CENTRO SINISTRA: SI LITIGA ANCHE SUL “COME” E’ FINITA

Sembra di assistere ad una separazione mal gestita, dove ognuna della parti dà la sua versione dei fatti e chi ascolta ha davanti a sé due film diversi. C’è da immaginare che nessuno in Alternativa per Piacenza avrebbe voluto finisse così. Ma c’è da litigare anche sul come è finita: per chi è rimasto ha parlato una nota stampa che riporta ancora il logo ufficiale del gruppo in cui il portavoce dimissionario scrive che “nella plenaria del 20 gennaio da alcuni interventi è emersa la constatazione dell’impossibilità nell’andare avanti con l’unità
immaginata, ma anche un invito ai compagni di viaggio che hanno lasciato il tavolo politico di ApP a ripensarci. Nel prendere atto che ciò non è avvenuto nel corso dell’incontro, con la speranza che si possa ricomporre in futuro, si è contestualmente deciso, infine, di proseguire in nuove forme il cammino di rilancio del progetto politico alla base del campo riformista e progressista. La speranza per un’alternativa è un dritto di tutti, un’idea che si porterà avanti con forza e unità, ma per onestà intellettuale e chiarezza politica va detto che quella #casacomune che si era immaginata con Alternativa per Piacenza non c’è più”. 

E’ scritto chiaramente: ApP non  esiste più e chi vorrà andare avanti (in vista delle comunali ndr) lo dovrà fare “in nuove forme” che tradotto significherebbe in modo indipendente, con un proprio candidato/a. Perché è proprio su questo nodo che il percorso si è inceppato, sulle modalità per arrivare a scegliere chi rappresentare alla competizione elettorale, senza contare che la disponibilità di Stefano Cugini è stata messa in discussione, e rifiutata, proprio dal suo stesso partito, il PD.

Dall’altra parte è emersa la volontà da parte di alcuni componenti di ApP di rilanciare un appello all’unità, chiarendo ai cittadini che “una parte consistente di chi ha partecipato e condiviso questo percorso non si riconosce nelle ricostruzioni dell’ultimo passaggio avvenuto giovedì scorso. La tensione unitaria del percorso di ApP non si è arrestata”. I firmatari di questa nota hanno dato vita ad una raccolta di firme per tenere in vita l’assemblea e appellarsi all’unità. Un ultimo tentativo a vuoto prima del De Profundis, che per una parte sarebbe già avvenuto?

E poi c’è la posizione del nove fuoriusciti dal gruppo che hanno motivato la scelta con una conferenza stampa qualche giorno fa, che oggi hanno scritto: “Giovedì in molti siamo rimasti esterrefatti dalla conclusione volutamente monca della riunione, in cui non si è permesso di tirare una riga sul confronto avvenuto, in verità ricco di spunti, preferendo la lettura di un comunicato preconfezionato con cui si è sciolta unilateralmente l’assemblea, così come conosciuta da un anno a questa parte, e congelato l’utilizzo del logo, rimandando a un futuro incontro la nascita di una nuova versione della plenaria. Per noi quest’ultimo punto è dirimente. Non esiste ragione al mondo per sopprimere l’assemblea, quella delle tante serate al Trieste 34, a meno di non voler delegittimare le persone che nella stessa e nei gruppi di lavoro si sono impegnate e, al tempo stesso, mettere alla porta i “disobbedienti”.

Ci dica senza tentennamenti, il tavolo politico, che é disponibile a rimediare, tornando sui propri passi e rinunciando a tracciare un così netto confine tra un prima e un dopo. Dia a tutti garanzia che quella assemblea, figlia delle origini, é viva e vegeta e non verrà liquidata. Se così sarà, troverà in noi gli stessi appassionati partecipanti al progetto di casa comune di questi mesi, disposti in modo costruttivo a provare a sciogliere i nodi politici tuttora aperti, senza ultimatum e a condizione non si snaturi un percorso tanto apprezzato da aver prodotto, “dal basso”, un documento così spontaneo di richiamo all’unità”.

Ma se ApP, così come era intesa alle origini, non esiste più, come è pensabile che il tavolo politico possa tornare sui propri passi? Un prima e un dopo è, evidentemente, già stato segnato che verrà suggellato dalla scelta di un candidato proprio che nascerà in “quelle nuove forme” a cui si faceva riferimento nel comunicato a firma Tavolo Politico ApP.

 

ALTERNATIVA PER PIACENZA: IPOTESI SCISSIONE ALL’ORIZZONTE?

Quella di domani sera sarà la riunione decisiva e potrebbe anche essere l’ultima. Il tavolo politico di Alternativa per Piacenza deciderà il destino del grande contenitore che finora ha ospitato le diverse anime del centro sinistra in vista delle elezioni comunali. O meglio, ha cercato di ospitare, considerato che Rifondazione Comunista è uscita dal gruppo e che ci sono parecchi mal di pancia per nulla celati.

