ARTISTI UNITEVI PER EXPO, IL COMUNE VI OFFRE UNO SPAZIO

Il Comune di Piacenza si rivolge agli artisti piacentini in vista di Expo, mettendo a disposizione spazi esterni della città: viale Pubblico Passeggio e via Tramello e relativi bastioni, i parchi di Montecucco e della Galleana, la Cavallerizza, le piazzette Pescheria, Plebiscito, Bacciocchi, Barozzieri e piazzale Libertà. Obiettivo, promuovere l’arte e la cultura e abbellire alcuni spazi cittadini durante i sei mesi dell’esposizione universale. Gli artisti interessati ad esporre una propria installazione, edita o inedita, dovranno presentare la domanda, una scheda tecnica dell’opera d’arte e tutta la documentazione richiesta dall’avviso pubblicato sul sito web www.comune.piacenza.it, all’ufficio Protocollo del Comune di Piacenza in via Beverora 57, entro le ore 12 di venerdì 3 aprile. Una commissione valuterà le proposte pervenute, stabilirà l’abbinamento tra l’opera d’arte e la location, nonchè il calendario espositivoInformazioni e chiarimenti in merito alle condizioni di partecipazione, ulteriori rispetto a quelli contenuti nell’avviso pubblicato sul sito internet del Comune di Piacenza, possono essere richiesti agli uffici Acquisti e Gare (tel 0523-492030) e Cultura, Musei e Turismo (0523-492653).

EXPO2015

PIACENZA IN ARANCIONE CONTRO IL RAZZISMO

Il Comune di Piacenza si veste d’arancione in occasione della 11°edizione della Settimana di azione contro il razzismo. Il 21 marzo si celebra in tutto il mondo la Giornata Mondiale contro il Razzismo, indetta dalle Nazioni Unite in ricordo del massacro di Sharpeville del 1960, la giornata più sanguinosa dell’apartheid in Sudafrica: durante una pacifica manifestazione di protesta contro l’introduzione dell’Urban Areas Act, ovvero il provvedimento che imponeva ai cittadini neri di esibire uno speciale permesso nelle aree riservate ai bianchi, la polizia sudafricana aprì il fuoco sulla folla dei dimostranti, uccidendo 69 persone. Il comportamento della polizia venne denunciato da una speciale commissione d’inchiesta come eccessivo impiego della forza contro una folla disarmata e l’operato del Governo sudafricano venne ufficialmente condannato dalle Nazioni Unite. Si comincia mercoledì 18 marzo con il mediometraggio Zakaria, giovedì 18 la marcia contro i pregiudizi e sabato 21 dalle 13 pranzo insieme al kaprasquare, giochi per i più piccoli ai giardini Margherita e alle 17 il lancio dei palloncini contro il razzismo.

settimana contro razzismo

SINISTRA ALTERNATIVA, QUALE SPAZIO HA? NE PARLA HUMAN FACTOR

La domanda è: oggi si può pensare ad una sinistra alternativa? E soprattutto, aggiungiamo, quale spazio avrebbe nel panorama attuale? Massimi sistemi o concrete riflessioni? Si sono confrontati su queste tematiche esponenti del mondo politico e culturale piacentino, oltre le rispettive appartenenze politiche. Queste le mosse da cui è partito Human Factor, un pomeriggio di riflessione organizzato da sinistra ecologia e libertà. Politica economica, passando per il job act, ovvero quali effetti concreti avrà sul mercato del lavoro anche dopo il secondo anno quando termineranno gli incentivi per il datore di lavoro, ma anche ambiente e politiche per la salute. “Il jobs act crea sì nuovi posti di lavoro – ha spiegato Marco Mazzoli docente di Politica Economica all’Università di Genova – ma molte imprese dopo due anni dall’assunzione dei giovani, saranno incentivate a licenziarlo o semplicemente non rinnovargli il contratto, a favore dell’assunzione di altri. Con la norma attuale, alle imprese converrà interrompere il rapporto di lavoro prima che si estendano le tutele per il lavoratore”. Spazio anche per il tema dell’ambiente con il direttore di Arpa Piacenza Giuseppe Biasini, che da addetto ai lavori si è interrogato sulla possibilità di un modello di sviluppo che tenga conto delle limitate risorse a nostra disposizione. “L’inquinamento atmosferico – ha detto Biasini – è il fattore che ha le conseguenze peggiori sulla salute dei cittadini e la sua fonte principale è rappresentata dal trasporto su gomma. Anche se l’auto è innegabilmente uno strumento di libertà, occorre oggi che i cittadini, come stanno facendo, diano il loro contributo per garantire il benessere collettivo. La qualità dell’aria che respiriamo oggi è certamente migliore rispetto a quella di 20-30 anni fa, ma per avere miglioramenti significativi servono azioni diverse sul piano nazionale e internazionale”.

