ESSERE RISTORATORI GLUTEN FREE? SI PUO’, CON AIC

Chi l’ha detto che diventare ristoratori gluten free è un’impresa epica?
Non è così: occorrono organizzazione, buona volontà e una buona sinergia tra cucina e sala. E se a dirlo è un ristoratore, uno cioè che le mani in pasta le mette tutti i giorni, c’è da crederci.
In Emilia Romagna sono 309 i locali informati da AIC sulla celiachia che propongono un menù senza glutine. Tra Piacenza e provincia sono 17 di cui 4 laboratori artigianali. C’è ancora molto da lavorare, ma i primi risultati ci sono, ed è incoraggiante raccontarli.

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LIBERI DALLE SLOT: ANCHE I RAGAZZI TENTATI DAL GIOCO D’AZZARDO

Sono 1360 i ragazzi piacentini che hanno risposto al sondaggio effettuato dagli studenti del Liceo Colombini sul gioco d’azzardo: ciò che balza all’occhio è che il 30 % di loro ha dichiarato di aver giocato d’azzardo con gratta e vinci, lotteria, sport e anche giochi di animali sia on line che in tabaccheria. I dati sono stati presentati al convegno Slot Free organizzato da Libera Piacenza, Comune di Piacenza e Avviso Pubblico, con il sostegno della regione Emilia Romagna.

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RANCAN: “LA GIUNTA BARBIERI E’ MOLTO CORAGGIOSA” 

“E’ una giunta coraggiosa che va coi piedi di piombo e vuole vederci chiaro”. Così il consigliere regionale della Lega Matteo Rancan analizza le principali linee di mandato della giunta Barbieri nel giorno della presentazione in Commissione 1. Nella lunga intervista a Di Profilo, spazio anche a temi di politica nazionale: il risultato delle regionali in Sicilia e la questione profughi, richiedenti asilo.

OSSERVATORIO CGIL: “600 POSTI DI LAVORO IN MENO IN UN ANNO”

La percentuale relativa ai nuovi contratti a tempo indeterminato dopo l’entrata in vigore del job act è aumentata del 60% rispetto al 2014. questo però non significa che si sono creati nuovi posti di lavoro; lo rivela il settimo osservatorio sull’economia e sul lavoro in provincia di Piacenza, presentato dalla Cgil a cura di Ires Emilia Romagna. In sostanza l’aumento dei contratti a tempo indeterminato è da considerarsi come una trasformazione di un contratto già in essere, semplicemente passato a tempo indeterminato grazie alle agevolazioni fiscali per le aziende. Anche la fascia d’erta è significativa: gli effetti del job act si sono avuti più sulla fascia alta d’eta, 50-59, piuttosto che su quella 25-34 anni. 

Un altro dato che non va nella direzione di una ripresa è quello che si riferisce agli occupati: nel 2015 è di 119.600 ovvero 600 in meno rispetto allo scorso anno, soprattutto donne. A diminuire è anche il numero dei disoccupati che decresce di circa 700 unità, questo però non rappresenta un aumento dell’occupazione che invece diminuisce, ma rappresenta la sola diminuzione di persone alla ricerca di lavoro. Altro dato significativo è quello del voucher, per certi aspetti un abuso più che un uso, come avrebbe dovuto essere nell’intento del Governo di regolare il lavoro accessorio. I dati parlano chiaro: in Emilia Romagna, nel 2014, sono stati venduti 15 milioni di voucher da 10 euro l’uno, attestandosi al terzo posto dopo Lombardia e Veneto. Piacenza è in regione la città con un uso minore, con 400 mila voucher venduti.

