FONDO ANTICRISI: 100 MILA EURO DAL COMUNE PER L’INCLUSIONE SOCIALE

E’ di 100 mila euro la somma messa a disposizione dal comune di Piacenza in accordo con Cgil, Cisl e Uil; un Fondo Anticrisi che va ad integrare la misura nazionale Sia, ovvero Sostegno per l’Inclusione Attiva. La sia è una misura erogata a livello centrale, e prevede l’erogazione di un sussidio economico alle famiglie in condizioni disagiate, nella quali siano presenti minorenni, figli disabili o donne in gravidanza. Per accedervi occorre presentare la domanda e ottenere un punteggio uguale o superiore a 45 punti. A Piacenza su 170 domande, l’Inps ne ha ammesse solo 34; 98 nuclei familiari pari a 428 persone sono state escluse. Il Fondo Anticrisi è destinato proprio a loro; la somma verrà erogata in base a tre punteggi per un massimo di sei mesi.

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KAMLALAF, CINQUE GIOVANI IN PARTENZA ALLA SCOPERTA DI NUOVI MONDI

È arrivato all’ottava edizione il progetto Kamlalaf, l’iniziativa di turismo responsabile e solidale rivolto a giovani dai 18 ai 35 anni. Coordinati dal comune di Piacenza e Svep con il sostegno di Iren, Matelda Trasporti e Bilanciai Associati, cinque giovani partiranno per Perù, Bosnia e Senegal. Un’esperienza importante per conoscere nuovi mondi e culture.

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A PIACENZA SI FANNO MENO FIGLI E SI VIVE PIU’ A LUNGO

Bassa natalità e popolazione che invecchia sempre di più. In altre parole: si fanno meno figli e ci sono sempre più anziani. E’ uno dei dati che emerge con più forza dall’annuario statistico presentato dall’amministrazione con l’ausilio del professor Enrico Fabrizi, docente di Statistica Economica alla Facoltà di Economia e Giurisprudenza dell’Università Cattolica di Piacenza. Se nel 1964 i nati erano 1623 e i morti 99, nel 2014 la situazione è completamente ribaltata: i nati sono stati 866 e i morti 1147. “Alla natalità attuale – spiega il prof. Fabrizi – siamo arrivato per affetto di una prolungata riduzione delle fecondità: il tasso di fecondità totale si è arrestato nel 2014 a 1.46, ben lontano dal livello 2, che è quello che serve perchè una generazione si in grado di sostituire la precedente”.

Per quanto riguarda gli stranieri a Piacenza e il loro ruolo, se ne contano 18.600 residenti: 2% degli anziani ever 65, 22% della popolazione in età lavorativa, 34% dei giovani e 37% dei neonati. In tutto 28 nazionalità differenti composte da almeno 100 persone ciascuna. “Gli immigrati – ha spiegato Fabrizi – hanno contribuito molto alla natalità, soprattutto nel decennio scorso, quando per molti di loto la posizione si è regolarizzata”.

Altro capitolo analizzato quello dei matrimoni: nel 1963 se ne contavano 7.09 matrimoni ogni 1000 abitanti, nel 2010 2.13 ogni 1000 abitanti. “I piacentini si sposano meno e quando lo fanno hanno raggiunto un’età più matura rispetto alle generazioni precedenti al compimenti dello stesso passo – spiega il docente delle Cattolica – nel 2014 sono stati celebrati a Piacenza 238 matrimoni, un pò più del minimo storico di 219 (2011) ma molti meno dei livelli degli anni 80/90, ben sopra i 300”.

Questo quadro implica sfide importanti per il territorio: una popolazione sempre più anziana necessita di assistenza e cura. La bassa natalità è una tendenza difficile da evitare. Il futuro è strettamente legato alla capacità di accogliere le nuove generazioni, per questo all’interno dell’annuario vi è un capitolo dedicato. “Partendo dalla prima infanzia, 601 bimbi frequentano un nido, si tratta del 23.1% dei bimbo tra 0-2 anni, percentuale più bassa rispetto alla media regionale che però è la più alta d’Italia. Scuole materne ed elementari raccolgono rispettivamente 2570 e 4347 alunni e sono in prima linea per quello che riguarda l’inclusione sociale. Sono 9356 studenti nelle scuole superiori: 49.5% nei licei, 50.5% nei tecnici e professionali”.