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EX ENEL: IL MERCATO GOVERNA ARCHEOLOGIA E URBANISTICA?

La rivolta contro il palazzo sale e, forse, arriverà anche in Comune. Dopo la petizione presentata da associazioni ambientaliste, culturali e liberi cittadini, contro la struttura che sorgerà al posto dell’ex Enel, in rete e sui social l’asticella compaiono nuovi post condivisi da un numero di cittadini sempre maggiore. Vittorio Melandri, occhio attento della realtà locale da molteplici punti di vista, sul profilo Facebook ha pubblicato un post intitolato A Piacenza una “scoria nucleare” grossa come una casa. Partendo dal fatto che in Italia le scorie nucleari sono difficili da smaltire, Melandri scrive che “a Piacenza è in bella vista una “scoria nucleare” grande come una casa, che invece di essere smaltita, tutte le cosiddette “autorità” investite del caso, hanno deciso di lasciare proprio dove da più di trent’anni è sempre stata”. Dopo un lungo excursus storico ripercorrendo le tappe più significative dalla costruzione di Palazzo Enel, Melandri arriva all’oggi “a bruttura abbattuta, e a cantiere aperto dall’ultima proprietà, “Società Immobiliare Campo della Fiera” per edificare quello che l’artista William Xerra ha definito un nuovo “insulto a Palazzo Farnese”. A cantiere aperto, e molto celere a quanto pare, un gruppo di associazioni e cittadini, anche se “armati” di speranze fragili, hanno deciso di provare ad opporsi al dispiegarsi ultimo di questo “insulto” a Palazzo Farnese e al bene comune di una intera città, ed hanno articolato una serie di domande che attendono risposte sollecite, esaurienti, documentate, trasparenti che hanno posto ai soggetti coinvolti: Comune, Soprintendenza ed ENEL.  A fronte del mitico “mercato” che sembra sia l’unico governatore di archeologia e urbanistica, associazioni e cittadini, intendono provare a battersi per le proposte che hanno avanzato, confidando in un sussulto di dignità, in un saggio ripensamento dei propri amministratori”. Ci riusciranno?

ex enel cantiere dall'alto

PALAZZO EX ENEL, “PRONTI ALLA PROTESTA SOTTO AL COMUNE”

