CASO CARBONEXT, FACCIAMO IL PUNTO

Una nuova serata per parlare della vicenda del Carbonext. La Conferenza dei Servizi, l’estate scorsa, ha redatto il Rapporto Ambientale conclusivo dei propri lavori, la competenza decisionale finale è passata alla Giunta Regionale che ha poi approvato il progetto; nell’incontro di venerdì 30 settembre al Teatro comunale di Lugagnano verranno esaminati i contenuti della decisione presa dalla Regione. 
I comitati Aria pulita in Val d’Arda”, “Basta Nocivita’ in Val D’arda“, “Cittadini per l’Ambiente rurale” e Legambiente Piacenza vogliono ancora lottare contro l’approvazione del progetto attraverso un procedimento legale. 

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LEGAMBIENTE: “SULL’INCENERITORE LA POLITICA E’ ASSENTE”

La campagna di sensibilizzazione di Legambiente contro l’inceneritore parte da un sit in davanti alla Provincia proprio mentre all’interno era in corso la conferenza dei servizi. Gli ambientalisti chiedono che l’impianto di Borgoforte vada a dismissione entro il 2020, come prevede la legge regionale, e che non vengano conferiti rifiuti da fuori provincia come invece ha chiesto Iren.
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LEGAMBIENTE: “CITTADINI VOLETE L’INCENERITORE? NEL 2018 IL REFERENDUM”

Arrivare al 73% di raccolta differenziata e diminuire del 25% la produzione di rifiuti. Sono i due paletti fondamentali per arrivare al 2020 agli obiettivi che la legge regionale impone ovvero lo spegnimento degli inceneritori tra cui anche l’impianto di Borgoforte, andando a naturale dismissione insieme a quello di di Ravenna per quanto riguarda i rifiuti solidi urbani. Stando così le cose l’impianto sarebbe inutile; la richiesta espressa da Iren però, che sembra avere l’appoggio anche dal consiglio comunale, è quella di poter bruciare rifiuti speciali. La grande tematica dei rifiuti, collegata al discorso dell’inceneritore e dei cementifici, Cementitirossi in città e Buzzi Unicem a Vernasca, sarà lo zoccolo duro di Legambiente per la prossima campagna d’autunno. Le linee d’azione avranno in una doppia direzione: sensibilizzare i cittadini, fare massa critica rispetto a questo tema e dall’altra parte dar vita ad un tavolo istituzionale con l’amministrazione comunale. E poi ci saranno senz’altro degli eventi per catturare l’attenzione dei cittadini, come accadde anni fa con il grande abbraccio alla Pertite che convolse migliaia di persone.

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CARBONEXT: COMITATI E ASSOCIAZIONE URLANO “VERGOGNA”

Comitati ed associazione ambientaliste urlano alla vergogna. Il destinatario dello sfogo è l’assessore regionale Paola Gazzolo che oggi ha portato in giunta l’approvazione del Carbonext. Al centro di questa vicenda che dura ormai da 18 mesi c’è proprio il combustibile css che il cementificio di Vernasca Buzzi Unicem ha chiesto di poter bruciare. In una nota i comitati Aria Pulita in Val d’Arda, Basta Nocività in Val d’Arda, cittadini per l’ambiente rurale e Legambiente Piacenza hanno annunciato di riunirsi in un sit in di protesta sotto al palazzo della Regione Emilia Romagna nel corso dell’assemblea legislativa a cui saranno invitati tutti i sindaci della val d’Arda, i consiglieri e i cittadini. “Vergogna per il modo, per la fretta, per quanto espresso – si legge – bruciare rifiuti non può far bene all’ambiente, nè alla salute, bruciare rifiuti non è un modo corretto di smaltimento”. Ecco il testo della nota:

