spiegato l’assessore regionale Massimo Mezzetti – l’emilia romagna ha stretto al massimo le maglie di un setaccio impedendo il più possibile le infiltrazioni malavitose. 

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CGIL: CANTIERI SICURI E REGOLARI, STOP APPALTI AL MASSIMO RIBASSO

Appalti e legalità: uno striscione di undici metri all’ingresso dell’autostrada. Il sindacato degli edili della Cgil, Fillea e la Cgil di Piacenza hanno fatto sentire – e vedere – la loro protesta. L’iniziativa si inserisce nel quadro della campagna Cgil che in Emilia-Romagna punta su legalità, trasparenza, sicurezza, lotta al lavoro nero legato al sistema degli appalti. “A Piacenza abbiamo già raccolto 350 firme per l’iniziativa di legge che vuole mettere il sistema degli appalti al sicuro da infiltrazioni mafiose e rimettere al centro la dignità del lavoro – ha spiegato il segretario generale Gianluca Zilocchi, presente ieri insieme al segretario organizzativo Ivo Bussacchini all’iniziativa svolta in contemporanea con Parma e Bologna -. Il 13 marzo – hanno anticipato – avremo in Camera del Lavoro un momento di confronto e dibattito molto importante su appalti e legalità”. “L’Italia ha bisogno cantieri sicuri, dove sia impossibile trovare lavoratori in nero – ha detto Filippo Calandra di Fillea Cgil Piacenza – negli appalti pubblici dobbiamo dire basta alla logica delle offerte al massimo ribasso, perché dietro certe offerte è chiaro che si annidano sfruttamento e irregolarità se non, come è stato dimostrato da recenti inchieste, la mano della criminalità organizzata”.

FILLEA CGIL

ALBERGO ROMA, QUANDO LA PROFESSIONE ENTRA NELLA VITA. A TUTTO TONDO

Quando nella propria professione ci si mette l’anima, diventa parte della vita. Così è stato per Piero ed Elena Prati titolari, ancora per pochi mesi, del grande Albergo Roma. Le uniche certezze in tutta questa storia, che ha avuto ampia risonanza in città, sono l’uscita di scena dei due storici gestori e il fatto che la struttura continuerà a mantenere la stessa destinazione d’uso, cioè continuerà ad essere il grande Albergo Roma, evidentemente con una gestione differente. Parecchie le incognite sia dal punto di vista occupazionale per i 22 dipendenti che su chi subentrerà. Ma la crisi è la crisi e l’albergo roma non è altro che grosso negozio che offre servizi, utilizzando le parole di Piero Prati “siamo commercio e il commercio soffre”.

Chi pare non soffrire sembrano le attività gestite da cinesi. O almeno sembra, a giudicare dal numero sempre crescente di nuove attività. Nel 2014 sono state 132, nel 2004 appena 48. Gli occhi a mandorla per lo più privilegiano il commercio e la ristorazione, bar e ristoranti. Ma anche tra loro non è tutto rosa e fiori, soprattutto chi gestisce i gran market – bazar, almeno tra quelli che, faticosamente e nell’anonimato, ci hanno risposto. C’è anche chi ha una propria idea: olio di gomito e contenimento dei costi del personale.

Eppure, nonostante tutto, il vento per l’economia sembra cambiato. La macchina sta ripatendo, lo confermano i dati del centro studi di Confindustria. Fatturato positivo nell’ultimo trimestre 2014, anche se la forbice tra esterno ed interno è ancora troppo ampia. Positiva anche l’occupazione. Numeri che giustificano un parziale ottimismo se associati ad un dollaro rivalutato, liquidità disponibile e calo delle materie prime

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ALLOGGI ERP, UNDICI PERSONE DENUNCIATE, “FINTI POVERI”

Undici piacentini sono stati denunciati a seguito dei controlli congiunti tra Polizia Municipale e Ufficio Abitazioni. Sono risultati non in regola, per gli anni 2012 e 2013, con le informazioni rese nell’autocertificazione presentata a corredo della domanda di accesso alla graduatoria degli alloggi popolari. Nella maggior parte dei casi, i richiedenti avevano omesso di esplicitare il reddito totale, mentre uno solo dei cittadini coinvolti, beneficiario di un voucher di sollievo, non aveva i requisiti necessari, dichiarati nell’autocertificazione. Il mancato inserimento dei dati completi relativi al reddito, infatti, aveva determinato un livello Isee inferiore e un conseguente punteggio più alto del dovuto nella graduatoria di assegnazione delle case. Fondamentali, nel rilevare i casi segnalati, i controlli preventivi che l’Ufficio Abitazioni esegue attraverso i riscontri incrociati delle banche dati, così come l’attività di accertamento congiunta con la Polizia Municipale, la cui sezione Territoriale ha svolto, nel 2014, 83 approfondimenti volti a verificare la permanenza dei requisiti, a fronte di cambiamenti avvenuti e non comunicati dai titolari di alloggi Erp. “Al di là della soddisfazione per l’ottimo risultato raggiunto grazie alla collaborazione tra l’Ufficio Abitazioni e la Polizia Municipale – sottolinea l’assessore al Nuovo Welfare Stefano Cugini – vorrei cogliere l’occasione per ribadire che i controlli saranno ulteriormente intensificati. L’obiettivo prioritario è quello di garantire trasparenza ed equità nell’accesso all’edilizia residenziale pubblica, i cui alloggi sono destinati a famiglie che si trovino in reali condizioni di difficoltà, certo non a chi, senza alcuna vergogna, ricorre a certificazioni fasulle celandosi dietro lo schermo di false povertà”.

alloggi erp