Il servizio con le interviste nella prossima puntata di A Tutto Tondo 

cgil lavoro

DOSI SU ALLUVIONE: “NESSUNA ACCUSA DEL COMUNE ALLA REGIONE”

“E’ avvilente, per me e per tutte le persone che da un mese stanno lavorando insieme per la ricostruzione, leggere titoli di giornale che riducono l’impegno di queste settimane a inesistenti atti di accusa tra le istituzioni. Ancor più se guardiamo al costruttivo percorso di collaborazione instauratosi sin dall’inizio tra Comune e Regione Emilia Romagna, finalizzato a dare risposte efficaci, in tempi brevi, ai cittadini colpiti dall’alluvione del 14 settembre scorso”. Questo il commento del sindaco Paolo Dosi alla notizia pubblicata oggi in prima pagina sulla stampa locale, secondo cui l’Amministrazione piacentina imputerebbe a Bologna un’eccessiva genericità nella diramazione dell’allarme. “Nella ricostruzione degli eventi che l’ingegner Gaetano Fedele, dirigente comunale competente per la Protezione Civile, ha effettuato ieri in commissione consiliare – rimarca il sindaco – tale presunta attribuzione di colpa alla Regione non c’è in alcun modo stata e mi preme che questo sia ben chiaro”. “Ho semplicemente ripercorso i fatti di quella drammatica notte – precisa a questo proposito lo stesso Gaetano Fedele – con l’esecuzione di tutte le procedure previste dal Piano di Protezione Civile vigente. Le mie parole sono state travisate, trasformandole in un’accusa che in realtà non ho mai lanciato. Semmai, ed è una considerazione che abbiamo fatto nell’immediato, confrontandoci innanzitutto con la Regione, la portata eccezionale delle precipitazioni e le gravissime, ma imprevedibili conseguenze che si sono verificate ci hanno fatto subito comprendere la necessità di integrare il Piano, sia sotto il profilo della comunicazione e delle modalità di rilevamento dei fenomeni, sia per quanto concerne la condivisione delle informazioni e la diffusione delle allerte”. “Non è costume né del sottoscritto, né di questa Amministrazione, esercitare l’attività dello scaricabarile. Ci siamo sempre assunti la responsabilità degli atti di nostra competenza – prosegue Dosi – coinvolgendo gli organismi regionali nei tempi e nei modi previsti per gli interventi a loro richiesti e individuando, nel loro operato, un punto di riferimento solido e sempre presente sul nostro territorio. Spiace, oggi, dover rilevare la restituzione parziale, imprecisa e pretestuosa di quanto ha spiegato l’ingegner Fedele, peraltro sulla scia di quello che già il sindaco aveva ampiamente illustrato di fronte al Consiglio comunale, anche in quell’occasione senza chiamare in causa la Regione Emilia Romagna. La settimana prossima, quando parlerò io stesso alla Commissione, avrò modo di ribadirlo ulteriormente”. “Mai come in questa circostanza – conclude il primo cittadino – è stata fattiva e costante la cooperazione tra i Comuni, la Provincia, la Regione e il Governo centrale, proprio perché le istituzioni agiscono in sinergia e non una contro l’altra. E’ grave che l’ostinata ricerca di un colpevole, a fini prettamente polemici e strumentali, abbia avallato una ricostruzione carente e tendenziosa dei fatti, che non tiene conto dello sforzo collettivo messo in atto sin qui, né del lavoro che insieme, da Piacenza a Bologna, continueremo a svolgere”.

DOSI 1

ALLUVIONE, COME E’ FUNZIONATA L’ALLERTA?

Come è funzionata l’allerta nella notte tra domenica e lunedì? E più in generale come e in che modo vengono diramate le comunicazioni ai sindaci e agli organi tecnici competenti da Prefettura e Protezione Civile? Partendo dalla diga Boschi il guardiano ha l’obbligo di allertare telefonicamente la Prefettura quando il rilascio supera i 100 metri cubi di acqua. Nella fattispecie, nelle notte tra domenica 13 e lunedì 14 intorno all’ 1 la diga Boschi rilasciava già 200 metri cubi di acqua. A questo punto la Prefettura ha contattato telefonicamente i primi cittadini delle zone interessate, i soggetti tecnici competenti, tra cui Aipo, Vigili del Fuoco, Bacino Tidone e Trebbia, Carabinieri e Questura. All’1.25 della notte la diga aveva già rilasciato 600 metri cubi di acqua, una situazione assolutamente eccezionale, come mostrano i dati stessi; da 200 a 600 metri cubi in meno di mezz’ora. Contestualmente alle telefonate partite dagli uffici della Prefettura, sono stati inviati anche i relativi fax. Dalle 3 la sala operativa della Prefettura era operativa, la prima riunione con i soggetti tecnici e i carabinieri è avvenute alle 4.

