JASNA: “AFFRONTO LA MALATTIA CON IL SORRISO”. A TUTTO TONDO

Il suo sorriso è contagioso nonostante la storia che ha alle spalle. Jasna ha 53 anni, è nata a Zagrabria di origini austroungariche. È mamma di due figli di 16 e 19 anni. Fin qui tutto nella norma, se non fosse che otto anni si è ammalata di sclerosi multipla. La sua vita è stata stravolta, a partire dal marito che l’ha lasciata, così senza una spiegazione.

Profughi muratori, profughi alle prese con piccoli lavori di manutenzione e muratura a servizio della città. Il comune di Ponte dell’Olio, quasi un anno fa, fece da apripista a questo progetto grazie ad un protocollo con la Scuola Edile. Oggi anche il comune capoluogo segue questa direzione. Una ventina di migranti per due settimane saranno impegnati in opere di manutenzione per la collettività.

C’è chi ha troppo cibo e chi non ha per nulla. Chi muore per obesità chi per malnutrizione. Sono i paradossi che il tema della nutrizione si porta dietro. La Caritas diocesana nel 2014 ha distribuito 5700 borse viveri, 700 in più rispetto all’anno scorso. Insieme agli altri enti e alla parrocchie, i tutto sono state confezionate e distribuite 50 mila borse viveri.

Quando l’indifferenza si combatte con il cuore. Mariangela Marchionni e Fernanda Trecordi sono assistenti sanitarie al Day Hospital Oncologico dell’ospedale. Hanno salvato un uomo colpito da malore che non si era presentato ad una eseme programmato in reparto. Al termine del turno hanno raggiunto la casa del 60 enne salvandogli la vita.

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PROFUGHI MURATORI E TINTEGGIATORI AL SERVIZIO DELLA CITTA’

Saranno una ventina e per un paio di settimane, seguiti dall’ente scuola per la formazione edile, si impegneranno in piccoli lavori di manutenzione e muratura. Il tema profughi, o meglio migranti, è una realtà con cui bisogna fare i conti, volenti o no. Per di più è imminente l’arrivo di una nuova ondata, non c’è ancora certezza sul numero preciso, che costringe i comuni a pensare a come impegnarli. A come renderli socialmente utili; il protocollo che verrà firmato a breve tra comune di Piacenza, Ente Scuola per la Formazione professionale delle maestranze edili e l’azienda Ciesse va in questa direzione.

Piacenza già ospita 244 richiedenti asilo, il 7.6 per cento in più rispetto al limite di 7,13%. la sfida per il sindaco Dosi è affinare quelle modalità di rapporto che portino ad una integrazione realizzabile. “Il tema va affrontato in modo responsabile – ha detto il sindaco – senza nascondersi dietro risposte semplicistiche, è facile dire no. La sfida degli amministratori è come dare accoglienza”.  Il comune metterà a disposizione il materiale e i cantieri. A breve gli stranieri si metteranno all’opera in lavori di rifacimento intonaci, tinteggiatura e trattamento del sasso. “Si parte dal muro recinzione dell’asilo della Besurica – ha spiegato l’assessore Giorgio Cisini – ma si pensa anche alla ritinteggaitura dell’autostazione di piazza Cittadella e della sistemazione della parte esterna in sasso della basilica di Sant’Agostino; il tutto fornendo formazione, sicurezza e risultato visibile”.

Apripista rispetto a questo protocollo d’intesa, il comune di Ponte dell’Olio. Da quasi un anno ospita 15 migranti del Mali impegnati in opere di manutenzione e muratura, tra cui la scuola di Riva. “Ci siamo chiesti come impegnare questi ragazzi – ci ha detto il sindaco Sergio Copelli – l’idea di una collaborazione con la scuola edile, grazie alla cooperativa Ippogrifo che gestisce i profughi, ci è sembrata molto buona, per dare anche un segnale positivo ai pontolliesi”.

