La riunione dei capigruppo, nel primo pomeriggio, ha avuto il risultato di far riammettere 50 emendamenti rispetto a quelli ritenuti inammissibili solo pochi giorni prima. Ripescati 25 emendamenti di ApP (tra cui quello relativo alle tombe dei partigiani), 11 della Lega, 9 della civica Barbieri, uno dei Liberali, portando così a 232 il totale. Fratelli d’Italia non ha partecipato alla riunione chiedendo pubbliche scuse a sindaca e presidente del consiglio per la gestione delle ultime sedute. Di fatto, i lavori, conclusi alle 23 con l’approvazione di una decina di emendamenti, sono ancora in stallo e riprenderanno lunedì.
IN CONSIGLIO COMUNALE LA SFIBRANTE PROVA MUSCOLARE TRA MAGGIORANZA E OPPOSIZIONE
COLLA BACCHETTA LA MAGGIORANZA: “AVREI AGITO DA POMPIERE NON DA INCENDIARIO”
Non hai mai fatto mancare il suo apporto, cristallino e spesso anche fuori dal coro. Roberto Colla tra i banchi del consiglio comunale ci ha trascorso gli ultimi 15 anni in modo continativo, tre mandati, l’ultimo in opposizione. Nell’ultima campagna elettorale si è speso fortemente per la civica a sostegno della sindaca Tarasconi, mettendo a disposizione l’esperienza maturata negli anni e i risultati, in termini numerici, si sono visti.
Lui però ha fatto un passo indietro decidendo di non candidarsi. Oggi, in piena maratona di bilancio, alla vigilia della discussione degli emendamenti, ridotti da 490 a 186, avrebbe agito diversamente, coinvolgendo fin da subito l’opposizione in un percorso condiviso. “Avrei agito da pompiere non da incendiario, sarei stato in difesa piuttosto che in attacco”.
APP: “LA DONNA SOLA AL COMANDO NON È DEMOCRAZIA”
“Una delle più brutte pagine della nostra comunità” così Alternativa per Piacenza definisce il consiglio comunale di ieri, con la discissione generale del bilancio e degli ordini del giorno. “Ancora una volta, questa maggioranza vede la discussione ed il consiglio comunale come perdita di tempo fastidiosa. Un intralcio”.
Questa la nota stampa
Ieri in consiglio comunale, durante la prosecuzione della discussione sul bilancio, era il momento della presentazione degli ordini del giorno. Si tratta di proposte e orientamenti che coloro che sono stati votati dai cittadini hanno il diritto (se non il dovere) di presentare all’amministrazione.
Altra cosa sono gli emendamenti, che, attraverso una necessaria lettura dei documenti, vengono fatti per migliorare, secondo le proprie visioni, la proposta di delibera.
Purtroppo, ancora una volta, nelle parole e ancor più nei fatti, si è avuta la prova che questa maggioranza vede la discussione ed il consiglio comunale come perdita di tempo fastidiosa. Un intralcio.
Certamente, per chi crede nella democrazia e negli strumenti con cui esercitarla (il consiglio comunale, con i suoi lavori, è certamente il principale), quella di ieri è stata una delle più brutte pagine della nostra comunità.
Con “la donna sola al comando” che, insieme ai consiglieri di maggioranza, si permette di stravolgere le regole democratiche giustificando silenzi e contraddizioni manifeste con la protervia e permalosità di un potere che non vuole essere contestato.
Comportamenti molto pericolosi che ci ricordano situazioni passate che non solo non ci piacciono, ma che combattere è uno dei doveri politici che ci competono.
Da ieri, il concetto “non disturbate il manovratore” o quello più elementare espresso magnificamente dal marchese del grillo, con quel “io sò io e voi non siete un c….” ci sembrano drammaticamente il segno distintivo di questa Amministrazione.
EMENDAMENTI AL BILANCIO, E’ GIA’ TEMPO DI TAGLIOLA?
Dei 490 emendamenti presentati dall’opposizione, 300 o quasi sarebbero passati sotto la tagliola, proprio quella scongiurata dal consigliere Stefano Cugini che a inizio seduta, primo a prendere la parola, aveva auspicato riferendosi alla discussione sugli emendamenti della prossima settimana, un dibattito serio e disponibile.
