Vorrebbero essere adeguati ai colleghi di polizia statali perchè vivono ogni giorno situazioni di pericolo e sono chiamati ad intervenire per riportare l’ordine pubblico. Gli agenti di polizia municipale di Piacenza parteciperanno alla manifestazione nazionale che si svolgerà tra febbraio e marzo a Roma per chiedere un adeguamento a livello statale. La polizia locale è regolata dal contratto del pubblico impiego così come i dipendenti degli enti locali. L’indennità di pubblica sicurezza per gli agenti della municipale di Piacenza è del 30%, il minino che prevede la legge. La richiesta più volte avanzata all’amministrazione è di alzare questa percentuale considerando che il limite massimo è dell’80%. “Non è così automatico – ci ha risposto l’assessore Luigi Gazzola – il fondo di indennità è unico ed è lo stesso da cui dobbiamo attingere per le indennità di tutti li dipendenti comunali”. Insomma dovunque la si tiri la coperta è sempre troppo corta. “Non è semplice – spiega l’assessore – ci sono vincoli di spesa a cui ci dobbiamo attenere”. Dall’altra campana, quella dei vigili, si lamenta una oggettiva difficoltà lavorativa sempre più chiamati a svolgere le stesse mansioni dei colleghi poliziotti. “Il contratto degli enti locali è diverso da quello della polizia di stato, e ci sono limiti da rispettare. Se cambiasse qualcosa a livello centrale sarebbe un altro discorso” ha concluso Gazzola. Oggettive difficoltà dovute anche alla carenza di personale: il sindaco Dosi ha confermato l’arrivo di 15 nuovi agenti in tre anni, quindi 5 all’anno. Ma questo discorso insieme a quello del nuovo comandante hanno subito un brusco arresto per la Legge di Stabilità. Nelle intenzioni dell’amministrazione c’era la volontà di nominare il nuovo comandante entro il primo marzo; la Legge di Stabilità ha costretto ad aspettare la ricollocazione del personale della polizia provinciale. Per questo ha dato tre mesi di tempo; tutto fermo quindo fino al 31 marzo. Se le competenze della polizia provinciale verranno ridimensionate, il personale dovrà essere ricollocato nei comando comunali. Una nuova grana che ha rallentato notevolmente i tempi.
“GLUTEN FREE” IL MENU’ SENZA GLUTINE NELLE SCUOLE DI FIORENZUOLA
Un menù alternativo, nuovo e sopratutto ugualmente buono e sano. E’ quello che sarà presentato la prossima settimana dal comune di Fiorenzuola. Un menù “gluten free” a cadenza settimanale da inserire nelle mense delle scuole dell’infanzia ed elementari del paese. Una novità certamente apprezzabile che viene incontro ad una realtà sempre più frequente tra gli studenti, anche quelli più piccoli, la celiachia. Anche un menù senza glutine, che è alla base di moltissime intolleranze alimentari, è gustoso, sano e porta a sfatare molti luoghi comuni. Il comune di Fiorenzuola insieme alla locale associazione italiana celiachia ci hanno creduto e ci stanno provando.
PALAZZO EX ENEL CONTINUA A DIVIDERE
Palazzo ex Enel e il suo futuro tornano alla ribalta. A riaccendere gli animi dei più accesi sostenitori del recupero dei reperti archeologici nascosti sotto la struttura, proprio l’amministrazione comunale attraverso la Consulta della Cultura. Al tavolo c’erano l’assessore alla Cultura Tiziana Albasi, alcuni membri dell’ufficio tecnico del Comune, assente invece, perchè di ritorno da Roma, l’assessore Silvio Bisotti. Sulla ricostruzione del palazzo si è discusso da mesi e oggi anche sulla sua futura destinazione d’uso. Il destino del palazzo che si affaccia su Palazzo Farnese è ormai segnato, sorgeranno un condominio, uffici e una palestra. Quest’ultima, sembra di capire, non sarà destinata alle scuole superiori della zona considerate le dimensioni particolarmente ridotte (15X15), ma a discipline come yoga e pilates. Il tasto davvero dolente però resta il mancato recupero dei reperti sotterrati sotto una coltre di cemento; perchè non portarli alla luce, nel rispetto del progetto di recupero, come hanno fatto altre città italiane come Lucca, Trento e Alba?