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PROFUGHI, LA TRISTE STORIA CHE SI RIPETE

Mentre il Comune Piacenza, insieme all’Ente Scuola per la Formazione professionale, a breve, firmerà un protocollo d’intesa perchè i migranti presenti sul territorio provinciale, in particolare nel capoluogo, siano impegnati in attività socialmente utili, c’è chi continua a ribadire la propria indisponibilità all’accoglienza. Il sindaco di Caorso Roberta Battaglia lo fa attraverso un comunicato in cui si specifica che il corso di cucina in cui si sono impegnati due profughi è una iniziativa di Caritas non dell’amministrazione. “La giunta comunale – si legge nella nota – ribadisce l’assoluta estraneità all’iniziativa e conferma la propria indisponibilità all’accoglienza forzata di stranieri. Per noi la priorità assoluta sono e rimangono i caorsani”. Continueremo a opporci alle politiche di invasione di questo governo. Per quanto ci riguarda accoglienza, opportunità e corsi di formazione o di avviamento professionale sono rivolti solo ed esclusivamente ai caorsani e ai nostri residenti storici”.

Un film già visto; sembra di tornare indietro di qualche mese quando in Provincia si confrontarono, in due incontri di fatto senza esito, gli amministratori dei 48 comuni divisi tra i favorevoli e i contrari all’accoglienza dei migranti. Oggi questa pagina si ripete, a breve ne arriveranno 80, il numero è confermato dalla Prefettura. E allora che si farà? Piacenza verrà esclusa perchè già sopra il limite massimo di ospitalità. Le premesse sembrano tutt’altro che positive.

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L’APPELLO DELLA PREFETTURA: CERCASI ALLOGGI PER NUOVI PROFUGHI

A breve nuovi profughi arriveranno, nuovamente, sul nostro territorio. lo si deduce perchè la Prefettura di Piacenza ha diffuso una nota nella quale si invitano titolari di strutture recettive private (ostelli, alberghi, agriturismi) a rendersi disponibili ad accogliere nuovi richiedenti asilo. Rimane tuttavia il problema della gestione di queste persone: alcuni comuni della provincia continuano ad opporsi all’accoglienza, altri invece, come il capoluogo, sono in esubero. Ecco la nota della Prefettura:

Come è noto, anche il territorio di questa provincia è stato finora interessato dall’assegnazione da parte del Ministero dell’Interno di migranti richiedenti protezione internazionale che sono stati accolti in parte in strutture del privato sociale e, in parte, presso strutture ricettive private, a seguito di regolare gara espletata la scorsa estate. Al riguardo – in attesa della predisposizione, in corso, degli atti per una nuova gara – si rende necessario, intanto, dover ricorrere, per un tempo limitato, anche a forme di contrattazione diretta con soggetti disponibili, al fine di garantire, oltre a quelli attuali, già assegnati a diversi organismi Gestori, ulteriori posti di accoglienza idonei a fronteggiare i possibili prefigurati nuovi arrivi di migranti nell’ambito di questa provincia ed assicurare una più equa distribuzione sull’intero territorio provinciale. Si invitano, pertanto, i responsabili di organismi del privato sociale ed i titolari di strutture ricettive private (alberghi, agriturismi, ostelli, etc) a manifestare il proprio interesse ad ospitare cittadini stranieri, con le modalità indicate nello schema di massima di convenzione, da stipularsi con questa Prefettura-UTG, il cui testo è consultabile scaricando l’allegato dal sito web di questa Prefettura http://www.prefettura.it/piacenza/multidip/index.htm (schema di convenzione accoglienza migranti). I soggetti interessati potranno presentare la propria manifestazione di interesse ad uno dei seguenti indirizzi: – ammincontabile.prefpc@pec.interno.it; – ammincontabile.pref_piacenza@interno.it. Rispetto alle manifestazioni di interesse che perverranno, questa Prefettura si riserva di valutare il possesso dei requisiti previsti dalla legge (Dlgs 163/2006 e DPR 207/2010) ai fini dell’affidamento del servizio in parola. Per eventuali informazioni e/o chiarimenti è possibile contattare, per gli aspetti relativi alle modalità dell’accoglienza, la Dr.ssa De Francesco (0523/397449 – roberta.defrancesco@pec.interno.it), mentre per gli aspetti contrattuali, il dr. Chirico (0523/397434 – donato.chirico@interno.it).

Profughi

CASTELL’ARQUATO: “I PROFUGHI NON LI VOGLIAMO”

Castell’Arquato ha detto no, non ospiterà i profughi in arrivo sul territorio piacentino. Un rifiuto portato avanti soprattutto dai Giovani Padani e dal consigliere di maggioranza Umberto Boselli. Si riapre, dopo alcuni mesi, il dibattito intorno all’ospitalità dei richiedenti asilo. I sindaci dei comuni non erano stati in grado trovare una posizione unitaria sul tema; al contrario si venne a creare una netta divisione tra i comuni amministrati dal centrosinistra e quelli portacolori del centrodestra. La palla passò nuovamente alla prefettura che, ad oggi, ha l’ultima parola su come e dove alloggiare i profughi. A Castell’Arquato sembra sia andata diversamente.