L’intenzione è quella di bloccare il cantiere, nonostante proceda a ritmo serrato, pensando, perchè no, ad una manifestazione di protesta pacifica, magari proprio sotto palazzo Mercanti. Stiamo parlando di ciò che sorgerà sulle ceneri di palazzo ex Enel di viale Risorgimento, ovvero un palazzo dove troveranno spazio residenziale, uffici e una palestra per gli studenti del liceo gioia, ribattezzata, da insegnanti e studenti, “palestrina” per la esigue misure di 15 metri per 15. Intorno al cantiere le voci di dissenso non sono mai mancate; comitati, associazioni, gruppi di ricerca, anche cittadini hanno aspramente criticato l’intervento approvato dall’amministrazione, denunciando soprattutto la parzialità nelle procedure di approvazione della variante e del rilascio dell’autorizzazione archeologica, l’insufficiente trasparenza nelle modalità di alienazione dell’immobile e il mancato coinvolgimento della cittadinanza. Tutti gli step della vicenda del tormentato cantiere, dal cambio di destinazione d’uso, alla lievitazione del valore economico ad oggi quasi 10 milioni di euro, dal rischio di abbandono dei reperti archeologici sotto il solettone di cemento, all’impatto ambientale che la nuova struttura avrà su palazzo Farnese, alla preoccupazione per le scelte urbanistiche, sono stati raccolti in una petizione accompagnata da oltre 280 firme che si vanno ad aggiungere alle oltre 400 raccolte on line. “Abbiamo inviato il documento a tutti gli enti competenti, dal Comune di Piacenza alla Soprintendenza, per avere le risposte che non abbiamo ricevuto. Sappiamo che i tempi sono molto stretti – conferma l’architetto Stefano Benedetti – stiamo pensando anche ad una manifestazione pubblica sotto il Comune perchè sappiamo che tanti cittadini sono contrari a questo progetto”. Una conferenza stampa che ha preso le sembianze di un incontro pubblico dove in molti hanno preso la parola preoccupati per l’impatto che l’opera avrà sul palazzo Farnese, chiedendo che l’area resti libera, così come testimoniano i documenti del 1862; e ancora l’attenzione ai reperti di indubbio valore storico come testimoniano le dichiarazioni dei sovrintendenti Calvani nel 1981 e Minoia nel 2014. Il filo del ragionamento che sottende tutto il documento è molto semplice: quali sono i bisogni dei cittadini in quella parte di città? Servizi per le scuole vicine che hanno un disperato bisogno di spazi per l’attività sportiva, certamente. Nuovi alloggi, con un sfitto che a piacenza oscilla tra 7 e 8 mila unità? Uffiici, spazi commerciali? La risposta vien da sé. Insomma l’impressione è che questa volta si voglia arrivare in fondo a chiarire questioni che, da mesi, sono state poste sul tavolo a cui nessuno ha mai risposto. “Insieme alle criticità – spiega Manrico Bissi dell’associazione Archistorica – facciamo alcune proposte, ad esempio la permuta che possa offrire alla proprietà un’altra zona dove costruire. Nel nostro documento/petizione – conclude – chiediamo una progettazione più ampia e partecipata”.

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CARCERE NOVATE: LA SFIDA E’ MOTIVARE I DETENUTI, “SOSTA FORZATA” E’ UN ESEMPIO

Il vero problema all’interno del carcere delle Novate non è più il sovraffollamento ma tenere occupati i detenuti, occupargli la giornata, dargli una motivazione. Un problema, per certi aspetti più difficile da risolvere, ora che il penitenziario piacentino si è dotato di un nuovo padiglione che può ospitare fino a 200 detenuti. Si chiamano celle aperte dove i detenuti sono liberi nei corridoi della propria sezione. Un’opportunità? Certo, a patto che sia ben sfruttata attraverso percorsi strutturati, più che semplici corsi di intrattenimento condotti da volontari, che possono andare dall’apprendere un mestiere fino alla scrittura, nella direzione di rielaborare l’esperienza della detenzione.

Arrivare alla consapevolezza di aver commesso un reato per il quale si stanno scontando anni di galera, per un detenuto, non è affatto scontato. E’ un punto d’arrivo al quale non tutti e non sempre si arriva, spesso con difficoltà. Il pentimento, ad esempio, è un percorso lungo, tortuoso. Il detenuto, la maggior parte della volte, pensa di essere dietro le sbarre ingiustamente, l’obiettivo è contare i giorni che mancano all’uscita premio o all’udienza per gli arresti domiciliari.

Il giornale Sosta Forzata, fin dalla sua prima uscita, è un laboratorio di scrittura, una possibilità per i detenuti di raccontare la loro esperienza e di assumersene la responsabilità. Su Sosta Forzata non si leggono notizie, ma vite intere, gioie, dolori, sofferenze ma anche speranze e obiettivi. Ad oggi Sosta Forzata rischia fortemente di essere sospeso nella pubblicazione.