Lo scenario che si presenta potrebbe anche essere la scissione se non si arriverà ad una soluzione che suona più come un compromesso. Da una parte c’è il Partito Democratico che propone le primarie allargate per arrivare al candidato sindaco, dall’altra c’è il nucleo originario di ApP, cioè quello che ha fondato il movimento ormai un anno fa. L’auspicio è che si arrivi ad un punto di incontro, anche se le due parti sembrano piuttosto convinte delle loro ragioni. Il discrimine è sulla scelta delle primarie a cui una parte di ApP si è opposta perché non sarebbe stata contemplata come possibilità, proposte invece dal PD dopo il no alla candidatura del notaio Massimo Toscani, della dottoressa Stefania Calza, dell’oncologo Luigi Cavanna e del passo indietro volontario di Stefano Cugini, la cui disponibilità non è stata accolta di buon grado dal suo stesso partito, il Partito Democratico.

Viene da chiedersi: se lo scenario fossero i due gruppi, Cugini da che parte si porrebbe? “Con il nucleo originario di ApP – ci ha risposto – ho un milione di difetti ma tengo molto alla mia coerenza e da me, chi rispetta le regole, avrà sempre pieno sostegno, a prescindere che sia sul carro del vincitore o tra la polvere degli sconfitti”. Resta certamente la speranza da parte di Cugini che i due attori riescano a trovare un punto d’incontro, “mi sono tolto dal tavolo politico proprio perché la mia presenza non provocasse imbarazzi e per consentire un confronto franco” ci ha detto.

Se invece Alternativa per Piacenza si scindesse, sia da una parte che dall’altra, tutto si rimetterebbe sul piatto, nomi e candidature comprese.

 

DAGNINO: “IN APP TROPPI ATTORI SI SONO MOSSI SENZA FARSI VEDERE”

Suona un pò come un ultimo appello quello che pentastellato Sergio Dagnino scrive sul suo profilo Facebook. Un messaggio accorato a non disperdere quello che di buono si è fatto finora. Il “buono” si riferisce al percorso che Alternativa per Piacenza ha costruito dal settembre del 2019, in particolare insieme a Stefano Cugini e Luigi Rabuffi, a cui poi nel corso dei mesi si sono aggiunti tanti altri, talmente eterogeneo che, scrive Dagnino, prima di sedersi intorno al tavolo di ApP si guardavano in cagnesco e che, pare, abbiano invece trovato punti d’incontro. A poche ore dalla nuova plenaria, rischia tutto di tornare come prima, con visioni profondamente diverse proprio sul metodo di scelta del candidato sindaco.

“Dopo un percorso bello ed entusiasmante” scrive Dagnino “qualcosa si è inceppato. Vecchie dinamiche che quando si comincia a parlare di nomi e ruoli si sono ripresentate puntuali, con attori che si muovono senza farsi vedere, ma pretendono (e spesso ci riescono) di mettere le mani “sul giocattolo”, una volta visto che lo stesso ha delle chance”.

Il riferimento nella parole di Dagnino par chiaramente rivolto al PD, che ha proposto le primarie aperte all’esterno per arrivare a scegliere il candidato. Ma sono “gli attori che si muovono senza farsi vedere” che gettano una brutta ombra su ApP, come se ci fosse una regia che domina su tutto. Altro che partecipazione aperta a tutti! Altro che nuova politica!

Il post di Dagnino si chiude con un ultimo invito affinché tutti diano, nuovamente, i massimo delle forze e dello sforzo per salvare il progetto inziale. Alla conta dei fatti, in un futuro neanche troppo lontano, ognuno si farà un esame di coscienza.

ALTERNATIVA PER PIACENZA: PRIMARIE IN STAND BY. TUTTO RIMANDATO AL 5 GENNAIO

Si sono dati tempo fino al 5 gennaio, data in cui sarà convocata un’altra plenaria con voto per decidere il percorso che porterà al candidato/a del centro sinistra piacentino in vista delle elezioni comunali. Questo è quanto  emerso, in sintesi, dall’ultima assemblea di Alternativa per Piacenza svolta alla Camera del Lavoro.

Se ci si aspettava un sì o un no alle primarie si è rimasti delusi; il tavolo politico ha deciso di riunirsi nuovamente il 28 dicembre, poi il 5 gennaio 2022 quando “il Tavolo – si legge nella nota –  porterà le sintesi al voto finale per arrivare così in tempi congrui a scegliere la candidatura vincente contro le destre a palazzo Mercanti. A disposizione i consueti canali di partecipazione già attivi in ApP, a partire dai 4 gruppi di lavoro e dalla casella email alternativaperpiacenza@gmail.com per far valutare al Tavolo politico tutte le ipotesi in campo. Di certo, se si sceglieranno le primarie come strumento di consultazione popolare, queste saranno celebrate con regole e valori condivisi basati sul lavoro programmatico fatto in questi 12 mesi da ApP”.