Ecco la nota diffusa dal Movimento Giovani Padani:

“A Castell’Arquato non arriverà nessun clandestino delle operazioni “Mare Nostrum” e “Triton” – esordisce il coordinatore provinciale MGP Luca Zandonella – e questo grazie al grande impegno e lavoro sottotraccia del consigliere comunale di maggioranza Umberto Boselli. La prefettura, infatti, voleva scavalcare la volontà popolare tramite un accordo con un privato, fregandosene del secco no ricevuto dal Comune. Da oltre due settimane però Boselli stava lavorando per trovare una soluzione per non farli arrivare, incontrando direttamente sia il privato che il comitato di cittadini che si opponeva all’arrivo. Grazie quindi alle molte pressioni ricevute e vedendo il malcontento dei cittadini di Castellarquato, il privato per fortuna ha cambiato idea. Ma questo non sarebbe stato possibile senza il continuo interesse e la perseveranza del nostro consigliere, che ha ottimamente rappresentato i Giovani Padani nelle istituzioni: questo è un chiaro caso di concretezza nel risolvere un potenziale problema, cioè il classico “passare dalle parole ai fatti”. I cittadini arquatesi ringraziano”. Sul tema interviene anche il consigliere regionale Matteo Rancan: “Come già successo nel mio paese, Cortemaggiore, grazie all’impegno della Lega Nord in amministrazione comunale i finti profughi non sono arrivati sul territorio. I comuni che stanno ospitando gli immigrati a nostre spese sono governati dalla sinistra, il PD insieme al prefetto si preoccupa di trovare alloggi a persone sbarcate ieri mattina, dimenticandosi che prima di loro ci sono tanti piacentini colpiti dalla crisi che godrebbero volentieri delle stesse condizioni riservate a loro. Visto che sono così generosi, perchè non li ospitano anche direttamente nelle stanze inutilizzate della prefettura e nelle sede del PD? Ricordo che tutto ciò ovviamente è possibile “grazie” agli ordini del governo Renzi, che sta permettendo una autentica invasione di massa; perfino il ministro spagnolo Fernandez Diaz ha lanciato l’allarme secondo il quale nel 2015 “in Italia sbarcheranno più di 200mila clandestini”: la Spagna difende giustamente i confini, la coppia Renzi-Alfano invece aiuta gli scafisti. La Lega Nord si continuerà ad opporre senza se e senza ma a questa gigantesca vergogna. A Castell’Arquato abbiamo dato una piccola dimostrazione di che pasta sono fatti i Giovani Padani”

DOVE ARRIVA L’ACCOGLIENZA? SE NE PARLA A TUTTO TONDO

Accoglienza non significa solo offrire un pasto caldo e un letto. L’accoglienza fine a se stessa si presta a critica per la verità anche legittime. Il vero obiettivo è tenerli impegnati. Intorno all’argomento profughi si fa un gran parlare, e se il problema esiste andrebbe risolto alla radice cominciando da chi si occupa della loro gestione. La Caritas accoglie dieci richiedenti asilo, oltre ai corsi di italiano obbligatori del centro territoriale per l’insegnamento, ha organizzato corsi di sostegno di italiano, inglese e matematica con insegnanti, studenti e scout.

Fino a poche settimane fa l’emergenza minori stranieri non accompagnati era una bomba ad orologeria a rischio esplosione. Oggi la situazione è migliorata ma la guardia resta alta. Il sevizio minori del Comune, che per legge si deve fare tutore di questi ragazzi, privilegia la strada dell’affido omo culturale e non solo. Certo non è facile ma è vantaggi ci sono, prima di tutto l’opportunità di avere un rapporto diretto e continuativo con la famiglia, oltre che un risparmio per l’ente locale in termini di costi.

Il titolo ci ha subito incuriosito. Quando le formiche spostano un elefante non è una storia disegnata per bambini, ma il titolo di un libro scritto da genitori. Genitori che hanno incontrato la tossicodipendenza dei propri figli, che sono arrivati ad odiarli pur amandoli, che hanno imparato a conoscere il problema e sono riusciti a superarlo. Lo hanno fatto grazie ai gruppi di auto mutuo aiuto, all’interno dei quali si è tutti sullo stesso piano, ognuno porta la sua esperienza e ci si scopre capaci di affrontare problemi che sembrano insormontabili.

