LA GRANDE ZOLLA E’ PRONTA AD INCANTARE EXPO

Il taglio del nastro è stato un successo. Un successo in termini di pubblico e di entusiasmo. Piazzetta Piacenza con la sua Grande Zolla si è presentata al mondo. Lo ha fatto a due giorni dall’avvio di Expo, seguita da più di trecento persone, tra istituzioni, famiglie e piacentini curiosi di vedere cosa si cela dentro il simbolo di Piacenza e di visitare i padiglioni tra il Cardo e il Decumano. Alla presenza del ministro Maurizio Martina, ormai presenza consueta nel piacentino, dell’amministratore delegato Giuseppe Sala, del presidente di Expo Diana Bracco, del sottosegretario Paola De Micheli, del sindaco Paolo Dosi, del presidente della Provincia Francesco Rolleri e dell’ex Massimo Trespidi, Piacenza si prepara alla sfida di Expo. L’auspicio è davvero che questa Terra di Valori possa conquistare e incuriosire i visitatori che, alcuni più distrattamente altri più attentamente passeggiano sul Cardo. Il tema è nobile; citiamo le parole di Umberto Veronesi, ex ministro della Salute, comparse sulla stampa nazionale: nè la celebrazione della cultura italiana, nè i milioni di biglietti già venduti e neppure il fascino dei padiglioni, basteranno infatti a far passare alla storia l’esposizione italiana se su un tema impegnativo quale è “Nutrire il pianeta”, non riusciremo a trasmettere un lascito morale. Come sradicare la fame e la malnutrizione che colpisce ancora 800 milioni di persone; come riequilibrare l’ingiustizia alimentare che fa sì che a questi affamati da una parte del mondo, corrisponda, dall’altra parte, un numero persino superiore di persone che soffrono e muoiono per eccesso di cibo; come utilizzare in modo equi e sostenibile le risorse che la terra ci mette a disposizione. 

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PERRUCCI SU ASP: “L’UNICA COSA CHIARA E’ CHE NULLA MI È CHIARO”

“L’unica cosa chiara e’ che nulla o poco mi è chiara” così il consigliere del Pd Stefano Pertucci sintetizza la sua contrarietà verso la proposta della giunta di reinterbizzare la gestione della Casa per Anziani Vittorio Emanuele. La discussione in consiglio darà o meno il via libera alla delibera che prevede la ripubblicizzazione della struttura all’Asp togliendone di fatto la gestione alle due coop Aurora Domus e Coopselios come è avvenuto fino ad oggi. Ciò che non convince il consigliere Perrucci e’ prima di tutto lo studio commissionato al prof Eugenio  Caperchione dell’università di Modena Reggio. “Sarebbe stato opportuno indire un bando – ha detto Perrucci – e assegnare lo studio. Poca chiarezza anche sull’analisi dei costi e delle utenze, senza parlare dei posti di lavoro che andranno persi con una gestione totalmente pubblica. Ipotizzare un risparmio – ha concluso- sarebbe una follia”.

Il sindaco Dosi nella relazione iniziale ha ribadito i numeri: dei 592 posti gestiti dal pubblico privato solo 216 passerebbero ad una gestione totalmente pubblica. “Non è una scelta ideologica- ha ribadito il sindaco- ne’ aprioristica ma crediamo che in questo momento tuteli la qualità del servizio e la sostenibilità economica”.

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DOSI: “TASSA DI SOGGIORNO, UNA PROPOSTA. DOVE TROVIAMO 7 MILIONI 600 MILA EURO?”