Gran parte del consiglio dedicato alla discussione generale della manovra, si è, a dire il vero, concentrata proprio sugli emendamenti, che saranno discussi martedì e giovedì prossimi. “A partire da questi numeri non è facile un confronto aperto e costruttivo” ha detto Caterina Pagani di Piacenza Oltre; in risposta Luigi rabuffi di aPP “ma voi avete letto gli emendamenti? Rivolgendosi alla maggioranza – nessuno ci può dire cosa è meglio o no fare. Certo ci saranno emendamenti contrapposti ma senza la volontà di fare ostruzionismo. Sapete quante ore ci abbiamo dedicato? È la passione politica che ci spinge a farlo”. Nessuna volontà di ostruzionismo si sono associate le colleghe di Fratelli d’Iltalia Sara Soresi e Gloria Zanardi, il cui gruppo ha presentato 217 emendamenti, insieme ai 174 di Alternativa per Piacenza, 60 della Lega, 37 della civica Barbieri e 4 dei Liberali.
FOSSATI, PD: “ORA NON ABBIAMO PIU’ ALIBI. DOBBIAMO RIPAGARE LE ASPETTATIVE DEI CITTADINI”
E’ ben consapevole della responsabilità del ruolo prestigioso che ricopre in consiglio comunale. Andrea Fossati, capogruppo del Partito Democratico, è alla prima esperienza amministrativa, come gran parte dei consiglieri di maggioranza. Nonostante ciò crede che ci siano le basi per costruire, proprio da lì, una nuova classe dirigente.
Analizzando con lui i primi atti dell’amministrazione Tarasconi, ci soffermiamo sull’aumento delle tasse, in particolare dell’Irpef, da alcuni definito atto coraggioso, da altri spregiudicato. “Ora non abbiamo più alibi – dice – dobbiamo ripagare le aspettative dei cittadini”.
PERINI: “QUESTO BILANCIO E’ LA NOSTRA CARTA DI NAVIGAZIONE PER GOVERNARE NEL MODO MIGLIORE”
Sviluppo e riorganizzazione: sono i due cardini del bilancio di previsione del Comune di Piacenza. Lo ha riferito il vice sindaci Perini all’inizio dell’intervento che ha aperto la seduta di consiglio comunale sulla discussione del DUP, Documento Unico di Programmazione 2023-2025.
“Sviluppo affinché l’ente pubblico – ha detto Perini – sia pronto e affidabile a dare le risposte ai cittadini e sia attento ai bisogni dei piacentini, perché vivano in una città più bella e accogliente. Riorganizzazione: una priorità non più rinviabile è l’efficienza organizzativa volta migliorare l’organizzazione del lavoro. Rispetto al 2022 tutte le spese sono incrementate, in particolare nei settori di spesa sociale, sport e cultura.
Le voci più significative – ha spiegato il vice sindaco – riguardano il costo del personale il cui incremento è quantificato in 2 milioni di euro; aumento teso a recuperare il gap di circa 61 lavoratori che mancano all’organico. Siamo di fronte ad un decremento nel numero e nelle professionalità: mancano le tecniche che si rispecchiano nella quotidianità”. L’organico ideale per la giunta Tarasconi è di circa 700 unità, oggi invece le unità impiegate nel personale è meno di 600 unità. “Un organico standard – ha sottolineato Perini – per seguire le finalità e i bisogni dei cittadini”. E al termine del suo intervento ha rivolto un auspicio all’aula: “ringrazio il direttore generale, i dirigenti e tutti gli uffici della ragioneria che ci hanno permesso di redigere questo bilancio che per noi è la carta di navigazione per amministrare nel modo migliore, perché a Piacenza si possa vivere bene. Auspico che questa discussione abbia uno stile nel tono di voce, evitando insinuazioni e atteggiamenti poco rispettosi, senza provocazioni con la voglia di operare scelte per la nostra città, senza fare i protagonisti.
AUMENTO IRPEF: SINDACA “STIAMO CAMBIANDO LA ROTTA DELLA NAVE”. APP “TEMPISMO PESSIMO E UN CERTO CINISMO”
Quasi sette ore di consiglio al termine del quale arriva il disco verde al rialzo dell’Irpef con immediata eseguibilità. In mezzo ci è passato un lungo pomeriggio che ha visto l’opposizione contestare aspramente il provvedimento, la difesa strenua e compatta della maggioranza e le performance dolci amare di Fratelli d’Italia i cui consiglieri, a inizio, seduta hanno indossato una maglietta di Pinocchio e alla fine hanno esposto uno striscione da stadio con la scritta Vergogna.
Al termine la sindaca ha definito la manovra “necessaria per rendere efficiente la macchina, perché stiamo cambiando la rotta di questa grande nave da crociera”. L’opposizione, in particolare ApP l’ha definita “una scelta coraggiosa, cinica e con un pessimo tempismo”.
