ELEZIONI REGIONALI, ULTIMI GIORNI DI UNA CAMPAGNA “SCOPPIETTANTE”

Soni gli ultimi giorni di una campagna elettorale in vista del voto di domenica per l’elezione del presidente della Regione. Una campagna elettorale che, almeno a Piacenza, ha avuto toni decisamente scoppiettanti. Soprattutto per una parte politica, la sinistra e in particolare il Partito Democratico. Quattro i candidati al consiglio, tutti decisamente “forti”, nel senso che tutti hanno ottime carte da giocare e buone chance di entrare. Ma perchè complicarsi la vita, verrebbe da chiedersi, e non scegliere due candidati sicuri di fare ingresso in regione e gli altri due cosiddetti outsider? Invece no le due coppie, Molinari-Tarasconi da una parte e Gazzolo-Ghisoni dall’altra hanno dato il meglio di sè. Non sono mancate dichiarazioni pungenti, frecciatine, insomma hanno decisamente combattuto. Renziani della prima ora Katia Tarasconi e Gianluigi Molinari, ma anche l’ex sindaco di Podenzano Alessandro Ghisoni in coppia  con l’assessore uscente Paola Gazzolo, renziana dall’ultimo congresso. Favoriti? Indiscrezioni mettono in lista alla classica il segretario provinciale Molinari, ma ben piazzate sembrano anche le donne: Tarasconi godrebbe di maggior consenso soprattutto in città grazie al suo doppio mandato nelle vesti di assessore al Commercio, Gazzolo invece in provincia dove è particolarmente conosciuta e apprezzata nel ruolo di assessore regionale alla Protezione Civile e al Sottosuolo. Sembra dunque che si giocherà nel PD la partita più importante, chi può sperare potrebbe essere la Lega Nord forte dell’ascesa del segretario Matteo Salvini, l’unico leader che sta aumentando il consenso tra i cittadini. Candidati del Carroccio sono Matteo Rancan, Manuel Ghilardelli Loredana Bossi e Silvia Testa.

Per Forza Italia sono in lizza Fabio Callori, Wendalina Cesario, Federica Sgorbati, Andrea Pollastri.

Per Fratelli d’Italia invece si schierano Tommaso Foti, Edoarda Ghizzoni, Anna Gregori e Giancarlo Tagliaferri.

Per Sel Giuseppe Mori, Roberto Bassi, Alessandra Calì e Sara Dallabora, mentre il “Centro Democratico con Bonaccini” Fabrizio Faimali, Lara Devoti, Luigi Balordi e Corinna Alberti.  “Emilia Romagna civica”, sempre a sostegno di Bonaccini, candida Michela Bavaccini, Gabriella Meo, Fabrizio Falaguasta e Maurizio Molinari.

Il Movimento 5 Stelle, dopo una consultazione interna, candida nel nostro territorio Silvana Lucia Gnecchi, Roberta Buzzini, Roberto Accordino e Leonardo Vecchi, con candidata presidente Giulia Gibertoni.

Udc e Nuovo Centrodestra tentano la corsa solitaria con Alessandro Rondoni: nel piacentino i candidati sono Giulio Maserati, Laura Ruscio, Alessandro Lanzi e Mariangela Casali.

Cristina Quintavalla è il candidato presidente di “L’altra Emilia Romagna”, rappresentata a Piacenza e provincia da Emanuela Bruschini, Andrea Poggi, Stefania De Micheli e Basilio Riga.

 

START CUP PIACENZA, È IL MOMENTO DEI VINCITORI

Sono Massimiliano Bariola, Paolo Piraino, Alexandre Ernst e Roberto Tramelli. Giovani piacentini che hanno fatto dell’innovazione e della creatività il loro brand. Sono i vincitori della Start Cup Piacenza 2014 l’evento creato grazie al Comune, Piacenza Expo e Camera di Commercio. A questi quattro ragazzi e ai loro team insieme a tanti altri giovani neo imprenditori abbiamo dedicato una pagina web all’indirizzo startcup2014.zero523.tv che racchiude brevi presentazioni delle idee d’impresa, pitch da 90 secondi,  ma anche l’intervento di Emil Abirascid direttore di alcune periodici che si occupano di innovazione e start up.

20141008_180949

REGIONALI, FOTI:”IL CENTRODESTRA SI DIA UNA MOSSA”

Se il Pd è pronto a scegliere il candidato alla regionali attraverso le primarie fissate per il 28 settembre, il centrodestra sembra in alto mare. Eppure in ballo c’è la presidenza della regione Emilia Romagna. Tommaso Foti, membro del coordinamento regionale di Fratelli d’Italia-AN e consigliere comunale, non ha lesinato critiche al’intera coalizione di centrodestra. Ci sia dia una mossa – è il senso del suo ragionamento – se non altro per salvare l’onore. Quella di Foti è un’analisi dura e realistica, consapevole che il centrodestra, in regione, siederà ancora una volta all’opposizione perchè incapace di individuare un candidato credibile con una visione amministrativa globale.