Per quanto riguarda la situazione del Nure e del Trebbia, la Regione Emilia Romagna ha diramato per prima, tra le 4 e le 5 la comunicazione di allerta ai sindaci delle zone interessate e ai soggetti tecnici competenti. La modalità di comunicazione, in questo caso, è doppia, via sms e via fax. Anche la Prefettura, dopo la Protezione Civile della Regione, ha allertato sindaci e soggetti tecnici competenti con le stesse modalità.

ALLUVIONE VOLONTARI

AAA RACCOLTA DIFFERENZIATA CERCASI

Nel decreto Sblocca Italia il Governo ha dato l’ok a 12 nuovi inceneritori in 10 regioni; la notizia è comparsa da pochi giorni su alcuni quotidiani nazionali. Gli impianti si andranno ad aggiungere ai 42 già in funzione e ai sei già autorizzati ma in via di costruzione. I numeri, come sempre, parlano chiaro: verranno bruciate 2 milioni e mezzo di tonnellate in più di rifiuti, 37% in più rispetto a quello che avviene oggi. I nuovi impianti verranno installati in Toscana e Sicilia (due per ciascuna regione), Piemonte, Liguria, Veneto, Umbria, Marche, Campania, Abruzzo e Puglia. L’Emilia Romagna non entra in questa partita, forse perchè ha già dato, direbbe qualcuno. La nostra regione conta già otto inceneritori di cui uno a Piacenza, anche se a voler essere precisi anche i cementifici Buzzi Unicem e Cementirossi possono bruciare rifiuti, a seguito di specifiche autorizzazioni. Dotare altre regioni di nuovi inceneritori significa che sempre meno alcune regioni si accolleranno i rifiuti di quelle vicine, a fronte di un, secondo alcuni misero, interesse economico, come sta accadendo in queste settimane a Piacenza che ha iniziato a smaltire nell’inceneritore di Borgoforte i rifiuti di Genova, per la precisione 10 mila tonnellate in poco meno di 2 mesi. Nel testo dello Sblocca Italia si legge che gli inceneritori “costituiscono infrastrutture e insediamenti strategici di interesse nazionale”. A questo punto anche al cittadino più distratto vien da chiedersi: la raccolta differenziata, tanto professata e promossa da ogni Governo, che fine ha fatto? Il Fatto Quotidiano.it scrive: “sono attivi in Italia 42 impianti per complessive 82 linee di produzione, 52 al Nord, le altre divise a metà tra Centro e Sud. La parte del leone la fanno Lombardia e Emilia Romagna, in cui lavorano grosse multiutility come A2A, Hera e Iren”. Sempre nell’articolo si legge: “La scelta di bruciare i rifiuti, peraltro, è incomprensibile anche a livello economico: ai comuni, mediamente, la differenziata costa 198 euro a tonnellata, bruciarli circa 150. Solo che, aggiungendo gli incentivi energetici in bolletta, il costo è simile se non superiore: 220 euro nel 2012”. Aspetto da non tralasciare quello culturale: per anni tutti i livelli amministrativi hanno insistito sull’efficacia della raccolta differenziata, sull’importanza di insegnarla anche i bambini fin dalle scuole elementari. Visto come stanno andando le cose, oggi le priorità sembrano cambiate. E quelle dei cittadini?