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PROFUGHI: DOVE ARRIVA L’ACCOGLIENZA?

L’obiettivo è tenerli impegnati, non solo offrire loro un tetto e un pasto caldo. Attorno all’argomento profughi si fa un gran parlare, spesso strumentalizzando situazioni che andrebbero modificate alla radice. I richiedenti asilo arrivati sul nostro territorio nella seconda ondata del 2013 hanno creato non poco scompiglio tra i comuni, molti dei quali si sono opposti all’accoglienza demandando ogni gestione alla prefettura. Così accade che su 225 profughi sul territorio piacentino, 181 siano a Piacenza, divisi tra varie strutture che hanno partecipato ad un bando e se lo sono aggiudicato. Cinquanta richiedenti asilo sono alloggiati alla cascina Bussina di Le Mose in questi giorni mirino delle polemiche, 27 all’hotel Vip, 47 all’hotel Petit, 13 all’Astor, 18 all’ostello le Tre Colonne di Calendasco, 7 all’ostello le Tre Noci di Coli, 4 dalle suore scalabriniane di Gragnano, 15 a Ponte dell’Olio gestiti dalla cooperativa Ippogrifo e 10 alla Caritas.  I gestori percepiscono intorno ai 35 euro al giorno a profugo. Le problematiche, che spesso si sono tradotte in vere e proprie tensioni anche a livello nazionale, hanno scoperchiato un business davvero riprovevole intorno alla gestione di questi ragazzi, una speculazione che stride fortemente con l’intento umanitario. Cosa fare allora per allontanare strumentalizzazioni e polemiche a volte, per la verità, legittime quando l’accoglienza è fine a se stessa? Yuoness è il coordinatore accoglienza profughi per la Caritas, vive praticamente tutti i giorni con i 10 ragazzi africani tra 18 e 24 anni. Se accoglienza significasse solo mangiare e dormire sarebbe il fallimento. Oltre ai corsi di italiano obbligatori promossi dal centro territoriale per l’insegnamento adulti, Caritas grazie al sostegno di docenti, studenti e scout ha organizzato corsi di sostegno di italiano, matematica e inglese.

Il servizio completo nella prossima puntata di A Tutto Tondo 

Profughi

PROFUGHI, SINDACI CONTRO

Una soluzione al problema profughi sembra praticamente impossibile. Un tentativo è stato fatto con il protocollo che avrebbe dovuto, nell’intento dei sindaci che l’hanno presentato, mettere i singoli comuni al centro della questione. Ma non è bastato. Certo su una cosa i sindaci sono d’accordo ovvero la mala gestione del problema a livello centrale. Lo Stato insomma sembra il nemico numero uno. Bene, ma le modalità di difesa da questo sistema che non funziona, non si trovano. Non si riesce a trovare una quadra, e quindi la prefettura continuerà ad andare avanti in autonomia contattando i privati. In sostanza, tutti si lamentano ma non è cambiato nulla rispetto a prima. Un secco no al protocollo è stato ribadito dai sindaci di San Giorgio, Lugagnano, Cadeo, Nibbiano, Besenzone, Pianello, Morfasso, Alseno, Borgonovo, Cortemaggiore, Ziano, Caorso e Castel san giovanni, dove il sindaco Fontana è disposta a restituire la fascia da primo cittadino nel caso le venga imposto dall’alto di ospitare i profughi. “Apprezzo la moderazione e l’equilibrio del protocollo – ha detto Lucia Fontana – ma la mia posizione e quella della comunità che rappresento è un no senza se e senza ma. Rifiuto l’iconografia della sindaco chiamato ad eseguire ordini imposti dall’alto. Io non ci sto. Se mi venisse imposto di ospitare profughi mi vedrei costretta a restituire la fascia”. Sulla stessa linea anche il sindaco di Caorso Roberta Battaglia: “il mio comune non può ospitare profughi, è già abbastanza martoriato dalla presenza dei rom. Se arrivassero, informerei i cittadini che questa è una decisione calata dall’alto,  dopodichè saranno liberi fare le proprie manifestazioni. Demagogia? Assolutamente no – risponde Battaglia – noi dobbiamo far fronte ai problemi effettivi del territorio”. Favorevoli al protocollo che impegni la Prefettura ad una migliore gestione dei profughi i sindaci di Fiorenzuola, Bettola, Agazzano, Calendasco, Caminata, Podenzano, Monticelli, Travo, Vernasca, Gragnano e Rottofreno. “Ritengo che sia meglio affrontare l’emergenza prima che arrivi sul territorio – ha detto Raffaela Veneziani sindaco di Rottofreno – temo che i sindaci contrari si troveranno ad affrontare l’emergenza già esplosa”. “Ogni decisione è rispettabile – ha detto il primo cittadino di Gragnano Patrizia Calza – ma nonostante alcuni sindaci dicano no la legge consente al Governo e ella Prefettura di far arrivare ugualmente profughi sul territorio. Credo che queste di posizione siano troppo demagogiche e che non rispondano alla realtà”.