Il sindaco Dosi ha deciso di chiarire, attraverso una nota, l’iter che ha portato alla proposta, e ci tiene a ribadire che di proposta si tratta, di introdurre la tassa di soggiorno. Il punto di partenza è molto chiaro: trovare 7 milioni 600 mila euro, “Credo non sia mai capitato a nessuna precedente amministrazione – scrive il sindaco – il compito di reperire una cifra simile necessaria per chiudere il bilancio”. Detto ciò il ragionamento del primo cittadino prosegue: l’obiettivo è approvare il bilancio senza aumentare le tasse ai cittadini e conservando la qualità dei servizi alla persona. “Quindi: dove andare a trovare le risorse? – si legge nella nota – Abbiamo presentato alla maggioranza una serie di numerose proposte (ripeto e sottolineo: proposte! Non decisioni già prese…) all’interno delle quali scegliere le voci che porterebbero a raggiungere il pareggio di bilancio. Alla maggioranza abbiamo lasciato due settimane di riflessione, utili a suggerirci delle scelte, a individuare priorità, a proporre alternative”. La tassa di soggiorno potrebbe portare alla casse comunali annualmente qualcosa come 150/200 mila euro. “Le coincidenze hanno voluto che l’incontro di maggioranza – prosegue il primo cittadino – fosse convocato nello stesso giorno in cui è stata annunciata la chiusura (ci auguriamo brevissima) dell’hotel Roma. Chiusura ventilata nei mesi precedenti, per la quale abbiamo cercato di intervenire con discrezione, nel rispetto di trattative che comunque riguardavano soggetti privati. Non mi risulta che i turisti o i convegnisti scelgano una città in cui permanere sulla base della presenza o meno di questa tassa, soprattutto se di importo estremamente contenuto e modulabile sulla base di alcune condizioni di esenzione che possono essere previste. Peraltro non mi risulta nemmeno, nel confronto con dati omogenei, che ci siano località che abbiano conosciuto un decremento di presenze in conseguenza dell’introduzione di questa imposta. Inoltre, il ricavato delle entrate derivate dalla Tassa di soggiorno, sarebbe destinato a sostenere il sistema turistico locale. L’obiettivo principale – rimarca il sindaco- non è l’introduzione di una nuova tassa, ma l’approvazione del bilancio, per il quale occorrono 7 milioni 600 mila euro. Che tradotto significa: possiamo benissimo evitare di introdurre la tassa di soggiorno, basta sapere quali altri strumenti dobbiamo utilizzare per chiudere il bilancio. I suggerimenti, naturalmente, sono sempre graditi”.

Un finale quasi piccato, inconsueto per il primo cittadino che sembra essersela presa per gli attacchi di questi giorni verso l’ipotesi, solo ventilata, di introdurre la tassa di soggiorno di cui, pare, si parlerà ancora per un pò.

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GIUNTA, A GIORNI LA DISTRIBUZIONE DELLE DELEGHE ALL’AMBIENTE

A giorni si saprà come il sindaco Dosi intende risolvere le conseguenze dell’affaire Rabuffi. L’ex assessore alla Città Sostenibile ha rassegnato le dimissioni il 31 dicembre per le note ragioni di coerenza politica che hanno portato all’uscita di Rifondazione Comunista dalla maggioranza. Il tentativo, più personale che politico, di Dosi di far cambiare a Rabuffi non ha avuto l’esito sperato. Quasi certamente le deleghe verranno divise tra il sindaco e gli altri assessori. Nessun rimpasto almeno per ora, ma la patata che rischia di diventare ancor più bollente se all’Ambiente si aggiungesse anche il Commercio. Questo avverrebbe se Katia Tarasconi entrasse in consiglio regionale come prima dei non eletti in caso di dimissioni di Paola Gazzolo, assessore regionale alla Protezione Civile e Ambiente. Molti dell’ambiente sono pronti a scommettere che  sarà così, ma l’ultima parola spetta alla diretta interessata Gazzolo che, a breve, dovrà pronunciarsi. Certo rimangono forti le pressioni da parte della minoranza bersaniana, che ha sostenuto Paola Gazzolo alle elezioni regionali, a non rinunciare al seggio di consigliere. Tornando a Palazzo Mercanti, il sindaco dovrebbe sostituire un secondo assessore con una delega pesante come il Commercio; a questo punto il rimpasto sarebbe vicino e c’è da scommettere che sarebbero in tanti a rivendicare il posto di assessore.

COMUNE

PD, I PRIMI NODI DA SCIOGLIERE DEL 2015

E’ un 2015 scoppiettante quello appena cominciato in casa PD. Sono più di uno i nodi che verranno al pettine, tra l’altro fortemente legati tra loro. A partire dalla situazione in Regione Emilia Romagna che potrà avere conseguenze anche a Palazzo Mercanti. Paola Gazzolo, riconfermata assessore alla Protezione Civile con l’aggiunta dell’Ambiente, dovrà decidere se mantenere anche la carica di consigliere. Pur essendo renziana, ma non della prima ora sostenuta alle regionali dalla minoranza bersaniana, su Gazzolo è forte il pressing dell’area più renziana del partito, tanto per intenderci quella che ha sostenuto Gianluigi Molinari e Katia Traasconi. Proprio per quest’ultima potrebbero aprirsi le porte del consiglio regionale in quanto prima dei non eletti, se Gazzolo rinunciasse al suo posto in consiglio. Questo avrebbe conseguenze immediate sulla giunta comunale; il sindaco Dosi si troverebbe di botto con due assessori in meno, considerando che Luigi Rabuffi ha rassegnato le dimissioni con la fine dell’anno. E se il sindaco avrebbe già fatto intendere che non intenderebbe sostituirlo ma tenere per sè o assegnare le deleghe ai colleghi di giunta, risulterebbe difficile pensare alla stessa cosa anche per l’assessorato al commercio di Katia Tarasconi. Tutto lascerebbe pensare alla necessità di un sostituto che il sindaco dovrebbe scegliere in casa PD. O nella lista civica dei Piacentini per Dosi?