Il servizio completo con l’intervista ad Alberto Gromi, Garante dei detenuti, sarà visibile nella prossima puntata di A Tutto Tondo 

Novate

EX PERTITE: COMITATO E AMMINISTRAZIONE SULLA STESSA LINEA, PER LA PRIMA VOLTA

Il percorso per la destinazione a verde pubblico dell’area del’ex Pertite dovrà essere più partecipato che mai. Il tavolo a cui si sono seduti assessore Bisotti e membri del comitato parco Pertite va proprio in questa direzione, per evitare, in sostanza, che l’amministrazione tratti con Demanio e Difesa senza che i cittadini ne siano informati. Entrando nel merito l’attività di bonifica dell’area dovrebbe partire a breve e terminare tra la primavera estate del 2016, in cambio il Comune dovrà mettere a disposizione un’area idonea per la prova carri. Insomma tutto lascerebbe pensare, dopo 6 anni dalla nascita del comitato in cui non sono mancati toni aspri contro l’amministrazione, che le cose stiano cambiando. Per la prima volta il comitato siede al fianco dell’amministrazione nell’intento di portare all’interno del Psc l’area interamente a verde pubblico.

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L’AUTO MUTUO AIUTO CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE

Un gruppo di auto mutuo aiuto che metta al centro le donne vittime di violenza. Anche il Telefono Rosa di Piacenza, grazie al sopporto dell’assessorato alle Pari Opportunità del Comune, ha aderito al progetto promosso dalla Regione. “L’idea è nata all’interno del laboratorio di sartoria attivo da qualche tempo presso il nostro centro antiviolenza – ha spiegato Donatella Scardi responsabile del Telefono Rosa – le donne hanno cominciato a parlare tra loro,. a conoscersi a mettere in comune la loro esperienza e a superarla insieme. Per questo abbiamo deciso di costituire due gruppi di lavoro, formati da 6-7 donne vittime di violenza. Saranno due incontri settimanali di un paio d’ore ciascuno, presso la nostra sede del Telefono Rosa, per un totale di 40 ore”. L’obiettivo è condividere un’esperienza, mettendosi tutte sullo stesso piano “parlare e non sentirsi in colpa per quello che si è subito – spiega l’avvocato Scardi – la donna vittima di violenza non è malata, ma ha bisogno di aiuto per uscire dal tunnel della sopraffazione. Solo così si esce dall’isolamento, attraverso un gruppo che non giudica”. Nel 2014 a livello regionale 3500 donne si sono rivolte ai centri antiviolenza; a Piacenza 236 donne sono state seguite dal Telefono Rosa, 430 le chiamate in un anno. Un dato nuovo, degno di nota, è che 37 sono state le chiamate effettuate da terzi, in particolare i vicini di casa, segno che la sensibilità, anche da parte di chi non è direttamente coinvolto, è aumentata. Il fenomeno delle violenza sulle donne è una triste costante, anche per questo la Regione ha chiesto di ampliare gli orari di accoglienza dei centri antiviolenza. “Non si tratta di un’emergenza – ha specificato l’assessore Giulia Piroli – ma di una realtà che va affrontata con gli strumenti giusti, un vero e proprio fenomeno sociale”.

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EX PERTITE, BONIFICA CONCLUSA ENTRO IL 2016

La bonifica sull’area dell’ex Pertite partirà per concludersi entro la primavera-estate del 2016. E’ la sostanziale novità emersa nel corso del vertice tra amministrazione comunale, Agenzia del Demanio e Difesa nazionale e regionale. Tema: percorso di dismissione delle aree militari, acquisizioni e futuri utilizzi. L’incontro ha fatto seguito al precedente del 10 febbraio scorso in cui si erano stabiliti paletti precisi per quanto riguarda le acquisizioni: in pole position resta l’ospedale militare di viale Palmerio da parte di Inmivit, la società di gestione degli Investimenti immobiliari del Ministero dell’Economia, su cui sono in corso approfondimenti economici finanziari. Si sta affinando il processo di dismissione del Laboratorio Pontieri, che ospiterà il Museo dell’Agricoltura, e della vicina caserma Nino Bixio. Per il vallo delle mura del Polo di Mantenimento di via XXI Aprile  si stanno studiando le modalità per la delocalizzazione. Il grande apparato intorno alle aree militari si sta muovendo, seppur a piccoli passi, verso l’obiettivo di dismettere e di acquisire, laddove ci sono acquirenti, vaste porzioni di spazi. La prossima settimana l’assessore Bisotti terrà due audizioni, una in commissione territorio l’altra in consulta, per informare consiglio e cittadini dell’andamento della pratica.