IL QUESTION TIME DI APP NON CONVINCE IL CONSIGLIO, MA TROVA SOSTEGNO NELLA MAGGIORANZA
Forse pensavano avrebbe avuto vita più facile la mozione per il question time dei cittadini in consiglio comunale; non è stato così. I consiglieri di Alternativa per Piacenza, Stefano Cugini e Luigi Rabuffi, si sono visti bocciare una mozione il cui argomento avrebbe potuto mettere tutti, o quasi, d’accordo. Sì, perché quando si parla di partecipazione, di dare la possibilità ai cittadini di intervenire, quanto più possibile, alla cosa pubblica entrando in consiglio, tutti potrebbero essere d’accordo. D’accordo sì, ma entro certi limiti. E’ questo quello che è emerso ieri dopo la discussione della mozione nella quale si chiedeva l’introduzione del question time, già introdotta da alcuni Comuni italiani, che offre la possibilità ai cittadini di rivolgere domande alle amministrazioni esponendole direttamente nelle aule del consiglio comunale con tempi stabiliti e contingentati, così come la risposta da parte della giunta. Niente quindi lasciato al caso, ma un regolamento preciso da seguire, stabilendo pure un calendario del question time.
Per la maggior parte dei consiglieri di maggioranza e opposizione “gli strumenti per la partecipazione esistono già, ad esempio i Laboratori di quartiere, che dovrebbero partire a settembre” hanno detto i consiglieri di Piacenza Oltre; “il question time va nella direzione di svilire il ruolo dei consiglieri” ha detto il consigliere Trespidi “siamo noi a farci portatori delle loro istanze”. E ci mancherebbe altro, verrebbe da dire. Ma una possibilità per chi magari si sente di fare un passo in più, perché no? “Altroché sentirmi svilito – ha replicato il capogruppo di ApP Cugini – io sarei solo contento se i cittadini entrassero nella casa comunale, sarebbe un buon segnale”. “Serve coraggio per votare questa mozione” gli ha fatto eco il collega Rabuffi.
Una mozione simile fu presentata anche nel 2019 dall’allora consigliere Sergio Dagnino; andò che anche allora fu respinta dall’intera maggioranza di centrodestra mentre il centrosinistra l’aveva per lo più sostenuta. Quattro anni dopo le cose sono cambiate; perché solo alcuni consiglieri della maggioranza di centrosinistra hanno votato a favore. “Perché non dare una possibilità ai cittadini?” si è chiesto Sergio Ferri PD “magari saranno pochi quelli che saliranno qui, ma perché negargliela?”. Dello stesso parere anche la consigliera Margherita Lecce che ha votato in disaccordo con la civica Per Piacenza, Costanza De Poli PD, Filiberto Putzu Liberali e Barbara Mazza civica Barbieri. Si sono astenuti Boris Infantino e Matteo Anelli Piacenza Coraggiosa, Caterina Pagani e Giuseppe Gregori Civica Tarasconi, Sara Soresi Fratelli d’Italia. Alla fine la mozione ha raccolto 20 contrari, 6 favorevoli e 4 astenuti.
Anche la sindaca Tarasconi ha preso la parola “mi pare chiaro che oggi ognuno voterà secondo la propria sensibilità – ha detto – io voterò contro la mozione, perché conta il confronto, parlarsi, lavorare insieme. A me vengono a casa, suonano il campanello e chiedono Lei è il sindaco? Le devo dire una cosa è quello che mi dicono i cittadini. Non credo che venire qui e fare domande per due minuti significhi partecipare alla vita della città”.
Forse no, ma potrebbe essere un timido inizio.
LA MINORANZA TUONA : “SI CAMBI REGISTRO, COSI’ NON SI VA AVANTI”. NEL MIRINO DELLE CRITICHE LA PRESIDENTE GAZZOLO
Stesso luogo, stessa ora, ma diverso ordine del giorno. I capigruppo di minoranza hanno convocato la stampa nel giorno, lunedì, e nell’ora le 15, solitamente occupati dalla seduta di consiglio comunale che, questa settimana, non è stata convocata, nonostante i 50 atti ispettivi ancora da discutere depositati tra luglio e agosto scorsi.
Al centro della forte presa di posizione dei consiglieri Cugini, Rabuffi, Barbieri, Mazza, Sgorbati, Zandonella, Domeneghetti, Soresi e Zanardi ci sono proprio la mancata convocazione del consiglio e l’operato della presidente del consiglio comunale Paola Gazzolo, che, a loro dire, non svolgerebbe il suo ruolo super partes.
Morficazione del ruolo di consiglieri considerati più come orpello che come veramente utili alla città, addirittura lesivo della aspettative per le quali sono state eletti. Insomma, è l’accusa della minoranza, dalla presidente del consiglio non ci sarebbe quella garanzia e quell’imparzialità che il suo ruolo le imporrebbe.