Altro nodo quello del consigliere Gianluigi Molinari che è anche segretario provinciale del PD. Per evitare il doppio incarico i democratici si dividono un’altra volta tra renziani e minoranza. I primi vorrebbero designare il nuovo segretario dall’assemblea provinciale, i secondi, come aveva confermato il sottosegretario Paola De Micheli, dal congresso. Entro gennaio probabilmente alcuni nodi verranno sciolti, non senza musi lunghi.

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DOSI: “SICUREZZA E SVILUPPO URBANO, UN ANNO DI SVOLTA”

I soldi sono pochi, gli enti locali sono vittime dei tagli statali, nelle casse resta giusto l’indispensabile che obbliga a fare delle scelte precise. Per il Comune di Piacenza, il 2014 non può essere abbinato ad un progetto bandiera, ma a piccoli grandi risultati che, solo se ben utilizzati, possono portare vantaggi concreti alla città. Nel consueto incontro con la stampa per lo scambio degli auguri di Natale, il sindaco Dosi ha ripercorso le tappe più significative dell’anno. Un anno nel quale sono state sbloccate pratiche ferma da decenni, come la riqualificazione dell’area di Borgo Faxhall, l’area Granella e il Polo del Ferro. Due in particolare le azioni che la giunta si fregi di portare avanti: il percorso di dismissione delle aree militari, che nell’ultimo periodo ha subito una decisa accelerata anche per la fortunata coincidenza dell’arrivo al Demanio di Roberto Reggi, e l’attenzione più costante al tema della sicurezza sia attraverso un’azione repressiva che propositiva come il Progetto Porta Galera 3.0. Non solo, tra gli obiettivi del 2015, per recuperare un poco quelle fiducia negli elettori colata a picco nella ultime elezioni regionali, Dosi e la sua squadra continueranno a privilegiare i servizi alla persona, affidandone in parte la gestione a privati, cosa questa che gli è costata l’uscita dalla maggioranza di Rifondazione. Carenti invece, ma bisogna fare delle scelte – ha detto Dosi – sulla manutenzione stradale e verde pubblico.

Recupero della scuola Vaiarini, un nuovo asilo internazionale, ma anche le azioni collegate ai servizi primari come la gestione del servizio idrico, rifiuti, trasporto pubblico, accoglienza profughi, sono i temi che occuperanno anche gran parte del prossimo anno.

Expo 2015? Un’occasione certamente da sfruttare, il Comune investirà sulla cartellonistica, sull’orario prolungato dei musei, sulla promozione di alcuni edifici simbolo di Piacenza come la basilica di Santa Maria di Campagna. “Contiamo – ha detto – sulle ricadute che Piazzetta Piacenza all’interno del Padiglione Italia avrà sul territorio”.

Sul tema sicurezza, il sindaco ha ribadito che in tre anni verranno assunti 15 nuovi agenti di polizia municipale che fanno parte delle 29 nuove assunzioni complessive concesse all’amministrazione. Proprio sul tema sicurezza, Dosi ha annunciato che sarà affiancato dall’ex questore Michele Rosato. I tempi e i modi della collaborazione sono ancora tutti da stabilire, ma costituirà un aiuto per la gestione di tematiche che incidono sulla percezione e sulla qualità della vita dei cittadini. “manterrò la delega alla sicurezza – ha confermato – dopodichè mi avvarrò del confronto e delle competenze di ognuno”.

Nel 2015 non aumenterà la tassazione per i cittadini, cosa che di questi tempi fa già notizia. Rispetto alle nuove povertà il primo cittadino  ha ribadito che, insieme alla giunta, ogni azione, a partire dai temi urbanistici, è pensata nella prospettiva di far rivivere alcuni luoghi e combattere il disagio.

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DOSI: “SANTA LUCIA RINVIATA, UN EQUIVOCO”

Il sindaco Dosi torna sulle motivazioni che lo indotto a rimandare la festa di Santa Lucia prevista per venerdì e, alla luce delle critiche che la notizia ha avuto soprattutto da parte dei sindacati, fa alcune precisazioni: “Non era e non è mia intenzione mettere in dubbio le ragioni e le motivazioni dello sciopero, che considero più che legittime, così come non era mia intenzione rendere pubblica una nota interna rivolta agli uffici; ciò non esclude però il fatto che l’astensione dal lavoro (ripeto: assolutamente legittima) che riguarda anche il corpo docente, i mezzi pubblici e altri servizi di pubblica utilità, rende incerta l’organizzazione di un evento rivolto ai bambini. Nulla contro lo sciopero dunque, ma preoccupazione per il fatto di non poter garantire né la presenza di tutte le classi iscritte alla festa, né la completa riuscita di una manifestazione che tra l’altro non può essere spostata a sabato, in quanto molte scuole sono chiuse e sono inoltre previste altre iniziative di carattere pubblico e istituzionale”.