Capitolo sicurezza: numero dei reati denunciati nel 2014 è stato 7085 in calo del 12% rispetto al 2013 che aveva fatto registrare un valore più alto rispetto agli ultimi 10 anni. Anche l’ambiente suscita preoccupazione, soprattutto per quanto riguarda l’inquinamento. “se consideriamo la concentrazione di particolato PM10 nell’aria, possiamo considerare come essa abbia superato la soglia di 50ug/m3 in 38 giorni nella stazione di traffico di via Giordani, 44 e 50 volte nelle stazioni periferiche di via Ceno e di Gerbido. Valori tutti al di sopra del tetto di 35 superamenti annui previsto dalla legge. Si tratta di valori per fortuna di molto inferiori a quelli, abbastanza drammatici, registrati fino a pochi anni fa: nel 2011, per le stesse centraline e lo stesso inquinante i superamenti erano stati rispettivamente 81, 74 e 79. Qualcosa è sicuramente stato fatto in tema di riduzione delle emissioni, ma occorre sempre cautela nell’interpretare i trend evolutivi delle concentrazioni di inquinanti”. 

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COMMISSIONE D’INCHIESTA ALLUVIONE: I NODI VENGONO AL PETTINE

Sono sfilati davanti ai commissari ed hanno risposto alle loro domande, per cercare di ripercorrere ciò che è accaduto la notte tra il 13 e il 14 settembre, dopo la quale mezza provincia si è trovata a dover contare i danni subiti dall’alluvione. I rappresentanti del comune di Piacenza, Aipo, Protezione Civile regionale ed Autorità di Bacino, praticamente tutti gli organi che hanno avuto un ruolo in quella notte, ad eccezione della Prefettura che non si è presentata alle audizioni, sono stati ascoltati nel corso delle sedute della commissione d’inchiesta nata per accertare eventuali responsabilità su quanto è accaduto, su cosa è stato o meno fatto nelle fasi dell’emergenza nella frazione di Roncaglia. E’ evidente, che nonostante il caso sia stato per portata d’acqua da più parti definito eccezionale, qualcosa è andato storto, prova ne è il disastro che ha sconvolto una frazione che dopo quasi 90 giorni stenta a tornare alla normalità. 

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“EXPONIAMOCI”: GIOVANI VERSO L’IMPRESA

“Da Expo alla creazione d’impresa per i giovani piacentini: percorso partecipato di ricerca, formazione e sviluppo”. E’ il progetto che il comune di Piacenza, insieme all’Università Cattolica, ha presentato all’Agenzia Nazionale Giovane ottenendo un contributo di 5 mila euro. Il progetto è stato realizzato nel periodo compreso tra l’8 settembre 2015 e il 30 ottobre 2015 presso la sede di Piacenza dell’Università Cattolica e a sede di “Spazio 2- La nuova Cittadella dei giovani”. Si è articolato in un percorso di ricerca-azione rivolto a 14 giovani che hanno partecipato nel periodo di Expo all’iniziativa “Noi giovani ci Exponiamo”. L’accompagnamento del gruppo dei giovani ha preparato alla creazione di un’impresa che possa operare nell’ambito del turismo sociale, della promozione del territorio, dell’accoglienza di gruppi, prevalentemente nell’ottica dei giovani per i giovani. Le azioni di accompagnamento formativo si sono sostanziate in colloqui individuali di orientamento e patto di adesione all’iniziativa, la costruzione del gruppo di lavoro e la sua formazione; la definizione degli obiettivi, la costruzione di strumenti, la formulazione di un’ipotesi d’impresa. Gli esperti intervenuti: Valentina Araldi per l’autoimprenditoria; Alessandro Candido, professore a contratto di legislazione dei beni culturali nell’Università di Firenze; Ilaria Galavotti, dottoranda esperta di business plan all’Università Cattolica; Maurizio Davolio, presidente dell’Aitr, l’Associazione Italiana Turismo Responsabile; Valentina Bruzzi di Europe Direct; per Spazio 2 Stefano Sandalo; Enrico Carosio, pedagogista e formatore, ha accompagnato la costruzione del gruppo e il processo di sviluppo dell’idea imprenditoriale.