pertite

ALBERGO ROMA, NODO OCCUPAZIONALE. PRATI: “SALVARE POSTI DI LAVORO E’ LA PRIORITA’ PER UN IMPRENDITORE”

Piero Prati dell’albergo Roma come di una sua creatura, che ha cresciuto insieme al padre prima, e alla sorella Elena da 29 anni.  È passato dal Croce Bianca al Roma, la sua vita è questa. Oggi a tre mesi dall’uscita di scena le parole sgorgano libere, nessun rimpianto ma solo un auspicio verso coloro che prenderanno in mano la gestione della struttura, che si tratti di una grande catena alberghiera o di un imprenditore locale. “Vorrei che questo albergo – risponde Prati – venisse gestito con lo amore e con la stessa cura con cui l’abbiamo gestito noi. Auguro a chi entrerà tutto il bene e la fortuna del mondo e spero nel buonsenso di rispettare i dipendenti fondamentali per la gestione di un’azienda”. Costi di gestione fissi troppo alti in rapporto ai prezzi variabili. Affitto, tasse, balzelli vari che a fine anno ammontano a svariate migliaia di euro, hanno costretto a dire basta. Oggi il pensiero va ai 22 dipendenti che vedono il loro futuro lavorativo appeso ad un filo e temono le scelte di una nuova gestione. I fratelli Prati, verso di loro, sono stati chiari fin dal primo giorno, da quando cioè hanno saputo che avrebbero terminato la gestione il 30 giugno prossimo. “E’ giusto che lo sapessero fin dal primo giorno – ha spiegato – la salvaguardia del posto di lavoro, secondo me, è la priorità per un imprenditore”. Amore e cura nella gestione di una struttura, proprio come un padre parla rivolto ad un figlio. Conservare l’anima di questa struttura costruita nel 1958 dall’architetto Magistretti di proprietà della Cementirossi. Un edificio compatto, con molti servizi, compresi due seminterrati per i posti auto, in pieno centro, una struttura che in molti vengono a visitare proprio per queste caratteristiche. Certo il periodo sfavorevole, il commercio che soffre hanno condizionato moltissimo la scelta di Piero ed Elena; l’albergo Roma non è altro che un’azienda che offre servizi alle persone. Niente da recriminare rispetto alle amministrazioni che si sono succedute, ma un’idea ben precisa di come dovrebbe cambiare la parte nord della città, Piero Prati ce l’ha, in particolare sull’utilizzo del campo Daturi e sui parcheggi. “La crisi ha influito moltissimo sulla moria del commercio locale, il Roma non è altro che un grosso negozio che offre servizi, siamo nel settore del commercio. Anche la mancanza di un parcheggio in Piazza Cittadella è assurdo. E’ un’assurdità scavare quando si potrebbe pensare di utilizzare il campo Daturi per un parcheggio. Lo hanno fatto in altre città, dobbiamo sempre essere l’ultima ruota del carro?” Intanto la trattativa sindacale prosegue: il grande albergo Roma continuerà ad essere tale, ma con una nuova gestione, su cui però gravano ancora parecchie incognite. Le voci che parlavano di una grande catena alberghiera non sono affatto confermate, così come l’interessamento di alcuni imprenditori locali. La prossima partita ora è tutelare in toto l’aspetto occupazionale. “L’auspicio è consegnare questa squadra al nuovo imprenditore o alla catena che subentrerà all’attuale gestione ” spiega Fiorenzo Molinari della Filcams Cgil. “Stiamo facendo pressioni sia sulla proprietà che sulle amministrazioni comunale e provinciale – conferma Vincenzo Guerriero della Uiltucs Uil – affinchè vengano stabiliti paletti e condizioni ben ferme per conservare in toto il gruppo di lavoratori”.

Il servizio con le interviste nella prossima puntata di A Tutto Tondo 

albergo roma