Quindi, ad oggi, primarie congelate, in attesa che vengano scelte o meno come strumento privilegiato dalla maggioranza. Ma cosa potrebbe cambiare da qui a una decina di giorni? Se le perplessità su questo strumento erano forti tra gli attivisti di ApP, perché dovrebbero cambiare proprio ora? Per senso di responsabilità? In ogni caso, per rispetto alla città e agli elettori di centro sinistra, una sintesi convinta a credibile è più che auspicabile.

“Gli obiettivi di App sono tre – hanno ricordato in avvio i coordinatori Caterina Pagani e Davide Bastoni – proporre un modo diverso di fare politica coinvolgendo i cittadini e dare loro una concreta possibilità di incidere sulle scelte; unire le forze di centrosinistra ed elaborare una  visione di città che dia risposte ai bisogni, e presentarsi alle prossime elezioni comunali con una proposta credibile e vincente per una discontinuità di governo netta rispetto all’attuale Giunta. Siamo convinti che, per quanto la possibilità di ricorrere alle primarie non sia stata preventivata inizialmente, le modalità con cui decideremo a riguardo saranno coerenti con quanto ci siamo impegnati a realizzare per la città e siamo fiduciosi che la partecipazione attiva e condivisa a questa importante decisione porterà al miglior risultato possibile rispetto agli obiettivi di ApP”. C’è da augurarselo davvero.

 

DAGNINO: “IL CANDIDATO SINDACO NASCERA’ DA ALTERNATIVA PER PIACENZA”

Si incontrano ogni giovedì sera al teatro Trieste 34 in assemblea plenaria, un gruppo numerose, oltre un centinaio di persone, per lavorare sui tavoli tematici: sanità, ambiente, scuola cultura, promozione territoriale. Alternativa per piacenza, il movimento formato da PD, Movimento 5 Stelle, Sinistra per Piacenza, Articolo 1, frange ambientaliste e liste civiche collegate al centro sinistra, procede nell’obiettivo di arrivare all’elaborazione di progetti bandiera da portare a termine in caso di vittoria e del nome del candidato o della candidata da presentare alla città.

ALTERNATIVA PER PIACENZA SI PRESENTA, “NIENTE SARA’ CALATO DALL’ALTO”

E’ stato l’ex magistrato e parlamentare del PD Gianrico Carofiglio a tenere a battesimo Alternativa per Piacenza, il progetto politico amministrativo che affronterà il centro destra alle prossime elezioni comunali.

Intervistato dal giornalista Mattia Motta, nelle vesti di portavoce del movimento, Carofiglio, con la pacatezza e la precisione che lo contraddistinguono ha affrontato vari temi dall’esercizio della democrazia diretta, alla partecipativa, fino alla questione etica “la migliore via d’uscita è attraverso, nella vita privata come nella collettiva, il conflitto si elimina non sfuggendo ma affrontandolo eticamente”.

DAGNINO: VI SPIEGO IL PROGETTO PROGRESSISTA CHE UNISCE LA SINISTRA

Politicamente parlando un anno è un tempo breve ma anche abbastanza lungo per farsi conoscere, soprattutto se si sta nascendo. Il progetto politico nuovo a cui ci riferiamo è quello che dovrebbe riunire tutte le forze dell’attuale opposizione di sinistra e centro sinistra. Un nuovo soggetto, da capire ancora se sarà un partito, movimento o gruppo civico, alternativo, ampio, riformista e trasversale. Ad essere riuscito nell’impresa non facile di far parlare tutte queste anime il consigliere del M5S, Sergio Dagnino.

BONACCINI: “QUELLO DI DOMENICA NON SARA’ UN VOTO POLITICO”

“Quello di domenica non sarà un voto politico, ma sui contenuti e su ciò che abbiamo fatto in questi cinque anni”. Così il presidente Stefano Bonaccini accolto dai sostenitori all’auditorium Sant’Ilario. Circa 400 persone ad accoglierlo.

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DE MICHELI – BERSANI A CONFRONTO SUL FUTURO DEL CENTRO SINISTRA

Paola De Micheli e Pier Luigi Bersani si sono confrontati sul futuro del centro sinistra; una riflessione chiara, franca dopo il voto del 26 maggio, nella serata organizzata da Città Comune alla coop La Magnana, a cui ha partecipato anche Massimo Mucchetti giornalista e politico.

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