inceneritore

EX ENEL, SOVRINTENDENZA: IL MUSEO NON S’HA DA FARE

Il museo non s’ha da fare, le procedure sono corrette. E’ la sintesi del parere espresso dal Sovrintendente Luigi Malnati che ha incontrato i rappresentanti del comitato contro il cantiere di Palazzo ex Enel. Malnati, si legge in una nota “ha chiarito l’assoluta trasparenza, coerenza e legittimità delle procedure seguite dalla Soprintendenza”. È stato spiegato che la trasformazione dei manufatti in sito musealizzato e fruibile dal pubblico non è praticabile per almeno tre ragioni di conservazione, utilità e opportunità. Ragioni che non convincono i membri del comitato che ricordano che “il proprietario acquistò l’area sapendo che vi era un vincolo di destinazione pubblica, che solo dopo subì una variazione a causa di un cambio di destinazione. I reperti erano stati accertati dalla Sovrintendenza di Bologna; il vincolo del 1981 prevedeva di lasciare coperti i reperti ma di mantenere la possibilità di lavorarvi”. Un risultato importante il comitato l’ha ottenuto: dare avvio all’istruttoria di vincolo per tutelare i beni in via definitiva. La Soprintendenza Archeologia dell’Emilia-Romagna proporrà all’amministrazione di Piacenza un piano per la tutela e valorizzazione del patrimonio archeologico strutturato su tre punti: 1) l’elaborazione di una carta delle potenzialità archeologiche (analoga a quella redatta a Modena o Cesena) in grado di mappare e valutare previsionalmente i depositi archeologici presenti in area urbana 2) l’allestimento e apertura al pubblico delle sezioni dedicate all’Età del Ferro e periodo romano della città all’interno del Museo Civico Archeologico, da troppi anni chiuse al pubblico non certo per volontà della Soprintendenza. 3) l’analisi non distruttiva, effettuata con georadar e altri strumenti, di altri tratti di mura romane in una o più aree libere da edifici in modo da poter effettuare un intervento mirato in grado di fornire dati aggiornati e attendibili, alla luce delle moderne tecniche di scavo

EX ENEL CANTIERE AEREO

BANDO “INCREDIBOL!2014” TRE IMPRESE SONO PIACENTINE

Tre progetti d’impresa sui 18 vincitori del bando Incredibol! 2014 sono piacentini. “E’ un segnale forte di dinamismo imprenditoriale e di capacità innovativa, che rivela inoltre le forti potenzialità di sviluppo del nostro territorio”. Esprime così la sua soddisfazione il vicesindaco Francesco Timpano, alla notizia dell’esito del quarto bando regionale Incredibol!, il progetto per sostenere le professioni creative in Emilia-Romagna.  Si tratta di Mentor.Fm di Eugenio Tacchini (80 punti), Audiozone di Audiozone Studios (80 punti) e T°Red di T Red (76 punti). Ai primi due è stato riconosciuto un premio in denaro di 5mila euro, mentre a tutti e tre i progetti sarà offerta la possibilità di usufruire dei servizi della rete di partner a sostegno delle imprese culturali e creative, tra cui rientrano un percorso di formazione per sostenere al meglio la propria idea d’impresa. Potranno usufruire anche di spazi affidati in comodato d’uso per 4 o più anni; un contributo fino a 10mila euro e la possibilità di partecipare ad appuntamenti di rilevanza nazionale ed internazionale per il proprio settore produttivo di riferimento.

 

HA VINTO IL NON-VOTO. AFFLUENZA MAI COSI’ BASSA AL 36%

Il vero dato è 36,29%. Come ha scritto Ilvo Diamanti ieri su Repubblica gli emiliani, e anche i piacentini a quanto pare, hanno scelto il non-voto come voto. Un dato preoccupante che dovrebbe far riflettere la classe politica, forse troppo occupata a coniare slogan che a tastare il polso della gente. Anche in Emilia Romagna la tela rossa della cultura politica e del voto si è smagliata. Certo Stefano Bonaccini, candidato del PD, è il nuovo Presidente della Regione con il 48,03% ma dietro di lui il portacolori della Lega Nord Alan Fabbri con il 43,22% delle preferenze. Un risultato quest’ultimo in parte annunciato considerato il costante aumento del livello di gradimento del leader del Carroccio Matteo Salvini che ha impostato, di fatto, la campagna elettorale sulla sua figura. Venendo a Piacenza il candidato presidente di Lega e Fratelli d’Italia Alan Fabbri ha trionfato ottenendo il 47.09% delle preferenze; a seguire Stefano Bonaccini con il 37, 57% dei voti; terza Giulia Gibertoni del Movimento 5 Stelle al 9,96%. Per quanto riguarda gli eletti piacentini il PD ottiene due seggi premiando Paola Gazzolo (6003) e Gian Luigi Molinari (5820), la Lega un seggio assegnato a Matteo Rancan (4515) e uno a Fratelli d’Italia con Tommaso Foti (2222). Resta a bocca asciutta Forza Italia che sulle prima aveva sperato in Fabio Callori. Il PD è il primo partito in provincia (35,07%), ma anche qui è da segnalare l’exploit del Carroccio (28,20%).