Ben arrivati a Piacenza, terra amica degli inceneritori: chiunque porti rifiuti, anche travestiti da prodotti industriali da bruciare, è il benvenuto! Lasciando da parte il doveroso e meritato sarcasmo per l’annuncio dell’Assessore Gazzolo dell’approvazione, lunedì in Giunta Regionale, del progetto CarboNeXT, con una modalità assolutamente irricevibile da ogni punto di vista, non possiamo che sintetizzare in una unica parola ogni commento per quanto è stato espresso nella comunicazione dell’Assessore: Vergogna. Vergogna per il modo. Dopo 18 mesi di incontri, discussioni, confronti sul progetto, senza che mai una volta l’Assessore di Piacenza si sia messa a confronto con i cittadini, partecipando anche ad un solo incontro con la popolazione, l’unico modo che trova, per annunciare ai Piacentini la decisione di approvare il progetto, è un articolo di giornale e, per di più, con un solo giorno di anticipo sulla riunione della Giunta. Evidentemente è questo, per l’Assessore e la Giunta, il coinvolgimento e la partecipazione dei cittadini: un semplice comunicato via stampa. Vergogna per la fretta. Si decide di approvare in tutta fretta il progetto, ben sapendo della risoluzione bipartisan che i Consiglieri Regionali presenti all’incontro tenutosi a Lugagnano stavano per presentare in Consiglio Regionale, con la quale intendevano chiedere alla Giunta di non decidere sul progetto fino alla audizione dei comitati e Legambiente in Commissione Ambiente, nonché della richiesta del sindaco di Lugagnano di un Consiglio dell’Unione dei Comuni aperto alla presenza della Giunta Regionale. Risulta incredibile, anche da un punto di vista politico, questa decisione assunta non solo contro i cittadini, ma anche contro i propri Consiglieri Regionali. E’ certo una fretta assai sospetta, quasi di chi sia consapevole della inadeguatezza e della forzatura che hanno portato all’esito positivo della VIA. Vergogna per quanto espresso. Che sia l’Assessore all’Ambiente della Regione, piacentina, a raccontarci che bruciare rifiuti fa bene alla salute, migliora l’ambiente e risulta un sano e corretto modo di smaltire i rifiuti è un insulto al buon senso e a tutta la normativa europea e regionale in tema di rifiuti. Bruciare rifiuti non può far bene all’ambiente. Abbiamo presentato centinaia di osservazioni al progetto e quello che risulta chiaro è la mancanza di dati certi sull’uso e sugli effetti sull’ambiente e sulla salute di un materiale, il CarboNeXT, che altro non è che rifiuto indifferenziato, seccato e triturato, mai usato prima ufficialmente, di composizione incerta e sempre ovviamente variabile, difficile da controllare e le cui emissioni variano a seconda della composizione. Abbiamo evidenziato un generale peggioramento di quasi tutte le emissioni (ammesse a denti stretti persino dal Proponente), sappiamo bene che i limiti delle emissioni date ai cementifici sono ben più alte di quelle, più restrittive, previste per gli inceneritori. Abbiamo soprattutto evidenziato un netto peggioramento del numero di camion che trasporteranno il CarboNeXT rispetto all’esorbitante numero, dai 700 agli 800 transiti giornalieri, che già ora si hanno in Val d’Arda. Siamo scandalizzati dalle parole dell’Assessore: aumentano i camion, ma diminuiscono le emissioni perché verrà rinnovato, nei tre anni, il parco camion. Ma in che favola? Sappiamo bene che le ditte che fanno i trasporti per Buzzi sono decine: chi pagherà loro i camion nuovi Euro 5 e 6, la Buzzi? Un solo