PORTA GALERA: FOCUS SU SICUREZZA, COMMERCIO E SCUOLA
La vocazione universitaria e scolastica, il rilancio commerciale-decoro urbano e legalità. Sono i tre macro temi attorno ai quali si è svolta la cabina di regia degli attori istituzionali che stanno lavorando attorno al progetto Porta Galera 3.0. Il quartiere Roma è vocato ad aver un polo universitario, si è detto, che contribuisca a far cambiare il volto dell’intera zona grazie alla presenza degli studenti. “Ma non è facile – ha puntualizzato Giuseppe Baracchi Presidente dell’Ordine degli Architetti di Piacenza – la città fatica a considerare l’Urban Center un luogo di aggregazione, lo vede uno spazio dedicato allo studio, all’università. E’ un meccanismo difficile da far passare”. E’ interessante conoscere ciò che emerge dalle indagini effettuate tra chi vive nel quartiere: gli abitanti vogliono una città rivisitata dove svolgere le proprie attività, un luogo di aggregazione nuovo, attrattivo. La cosa che fa più riflettere è che solo il 21% dei residenti percepisce il quartiere come non sicuro. “E’ ovvio che su questi dati – ha detto l’architetto Baracchi – occorre lavorare sulla città, sono i cittadini a chiederlo. Sull’esempio di ciò che sta facendo Renzo Piano a Torino e Catania, grazie a giovani architetti con i quali sta ricucendo la periferia alla città, così dobbiamo fare per il quartiere Roma”. Ancora in merito alla percezione di sicurezza si sta lavorando per l’installazione di nuove telecamere nell’ambito del progetto Smart City, nuovo occhi elettronici nelle zone più a rischio sicurezza, oltre che il potenziamento degli interventi delle forze dell’ordine, in particolare della Polizia Municipale per ciò che le compete. Attenzione puntata anche sul rilancio del commercio attraverso il decoro; va da sè che una città bella esteticamente invita ad essere frequentata, vissuta, e le ricadute sul commercio non potrebbero essere che positive. Dai cittadini e delle associazioni sono emerse 150 idee progettuali, da queste si progetteranno nuove azioni per il quartiere. Ciò che è avvenuto finora è uno scambio di idee, “ci sono punti di vista diversi tra gli i cittadini – ha puntualizzato Giuseppe Magistrali uno dei referenti di Porta Galera per l’amministrazione -per esempio sull’opportunità di pedonalizzazione di via Roma si sono visioni opposte”. Tutte le idee verranno prese in considerazione per arrivare ad una decina di progetti condivisi e realizzabili che comprendano anche il rilancio della scuola Alberoni definita capitale sociale del quartiere. Sull’aspetto economico l’assessore Cugini ha puntualizzato che nella fase di ideazione questo aspetto non è stato volutamente considerato, lo sarà invece nella successiva fase di definizione e realizzazione dei progetti.
PIACENZA E’ “VERYBELLO”?
Effettivamente il nome scelto non è il massimo, ma incuriosisce. La Rete lo ha stroncato ma il sito VeryBello.it attira. Per questo siamo andati a vistarlo per capire quanto di Piacenza ci sia all’interno. Il sito racchiude l’offerta culturale italiana da maggio a ottobre 2015, ovvero il periodo dell’Expo. Un viaggio nella Bellezza, con la “B” maiuscola. Si possono scegliere le categorie e il periodo. Piacenza compare nella sezione Mostre con I Giganti dell’era glaciale dal 14 marzo al 15 giorno al Museo di Storia Naturale; nella sezione Opera con I due Foscari al Teatro Municipale dal 22 al 24 maggio e Amico Fritz dal 9 all’11 ottobre; nella sezione Jazz con Piacenza Jazz Fest dal 1 al 31 maggio e Stefano Bollati Danish Trio il 9 maggio; nella sezione Festival con il Festival del Diritto dal 1 al 30 settembre, un mese intero con eventi, si presume a corollario, rispetto alla tradizionale durata di quattro giorni; nella sezione Cinema con Bobbio Film Festival per tutto il mese di agosto. Nulla invece, almeno per ora, nelle categorie Danza, Teatro, Libri e Feste tradizionali. L’auspicio è che nel lungo elenco di eventi che compare sul sito Piacenza compaia un pò più spesso, ad esempio nella sezione Mostre o Teatro, grazie ad un cartellone, quello del Municipale, da tutti ritenuto di qualità e all’altezza.