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AREE MILITARI DISMESSE, PIACENZA PARTECIPA AL BANDO EUROPEO

Per dare nuova vita alle aree militari dismesse il Comune di Piacenza va alla ricerca di fondi dell’Unione Europea attraverso il progetto “Disarmed Cities”, presentato nell’ambito del primo bando del programma di cooperazione territoriale europea Urbact III – Action Planning Networks – Fase 1, mira a valorizzare la sostenibilità degli interventi di riconversione di tali siti, promuovendo lo scambio internazionale di esperienze innovative e le iniziative di formazione in materia. Tra gli obiettivi del progetto, rafforzare la collaborazione tra amministrazioni territoriali e soggetti privati, per una cultura condivisa degli investimenti sugli spazi pubblici come elemento strategico di sviluppo. Le aree abbandonate possono costituire risorse importanti sotto il profilo economico, sociale, ambientale e culturale. La riqualificazione delle aree militari dismesse rappresenta un’opportunità per la creazione di nuovi posti di lavoro. Il Comune di Piacenza si è candidato il 16 giugno scorso come capofila del progetto. La domanda è stata presentata dal Comune insieme all’Ordine degli Architetti di Piacenza e alla Fondazione degli Architetti di Parma e Piacenza. I partner della prima fase sono comuni di Varaždin – Croazia, Szombathely – Ungheria e Cartagena – Spagna. I tempi: per la Fase 1 si ipotizzano 6 mesi durante i quali verranno organizzate delle visite-studio presso la città coinvolte, per la valutazione dello stato dell’arte delle aree militari dismesse da parte dell’esperto del Programma Urbact assegnato al progetto “Disarmed Cities”, accompagnato dai project manager individuati da ciascun partner. Il budget complessivo per questa fase non può superare i 100 mila euro di costi eleggibili. In caso di approvazione del progetto, ci si può candidare alla successiva Fase 2, per la quale verrà elaborata una proposta che prevede l’estensione della partnership a 10 città. Durante la Fase 2, che ha durata di 24 mesi, spetterà al Comune di Piacenza, in qualità di ente capofila, definire un piano di lavoro per implementare l’attività di scambio e apprendimento transnazionale, nonché per l’elaborazione del Piano d’azione integrato, strumento di pianificazione delle aree militari dismesse interessate dal progetto, condiviso da tutti i partner. Il contributo complessivo per la sovvenzione di queste azioni varia tra i 600.000 e 750.000 euro, in base al numero complessivo di partner.

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QUANDO AI MIGRANTI SI OFFRE UNA POSSIBILITA’

Sonko e Alfa sono due dei venti ragazzi per lo più arrivati dalla Gambia a Piacenza nel novembre scorso. Sono una parte del nutrito gruppo che nell’autunno scorso è arrivata in città, da migrante. Oggi, grazie al percorso di formazione conseguito con la scuola edile, sostenuto dal Comune e dalla Prefettura, hanno un diploma da intonacatore e pittore. Un pezzo di carta, è vero, ma che significa molto. Significa la possibilità di andare alla ricerca di un lavoro, dopo sei mesi di permanenza in Italia, significa aver ottenuto una qualifica e un impegno portato avanti e concluso. Questi venti giovanissimi, tra i 18 e i 20 anni, che faticano a parlare in italiano, si sono impegnati nel rifacimento della facciata esterna dell’asilo nido della Besurica. “Sono molto contento di quello che ho fatto – dice a fatica Alfa che arriva dalla Gambia – mi sono trovato bene a Piacenza e non ho trovato difficoltà”. “Il percorso che portiamo avanti come Ente di formazione Scuola Edile – spiega il presidente Filippo Cella – è quello far fronte, insieme a Comune e Prefettura, all’emergenza profughi offrendo loro la possibilità di acquisire competenze specifiche per un eventuale inserimento nel mondo del lavoro”. Il vice prefetto aggiunto Roberta De Francesco si è rivolta ai ragazzi: “tra di voi ci sono storia di sofferenza, molti di voi vogliono lasciare l’Italia per la Francia. Da oggi avete in mano un diploma che vale più del denaro, perchè vi da una qualifica, cercate di farne buon uso”. Questo percorso di formazione, iniziato quasi un anno fa dal comune di Ponte dell’Olio dove sono arrivati nell’agosto scorso 15 profughi, ha un senso soprattutto se finalizzato a rendere occupati questi giovani in azioni utili alla collettività e ad offrire loro le prime competenze di un mestiere.