camion in più avrebbe dovuto bloccare il progetto! Bruciare rifiuti non può far bene alla salute. La Val d’Arda non può nuovamente far da cavia ad un progetto industriale legato al cementificio: ha già dato! E’stata chiesta da quasi 5000 cittadini una valutazione di impatto sanitario, VIS, preventiva per capire lo stato di salute della Val d’Arda, già provata da decenni di emissioni del cementificio. L’Assessore l’ha negata dicendo che bastava l’analisi su dati storici fatta dalla Conferenza dei Servizi. E’ stato richiesto, tramite i Consiglieri Regionali, un approfondito studio sugli effetti dell’attività dei cementifici sulla salute della popolazione residente: questo studio, approvato nel Piano Preventivo Regionale, doveva partire a settembre del 2015. Cosa ne è stato? Ci dobbiamo accontentare di una relazione dell’AUSL basata non su una seria indagine epidemiologica attuale, ma su semplici dati incrociati di studi forniti dall’Azienda e dati statistici… Ma come si può dire che in Val d’Arda, negli ultimi 4 anni, i tumori sono in diminuzione, in controtendenza rispetto a tutta la provincia? E le altre malattie? Chiediamo una analisi epidemiologica attuale. Soprattutto, per quanto riferisce la Gazzolo, appare evidente che non esiste nessuna capacità di prevedere quali saranno gli impatti dell’utilizzo di combustibile a base di rifiuti sulla salute. Perché altrimenti la Regione avrebbe programmato un Piano Preventivo consistente in due anni di analisi? Bruciare rifiuti non è un modo corretto di smaltimento: Che si chiamino CSS o rifiuti, l’unica forma di smaltimento corretto dei rifiuti per arrivare all’economia circolare è non produrli, riutilizzarli, riciclarli e differenziarli, e non certo usarli come carburante. Il Piano Rifiuti prevede l’autosufficienza nello smaltimento; come giustifica la Regione che il cementificio importi rifiuti travestiti da prodotti industriali da fuori regione in totale contrasto con tale Piano? E che dire della prescrizione del raggio di produzione del CarboNeXT nei 150 chilometri? I CSS arriveranno dunque da tutto il Nord Italia, da 5 regioni e dal Porto di Genova…., ed i rifiuti per produrlo da tutto il mondo? Abbiamo già un inceneritore ed un altro cementificio che bruciano rifiuti. Evidentemente la Regione vuol fare di Piacenza terra di inceneritori, dove l’unica economia circolare sarà quella dei rifiuti che circolano. Di fronte all’approvazione di questo progetto, utile solo all’impresa che lo ha proposto, ma non al territorio piacentino ed ai suoi cittadini, e di fronte al modo irricevibile con il quale l’Assessore lo ha annunciato, totalmente di parte e assolutamente irrispettoso nei confronti dei cittadini della Val d’Arda e della Provincia, non intendiamo affatto stare con le mani in mano. Al di là della opposizione legale al progetto che farà la sua strada, preannunciamo fin da ora che, non riuscendo ad organizzare una manifestazione oggi, in Regione, proprio a causa del preavviso di un solo giorno, evidentemente voluto dall’Assessore e dalla Giunta (alla faccia della partecipazione e trasparenza), mercoledì intendiamo organizzare un SIT IN davanti alla Regione, durante lo svolgersi dell’Assemblea Legislativa Regionale, invitando fin da ora i Sindaci della Val d’Arda, tutti i Consiglieri e tutti cittadini che ci hanno sostenuto in questa battaglia ad essere con noi per ribadire il nostro NO e le nostre proposte sui CSS, VIA e rifiuti. Preciseremo meglio orario e modalità a breve.