MINORI STRANIERI, IL COMUNE PUNTA ALL’AFFIDO
Quando l’ospite è inatteso, l’accoglienza si fa dura. L’ufficio minori del Comune di Piacenza ci è abituato; gli arrivi di minori stranieri non accompagnati non si programmano, ma si devono gestire come impone la legge. I ragazzi delle più svariate etnie, soprattutto adolescenti tra 15 e 17 anni, arrivano in italia con il sogno di un riscatto sociale, ancora più possibile, secondo loro, in una città del nord. Arrivano all’ufficio minori come fosse un porto di mare da dove parte il loro percorso che comincia dalla conoscenza e dal rapporto di fiducia, spesso difficile, che si viene ad instaurare con l’operatore. Le storie che hanno vissuto, la giovanissima età, sono elementi che non facilitano la comunicazione e la gestione. Ciò che il servizio minori privilegia è l’affido omo culturale ma anche in famiglie italiane. Certo non è facile, gli esempi non sono tanti numericamente, ma il vantaggio è presto detto; riferimenti culturali, ma anche possibilità di avere un rapporto diretto e continuativo nel tempo, cosa che in comunità non è possibile, oltre che un risparmio in termine economici. Comunque la si pensi e al netto delle polemiche, la presenza di minori stranieri da gestire sul territorio comunale è una realtà dalla quale non si scappa e a cui occorre dare una risposta. Certo sarebbe auspicabile una legge diversa, sul modello dello Sprar, che deleghi la Regione di riferimento a farsi carico e a gestire in parte la gestione dei minori, ma ad oggi la realtà è ben diversa.
Il servizio completo con le interviste all’assessore Cugini e all’operatrice del servizio, nella prossima puntata di A Tutto Tondo
PROFUGHI: DOVE ARRIVA L’ACCOGLIENZA?
L’obiettivo è tenerli impegnati, non solo offrire loro un tetto e un pasto caldo. Attorno all’argomento profughi si fa un gran parlare, spesso strumentalizzando situazioni che andrebbero modificate alla radice. I richiedenti asilo arrivati sul nostro territorio nella seconda ondata del 2013 hanno creato non poco scompiglio tra i comuni, molti dei quali si sono opposti all’accoglienza demandando ogni gestione alla prefettura. Così accade che su 225 profughi sul territorio piacentino, 181 siano a Piacenza, divisi tra varie strutture che hanno partecipato ad un bando e se lo sono aggiudicato. Cinquanta richiedenti asilo sono alloggiati alla cascina Bussina di Le Mose in questi giorni mirino delle polemiche, 27 all’hotel Vip, 47 all’hotel Petit, 13 all’Astor, 18 all’ostello le Tre Colonne di Calendasco, 7 all’ostello le Tre Noci di Coli, 4 dalle suore scalabriniane di Gragnano, 15 a Ponte dell’Olio gestiti dalla cooperativa Ippogrifo e 10 alla Caritas. I gestori percepiscono intorno ai 35 euro al giorno a profugo. Le problematiche, che spesso si sono tradotte in vere e proprie tensioni anche a livello nazionale, hanno scoperchiato un business davvero riprovevole intorno alla gestione di questi ragazzi, una speculazione che stride fortemente con l’intento umanitario. Cosa fare allora per allontanare strumentalizzazioni e polemiche a volte, per la verità, legittime quando l’accoglienza è fine a se stessa? Yuoness è il coordinatore accoglienza profughi per la Caritas, vive praticamente tutti i giorni con i 10 ragazzi africani tra 18 e 24 anni. Se accoglienza significasse solo mangiare e dormire sarebbe il fallimento. Oltre ai corsi di italiano obbligatori promossi dal centro territoriale per l’insegnamento adulti, Caritas grazie al sostegno di docenti, studenti e scout ha organizzato corsi di sostegno di italiano, matematica e inglese.