 

SCIOPERO GENERALE, E SANTA LUCIA SALTA

E’ proprio così: il Comune ha deciso di annullare la tradizionale festa di Santa Lucina in calendario il 12 dicembre perchè in concomitanza con lo sciopero generale. Si legge nella nota: Il sindaco Paolo Dosi – profondamente rammaricato – spiega che lo sciopero potrebbe creare problemi di affluenza e organizzativi, nonché rendere difficile o impedire ai ragazzi di raggiungere piazza Cavalli, tenuto conto inoltre del fatto che molti di questi potrebbero addirittura non essere a scuola per l’assenza dei loro insegnanti. Pertanto – conclude il sindaco – la soluzione più saggia, trattandosi di un’iniziativa rivolta ai bambini, che richiede una cura particolare, é quella di rinviare all’anno prossimo.

Come la prenderanno i bambini e soprattutto i cittadini?

AREE MILITARI DAL DEMANIO AI COMUNI. E ADESSO?

Caserma Nino Bixio, Lusignani, Nicolai, ex arsenale militare, ex 3° Centro automobilistico, ex ospedale militare, ex Pertite. Sette immobili di proprietà statale che da oggi passano al comune di Piacenza. Insieme al Ministero della Difesa incomincia un percorso di valorizzazione e razionalizzazione su immobili che porteranno, si spera, benefici alla città. Questo in poche parole il succo dell’accordo firmato dal Sottosegretario Giocchino Alfano, dal direttore del Demanio Roberto Reggi dal sindaco di Piacenza, ma anche dai primi cittadini di Padova, Trieste e Torino, le tre città coinvolte nel piano di razionalizzazione. La domanda a questo punto è: e adesso? Gli obiettivi sono chiari, forse il modo per raggiungerli un pò meno. Restituire alla città le aree militari è prerogativa di tutte le amministrazioni, il come è cosa complicata. La palla insomma ora nelle mani degli enti locali. Un punto di partenza? Secondo il Direttore del Demanio Roberto Reggi, per certi aspetti è un traguardo. In caso di alienazione dei compendi immobiliari di proprietà dello stato, sarà assegnata al Comune di Piacenza una quota non inferiore al 5 per cento e non superiore al 15 per cento del ricavato attribuibile alla rivendita sul mercato dei beni valorizzati se questo avverrà nell’arco di 12 mesi. Per valorizzare, rendere fruibili spazi che rischiano di diventare buchi neri nelle città, ci vuole progettualità soprattutto investitori, il comune da solo non può farcela. Altrimenti i beni rischiano di diventare un problema.

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MONTANARI (PRC): “PD AUTOSUFFICIENTE DALL’ARROGANZA DEL POTERE”

Rifondazione passa dall’altra parte, dalla parte dell’opposizione. Ormai la frattura si è consumata, Rifondazione e partito democratico prenderanno ognuno la propria strada. Una rottura politica più che amministrativa, che si è tradotta nelle dimissioni del portacolori di Rifondazione in giunta, Luigi Rabuffi. Non c’è più convergenza sui quei temi che tre anni fa erano stati sottoscritti da entrambi; acqua pubblica, registro delle coppie di fatto, vincolo a verde della Pertite, servizi alla persona non privatizzati. questo quadro è mutato, oggi le condizioni sono cambiate, e soprattutto è cambiato il Pd. “Ci tengo a dire – spiega Roberto Montanari di Rifondazione – il ruolo positivo di mediazione del sindaco Dosi, nonostante questo abbiamo trovato porte chiuse da parte del Pd. In dieci anni di giunta Reggi ci siamo quasi a presi a pugni in faccia ma siamo sempre riusciti a trovare una sintesi anche nelle situazioni più difficili, oggi con questo Pd renzizzato non è più possibile. E’ diventato un partito autosufficiente dall’arroganza del potere”.

L’assessore Rabuffi lascerà l’incarico a fine mese, una scelta che viene incontro alla richiesta del sindaco dosi. Ma non dovrà essere un’agonia, ci tiene a precisare l’assessore dimissinario. C’è rammarico e delusione verso una decisione che è costata fatica ma premiata dalla coerenza che ha avuto fin dall’inizio, da quando cioè tra Rifondazione e Pd si viveva come da separati in casa.

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