buzzi unicem

CARBONEXT “PIÙ TRASPARENZA, SI CAMBI LA LEGGE REGIONALE”

Comitati, associazioni ambientaliste e cittadini che hanno manifestato il proprio dissenso contro il progetto del Carbonext chiedono di cambiare la legge regionale sulla VIA, valutazione impatto ambientale, per rendere veloce l’accesso agli atti e si documenti. In particolare chiedono un cambio dell’atteggiamento della regione nei confronti dei cittadini per un più veloce e semplice accesso agli atti oltre che una partecipazione alle Conferenze dei Servizi nel caso specifico di Carbonext.

Ecco il testo del comunicato

Come Comitati ed Associazioni che da Gennaio 2015 sono impegnati a scongiurare l’approvazione del progetto CarboNeXT di Buzzi Unicem per la cementeria di Vernasca, ma prima di tutto come cittadini, ci lascia amareggiati e ci impensierisce l’atteggiamento che le Istituzioni competenti e la politica che li governa, continuano a mantenere ogni volta che, legittimamente, si chiedono loro informazioni, documenti o atti che, oltre alla legalità ed al buon senso, rispondono alle necessità di trasparenza e partecipazio ne che dovrebbero essere proprie della Pubblic a Amministrazione. Così come ci indigna che ai cittadini, ai Comitati e alle Associazioni in Regione sia pure negata la possibilità di partecipare, anche solo come uditori, alle Conferenze dei Servizi che decidono del futuro di interi Territori. E’ questa la trasparenza e partecipazione di cui tanto parla la politica nelle leggi regionali e nei discorsi di circostanza dei convegni ? La vicenda CarboNeXT è esemplificativa di un metodo che sta diventando prassi purtroppo per tutti i procedimenti Piacentini e auspichiamo si cambi marcia. Ancora una volta, dopo la riunione dell’ultima Conferenza dei Servizi del 21 Giugno scorso, la conclusiva e più importante perché esprime i pareri definitivi degli Enti sul progetto dell’Azienda, pur avendo depositato il giorno stesso richiesta di accesso agli atti per poter visionare il verbale della Conferenza e tutti i documenti allegati , solo ieri, allo scadere dei 30 giorni di legge, abbiamo ricevuto copia della documentazione ma mancante del documento fondamentale, il rapporto di valutazione ambientale con il parere definitivo sul progetto. Arpae, ex Provincia, alle nostre doglianze, si è giustificata dicendo che non lo avevamo specificatamente richiesto. Un gioco di parole che lascia esterrefatti. Abbiamo dovuto inviare una nuova richiesta ad integrazione per poterla ritirare. Come possiamo giudicare, da cittadini, un atteggiamento di questo tipo proprio da parte di quegli Enti pubblici e della politica che li governa che della trasparenza degli atti e della facilità di accesso alle informazioni dovrebbero fare una bandiera? Non va certo in questa direzione far attendere ogni volta 30 giorni per inviare documenti, riparandosi dietro i termini di legge o negare l’ascolto alle discussioni che si svolgono nelle Conferenze, dove gli Enti, sono lì a rappresentare l’interesse pubblico, dei Territori, a fronte delle richieste di Soggetti privati. Dal momento che la fiducia nelle Istituzioni e nella politica è fondamentale e mai come oggi il rapporto tra Enti, politica e Cittadini è in profonda crisi di fiducia, intendiamo lanciare una nuova proposta alla politica regionale, che lo scorso Venerdì a Lugagnano si è assunta impegni sul progetto CarboNeXT ed alla Giunta regionale. E’ venuto il momento di cambiare la Legge Regionale sulla VIA, la n°9 del 1999, prevedendo esplicitamente la possibilità per i Comitati e le Associazioni di essere presenti, almeno come uditori, alle riunioni che decidono sulla congruità delle leggi e sull’opportunità rispetto ai territori di qualunque progetto, perché tutto sia discusso e deciso alla luce del sole. Auspichiamo quindi che la vicenda CarboNeXT , si concluda con un “No” al progetto e che la politica abbia il coraggio di assumersi le sue responsabilità in ordine alla sua opportunità, senza nascondersi dietro i pareri tecnici, e ci auguriamo che costituisca anche il punto di partenza per un profondo cambiamento dell’atteggiamento della Regione ed in generale degli enti pubblici nei confronti dei cittadini.