 

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“PROFUGHI, I SINDACI AL CENTRO DELLE DECISIONI”

I sindaci siano al centro della questione profughi. E’ l’essenza del protocollo che verrà sottoposto alla prefettura elaborato dopo oltre due ore di confronto tra i primi cittadini, moderati dal Presidente della Provincia Rolleri. La proposta di redigere un patto tra i sindaci è arrivata dal primo cittadino di Rottofreno Raffaele Veneziani e predisposto dai sindaci dell’unione della bassa Val Trebbia e Val Luretta. Il protocollo che verrà discusso la prossima settimana, punta a evitare soluzioni imposte dall’alto precisando che è sbagliato parlare di emergenza ma piuttosto di un fenomeno demografico storico , di un vero e proprio esodo di una parte del popolo africano che continuerà nel tempo e quindi , non si può far finta di nulla. Il patto è necessario proprio per aiutare a gestire la situazione. “Tutta la comunità è chiamata a risolvere la situazione – ha detto il sindaco di Bettola Sandro Busca – non si può lasciare alla prefettura questa responsabilità.  In campo scendano anche chiesa curia e volontariato”. “Non possiamo permettere alla prefettura di decidere – ha rincarato Ghillani sindaco di Gossolengo – Il rischio e di avere tante Caratta in ogni comune”. Il primo cittadino di San Giorgio Giancarlo Tagliaferri ha fatto un gesto significativo; ha annodato la fascia tricolore che non indosserà nelle cerimonie pubbliche  fino a quando non riceverà risposte chiare dalla prefettura.

Da più parti è arrivata l’esigenza di impostare un chiaro progetto educativo per i profughi che arrivano sul nostro territorio. Da parte di coloro che si candidano ad ospitarli è necessario un percorso che impegni gli stranieri in attività favore della comunità come è accaduto a Ponte dell’Olio, per favorire una pacifica convivenza con i cittadini. Poi un appello ai parlamentari del governo perchè venga in qualche modo modificata la politica nazionale sull’immigrazione, per molti apastti deficitaria. Il sospetto è quello che dietro ai bandi per la disponibilità dei luoghi di accoglienza si crei un business pericoloso.

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PROFUGHI, SALE LA TENSIONE TRA I SINDACI

La questione profughi si sta allargando e il livello di tensione sta assumendo dimensioni preoccupanti. Tra gli amministratori la preoccupazione è altissima, il caso della struttura di Caratta bruciata dopo l’annuncio dell’arrivo di una ventina di profughi è emblematico e ricorda ciò che sta accadendo nelle periferie romane. L’assessore al Nuovo Welfare del comune Stefano Cugini scrive su Facebook cita un proverbio dei nostri anziani “a es trop bon a s’e cuion”. Come dire che “Piacenza sta facendo anche per i Comuni della provincia che non fanno”. Piacenza ospita molti più profughi più rispetto a quanti in realtà potrebbe ospitarne in rapporto al numero di abitanti. Molti altri comuni della provincia, pur essendo di medie dimensioni, non ne hanno ospitato nessuno. Nel post l’assessore lancia una frecciata agli esponenti della destra piacentina   “Ai copywriter della destra, troppo concentrati sugli slogan, ricordo che a non gestire insieme la questione si finisce per avere le assegnazioni d’ufficio della Prefettura, i cui numeri sono sempre molto più alti di quelli spettanti a ogni singolo comune da un’equa distribuzione distrettuale. Finiti i titoli, come lo spiegate ai vostri cittadini?” La proposta dell’assessore Cugini è quella di una ridistribuzione dei migranti sulla base della popolazione dei singoli comuni. In altre parole: ognuno faccia al sua parte.