Il servizio completo nella prossima puntata di A Tutto Tondo
VITTIME DELLA SHOAH, LA GIORNATA DELLA MEMORIA
Sono tante le iniziative organizzate in città per la Giornata della Memoria, nel ricordo delle vittime dell’Olocausto. L’amministrazione ha organizzato una serie di eventi fino al 3 febbraio. Stamattina la tradizionale cerimonia al giardino della Memoria sullo Stradone Farnese alla quale hanno partecipato le autorità e gli studenti delle scuole superiori. Alle 17 lo spettacolo Una scala per le fragole a cura di Manicomincs teatro in via Scalabrini 19, alle 17.30 alla biblioteca Passerini Landi il silenzio di Auschwitz presentazione del libro di Enrico Garlaschelli, alle 21 teatro San Matteo il gruppo teatrale Quarta Parete presenta Antologia di Spoon River, alle 21 all’associazione Amici dell’Arte concerto Muzikobando “Magma”, ale 17.30 auditorium della Fondazione presentazione del libro Abenaim, una famiglia ebrea e le leggi razziali.
IMU AGRICOLA, I SINDACI CHIEDONO RISPOSTE
T, P, MN. Ovvero totalmente montano, parzialmente montano e non montano. E’ la classificazione pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale per definire il pagamento o l’esenzione dell’Imu sui terreni agricoli per i comuni della montagna. Argomento che interessa anche la provincia di Piacenza. Secondo questa classificazione rientrano nei “comuni totalmente montani” e quindi esenti dal pagamento dell’Imu Bobbio, Cortebrugnatella, Bettola, Farini e Ottone; Vernasca, Gropparello, Piozzano, Castell’Arquato e Travo invece sono stati classificati “parzialmente montani”, per cui sono solo in parte esclusi dal pagamento. Risultano esenti solo quei proprietari che non fanno della lavorazione dei campi l’attività principale. “Un’assurdità – la definisce il primo cittadino di Travo Ludovico Albasi – che porterà ad una tassazione di 166mila euro”. Rimane quindi in piedi l’ipotesi di trasferire la sede del comune a Scarniago, a 668 metri di altitudine per essere totalmente esenti. “Se nel decreto legge risulta ancora il criterio dell’altitudine, trasferirò lì la sede del Comune”. Un balzello davvero troppo gravoso.
AUTO MUTUO AIUTO PER SCONFIGGERE LE DIPENDENZE
Patrizia è una mamma. Una mamma che, insieme al marito, ha partecipato per otto anni ai corsi di auto mutuo aiuto. Sua figlia aveva problemi di tossicodipendenza, che oggi ha superato. Rimorsi, sensi di colpa, che ricadono inevitabilmente sulla coppia che rischia di sfaldarsi. Mettere i comune le difficoltà, confrontarsi, anche piangere insieme e riscoprirsi nuove persone, questo è l’auto mutuo aiuto. “Prima di cambiare gli altri – ha detto Patrizia – bisogna cambiare se stessi, questo è fondamentale per superare la sofferenza di un figlio tossicodipendente. In casa ci sono tensioni, la comunicazione è impossibile, si arriva ad odiare un figlio pur amandolo”. La storia di Patrizia, come quella di tanti altri genitori che hanno conosciuto questa sofferenza, è racchiusa in un libro Quando le formiche spostano un elefante scritto da Alessandra Augelli, docente di pedagogia che ha seguito il laboratorio di scrittura generativa. I racconti del volume sono la diretta esperienza di chi quelle sofferenze le ha vissute, e oggi, superate. AMA, acronimo di auto mutuo aiuto, è gestito dall’associazione La ricerca che da 35 anni svolge questi gruppi su diverse tematiche. Quando parte il corto circuito della comunicazione tra genitori e figli, soprattutto adolescenti, si crea un muro di incomunicabilità difficile da scalfire.
il servizio con le interviste nella prossima puntata di A Tutto Tondo