Accesso ai documenti ed atti veloce e facilita to e possibilità di partecipazio ne a i procedimenti di VIA . La fiducia è un cosa seria e non si merita per il fatto di esistere come istituzio ne , ma va guadagnata sul campo e meritata nei fatti; quello che viene detto e deciso non può restare nel segreto delle stanze del palazzo.

Sosteniamo inoltre fortemente la richiesta del Sindaco di Lugagnano di convocare un Consiglio aperto dell’Unione dei Comuni dell’Alta Val d’Arda, con audizione degli Assessori componenti la Giunta Regionale, che avranno l’onere di dare o meno l’approvazione al progetto. Siamo certi che rispetto a questa proposta seguirà l’appoggio dei Sindaci di Castell’Arquato e Morfasso e di tanti Consiglieri della Val d’Arda.

Comitato Basta nocività in Val d’Arda, comitato Aria pulita in Val d’Arda, comitato cittadini per l’ambiente rurale, Legambiente Piacenza

carbonext sit in provincia

DOMENICO FERRARI: “IL TERRITORIO VA AMATO. SIAMO VICINI AL DISASTRO”

Secondo l’ultimo rapporto di Legambiente 7 milioni di italiani sono a rischio frane e alluvioni, nel senso che vivono in zone considerate pericolose, dove negli ultimi dieci anni si è continuato a costruire. Un comune su tre ha quartieri a rischio idrogeologico. Abbimao chiesto al professor Domenico Ferrari, già delegato del Fai di Piacenza da sempre in prima linea su questioni legate all’ambiente e al paesaggio, una valutazione. “Non credo che i comuni si rendano conto di quello che c’è in palio, cioè il futuro del nostro sistema. La situazione idrogeologica è terribile, sappiamo che il nostro è un terreno franoso e dobbiamo agire di conseguenza, non si può costruire su una frana”.

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IN MARCIA PER L’ARIA E PER UNA MIGLIORE QUALITA’ DELLA VITA

Cittadini più coinvolti nelle decisioni importanti per la città, un Tavolo permanente di confronto, consigli comunali aperti all’intervento dei cittadini, un piano della mobilità sostenibile  e partecipato; sono alcune delle richieste che la rete dei comitati e le associazioni hanno consegnato al sindaco Paolo Dosi al termine della marcia per l’aria a cui hanno aderito quasi una ventina di gruppi ambientalisti. Un lungo corteo, con a capo i bambini, si è snodato dal palazzetto di via Alberici, passando per il Facsal, corso Vittorio Emanuele fino in piazza Cavalli. Una decina di proposte per un clima migliore, contro il consumo di suolo. La palla ora passa alla politica e alle istituzioni. “Le scelte della politica – ha detto Laura Chiappa presidente di Legambiente – ricadono sui cittadini che hanno deciso di dire basta e di farsi sentire. Quella di oggi è una nuova iniziativa che vuole cercare di far cambiare marcia alle scelte della politica in materia di ambiente”.

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A TUTTO TONDO IN VIAGGIO TRA LE CAVE E IL BITUMIFICIO DI GOSSOLENGO

Inizia da località Ponte Nuovo il nostro viaggio all’interno delle cave nel comune di Gossolengo. Qui c’è un gran via vai di camion che trasportano ghiaia. In questo luogo le cave sono state autorizzate dal piano provinciale del 2001 poi rinnovato nel 2011. Tutto ha seguito un iter regolare. A questo si aggiunge la proposta da parte di una società di realizzare un impianti di produzione di bitume della portata di 200 mila tonnellate annue. Un anno fa contro questo impianto si è formato un comitato No al bitume – Si al parco del Trebbia. Abbiamo raccolto le testimonianze degli ambientalisti, dei cittadini che fanno parte del comitato ma anche di coloro che hanno rappresentato e che rappresentano tutt’ora le istituzioni. Da una parte c’è chi denuncia una specie di sistema mirato a fare si che il territorio sia indirizzato ad ospitare questo genere di attività, utile sì ma nello stesso tempo impattante, dall’altro chi dimostra come tutto l’iter sia regolare ed autorizzato.