REGIONALI, CENTRODESTRA UNITO CON UN CANDIDATO PRESIDENTE?

Sarà un derby tra Matteo Richetti e Stefano Bonaccini. L’Emilia del dopo Errani passerà nelle mani di uno di loro, entrambi renziani ma molto diversi per formazione: ex Margherita, rottamatore dal primo giorno, Richetti; ex Ds, ex bersaniano, Bonaccini. Sfumata l’ipotesi di un candidato unico con Daniele Manca sindaco di Imola che piaceva sia ad Errani che al premier Renzi, il Pd è di nuovo impegnato con le primarie fissate per il 28 settembre.

Il centrodestra invece come si sta preparando a questo importante appuntamento elettorale? Allo scoperto non è uscito ancora nessuno, ma la sensazione è che ci sia forte fibrillazione tra i partiti considerata la partita che c’è in gioco. Fabio Callori, ex sindaco di Caorso, attualmente vice coordinatore regionale di Forza Italia, spiega le intenzioni della coalizione. “L’obiettivo è di arrivare all’appuntamento di ottobre con un unico candidato presidente che rappresenti l’intera coalizione di centrodestra. Crediamo che questo sarebbe un segnale forte di unità che i nostri elettori certamente apprezzerebbero”.Forza Italia, Nuovo Centro Destra, Fratelli d’Italia, Lega e Udc insieme? “Pare che ci siano le condizioni per andare uniti, se queste venissero meno ogni partito presenterà il suo candidato”. Tramontata dunque l’ipotesi primarie tanto amate e utilizzate dal centrosinistra. Anche lo stesso Callori si mette a disposizione di Forza Italia come candidato consigliere. “Ho dato la mia disponibilità, qualora il partito o la coalizione me lo chiedessero. Oggi non rivesto più il ruolo di sindaco, per cui ogni incompatibilità è decaduta”.

consiglio regionale

EMILIA ROMAGNA SENZA PRESIDENTE, ERRANI SI DIMETTE PER LA CONDANNA TERREMERSE

La Regione Emilia Romagna si ritrova,  ad un anno dalle elezioni,  senza presidente. VascomErrani ha rassegnato ufficialmente le dimissioni dopo la sentenza che lo comdanna ad un anno di reclusione (pena sospesa) per il caso Terremerse.

“E’ un momento di amarezza. Ma per prima cosa non parlo di me. Parlo della Regione – ha dichiarato Errani alle agenzie – perché il mio compito è tutelare l’istituzione, il suo onore, la realtà pulita e di esempio a tanti che è questa Emilia-Romagna.

Ho sempre messo l’istituzione davanti ad ogni altra considerazione – a me stesso – e non cambio ora. Non si faccia nessuna confusione: quanto subisco io personalmente non diventi fango per l’istituzione.

Per questo intendo rassegnare subito le mie dimissioni, e nel farlo rivendico il mio impegno e la mia onestà lungo tutti questi anni. E la mia piena innocenza anche in questo fatto specifico. Piena innocenza. D

unque annuncio subito che presenterò ricorso affinché prevalga questa semplice verità. Le mie dimissioni sono dunque un gesto puramente di responsabilità” .

In primo grado Errani fu assolto dall’accus di falso ideologico per la relazione inviata ai magistrati sul finanziamento della coop agricola Terremerse al tempo guidata dal frate, lo di Errani, Giovanni.

images-9

ESTORSIONE E USURA, COSI’ SI MANIFESTA LA MAFIA A PIACENZA

Neppure il nostro territorio è immune dalle infiltrazioni mafiose. La conferma è arrivata dal Rapporto 2014 per una Emilia Romagna senza mafia presentato da Salvatore Calleri presidente della Fondazione Antonino Caponnetto. Piacenza e la sua provincia non sono un’isola felice, anzi la posizione geografica e la ricchezza del territorio le rendono terreni fertili per le infiltrazioni mafiose.

La Provincia di Piacenza – si legge nel rapporto – è diventata importante crocevia per i narcotrafficanti italiani e stranieri. Hanno assunto livelli preoccupanti anche le problematiche connesse allo sfruttamento della prostituzione, all’immigrazione clandestina e alla riduzione in schiavitù. Rilevante è la presenza della criminalità organizzata soprattutto calabrese ma anche cosa nostra. Un sodalizio preoccupante che si manifesta soprattutto in attività estorsive e usurarie ai danni delle imprese. Come si manifesta tutto questo? Chi si sente sottomesso alla criminalità organizzata è indotto ad effettuare false fatturazioni, creando operazioni commerciali inesistenti diventando di fatto complici dei criminali. I settori in cui le mafie riescono meglio ad infiltrarsi sono l’edilizia pubblica e privata e le acquisizioni immobiliari e commerciali.

rapporto mafia2usura