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GIOVANI E IDEE D’IMPRESA: IL BANDO SFORNA QUATTRO NUOVI PROGETTI

Si è conclusa la terza edizione del bando Giovani e idee d’impresa. Il bando, promosso dall’assessorato alle Politiche Giovanili, si è rivolto ai giovani tra i 18 e 35 anni, residenti nel comune di Piacenza, non ancora in possesso di partita IVA. Con l’iniziativa l’amministrazione ha voluto supportare le idee imprenditoriali in svariati ambiti: valorizzazione del patrimonio culturale e/o ambientale, turismo sociale e sostenibile e responsabile e wellness; attività educative; commercio e agricoltura a vocazione equo – solidale o di prossimità e industria del gusto; arte, architettura, design, moda, creatività, artigianato, tecnologie, software, web 2.0, editoria, tv e radio, pubblicità, cinema, spettacolo. Su una decina di progetti presentati, la commissione ha decretato quattro vincitori: Francesco Meles con N7 – ANIMALS FEED MADE WITH INSECTS: l’idea di impresa prevede la creazione di un’azienda che alleva e trasforma insetti in mangimi, venduti sotto forma di farine e di insetti essiccati destinati all’itticoltura (allevamento di pesci),ai negozi specializzati di pesca, ai vivai e garden center che vendono pesci da laghetto, rettili e uccelli canori, utilizzabili come integratori alimentari per animali esotici e da compagnia; Irina Kostyuk con ESCAPE ROOM: l’idea è quella di creare a Piacenza una Escape Room, un tipo di intrattenimento rivolto a un target dai 14 anni in su, uno spazio per giovani che vogliono mettere alla prova le proprie capacità logiche e abilità nel risolvere imprevisti divertendosi , rafforzando inoltre lo spirito di squadra poiché prevede obiettivi comuni da raggiungere; Daniela Bruschi con IL MULO: propone eventi ed occasioni in cui la cucina meticcia – con ingredienti a Km zero ed ecosostenibili – si unisce alle arti performative. L’associazione promuoverà inoltre percorsi di formazione (laboratori di cucina e di arti performative) per avvicinare la popolazione alle tematiche interculturali e all’espressione artistica; Fabio Arigoni con W.A.W. (Web App per il Welfare): attraverso W.A.W. si intende innovare il settore del non profit, grazie alla vendita di applicativi web sviluppati su richiesta di professionisti del sociale e della salute (dentisti, dermatologi, chirurghi estetici, onoranze funebri e altre categorie non toccate dalla crisi) che intendono colloquiare e rendere più efficace la comunicazione con i cittadini.

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PROGETTO “ATTESA PROTETTA” , AUMENTA L’OFFERTA DI POSTI LETTO

Dopo la bagarre che si è scatenata qualche settimana fa intorno alla gestione della casa per anziani Vittorio Emanuele da parte delle due cooperative, l’amministrazione a giorni firmerà un protocollo con la Fondazione e la Consulta Diocesana per dare sollievo alle famiglie in attesa di un posto pubblico in Casa Residenza Anziani. Lo ha approvato oggi la giunta comunale. In pratica, grazie al protocollo verrà incrementata l’offerta di disponibilità alle famiglie già in lista per un posto accreditato pubblico in Casa Residenza Anziani. 11 posti letto sono disponibili alla casa di riposo Maruffi, 7 alla casa di riposo Giuseppe Gasparini e 7 alla pia casa Mons. Castagnetti.

ATTESA PROTETTA

CENTRO ANTI VIOLENZA SEMPRE PIU’ VICINO ALLE DONNE

Il Centro anti violenza del Comune in collaborazione con il Telefono Rosa verrà potenziato. Il protocollo, a giorni, passerà all’esame della giunta e sarà operativo entro la fine del mese di maggio. Un risultato raggiunto grazie ai fondi regionali messi a disposizione degli enti locali per il potenziamento del welfare e dell’accoglienza. Il Centro potrà contare su due operatori fissi, oltre che il supporto prezioso dei volontari e del Telefono Rosa forte dell’esperienza pluridecennale nella tematica della violenza sulle donne. Entro giugno dovrebbe partire anche un altro importante progetto delle case rifugio. Si tratta di alloggi messi a disposizione dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano per donne in stato di difficoltà che stanno seguendo un percorso di uscita dalla violenza e dallo sfruttamento.

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