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IL TRENO VERDE TORNA A PIACENZA: UNA CITTA’ DIVERSA E’ POSSIBILE?

Il Treno Verde torna a Piacenza, e lo fa con una serie di appuntamenti e iniziative per riflettere sul tema città, stili di vita, lotta all’inquinamento, buone pratiche, nuova mobilità. Le cosiddette smart cities insomma che tanto piacciono agli amministratori ma che, troppo spesso in realtà sono lontane anni luce dal realizzarsi. Il Treno Verde arriverà giovedì 10 marzo alla stazione di Piacenza dove sosterà fino a venerdì 11 per trasferirsi a Modena il giorno seguente. Nei due  giorni piacentini verranno effettuati due interessanti monitoraggi grazie alla collaborazione di Studio SMA e Gemmalab, con il contributo scientifico La Sapienza e CNR. Si tratta di un monitoraggio itinerante e uno fisso. Il primo nelle zone nevralgiche della città da un punto di vista della qualità dell’aria: stazione, via Borghetto, viale Sant’Ambrogio, via Primogenita, via Giordani, ma anche le zone a traffico limitato. Il monitoraggio fisso verrà effettuato in alcuni luoghi specifici, definiti più critici. Grazie alla strumentazione portatile verranno misurati di continuo, quindi non facendo una media, i valori di PM10, PM2,5 e PM1 e del rumore. I dati saranno confrontati con i rilievi eseguiti con una centralina fissa posizionata in centro storico. Un laboratorio di rilevamento analisi, che potrà anche essere visitato dalle scuole e dai cittadini, sarà presente sul piazzale della stazione. Tra le altre iniziative in programma giovedì 10 la mostra didattica allestita sul treno riservata alle scuole delle città, dalle 16 alle 18.30 l’apertura al pubblico, dalle 17.30 alle 19 Aperiverde bio a km zero vegan e letture dal libro “Partire col Verde”, alle 21 all’auditorium della Fondazione Pillole Verdi a Piacenza: cittadini in azione, ovvero quelle buone pratiche dei cittadini e delle associazioni che si sono distinte in questi anni. Venerdì 11 ancora la mostra didattica per le scuole, successivamente verranno resi noti i dati sul monitoraggio sulla qualità dell’aria e del rumore e dalle 17 alle 19 Germogli Urbani, visioni per una nuova città: una tavola rotonda sulle nuove città intelligenti, tra efficienza energetica, rigenerazione, verde urbano e mobilità sostenibile, a cui parteciperanno anche gli amministratori locali e il presidente regionale di Legambiente.

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LEGAMBIENTE SU INCENERITORE: “PIACENZA DA CHE PARTE STAI?”

Piacenza da che parte stai? La città e i suoi amministratori cosa sceglieranno per i cittadini? Quale sviluppo per il territorio piacentino? Sono le domande che si pongono le associazioni ambientaliste ma anche i comuni cittadini sul delicato tema dell’inceneritore e sulla richiesta di Iren di bruciare rifiuti speciali provenienti dalla regione. La nuova legge regionale sui rifiuti parla chiaro: entro il 2020 l’inceneritore di Borgoforte dovrebbe cessare la sua attività, andando a naturale dismissione insieme a quello di Ravenna per quanto riguarda i rifiuti solidi urbani. La nuova legge prevede anche forte riduzione del 25% di rifiuti alla fonte, aumento della raccolta differenziata al 73% al 2020, e applicazione di varie e differenziate tecnologie per riutilizzare e riciclare i rifiuti. Qui sta il nodo secondo Legambiente: davanti a questa realtà Iren ha chiesto di poter bruciare rifiuti speciali collegando l’inceneritore al teleriscaldamento.

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